qui papa Francesco deve fare decisamente di più

“papa Francesco non ha fatto nulla contro la pedofilia”

l’accusa di Peter Saunders

ex membro dell’organismo vaticano anti-abusi

PETERSAUNDERS

 
   papa Francesco lo scelse per entrare nella commissione vaticana contro i preti pedofili. A distanza di due anni, Peter Saunders lancia a Jorge Bergoglio una accusa feroce: “Durante il papato di Francesco la Chiesa cattolica non ha fatto nulla per eliminare gli abusi sui minori da parte del clero”, dichiara alla Bbc in una sferzante intervista. “E lui è parte del problema”

Saunders, britannico vittima delle molestie sessuali di un sacerdote, nei primi giorni di febbraio è stato formalmente sospeso dalla Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori. L’organismo si è insediato nel 2014 per esplicito volere di papa Francesco, che ha sempre giudicato pubblicamente “una mostruosità” le attenzioni pedofile degli appartenenti al clero.

Ora alla Bbc l’uomo spiega la sua delusione: “Sono sempre stato una spina nel fianco del Vaticano fin dal primo momento del mio ingresso nella Commissione”. “Pensai che il nostro lavoro sarebbe stato quello di prendere delle decisioni contro i singoli sacerdoti abusatori e invece l’obiettivo è creare politiche e linee guida per stabilire quali sono le migliori pratiche per evitare gli abusi”. Nel frattempo, continua Saunders, “ogni giorno ascoltiamo storie di abusi da parte dei preti. E’ terribile”.

Nessun intervento concreto, dunque, bensì un organismo politico che secondo Saunders non porterà a nulla anche per problemi formali: i quattro membri della segreteria della Commissione “sono molto vicini al Vaticano” e quindi, sempre secondo quanto dichiarato da Saunders alla Bbc, poco indipendenti.

Inoltre “l’organismo si trova nel Vaticano e invece avrebbe dovuto lavorare a Roma”. Saunders non risparmia nulla al pontefice: la Commissione “è soltanto una questione di pubbliche relazioni” dopo gli scandali sulla pedofilia nel clero che hanno scosso principalmente i fedeli. Un lavoro perfetto “per il miglior pr che la Chiesa potesse avere”, e cioè Bergoglio.

Saunders ricorda il dialogo avuto proprio con papa Francesco: “Gli dissi che bisognava espellere tutti gli abusatori. In quel momento ebbi la sensazione che mi stava prendendo sul serio. Ma oggi so che non mi stava ascoltando”.

La Commissione contro gli abusi, continua imperterrito l’ex membro, non sarebbe stata nemmeno una idea di papa Francesco bensì dell’arcivescovo di Boston, Sean Patrick O’ Malley, al centro di una bufera mediatica proprio per i numerosi casi di abusi sessuali nella diocesi americana, al centro anche del recentissimo film “Il caso Spotlight”.

Alle accuse di Saunders il Vaticano risponde senza entrare nel merito, ma ricordando che la Commissione non è stata istituita per perseguire singolarmente i sacerdoti che si sono macchiati di pedofilia e abusi sessuali, bensì per trovare una soluzione generale al problema che tocca la Chiesa nel suo profondo. In due anni, scrive sempre il Vaticano, sono stati espulsi 880 sacerdoti.

Tra questi, però, non figura Juan Barros, vescovo della diocesi di Osorno in Cile, che secondo le vittime ha coperto gli abusi sessuali di Fernando Karadima Fariña, sacerdote sospeso proprio per questi reati. In una intervista a Daily Beast, Saunders aveva parlato anche dello scandalo che aveva coinvolto un cardinale molto vicino a papa Francesco, Francisco Javier Erràruriz, cileno:

Erràruriz aveva chiamato “il serpente” uno degli attivisti più famosi contro la pedofilia in Cile, Juan Carlos Cruz, in una email a un altro cardinale poi pubblicata sui media cileni. Cruz a quel tempo era candidato per la Commissione papale: ma la sua nomina non andò avanti. “Quello che il papa e gli altri cardinali dissero fu terribile”, ha dichiarato Saunders al Daily Beast.

 
 

Sempre al Daily Beast, Saunders spiega come mai è stato letteralmente cacciato dalla Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori:

“Il giorno prima della mia espulsione (5 febbraio), stavano parlando della necessità che i vescovi riportassero (i casi di abusi, ndr) e O’Malley lo considerava un dovere morale”, dice Saunders. “Così ho presentato un programma per discutere sulla maggiore apertura e trasparenza. E’ stato bocciato. Ma la segretezza è il primo motivo per il quale esiste questa piaga!”.

