il CCit 2016 in Ungheria a Esztgom
Si è svolto in Ungheria, a Esztgom, il CCIT 2016 ( il Comitato Cattolico Internazionale per gli Zingari), all’ombra del maestoso duomo, con la partecipazione di circa 150 agenti pastorali, laici e religiosi, presenti nella pastorale del popolo zingaro, facenti parte di circa 25 paesi europei, nella gioiosa ricorrenza del quarantesimo compleanno di tale organismo di coordinamento della pastorale e della evangelizzazione del popolo zingaro in Europa.
Forte di questo cammino quarantennale di vita con gli zingari e di testimonianza del vangelo vissuto e portato/ricevuto agli/dagli zingari, il CCIT 2016 si è posta la domanda diretta:
come raccontare Dio alla chiesa e al mondo a partire dalla ricchezze spirituali e dalla presenza di Dio e del suo Spirito colti nella realtà stessa di questo popolo? Come narrare e raccontare Dio alla chiesa e al mondo come Gesù di Nazareth ha raccontato e narrato Dio svelandone un volto più buono, più misericordioso, tutto misericordioso e compassionevole nella sua vicinanza privilegiata ai piccoli e ai poveri?
Gesù nella sua vicinanza ai poveri ha detto loro che Dio li privilegia; la chiesa che è presente in vicinanza e prossimità amichevole tra gli zingari scopre e vive sempre meglio che Dio è lì a continuare la sua opzione preferenziale e li promuove evangelizzatori privilegiati di questa preferenza divina e annunciatori alla chiesa stessa di un ‘altro’ Dio, sollecitandoci alla conversione del nostro sguardo di fede ad avere lo sguardo di Dio stesso su di loro per cogliere, al di là di ogni limite esteriore proprio di ogni popolo, quella dimensione e ricchezza spirituale frutto dei doni di Dio al popolo zingaro, quale: una spiccata naturale vivacità e carica vitale gioiosamente contagiosa nella misura in cui si entri con loro in aperta amicizia e accoglienza, la istintiva generosità e capacità di condividere anche il poco e di prendere le difese e la protezione del più debole e fragile, la fedeltà all’amicizia …
A modo loro, essi e la chiesa che li frequenta in amicizia e con spirito di fede e ‘sguardo teologale’, sono narrazione di questo Dio ‘altro’ rispetto a quello che nella nostra cultura tendiamo ad inglobare in gabbie ferree del perbenismo, delle meritocrazie, dell’avere, del primeggiare, del potere, del ‘chi più ha più può’, nella illusione di più avvicinarci e appropriarci così a Dio compreso come ‘potere divino’, ‘grandezza divina’ , senza riuscire ad accogliere la rivelazione evangelica che il vero potere divino sta nella sua debolezza.
Come ‘convertire’ il nostro sguardo in modo che il popolo zingaro divenga, da realtà nei cui confronti ergere muri, ‘porta’ per meglio comprendere questo nuovo volto di Dio?
Questa la risposta del CCIT 2016: solo in un abbraccio di vera amicizia e ‘compassione’ come quella del buon samaritano; agli occhi della fede le ‘periferie’ e i ‘margini’ sono luogo teologico, meglio ‘teologale’, in cui si fa esperienza della carne di Cristo, e la chiesa trasformandosi in ‘ospedale da campo’ si fa annuncio autentico della misericordia che contraddistingue il cuore di Gesù e di Dio.
Interessante e articolato il programma su cui ha lavorato il CCIT : dalla fraterna e gioiosa accoglienza del pomeriggio di venerdì 8 aprile, alla preghiera di inizio di queste giornate, animata quest’anno dal gruppo pastorale dell’Ungheria, al ‘bicchiere di vino dell’amicizia’ col popolo zingaro e fra tutti gli animatori pastorali che incontrandosi ormai da tanti anni vivono l’incontro annuale come gioioso incontro e occasione di approfondimento di questa amicizia.
Il sabato 9 aprile, dopo i saluti di prassi dei ‘padroni di casa’, la bella introduzione del direttore pro tempore del CCIT Claude Dumas e il messaggio del Consiglio Pontificio, messaggio che ogni anno il Vaticano non manca mai di rivolgerci, facendoci sentire la sua vicinanza e il suo incoraggiamento, ha avuto luogo la impegnativa e stimolante (ancorché forzatamente ‘tagliata’ – e impoverita – nella sua esuberanza strabordante delle originarie 34 pagine … ) conferenza del teologo italiano don Vito Impellizzeri, prima di una riflessione dialogata su di essa nei gruppi di discussione.
Anche il pomeriggio ha visto i gruppi confrontarsi dialogicamente con lo scopo preciso di formulare domande mirate al relatore per centrare meglio il cuore del discorso e cercare di evidenziare traduzioni concrete di ‘sguardi teologali’ dal discorso altamente e ancora astrattamente teologico.
Il cardinale primate di Ungheria Erdo Peter, esprimendoci la vicinanza dell’intera chiesa ungherese, ha presieduto, prima del termine della serata, l’eucarestia focalizzando questo messaggio (per realizzare il quale occorre fare molti molti passi … ): che non si può propriamente affermare che la chiesa ‘accoglie’ gli zingari perché essi nella comunità della Chiesa sono, come tutti gli altri, persone che si devono sentire a casa loro. E se non si sentissero?
La giornata si è conclusa con la tradizionale cena di condivisione in una vera e propria ‘convivialità delle differenze’ dei vari cibi e specialità proprie dei vari paesi di provenienza dei partecipanti, e se si considera che il CCIT 2016 ha visto la presenza di circa 25 paesi europei possiamo immaginare la bellezza e la bontà di questa grande varietà di cibi che basta vederli fanno sgranare gli occhi ma anche di vini che da sempre ‘rallegrando il cuore’ raddoppiano la festa …
La domenica 10 aprile ha visto la mattinata nella descrizione delle presenze zingare in Ungheria e le modalità di presenza della chiesa locale in questo popolo zingaro.
Il Vescovo ausiliare di Budapest
e l’omelia di C.Dumas hanno concluso liturgicamente il CCIT 2016 che però di fatto si è prolungato nel pomeriggio con una visita turistica dei partecipanti a Budapest.
Ci siamo caldamente salutati aggiornando il tutto al CCIT 2017 a Madrid, non senza avere dal profondo del cuore ringraziato i rom ungheresi che sono stati i nostri compagni vivaci, accoglienti e discreti in tutto il nostro CCIT.