quale strada prendono i minori scomparsi?

10.000 minori non accompagnati scomparsi al loro arrivo in Europa

Leonardo Cavaliere

bimbi mitra

Almeno 10.000 i minori non accompagnati scomparsi dopo il loro arrivo in Europa. Questo è quanto ha denunciato l’Europol al quotidiano britannico “the Guardian”. L’agenzia d’intelligence europea ha precisato che circa 5000 minori sono scomparsi in Italia, 6135 secondo i dati pubblicati dal Ministero del Lavoro – Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche d’integrazione, mentre altri 1.000 risultano non rintracciabili in Svezia.

Il numero dei minori irreperibili è un’enormità, oltre il 60% si rende irreperibile, in aumento quasi del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (cfr. dati minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it). Il numero di questi piccoli e, troppo di frequente, invisibili migranti è tutt’altro che trascurabile.

Sul dato dei msna irreperibili i dati sono approssimati per difetto per due motivi principali:

 Il primo è che non tutti i minori che giungono in Italia entrano in contatto con le autorità, quindi non vengono registrati . Le stime parlano di circa il doppio degli arrivi rispetto ai dati ufficiali.

Il secondo motivo è la tendenza a dichiararsi maggiorenni, per non rimanere imbrigliati nel sistema di accoglienza italiano.

bambini

Nel primo tentativo da parte di Europol di quantificare il numero di minori vulnerabili, il funzionario Brian Donald ha denunciato l’esistenza di una sofisticata “infrastruttura criminale” europea che gestisce i migranti, precisa che però non tutti sono sfruttati dai criminali, alcuni potrebbero aver raggiunto i familiari. “Semplicemente non sappiamo, dove sono, cosa stanno facendo o con chi sono”.Il dramma dei bambini rifugiati non accompagnati scomparsi è uno dei problemi più urgenti della c.d. crisi dei migranti. La scorsa settimana la Gran Bretagna ha annunciato che avrebbe accettato i minori non accompagnati dalla Siria e altre zone di conflitto per poi rimangiarsi la parola e ridimensionare quanto detto.

Nel 2015 dovrebbero essere entrati in Europa, al netto dei minori non segnalati, circa 26000 minori stranieri non accompagnati, stime di Save the Children. L’Europol ritiene che il 27% dei migranti in arrivo in Europa l’anno scorso fossero minorenni.

Nel mese di ottobre, i funzionari di Trelleborg, Svezia meridionale, hanno rivelato che circa 1.000 minori stranieri non accompagnati arrivati ​​nella città portuale rispetto al mese precedente erano scomparsi. Martedì scorso, una relazione svedese indipendente ha confermato che molti minori non accompagnati sono svaniti nel nulla. Il timore, è che la maggior parte dei minori non accompagnati invisibili siano caduti nelle mani di una rete di trafficanti organizzati che potrebbe trasformarli in schiavi o indirizzarli sul mercato della prostituzione.

Donald ha confermato che alcuni minori resisi invisibili sono stati sfruttati sessualmente. Sia in Germania sia in Ungheria sono stati arrestati alcuni trafficanti e sfruttatori. “Un’intera infrastruttura criminale si è sviluppata nel corso degli ultimi diciotto mesi – in tutta Europa – per sfruttare il flusso di migranti.”  

L’agenzia Europol ha denunciato un inquietante patto tra diverse strutture criminali già presenti in Europa, che si sono unite nel lucroso business del traffico di migranti.  Oltre a bande criminali già dedite al traffico di esseri umani, si sono aggiunte organizzazioni storicamente dedite ad altro tipo di affari, confermando il forte interesse criminale ai facili guadagni sulla pelle dei migranti. 

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sicuramente papa Francesco non ha approvato …

FAMILY DAY

L’IRA DI BERGOGLIO CHE I MEDIA NON VEDONO

 

simone di stefano

Casapound e il viceleader Simone Di Stefano al Family day

Nemmeno un messaggio o una delle sue telefonate. È sfuggita ai media la notizia più importante della giornata di sabato: l’aperta ostilità del papa al Family day. Incredibilmente genuflessi per incoscienza o cialtroneria, giornali e tv nostrani, hanno gareggiato a chi pubblicava il reportage più sdraiato ed entusiasta della manifestazione; la mancata accoglienza del Papa, la sua gelida reazione di fronte a un evento apertamente caratterizzato da integralismo e omofobia, non l’hanno notata. Eppure, uno storico cattolico parecchio stimato, Franco Cardini, è esplicito: lì in piazza al Family day  c’era “gente che esulterebbe se la nostra marina affondasse i barconi carichi di migranti”.  Il Family gay, nota Cardini, fa piazza pulita del primo dovere del cristiano: la carità, la comprensione. La disinformazione più totale ha regnato, nel riferire del Family day. Nessuna testata è andata a indagare su chi e come è stata promossa la manifestazione. Ci si sarebbe accorti che sono stati i movimenti ecclesiali più radicali, le sette più integraliste e discusse all’interno della stessa chiesa in primis, a braccetto con fascisti, neonazisti e leghisti.