 
 

Lo scandalo della pedofilia sta toccando uno degli esponenti più importanti del Vaticano, il cardinale Pell. Il responsabile delle finanze dovrà testimoniare il 29 febbraio alla Royal Commission australiana che indaga sulle presunte coperture che il cardinale avrebbe messo in atto per proteggere i sacerdoti della diocesi di Ballarat e Melbourne, accusati e in alcuni casi condannati di continue aggressioni sessuali sui minori.

Pell ha addotto motivi di salute per non viaggiare in Australia, suo Paese natale, e dunque la Royal Commission ha approntato una video-conferenza alla quale assisterà un gruppo di vittime di pedofilia di Ballarat che per l’occasione sarà a Roma nella stessa stanza del cardinale durante la testimonianza.

Nei giorni scorsi il quotidiano Herald Sun ha pubblicato la notizia di una inchiesta della polizia di Victoria che vedrebbe implicato proprio Pell, indagato per abusi sessuali. Il cardinale ha risposto con veemenza: “Menzogne”.

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la UE protesta con Renzi per gli sgomberi dei rom

Milano, 19 febbraio 2016 – 15:45

rom

il consiglio Ue scrive a Renzi:

 

“no agli sgomberi violano gli accordi”

il commissario per i diritti umani Nils Muižnieks scrive al premier:

« Preoccupa l’aumento degli allontanamenti forzati nella Capitale»

«Caro Presidente, sono seriamente preoccupato dalle notizie sugli sgomberi di famiglie rom in diverse località italiane, soprattutto a Roma e Milano»

Così cominciala lettera che il Commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks ha indirizzato al premier Matteo Renzi, per chiedere il rispetto delle procedure internazionali. «Ogni sgombero effettuato senza le dovute garanzie procedurali e senza l’offerta di soluzioni abitative alternative adeguate rappresenta una seria violazione degli obblighi internazionali da parte dell’Italia. Con dispiacere osservo la continuazione delle politiche del passato».

Le violazioni

In effetti, non è la prima volta che il commissario lettone prende carta e penna contro l’Italia. Nel novembre del 2013, dopo una visita a Roma, aveva già scritto all’allora sindaco Ignazio Marino sempre per denunciare le condizioni di vita di rom e sinti. Non solo: come ricorda Muižnieks a Renzi, il Consiglio d’Europa ha già contestato all’Italia due violazioni (relative al 2005 e al 2010) dell’articolo 31 dell’European Social Charter a causa delle «inadeguate condizioni abitative e degli sgomberi forzati di rom e sinti».

 

L’allarme a Roma

Nella lettera Muižnieks si dice «particolarmente allarmato dall’incremento del numero degli sgomberi forzati a Roma, dove ben 64 allontanamenti sono stati condotti dopo il 13 marzo del 2015 (giorno dell’annuncio del Giubileo della Misericordia, ndr) secondo quanto sostiene l’Associazione 21 Luglio». Sgomberi che, in molti casi, «vengono portati avanti senza una notifica formale o sufficiente preavviso e, fatto ancora piu’ grave, senza un reale dialogo con i diretti interessati – scrive ancora il Commissario -. Ho ricevuto notizie di famiglie rom diventate homeless visto che non è stata offerta loro nessuna alternativa oppure che l’unica soluzione offerta è stata il ricollocamento e segregazione nei campi per soli rom».

Basta con la logica dei campi

Proprio la onlus 21 Luglio – che si occupa di difendere i diritti delle comunità rom e sinti della Capitale e che ha lanciato l’appello internazionale #PeccatoCapitale per chiedere lo stop degli sgomberi durante il Giubileo – aveva accompagnato Muižnieks in giro per i campi nomadi romani, quelli «regolari» e quelli del tutto abusivi. «Durante la mia visita ho potuto osservare in prima persona le condizioni al di sotto degli standard in cui vivono i rom nei dintorni di Roma, sia negli insediamenti informali che nei “villaggi attrezzati” autorizzati. La segregazione che caratterizza questi ultimi – si legge nella lettera – mina seriamente le possibilità per gli abitanti di ricevere istruzione, avere accesso al lavoro, interagire con persone non rom e integrarsi nella società. Per questo, i “villaggi attrezzati” non possono essere considerati delle alternative abitative adeguate nel contesto degli sgomberi forzati».

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l’ “ur-fascismo” di U. Eco

in ricordo di Eco

l’Ur-fascismo

 

SPETT.UMBERTO ECO A NAPOLI (SUD FOTO SERGIO SIANO)

Ricordare un intellettuale del calibro di Umberto Eco non è mai compito facile, e a dirla tutta, spesso neppure utile, dato che si lascia ricordare per le cose che ha scritto e non certo per i nostri ricordi!

