quanti pregiudizi si formano sulla base di niente!

 

«Hanno tentato di rapirmi la figlia»

Invece aveva solo perso il portafogli
«Hanno tentato di rapirmi la figlia»<br />
Invece aveva solo perso il portafogli

«Una nomade ha tentato di rapirmi la figlia che era seduta nel passeggino»

Le indagini dei carabinieri hanno però permesso di accertare che la donna si era inventata tutto per nascondere al convivente il fatto d’aver perso il portafogli.

Tutto è accaduto mercoledì pomeriggio a Capriate San Gervasio: protagonista una 28enne che si è presentata alla locale stazione dei carabinieri. Ai militari ha raccontato che nel corso della mattinata, mentre si trovava davanti bar Fuori Onda era stata avvicinata da sconosciuta che, approfittando di una sua distrazione, aveva tentato di afferrare la bimba di un anno che seduta nel passeggino.

Stando al racconto della donna, un sua immediata ed energica reazione aveva costretto la sconosciuta a desistere. La mancata rapitrice, sempre secondo il racconto, ne avrebbe però approfittato per strappare la borsetta contenente 250 euro, documenti ed effetti personali.

Nella denuncia la 28enne ha anche dichiarato che, durante una breve colluttazione, la sconosciuta l’aveva colpiva al volto con una gomitata, riuscendo poi a dileguarsi vie circostanti.

La donna, alla quale sono state mostrate alcune foto segnaletiche, avrebbe anche riconosciuto la donna che l’aveva aggredita: ha indicato il volto di una rumena di 33 anni.

Le indagini però hanno permesso ai carabinieri di accertare che tutto il racconto era falso, e che la nomade indicata dalla donna era completamente estranea ai fatti.

Messa alle strette la 28enne ha ammesso di essersi inventata tutto per giustificare con il proprio convivente la perdita del portafogli e dei soldi contenuti. E’ stata così deferita in stato di libertà per simulazione di reato, procurato allarme, e calunnia.

 

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pericolo razzismo

romni
dal sito facebook ‘segnaliamo il razzismo’ prendo questo post:
Una utente di Facebook, Giulia Carlini, si è presa la briga di fare un elenco di tutti gli articoli che poi si sono rivelati una bufala fatti girare negli ultimi tempi: Immigrati che mangiano cani a Lampedusa. Bufala. Immigrati che crocifiggono gatti. Bufala. Immigrati che fanno sesso con la statua della Madonna. Bufala. Immigrati che buttano via il cibo perché non gli piace. Bufala. Sussidi agli immigrati degni di uno stipendio da banchiere. Bufala. Bambina rapita dagli zingari in Grecia. Bufala. Bambina rapita dagli zingari in Irlanda. Bufala. Furti sotto i 200€ di valore non più reato per gli zingari. Bufala. Tutte bufale che vengono fatte circolare con regolarità e pervicacia. Come ogni bugia ripetuta all’infinito queste bufale diventano vere. Soprattutto perché seguono il sistema di moltiplicazione vitale dei link secondo le modalità social: nessuno verifica tutti condividono. Perché se gira una notizia inquietante non si resiste alla seduzi…one della condivisione. Le condivisioni dell’orrore sui social sono come piccole assoluzioni: io non sono come loro, io denuncio, io diffondo il vero per arginare il male.Il web forma anche l’opinione, rimbalza le ipotesi false, le fa diventare tesi condivise, fa proliferare i luoghi comuni e genera mostri anestetizzando la ragione. E incide nella realtà. Gli immigrati ed i rom sono il nemico pubblico numero uno. Due episodi accaduti a Napoli negli ultimi mesi denunciano come l’odio razziale sia virale come nel web: il bambino rom sfigurato con l’acido buttatogli addosso da un balcone ad opera di una donna e un bambino picchiato da coetanei in via Carlo Poerio al grido di «zingaro di merda». Sono solo la rappresentazione plastica dell’impianto di pregiudizi costruito per alimentare il razzismo. Quei ragazzini non sanno perché hanno picchiato, ma tutti noi abbiamo mosso i loro pugni.
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giornata mondiale della violenza contro le donne

 

Scarpette rosse

prendo dal sito di ‘patriziaportoghese.com’ questa foto per  Quantcastun piccolo pensiero per la giornata del 25 novembre , giornata mondiale dedicata alla violenza contro le donne

Rosse come le gocce di sangue

rosse come le lacrime cessate

rosse come le guance offese

rosse come le ciocche spezzate

rosse come le fiamme accese

rosse… rosse… rosse… rosse

Scarpette rosse simbolo delle donne violentate, umiliate, uccise.

(Pattyrose)

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