la ‘ziganopoli’ di Santino Spinelli e la ‘mafia capitale’

 

 Spinelli: da anni denuncio la ‘Ziganopoli’, ora tutti si meravigliano

 

La locandina dello spettacolo “Roma suona Rom”

 “Io mi meraviglio di chi si meraviglia. Sono circa trent’anni che denuncio queste cose nei miei articoli e nei miei libri, raccontando tutto il traffico illegale che è dietro ai campi nomadi e quella che io, in una poesia del 1986, ho definito la ‘Ziganopoli’ “. Santino Spinelli, musicista e intellettuale Rom, interviene sull’intreccio fra politica e criminalità, emerso dall’indagine su Mafia Capitale, che dimostra la speculazione in atto da tempo sulla gestione dei campi nomadi di Roma. Spinelli, con il suo ‘Alexian Group’ e l’Orchestra Europea per la Pace, sarà in concerto lunedì 8 dicembre al Teatro Argentina, per l’iniziativa ‘Roma suona Rom’, voluta dalla Campagna ‘Il mio nome è Rom’ e dall’Associazione 21 luglio.

“E’ un sistema disumano e mafioso – spiega – per cui le associazioni di volontariato e i politici si arricchiscono sulle spalle della povera gente”. “Per uscire da questa situazione – aggiunge Spinelli – bisognerebbe superare i campi nomadi e le istituzioni dovrebbero imparare a dialogare direttamente con le associazioni Rom e le federazioni Rom che sono sul territorio e sono in grado di autorappresentarsi e rappresentare tutta la popolazione Romanì. Invece, le istituzioni preferiscono avere a che fare con associazioni e cooperative di pseudo-volontariato, nonostante la loro politica si sia dimostrata fallimentare negli ultimi 40 anni. Ciò dimostra che c’è qualcosa che non torna a livello istituzionale”. 

Lo spettacolo-concerto ‘Roma suona Rom’ sarà seguito giovedì 11 dicembre, nella Sala Zuccari del Senato, dal convegno ‘Il popolo Rom dall’emarginazione all’integrazione possibile’. “Sarà una riflessione per fare il punto sulle politiche europee e italiane dedicate alle popolazioni Rom”, spiega Natascia Palmieri, coordinatrice della Campagna ‘Il mio nome è Rom’. “In Italia la questione Rom è stata affrontata negli ultimi decenni esclusivamente dal punto di vista emergenziale. I Rom sono stati considerati un’emergenza da gestire piuttosto che una popolazione da integrare”. “Da qui, già negli anni Ottanta, attraverso leggi regionali, – spiega Natascia Palmieri – è nata l’ideologia dei Campi Nomadi, che parte dal presupposto sbagliato che tutti i Rom siano appunto nomadi”.

 

“In Italia, per esempio, ci sono circa 150mila persone Rom e solo il 2% pratica il nomadismo. Persone che, per esempio, provenivano dalla Romania, Paese dove da secoli i Rom sono stanziali e cioè vivono nelle case, sono state obbligate a vivere nei campi. Si è creata perciò una situazione di vero e proprio ghetto, emarginazione, che ha aumentato l’esclusione sociale, la devianza e la criminalità e soprattutto la non accettazione dei Rom da parte della cittadinanza”. 

 
(Fabio Colagrande)

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la festa dell’Immacolata Concezione

 ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE

commento al Vangelo di p. José María CASTILLO

Castillo
Lc 1,26-38
[In quel tempo,] l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata  Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La   vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con   te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai  un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio   dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa   di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».  Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose   l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua   ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua   parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che   era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore:  vvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

1. Nella festa dell’Immacolata, la Chiesa celebra il fatto che Maria, la madre di Gesù, non sia stata macchiata dal peccato originale. Questo vuole dire  che Maria è stata una donna particolarmente gradita a Dio. Di più non possiamo sapere. Perché il racconto di Adamo ed Eva non è storico, ma mitico, quindi non è esistito il paradiso originale, allora non è stato commesso alcun peccato e quindi questo peccato non si trasmette da padre a figli, come ha detto  Agostino. Inoltre, nessun peccato è una macchia. Quest’idea corrisponde a criteri di magia, non di religione.
2. Questa festa risponde all’ideale di perfezione coltivato dalle teologie dell’antichità e del Medioevo. Poi è stata oggetto di ampie discussioni durate  vari secoli. Fino a che nell’anno 1854 è stato definito dal papa Pio IX che Maria “è stata preservata immune da ogni macchia di colpa originale” (DH 2803).
In definitiva qui si esprimeva l’ideale del puritanesimo greco assunto dalla Chiesa antica, cioè l’ideale secondo il quale “la purezza, più che la giustizia, è lo strumento cardine della salvezza”
(E. R. Dodds).
3. Il vangelo ci insegna che la madre di Gesù è stata una donna semplice, di un popolo povero e perduto. L’idea che Maria aveva di se stessa era che era  una schiava (doÚlh). Schiava “di Dio”. Ma la condizione di schiava in quei tempi era la condizione dei semplici e dei sottomessi. Questo è più importante  della “purezza senza macchia”, per quanto importante sia. La devozione a Maria ci deve portare ad essere come “schiavi”, con una condotta umile e senza  pretese di essere gli eletti o i migliori.

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