 

Rileggendo però alcune cose sue, in queste ore di poco posteriori alla sua dipartita, alcune, in particolare, le ho trovate interessanti per questo blog che parla di sociale, di migranti, di ultimi, di disperati. Parlo dell’articolo Ur-Fascismo (Il Fascismo Eterno), contenuto nel volume Cinque scritti morali

da sempre il fascismo – in ogni sua forma – è nemico degli ultimi e di chi sta fuori dal coro; è contro chi cerca la giustizia e l’eguaglianza sociale. Il fascismo mette gli uni contro gli altri, innesca guerre tra poveri, punta il dito sul diverso. E soprattutto il fascismo – ogni fascismo – è sempre dietro l’angolo, pronto a risorgere. Anzi, neppure risorge, dato che non muore mai. Per cui meglio rimanere in guardia

Stefano Rossini

 

Per ricordare al meglio Eco e i suoi numerosi contributi, riportiamo qui il testo dell’ Ur-fascismo, trovato già rilanciato su numerosi blog

1) La prima caratteristica di un Ur-Fascismo e’ il culto della tradizione.
Il tradizionalismo e’ piu’ vecchio del fascismo. Non fu solo tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione Francese, ma nacque nella tarda eta’ ellenistica come una reazione al razionalismo greco classico.
Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse (tutte accettate con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una rivelazione ricevuta all’alba della storia umana. Questa rivelazione era rimasta a lungo nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata ai geroglifici egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora sconosciuti, delle religioni asiatiche. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. “Sincretismo” non e’ solo, come indicano i dizionari, la combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili e’ solo perche’ tutti alludono, allegoricamente, a qualche verita’ primitiva. Come conseguenza, non ci puo’ essere avanzamento del sapere. La verita’ e’ stata gia’ annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio. E sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento fascista per trovare i principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista si nutriva di elementi tradizionalisti, sincretistici, occulti.
La piu’ importante fonte teoretica della nuova destra italiana, Julius Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion, l’alchimia con il Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua apertura mentale una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il suo sillabo mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci e’ una prova lampante di sincretismo. Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane portano l’indicazione “New Age”, troverete persino Sant’Agostino, il quale, per quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme Sant’Agostino e Stonehenge, questo e’ un sintomo di Ur-Fascismo.

2) Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo.
Sia i fascisti che i nazisti adoravano la tecnologia, mentre i pensatori tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione dei valori spirituali tradizionali. Tuttavia, sebbene il nazismo fosse fiero dei suoi successi industriali, la sua lode della modernita’ era solo l’aspetto superficiale di una ideologia basata sul “sangue” e la “terra” (Blut und Boden). Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il rigetto dello spirito del 1789 (o del 1776, ovviamente). L’illuminismo, l’eta’ della Ragione vengono visti come l’inizio della depravazione moderna. In questo senso, l’Ur-Fascismo puo’ venire definito come “irrazionalismo”.

3) L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per l’azione.
L’azione e’ bella di per se’, e dunque deve essere attuata prima di e senza una qualunque riflessione. Pensare e’ una forma di evirazione. Percio’ la cultura e’ sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a Goebbels (“Quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola”) all’uso frequente di espressioni quali “Porci intellettuali”, “Teste d’uovo”, “Snob radicali”, “Le universita’ sono un covo di comunisti”, il sospetto verso il mondo intellettuale e’ sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell’accusare la cultura moderna e l’intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.

4) Nessuna forma di sincretismo puo’ accettare la critica.
Lo spirito critico opera distinzioni, e distinguere e’ un segno di modernita’. Nella cultura moderna, la comunita’ scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l’Ur-Fascismo, il disaccordo e’ tradimento.

5) Il disaccordo e’ inoltre un segno di diversita’.
L’Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o prematuramente fascista e’ contro gli intrusi. L’Ur-Fascismo e’ dunque razzista per definizione.

6) L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale.
Il che spiega perche’ una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici e’ stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo, in cui i vecchi “proletari” stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il fascismo trovera’ in questa nuova maggioranza il suo uditorio.

7) A coloro che sono privi di una qualunque identita’ sociale, l’Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio e’ il piu’ comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese.
E questa l’origine del nazionalismo: Inoltre, gli unici che possono fornire una identita’ alla nazione sono i nemici. Cosi’, alla radice della psicologia Ur-Fascista vi e’ l’ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo piu’ facile per far emergere un complotto e’ quello di fare appello alla xenofobia. Ma il complotto deve venire anche dall’interno: gli ebrei sono di solito l’obiettivo migliore, in quanto presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e fuori. In America, ultimo esempio dell’ossessione del complotto e’ rappresentato dal libro The New World Order di Pat Robertson.

