una società diversa – un sogno impossibile? la marcia della pace Perugia-Assisi

“I care”
in marcia per una società della cura
domenica 10 ottobre , la bella marcia della pace Perugia-Assisi in edizione covid19, molto partecipata con l’attenzione ad evitare  assembramenti troppo stretti
una ricostruzione di Mario Di Vito
in “il manifesto” del 12 ottobre 2021
Il cielo incerto e il primo vero freddo della stagione non fanno troppa paura. In ventimila, da tutta
l’Italia, hanno percorso i 24 chilometri che separano Perugia da Assisi per la sessantesima edizione
della Marcia per la Pace. In testa lo striscione con scritto «I care», con un occhio alla pandemia e un
altro alla volontà esplicita dei partecipanti di prendersi cura del mondo.
«C’è bisogno della cultura della responsabilità e della cura reciproca – scandiscono gli
organizzatori –, cura delle giovani generazioni, della scuola, dell’educazione, degli altri, del pianeta,
dei bene comuni, della comunità e delle città». Un impegno che non riguarda soltanto quest’annata,
ma che, nelle intenzioni, dovrà segnare tutto il prossimo decennio: «Cura è il nuovo nome
della pace», come da frase di don Lorenzo Milani.
Un messaggio ribadito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inviato un
messaggio ai manifestanti: «I valori che ispirano e la partecipazione che continua a suscitare la
Marcia sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità.
Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo
Capitini, quell’originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo
radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità.
La pace non soltanto è possibile. Ma è un dovere per tutti». Tra i volti, oltre alla presenza
istituzionale del sindaco di Perugia Andrea Romizi e
della governatrice umbra Donatella Tesei, da segnalare Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace
condannato la settimana scorsa a tredici anni per aver cercato di offrire ai migranti un futuro
migliore e un’accoglienza degna in questo paese.
«Sono qui – spiega un Lucano visibilmente provato dagli eventi – perché non ho altri riferimenti per
trovare entusiasmo e continuare. Non mi importa, alla fine penso che è quasi naturale pagare gli
effetti collaterali di quello che ho fatto, senza dire luoghi comuni o costruire alibi. Quando ho
cominciato ad interessarmi alle politiche di accoglienza è stato per una casualità e mai avrei
immaginato che la normalità sarebbe diventata un fatto così eclatante.
Per me, non ci può essere pace senza diritti umani, senza uguaglianza e senza rispetto della vita. La
Marcia della pace significa trovare la pace».
Applausi di tutto il corteo per lo striscione della Cgil, in solidarietà per il terrificante assalto subito
ieri da parte di un gruppo di militanti fascisti in libera uscita per le strade di Roma durante la
manifestazione dei «no green pass».
I militanti del sindacato hanno anche apprezzato le non scontate parole di vicinanza espresse dal
palco da Romizi e Tesei, esponenti della destra umbra. Il sindaco di Perugia ha anche voluto
esprimere «un pensiero affettuoso all’imam Abdel Qader, nostro concittadino e amico, uomo di
pace e di dialogo che saliva sempre con noi su questo palco e che oggi non c’è più a causa delle
conseguenze del Covid».
Tra il folto gruppo di stendardi istituzionali, si fa notare la sindaca di Assisi Stefania Proietti.
«Siamo in migliaia a gridare basta alla violenza e all’indifferenza – dice –, oggi più di ieri è urgente
non solo invocare la pace ma anche farla con azione concrete. Oggi più di ieri bisogna prendersi
cura degli altri e mettere al centro la vita, la persona, la dignità».
Nella folla in marcia si vedono padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, Cecilia Strada, Aboubakar
Soumahoro, la moglie dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso lo scorso febbraio in Congo
Zadia Seddiki, i genitori del reporter Andy Rocchelli Elisa e Rino Signori.
Il resto è militanza diffusa, cattolici di base, striscioni, bandiere, migliaia di persone partite da ogni
angolo d’Italia per per poter dire di esserci, per affermare di combattere ogni giorno per la pace,
l’uguaglianza e la solidarietà. Per cercare di fare del mondo un posto migliore. 
nel grandioso quadro della multicolore partecipazione e dei messaggi inneggianti alla ‘convivialità delle differenze’ un bell’angolino rappresentato da alcune ragazzine rom del campo di Coltano (Pisa) orgogliosamente ed entusiasticamente presenti con la loro bandiera e il loro striscione con la ruota rappresentante il senso della vita come viaggio; con loro p. Agostino che da sempre condivide amichevolmente la loro vita nel campo
qui sotto la descrizione del loro viaggio vissuto con entusiasmo

la marcia della pace Perugia-Assisi  di Violza- Fatima- Adem- Yasin e il diario del viaggio scritto da due di loro, ‘scritto con semplicità’