 

Sono le realtà  meno amate dall’attuale pontefice. In effetti, l’assenza in prima pagina di ogni riferimento alla manifestazione, per un quotidiano come la testata ufficiale della Santa Sede, che non ha mai mancato di sottolineare gli avvenimenti pubblici ritenuti importanti per la chiesa, ha un rilievo significativo, una portata degna di nota per i futuri libri di storia e avrebbe dovuto essere notata nelle redazioni. Eppure, il papa nei giorni precedenti ha provato a far parlare mons. Galantino, segretario della Cei, contro la manifestazione.

Socci

A rilevare  pubblicamente un’assenza così pesante è Antonio Socci, teorico fra i più noti dell’integralismo contemporaneo: Bergoglio non ha mandato nemmeno un piccolo messaggio. Non solo: non ha ricevuto alcuna delegazione del Family day e non l’ha fatto nemmeno il vicario Vallini, che si è limitato a incontrare il portavoce del comitato organizzatore  Massimo Gandolfini, il quale però non ha ottenuto alcuna benedizione e non ha potuto leggere alcun messaggio. E il  sito della diocesi di Roma non ha riportato alcunché. “Pensavo che potesse rivolgere almeno un saluto o una benedizione al popolo del Family day, come fecero a suo tempo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nemmeno due righe scritte”. Bergoglio, dice in sostanza Socci, non fa nulla per mascherare la propria ostilità, “imbarazzante e disdicevole”. Il giorno 30, nota indispettito Socci, “L’Osservatore romano è uscito senza nemmeno una riga in prima pagina sul Family day”. Bergoglio, afferma Socci,  ha sentito l’evento come un “fastidio personale”. È giunto al punto di annullare tutte le messe della mattina a san Pietro  pur di non concederla a un gruppo giunto a Roma apposta per il Family day.

suorePeggio ancora, nota con sconforto Socci, Bergoglio non ha gratificato di una sola telefonata alcuno degli organizzatori del Family day, eppure chiama chiunque e regolarmente Eugenio Scalfari, perfino una volta Marco Pannella. Deve odiarci proprio, pensa Socci senza scriverlo apertamente, se “arriva fino a questo punto”.  È evidente quindi, che nella disinformazione totale dei media nostrani, quella di sabato 30 gennaio 2016 si è caratterizzata come una doppia manifestazione: contro lo stato italiano, che sta sciogliendo con le unioni civili l’ipoteca clericale dominante da un ventennio, e contro la reggenza papale di Bergoglio, ritenuto troppo progressista. Quella di sabato è stata una manifestazione di protesta mascherata dell’integralismo cristiano contro gli attuali orientamenti della chiesa cattolica, nel nome del vecchio clericalismo risalente al movimento Pio X, il papa ultrareazionario che all’inizio del Novecento condannò, con nell’enciclica Pascendi, tutte le tesi moderniste che si stavano affacciando nella chiesa. Non vogliano i parlamentari cattolici del Pd lasciarsi trasportare da una simile controcorrente, commetterebbero un errore di vasta eco.

kiko-che-se-la-canta-e-se-la-suona

Kiko Arguello

Ha dell’incredibile il silenzio dei cattolici di sinistra, tacitati e sopraffatti senza reagire da un manipolo di manigoldi parafascisti.  La giornalista Barbara Scaramucci è una dei pochi a notare che “per due giorni consecutivi, ieri e oggi, l’Osservatore Romano non apre e non dedica editoriali al family day. Nell’edizione odierna (primo febbraio, ndr), mentre tutti gli altri quotidiani italiani hanno in prima pagina con molto risalto la manifestazione del family day a Roma, il quotidiano della Santa Sede sceglie di aprire sulla prima udienza giubilare di Papa Francesco, per poi dare spazio al dramma dei migranti, alla Nigeria e alla Siria. Nelle pagine interne un piccolo articolo dal titolo “un giorno per la famiglia”, resoconto non firmato della manifestazione romana”.

Al Family day del 30 gennaio si sono riunite per lo più le frange più conservatrici e integraliste del mondo cattolico: soprattutto i molto discussi e chiacchierati  Neocatecumenali di Kiko Arguello, riconoscibili dai canti e balli, autentica psico-setta, secondo il giudizio fornito dal Cesap (Centro Studi Abusi Psicologici), giunta al gran completo da tutta Italia. Arguello è quello che sostiene che il “Femminicidio è colpa delle mogli che lasciano i mariti”. Anche il Family day del 20 giugno scorso riuscì a riempire la piazza grazie a lui. Convinti sostenitori anche il movimento Rinnovamento nello Spirito, molto attivo nel sostegno di Medjugorje e l’associazione Papa Giovanni XXIII, di don Oreste Benzi (1925-2007), tra i fondatori, anni fa, del Family day, prete ben noto per le posizioni ferocemente omofobe espresse nelle dichiarazioni e negli scritti. Più tiepidi, stavolta, Comunione e Liberazione, Focolarini e Azione Cattolica, disposti a lasciarsi guidare da Bergoglio nel nuovo dialogo col mondo laico e non credente. Molti i militanti romani e i parlamentari di Forza Italia e Fratelli d’Italia, oppure i neonazisti da Forza nuova a Casapound.  Nessun’altro e quasi tutti romani o laziali. I cittadini romani li hanno ignorati.