8) I seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici.
Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano il “popolo dei cinque pasti”: mangiavano piu’ spesso degli italiani, poveri ma sobri. Gli ebrei sono ricchi e si aiutano l’un l’altro grazie a una rete segreta di mutua assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di poter sconfiggere i nemici. Cosi’, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I fascismi sono condannati a perdere le loro guerre, perche’ sono costituzionalmente incapaci di valutare con obiettivita’ la forza del nemico.

9) Per l’Ur-Fascismo non c’e’ lotta per la vita, ma piuttosto “vita per la lotta”.
Il pacifismo e’ allora collusione col nemico; il pacifismo e’ cattivo perche’ la vita e’ una guerra permanente. Questo tuttavia porta con se’ un complesso di Armageddon: dal momento che i nemici debbono e possono essere sconfitti, ci dovra’ essere una battaglia finale, a seguito della quale il movimento avra’ il controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una successiva era di pace, un’eta’ dell’Oro che contraddice il principio della guerra permanente. Nessun leader fascista e’ mai riuscito a risolvere questa contraddizione.

10) L’elitismo e’ un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico.
Nel corso della storia, tutti gli elitismi aristocratici e militaristici hanno implicato il disprezzo per i deboli. L’Ur-Fascismo non puo’ fare a meno di predicare un “elitismo popolare”. Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni cittadino puo’ (o dovrebbe) diventare un membro del partito. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene come il suo potere non sia stato ottenuto per delega, ma conquistato con la forza, sa anche che la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, cosi’ deboli da aver bisogno e da meritare un “dominatore”. Dal momento che il gruppo e’ organizzato gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi sottoposti. Tutto cio’ rinforza il senso di un elitismo di massa.

11) In questa prospettiva, ciascuno e’ educato per diventare un eroe.
In ogni mitologia l’”eroe” e’ un essere eccezionale, ma nell’ideologia Ur-Fascista l’eroismo e’ la norma. Questo culto dell’eroismo e’ strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti era: “Viva la muerte”. Alla gente normale si dice che la morte e’ spiacevole ma bisogna affrontarla con dignita’; ai credenti si dice che e’ un modo doloroso per raggiungere una felicita’ soprannaturale. L’eroe Ur-Fascista, invece, aspira alla morte, annunciata come la migliore ricompensa per una vita eroica. L’eroe Ur-Fascista e’ impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce piu’ di frequente far morire gli altri.

12) Dal momento che sia la guerra permanente sia l’eroismo sono giochi difficili da giocare, l’Ur-Fascista trasferisce la sua volonta’ di potenza su questioni sessuali.
È questa l’origine delmachismo (che implica disdegno per le donne e una condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla castita’ all’omosessualita’). Dal momento che anche il sesso e’ un gioco difficile da giocare, l’eroe Ur-Fascista gioca con armi, che sono il suo Ersatz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.

13) L’Ur-Fascismo si basa su un “populismo qualitativo” : In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l’insieme dei cittadini e’ dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza).
Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” e’ concepito come una qualita’, un’entita’ monolitica che esprime la “volonta’ comune”. Dal momento che nessuna quantita’ di esseri umani puo’ possedere una volonta’ comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo e’ cosi’ solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo piu’ bisogno di Piazza Venezia o dello stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini puo’ venire presentata e accettata come la “voce del popolo”. A ragione del suo populismo qualitativo, l’Ur-Fascismo deve opporsi ai “putridi” governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel parlamento italiano fu: “Avrei potuto trasformare quest’aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli.” Di fatto, trovo’ immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquido’ il parlamento. Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimita’ del parlamento perche’ non rappresenta piu’ la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore di Ur-Fascismo.

14) L’Ur-Fascismo parla la “neolingua”.
La “neolingua” venne inventata da Orwell in 1984, come la lingua ufficiale dell’Ingsoc, il Socialismo Inglese, ma elementi di Ur-Fascismo sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici nazisti o fascisti si basavano su un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico. Ma dobbiamo essere pronti a identificare altre forme di neolingua, anche quando prendono la forma innocente di un popolare talkshow.

 

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il coraggio di un prete che si unisce alla protesta dei fedeli

‘l’ira cristiana’ di don Raffaello contro il parroco a luci rosse

 un sacerdote apuano in una lettera ai fedeli mostra di non condividere il riserbo della curia

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