Alle 4 del mattino siamo in partenza per Perugia , assonnati e freddolosi, iniziamo il viaggio. Di per sé la marcia noi  l’abbiamo iniziata due giorni fa, quando insieme abbiamo deciso di partecipare con entusiasmo e abbiamo voluto preparare un NOSTRO striscione. Ci dispiace per Laura che all’ultimo momento non ha VOLUTO venire, perdendo il suo entusiasmo. Sono le 6:20 e Agostino si è fermato a prendere un caffè, perché dorme ancora, invece noi siamo ancora assonnati. Abbiamo preparato uno striscione a modo nostro, la frase che abbiamo creato è :

NOI ROM VIVIAMO LA PACE CON IL CUORE E CON I PIEDI

è uno striscione bello e colorato perché è fatto con le nostri mani e la nostra fantasia.

Sono le 7,40 e siamo arrivati a Ponte San Giovanni. Qui aspettiamo l’arrivo della marcia prevista tra un’ora circa, approfittiamo per fare colazione e riposarci, c’è chi dorme,  chi mangia patatine e chi va al bagno. Attendiamo con ansia l’arrivo del Corteo della Pace, partito da Perugia. La giornata sembra bella con un po’ di nuvole ma non piove. Mentre attendiamo l’arrivo del Corteo, lì sul posto c’è tanta gente in attesa dell’arrivo del Corteo. Decidiamo di aprire il nostro striscione e di sventolare le due bandiere dei ROM e quella della Pace. Tante persone ci hanno chiesto che bandire fossero, quelle che tenevamo in mano, perché non la conoscevano. Noi abbiamo spiegato il significato della nostra bandiera: i due colori, l’azzurro e il verde e la ruota. Tutti sono rimasti sorpresi della nostra spiegazione è hanno apprezzato molto le nostre parole. Incuriositi molti ci hanno chiesto se eravamo ROM e da dove veniamo. Anche durante la marcia tante persone hanno chiesto la stessa cose. Ovviamente non sono mancati gli apprezzamenti per il nostro striscione e la nostra presenza in questo corteo.

Come ci sono piaciute anche le tantissime fotografie che la gente ci chiedeva, come segno di simpatia e gratitudine. In questa marcia abbiamo conosciuto Gualtiero un amico di vecchia data di Agostino, che  ha voluto restare con noi fino alla fine e con la sua presenza ci ha espresso la sua simpatia. Partecipando a questa marcia noi ci siamo divertiti tanto, nonostante la stanchezza, la pesantezza delle nostre gambe, ma è stato bello camminare insieme a così tanta gente per manifestare anche noi la volontà di un mondo più pacifico. Per noi è stata la prima volta fare una iniziativa insieme a così tanta gente che venivano da tanti posti diversi. Durante il viaggio di ritorno, noi ci siamo chiesti come mai la gente non conosceva la nostra bandiera. È vero, purtroppo la maggioranza degli italiani ci conoscono solo per gli aspetti negativi, perché invece a loro manca una conoscenza più VERA DELLA NOSTRA VITA: se non conosco la nostra bandiera, come fanno a conoscere la nostra storia, la nostra vita? Noi siamo contenti di aver partecipato, perché così abbiamo potuto farci conoscere, infatti molta gente si è sorpresa che anche noi rom siamo venuti a manifestare per la Pace.

