nasce il Tg dei rom contro i pregiudizi

sul web nasce il Tg dei rom

Tg ROM Piemonte

l’associazione IdeaRom: “contrasterà il pregiudizio e aiuterà l’inclusione sociale”

 12/02/2016
maria teresa martinengo
torino

per la prima volta in Italia i rom avranno voce attraverso una propria web tv. Potranno esprimere pareri sui progetti pensati per loro, raccontare successi lavorativi e scolastici, momenti artistici e culturali, dire che cosa serve per facilitare l’inclusione sociale. Tutto questo è TgROM Piemonte, web tv finanziata con 21 mila euro dalla Compagnia di San Paolo insieme con altri 15 progetti selezionati tra 155 attraverso il Bando Giovani e finanziati complessivamente con un milione di euro

«Da molti anni sosteniamo iniziative – ha spiegato il presidente Luca Remmert – per contrastare le diverse forme di disagio giovanile e per stimolare la partecipazione attiva dei giovani nella vita delle loro comunità. Il nostro obiettivo è quello di far sì che i giovani siano protagonisti del cambiamento». Così, tra mini «start-up» guidate per la cura di spazi abbandonati, per il trasporto di anziani e disabili nelle valli montane meno servite, progetti contro il cyberbullismo e molto altro ancora, si è inserito l’inedita proposta dell’associazione torinese IdeaRom, da anni impegnata per i diritti, l’inserimento scolastico dei bambini, il lavoro, il superamento dei campi.  

«L’idea è di offrire informazione via web con focus specifico sulle comunità rom. Ci sarà – spiega Vesna Vuletic, presidente dell’associazione, mediatrice culturale – una fase di formazione in video-giornalismo per il gruppo di giovani coinvolti, inizialmente una dozzina, autocandidati a partecipare e provenienti da diverse condizioni abitative. Poi si realizzerà un numero zero e infine partirà il Tg». L’iniziativa è in collaborazione con Nuovasocietà, il direttore responsabile sarà il giornalista Andrea Doi.  

«Esperienze di web tv di questo tipo ci sono in vari Paesi europei. L’informazione di TgROM – dice Vuletic – avrà l’obiettivo di contrastare il pregiudizio, i conflitti, con notizie provenienti dal mondo rom raccolte dai giovani, facilitando l’auto-rappresentazione pubblica delle comunità. I contenuti avranno una doppia direzione: rom-territorio e viceversa. Questo servirà a superare la condizione attuale: si fa di tutto sui rom e per i rom, ma senza di loro, senza mai ascoltarli. Dare voce ai rom servirà anche a verificare l’effettiva efficacia delle azioni pianificate per loro».  

Torino, arriva il TgRom. Una web tv per i nomadi con i fondi della Compagnia di San Paolo

il campo nomadi  smantellato di Lungostura Lazio 

un doppio canale per raccontare cultura e tradizione dei gitani e, al contempo, per dare informazioni specifiche

di MARIACHIARA GIACOSA 

partiti da una “call”, ad aprile dello scorso anno, a cui hanno partecipato 155 soggetti scesi a 46 dopo una preselezione. I prescelti sono stati poi accompagnati in un percorso di “capacity building” al termine del quale sono state formalizzate le richieste di contributo dei 16 progetti vincitori. “La progettazione condivisa – sostiene la Compagnia – ha stimolato la nascita di collaborazioni trasversali e di partenariati in vista della selezione finali”. 

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i rom protagonisti del proprio futuro

i Romanì

da popolo dimenticato a protagonisti del proprio futuro

rom

tra ricerca storica e attivismo, l’impegno della comunità romanì in Europa per farsi conoscere, al di là di stereotipi e pregiudizi, a favore dell’integrazione

“per i politici siamo una campagna elettorale; per le istituzioni e le organizzazioni pro-rom rappresentiamo una risorsa economica; la società maggioritaria non sa chi siamo. Noi Romanì sappiamo bene chi siamo ed è giunto il momento di dirlo a tutti”

di Elisa di Benedetto

RomanìLi chiamano nomadi, zingari, gitani, ma chi sono i Rom? Dove e come vivono? A risposte vaghe, pregiudizi e stereotipi è affidata l’identità di un popolo spesso dimenticato insieme ai luoghi e alle vicende legate alla sua storia. Come la deportazione di Rom e Sinti, quando almeno 500mila Rom e Sinti – la metà della popolazione romanì allora presente in Europa – furono sterminati, seviziati, imprigionati, utilizzati per esperimenti medici, nei campi di concentramento e nei rastrellamenti nazisti.