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bambini usati come ostaggi per punire genitori inadempienti

i nuovi ostaggi

di Chiara Saraceno
in “la Repubblica” del 29 gennaio 2016

Saraceno

“i bambini degli “altri” – che siano figli di persone omosessuali, di piccoli evasori, o di migranti – hanno diritti diversi dai “nostri” e, se utile per punire i genitori, possono anche essere presi in ostaggio”

Mentre si organizza il Family day succedono cose davvero strane e in palese contrasto con la difesa dei diritti dei bambini e proprio da parte di esponenti di un partito che è tra i sostenitori più entusiasti del Family day e delle sue parole d’ordine: “Salviamo i nostri figli” e “I bambini hanno diritto ad avere un padre e una madre”. La sindaca leghista di San Germano Vercellese ha deciso che i figli di genitori che non pagano, pur potendolo, le imposte comunali e le rette per la mensa non verranno più ammessi non solo alla mensa e ai centri estivi, ma persino ai parchi giochi, con buona pace del diritto (anche) al gioco solennemente sancito dalla Dichiarazione internazionale dei diritti del fanciullo. Non è chiaro come verrà fatto osservare il divieto: forse obbligando i bambini a portare un segno distintivo ben in vista, in modo da essere immediatamente identificati ed espulsi non appena si avvicinano agli scivoli e alle altalene? Un altro sindaco leghista, quello di Corsico, alza ulteriormente il tiro. Dopo aver escluso dalla refezione scolastica i bambini dei genitori in debito con l’amministrazione, ora minaccia di non lasciarli iscrivere alle scuole comunali (nidi e materne, immagino). I bambini diventano così, a tutti gli effetti, ostaggi delle amministrazioni, utilizzati per fare pressione sui genitori. Qualcuno dice che queste iniziative sono state prese in funzione anti-immigrati, perché tra questi non solo si anniderebbero i più poveri, ma anche sarebbero anche più frequenti i contribuenti illegittimamente morosi. Lasciamo il beneficio del dubbio, ed anche il sospetto che non stiamo parlando dei grandi evasori, di quel mezzo milione di mancati contribuenti totali o parziali che il fisco quest’anno ha stanato, che fruiscono della sanità, della scuola, delle infrastrutture ecc. senza contribuire pur non essendo poveri, anzi. Partiamo dall’ovvia constatazione che un Comune, come lo Stato, non può semplicemente ignorare che ci sono contribuenti morosi i cui consumi di beni collettivi sono a carico della collettività. Pagare le tasse e le rette, se dovute, è un obbligo non solo legale, ma civile. Non pagarle, se dovute, costituisce non solo un indebito sfruttamento della solidarietà collettiva, ma anche un atto diseducativo nei confronti dei propri figli, che in questo modo non possono imparare che l’appartenenza ad una comunità comporta sia diritti sia doveri e che tutti debbono contribuire ai beni comuni secondo i propri mezzi. Chi ritiene di non poterselo temporaneamente permettere dovrebbe avere accesso a procedure tramite le quali presentare le proprie ragioni. Se queste procedure non ci sono, o non funzionano adeguatamente, occorre darsi da fare perché vengano approntate. È dovere di una pubblica amministrazione definire in modo equo le proprie imposte e tenere conto della loro sopportabilità per i singoli. Ma è anche diritto della pubblica amministrazione, a livello nazionale come locale, perseguire gli evasori con ogni mezzo lecito. Non rientra, tuttavia, tra questi mezzi rivalersi sui figli per punire i genitori. I figli non sono pure appendici dei genitori. Sono soggetti con diritti propri (maggiori, mi verrebbe da dire, proprio perché più vulnerabili degli adulti). Se si vuole, si deve punire gli adulti dopo aver esperito tutte le procedure di moral suasion e conciliazione, si possono pignorare le auto o altri beni non essenziali, rivalersi su una quota dello stipendio o altro ancora, ma senza intaccare i diritti fondamentali dei bambini, tra cui il diritto all’istruzione, alla salute, al gioco. Invece, troppo spesso i bambini, specie i più svantaggiati, sono considerati pure appendici dei genitori, senza diritti propri, che si tratti di punire, appunto, i genitori, o di mettere a punto politiche di contrasto alla povertà o di concedere il diritto d’asilo o al ricongiungimento famigliare. Ci si può intenerire per un giorno per un bambino che studia sotto un lampione o che, annegato, viene lasciato dal mare sul bagnasciuga con il vestitino in ordine. Ma la normalità è diversa. Il quotidiano sacrificio di bambini che si consuma ai nostri e altrui confini, così come la povertà dei minori che vivono in Italia, non mobilitano neppure una frazione delle energie e dei “valori” che si investono per “difendere i nostri figli” dalla minaccia della genitorialità omosessuale. I bambini degli “altri” – che siano figli di persone omosessuali, di piccoli evasori, o di migranti – hanno diritti diversi dai “nostri” e, se utile per punire i genitori, possono anche essere presi in ostaggio.

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