Dobbiamo dire la verità, ci siamo fermati a Santa Maria degli Angeli, a 5 chilometri da Assisi, eravamo molto stanchi e i nostri piedi non c’è la facevano ad andare avanti. Rimane il desiderio per una prossima marcia di arrivare fino alla città di San Francesco. Dopo esserci riposati verso le ore 15 abbiamo preso il treno per ritornare a Ponte San Giovanni, per prendere il nostro camper, durate il viaggio di ritorno la stanchezza si è fatta sentire e abbiamo approfittato di riposarci. Questa è la storia della nostra marcia Perugia- Assisi. Alle 19,30 siamo arrivati al campo di Coltano, dove le nostre famiglie ci aspettavo con ansia e curiosità.

una marcia ‘Perugia-Assisi’ in condizioni di pandemia

‘Perugia-Assisi’

 Mattarella: da questa catena umana un forte messaggio popolare di pace


di Luca Liverani
Al posto della tradizionale marcia, manifestazione nelle due città simbolo. Il messaggio del Papa: costruite la pace con il prossimo e con il Creato. Videolettera del presidente Ue David Sassoli

La catena umana Assisi-Perugia

la catena umana Assisi-Perugia 

Né la pandemia, né il vento gelido hanno impedito l’organizzazione della tradizionale manifestazione per la pace e la fraternità. Niente marcia, ma due lunghi tratti di catena umana, uno a Perugia e un altro che da Santa Maria degli Angeli si è snodato per chilometri fino ad Assisi, con oltre 2.000 partecipanti legati fra loro da corde intrecciate coi colori dell’arcobaleno. Time for peace, time to care: tempo di fare la pace e di prendersi cura gli uni degli altri, il tema di quest’anno. Tutti con la mascherina e ben distanziati. Davanti al Sacro Convento francescano la conclusione di una manifestazione dal forte significato simbolico: il popolo della pace – associazioni, volontari, movimenti – non ha rinunciato all’appuntamento biennale della Perugia-Assisi per riannodare, ricucire, ritessere i rapporti di un mondo diviso e di un tessuto sociale lacerato. «Questa è la gente che si prende cura degli altri. La cura che può cambiare la vita delle persone, le istituzioni, l’economia», ha detto il coordinatore della manifestazione Flavio Lotti

Parole forti di plauso e incoraggiamento sono arrivate da Papa Francesco, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli. A leggere il messaggio del Papa è stato il custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Papa Francesco ha auspicato che «la manifestazione susciti l’impegno nella promozione dell’autentica pace, che è pace con Dio, nel vivere la sua volontà e i valori morali; è pace interiore con se stessi; è pace con il prossimo e con il Creato». E ha assicurato la sua preghiera «affinché ciascuno si adoperi per la costruzione di una convivenza fraterna fondata sulla verità, sulla giustizia e sulla carità che rifiuta ogni estremismo». Invocando sui partecipanti la protezione della Vergine Maria, di San Francesco e del giovane Carlo Acutis, beatificato ieri qui ad Assisi.

Il presidente Mattarella nel messaggio letto dalla loggia del Sacro Convento ha affermato che «dalla Marcia Perugia-Assisi proviene ogni volta un messaggio popolare molto forte che scaturisce dalla consapevolezza del carattere integrale della pace e della stretta connessione tra i grandi temi globali, a cominciare dalla lotta alla povertà e alle disuguaglianze, dal contrasto al cambiamento climatico, dalla cooperazione necessaria per assicurare ai popoli quel diritto a uno sviluppo sostenibile che è parte del diritto stesso alla vita e al futuro». Per il capo dello Stato dunque è stato «importante che anche quest’anno la marcia sia stata confermata, nel rispetto delle condizioni di sicurezza imposte dalla pandemia, e che possa dare a tante persone e a tanti giovani la possibilità di esprimere la volontà di un domani migliore e l’impegno a farsi generatori di pace, a partire dalla realtà quotidiana».

Dal presidente dell’europarlamento David Sassoli un forte incoraggiamento al popolo della pace. Assieme alla sottolineatura del ruolo dell’Europa per il superamento delle diseguaglianze sociali e per affrontare i nodi dello sviluppo sostenibile e di un’economia per i popoli e non per la finanza: «Senza Europa – ha detto Sassoli – saremmo più poveri: nessuna grande sfida può essere affrontata dai nostri piccoli stati in questo mondo globalizzato».

Poi dalla loggia il ricordo di un grande operatore di pace, don Roberto Malgesini, il prete comasco ucciso da uno dei poveri che aiutava ogni giorno. Don Giusto Della Valle, un amico parroco, ha ricordato che «Don Roberto è stato strumento della tenerezza di Dio e ha cercato nell’altro la presenza di Dio.

A chiudere la manifestazione l’intervento del segretario della Fnsi Giuseppe Giulietti che ha chiesto libertà di stampa e tutela dei giornalisti minacciati, ma anche un uso responsabile della comunicazione sui social, perché le parole non diventino pietre. Mentre in cielo volava un aquilone col volto di Patrick Zaki, lo studente detenuto in Egitto.