Una tragica pagina della loro storia, che rivive nella mostra “Porrajmos. Genocidio Rom e Sinti, segregazione di ieri e di oggi”, inaugurata sabato 13 febbraio a Mel, in provincia di Belluno dalla sezione ANPI “La Spasema” e dall’Isbrec per celebrare la Giornata della Memoria, e realizzata da Seo Cizmic, mediatore, artista e attivista del movimento “Na Bistar!” – Non dimenticare!”, insieme ad un gruppo di giovani rom.

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“I Rom ci sono, ma non esistono. Non vengono riconosciuti”, commentano Seo Cizmic, di RomAnticamente Network di Genova, e Graziano Halilovic, presidente dell’associazione Romà onlus di Roma e membro della rete ternYpe. “Per i politici siamo una campagna elettorale; per le istituzioni e le organizzazioni pro-rom rappresentiamo una risorsa economica; la società maggioritaria non sa chi siamo. Noi Romanì sappiamo bene chi siamo ed è giunto il momento di dirlo a tutti”.

L’esigenza di un’informazione corretta su un popolo tuttora vittima di razzismo di matrice etnica ha rafforzato l’attivismo sviluppatosi a partire dal 2008, quando la campagna d’odio che dipingeva i Rom come “mostri” ha portato la comunità a organizzarsi. Sono partiti dalla loro storia, spesso raccontata da altri e sconosciuta ai più, anche fra i Romanì. Hanno cominciato a parlare con i loro anziani del Porrajmos, la persecuzione e lo sterminio subiti da Rom e Sinti, avviando un lavoro di ricerca a cui presto si sono affiancate altre attività e iniziative di informazione e sensibilizzazione.

“In pochi sanno che abbiamo una bandiera e un nostro inno, che siamo presenti in Europa almeno sei secoli e oltre 50% dei Rom in Italia vive nelle case e conduce una vita come quella degli italiani”, raccontano i due giovani. “Altri, soprattutto quelli giunti in Italia con le ultime migrazioni, vivono nei campi, con notevoli disagi per la comunità locale e per la stessa comunità romanì”. E’ per questo che Cizmic e Halilovic, insieme ad altri attivisti in tutta Europa, lavorano per superare i pregiudizi attraverso l’impegno costante dentro e fuori la loro comunità.

“Puntiamo molto sui giovani, poiché 75% della nostra comunità ha da 0 a 22 anni. Siamo il popolo più giovane al mondo, il popolo dei bambini”, spiega Halilovic, che si reca regolarmente nei campi rom per scoraggiare i matrimoni in giovane età. “I risultati ci sono e le ragazze non si sposano più tanto presto”, conferma, ricordando anche il Progetto “casa”. “Organizziamo dei campi estivi per i bambini e ragazzi tra i 10 e i 25 anni, in vere case, perché capiscano cosa significhi vivere in una casa e diventino consapevoli dei sacrifici dell’importanza dello studio e del lavoro”.

Alla lotta ai pregiudizi si aggiunge la battaglia contro quello che Cizmic definisce Rom-business. “Oggi, tutti vogliono occuparsi dei Rom, sfruttando le politiche di inclusione sociale. Ma non bastano la casa e il lavoro per l’integrazione. Sono indispensabili il dialogo e il coinvolgimento diretto del popolo romanì e dei giovani rom. Na Bistar! è un modo per ricordare il nostro passato tragico e costruire il dialogo, ma anche una riflessione verso il futuro, per la creazione di un’identità giusta insieme ai giovani”.

at: http://www.ghigliottina.it/romani-popolo-dimenticato-protagonisti-futuro/#sthash.MUDiuK32.dpuf

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quella dei rom per la Lega non è una lingua

polemiche sulle lingue minori

la Lega contro il riconoscimento di quella dei rom

Boni: “Il Pd è contro la lingua lombarda ma intanto a Roma si presenta una proposta per tutelare la minoranza linguistica rom”

Guerra di minoranze linguistiche? Sarebbe auspicabile di no, ma Davide Boni, segretario milanese della Lega Nord, va all’attacco: da una parte, afferma, non si riconosce quella lombarda, dall’altra si vuol riconoscere quella rom.

Il sunto della polemica sta nel fatto che il consiglio regionale lombardo sta discutendo il progetto di legge per la tutela e promozione della lingua lombarda, che l’Unesco definisce tra quelle a rischio estinzione. «Il Partito democratico – afferma Boni – ha aspramente criticato questo progetto di legge, ma a livello nazionale viene addirittura presentata una proposta per il riconoscimento della minoranza linguistica di rom e sinti», in riferimento ad una proposta presentata da Sel e dal Pd.      

«Un mondo totalmente alla rovescia – conclude Boni – perché non si comprende per quale ragione da un lato si voglia impedire la diffusione e l’utilizzo della lingua lombarda, anche nelle istituzioni, e dall’altro si fa di tutto per riconoscere inflessioni linguistiche, a noi totalmente estranee, che non fanno in alcun modo parte del nostro tessuto sociale e culturale».

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