introduzione di C. Dumas al ccit 2016 di Esztergom

CCIT – Esztergom 2016

 

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Introduzione

Claude DumasClaude

E’ con grande gioia che mi unisco al saluto e alle parole di benvenuto pronunciate da Monsignor SZÉKÉLY. Aggiungerei solamente che sono contento della presenza di Sua Eminenza il Cardinale ERDŐ PÉTER, Primate d’Ungheria, per l’interesse che Sua Eminenza porta per il lavoro del CCIT, e aggiungo anche un caloroso ringraziamento all’equipe dell’Ungheria per il loro lavoro di questi ultimi mesi e la qualità della loro accoglienza..

« All’incrocio dell’Europa, le Chiese e le culture di fronte alla misericordia »

Per presentare il tema di quest’anno, ho scelto un passaggio di Isaia :

Così parla il Signore : « Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?  Allora la tua luce spunterà come l’aurora, la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà e la gloria del Signore sarà la tua retroguardia. È forse questo il digiuno di cui mi compiaccio, il giorno in cui l’uomo si umilia? Curvare la testa come un giunco, sdraiarsi sul sacco e sulla cenere, è dunque questo ciò che chiami digiuno, giorno gradito al Signore? Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,  se offrirai il pane all’affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio ». (Is 58/7-10) 

Isaia parla alla comunità ebraica di Gerusalemme la cui situazione è tutt’altro che idilliaca. All’indomani dell’esilio, la delusione è grande e tutto è in rovina. Hanno tutti l’impressione di essere in un vicolo cieco, vivono in una città che non ha più mura e l’insicurezza è grande. Inoltre, molte sono le tensioni in questa comunità nella quale gli ebrei ritornati della deportazione e coloro che sono restati vivono insieme. Poche speranze per il futuro. Questo popolo, promesso a diventare la luce dei popoli, offre uno spettacolo ove ricchi e potenti sfruttano quelli che non poveri e indifesi, una nazione che disprezza gli stranieri. Mentre tutti si lasciano andare nell’ingiustizia o la tollerano, si cerca di ottenere il favore del Signore ripristinando le osservanze religiose con grande rigore, moltiplicando pratiche come il digiuno. Dio resta insensibile a questo spiegamento di devozione… ma ecco, Dio risponde : «Queste preghiere non mi toccano, Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo?  »

Dissi che il popolo era in un vicolo cieco, ma sarebbe stato invece a un crocevia : a un incrocio con diverse direzioni da prendere… e deve fare una scelta : sarà la luce delle nazioni solo quando darà l’esempio e dividerà con i più sfortunati e lotterà contro l’ingiustizia e lo sfruttamento dei deboli.

« Nulla di nuovo sotto il sole ? » (Qo 1/9). In effetti, la Parola di Dio è sempre la stessa, quella di sempre : è eterna.

Al giorno d’oggi, l’attualità di tutti i paesi, qualunque siano le politiche impiegate, ci spingono a fermarci per interrogarci su come vogliamo vivere e cosa fare : dove andiamo ? Verso cosa ? Quale strada seguire : quella dell’individualismo, della cultura dell ‘ »Io », della sicurezza, dell’indifferenza che conduce alla costruzione di mura e barriere, alla xenofobia, all’esclusione, alla violenza…. tutto questo apre la porta a strade piene di fatti dolorosi. O allora percorsi meno rettilinei, che ci fanno avanzare con calma e pazienza, un passo dopo l’altro, a incontrarci con l’altro, ad arricchire delle nostre differenze, a coesistere, a vivere la fraternità tra i popoli…

Si, è questo il tema del nostro incontro ; che sia l’Europa nella sua costruzione o nel suo desiderio di de-construzione, le Chiese nelle loro dimensioni multiconfessionali a volte in contraddizione con il messaggio evangelico che sono sensate portare, o le culture dei nostri diversi paesi, o etnie spesso controverse, non possiamo sottrarci individualmente o collettivamente, alla domanda dal nostro Papa Francesco che apre le porte della misericordia. La speranza nella misericordia di Dio « ci porta la luce » ha detto il Papa, mentre “rigidità” e “i calcoli umani chiudono i cuori e la libertà”. (Omelia 12/14/15)

All’incrocio delle nostre strade… davanti alla crisi migratoria, allo smantellamento dei campi dei Roms, alle difficoltà di stazionamento che hanno i Tzigani in certi paesi… quale è stata e quale è la nostra risposta… e per quale futuro?

Il nostro conferenziere padre Vito IMPELLIZZERI, teologo, ha il duro compito di illuminarci e illustrare i nostri discorsi… e allora, senza perdere tempo, lasciamogli la parola.

Buon incontro a tutti.

 

le domande che si è posto il CCIT 2016 a Esztergom in Ungheria

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CARREFOUR CCIT 2016 

BUDAPEST

Al bivio: L’Europa, la Chiesa, la cultura di fronte alla Misericordia”

  1. L’Europa sta attraversando momenti di improvvisi cambiamenti, dettati da paure che provocano chiusure e difesa dei propri confini e interessi. Ogni paese sembra preoccuparsi della propria Torre di Babele da preservare, attraverso leggi, filo spinato.. Quale misericordia annunciare: quella che si integra nella costruzione della torre o quella che ne favorisce il suo fallimento?

  1. I Rom e Sinti sono per la Chiesa la Porta Santa attraverso la quale Dio (si mette nella loro pelle) visita la nostra vita e quella delle nostre comunità..ne siamo consapevoli? Il nostro stare e avvicinare i Rom e Sinti riesce a raccontare Dio alle Chiese?gruppo riflessione

  1. Al bivio” e la vita dei Rom-Sinti. Verrebbe da dire che loro ci sono abituati, capaci di cambiamenti, di sconfinamenti geografici, culturali, sociali. Il bivio lo affronta chi vive camminando, chi si sente in movimento, chi si lascia interrogare. Le nostre società invece spesso sono più statiche, temono di trovarsi ad un bivio, crea insicurezza, timori di dover cambiare, di affidarsi, di interrogare e interrogarsi. La vita dei Rom sembra un susseguirsi continuo di bivio, di svolte..I Rom “vivono il bivio”, riuscendo ad affrontare la vita. “ Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

  1. Come riusciamo a vivere la “Misericordia” con I Rom-Sinti? Quale “Misericordia” scopriamo tra i Rom-Sinti?

  2. articolo Avvenire
  1. Scusate, chi è l’ultimo, perché io possa prendere il suo posto?

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