«Questa catena umana per la pace e la fraternità è stata la conclusione migliore delle giornate storiche che abbiamo vissuto ad Assisi – ha commentato il portavoce del Sacro Convento padre Enzo Fortunato – con la firma il 3 ottobre dell’enciclica del Papa, la visita del premier Giuseppe Conte il 4 per la festa di San Francesco, la beatificazione di Carlo Acutis il 10. E questo messaggio “Fratelli tutti, felici tutti”, mostrato dai ragazzi qui davanti al Sacro Convento, idealmente annuncia l’incontro dal 19 al 21 novembre sull’Economia di Francesco, che vedrà confrontarsi duemila giovani economisti e imprenditori per il superamento di un modello economico fallimentare».

i molti temi che hanno animato l’edizione di quest’anno della Marcia Perugia – Assisi

Perugia – Assisi

marcia per la Pace, il Disarmo, la Solidarietà, l’Accoglienza

 Olivier Turquet

Perugia Assisi: marcia per la Pace, il Disarmo, la Solidarietà, l’Accoglienza

Molti temi hanno animato l’edizione di quest’anno della Marcia Perugia Assisi.

Una lunga preparazione, dibattito, qualche polemica e qualche distinguo per una Marcia, quella inventata profeticamente da Capitini che ha passato da momenti di lotta nonviolenta a celebrazione retorica.

Quest’anno una folla incontabile, perché sparpagliata tra Perugia e Assisi e in alcuni momenti dispersa o scoraggiata dalla pioggia ha portato avanti le bandiere di circa 700 aderenti di ogni genere; influenzata dalla recente manifestazione per Mimmo Lucano, preoccupata per la situazione in cui grava l’accoglienza e coloro che la testimoniano, afflitta dalla permanente crisi del pacifismo “classico” ma rinforzata da tanti giovani ignari delle sottili polemiche, decisa nel rivendicare il disarmo nucleare, tenera nel ricordare la necessità di una Rivoluzione Silenziosa che parta dai gesti si tutti i giorni,  la Marcia è stata tutti questi temi e forse anche di più ed è stata, come doveva, patrimonio dell’Umanità e non di una qualche parte.

In questo, nella nonviolenza in cammino, sta la bellezza di tutte le marce per la pace. Questa era anche gemellata con la Marcia Sudamericana per la Pace e la Nonviolenza ed è stata la prima occasione per il neonato Comitato Promotore della Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza di mostrare lo striscione nuovo di pacca.

L’augurio è che sia anche il senso di un risveglio e di una sintonia più forte tra tutti coloro desiderano un mondo migliore e si rimboccano le mani per realizzarlo.

Qua sotto una bella galleria fotografica di Alessandra l’Abate


 

l’importanza della marcia Perugia-Assisi

nell’era delle ideologie

l’Italia riparte dalla marcia Perugia-Assisi

In tempi di imbarbarimento dello spazio pubblico, di banalizzazione mediatica, di demagogia politica, potrebbe sembrare ingenuo o anacronistico raccontare di organizzazioni e cittadini che studiano e approfondiscono notizie e ragionamenti per rendere serio il proprio impegno politico e più efficaci le proprie argomentazioni.

È così che – a dispetto di chi misura la vitalità di associazioni e movimenti dal numero di manifestazioni – hanno trascorso gli ultimi anni molte organizzazioni della società civile che si occupano di politiche globali e diritti umani, conflitti e disarmo, crisi climatica e migrazioni, giustizia sociale e liberazione dei popoli, diritti e democrazia. Ed è così che hanno pensato di approfondire le tante questioni della Perugia-Assisi di quest’anno. Un po’ come se fosse il titano Atlante, l’evento si è caricato sulle spalle le cose del mondo che non ci piacciono, organizzando un forum multitematico a Perugia nei due giorni precedenti alla Marcia.

Quella del prossimo 7 ottobre sarà una Marcia della Pace che durerà più di un giorno, perché una parte del Paese è già in cammino. Sono ormai tante le manifestazioni che, mettendo insieme organizzazioni della società civile e singoli cittadini, vogliono evidenziare un dissenso o semplicemente palesare l’esistenza di un’Italia che non ci sta, che non è allineata alla straripante sbornia di una campagna elettorale che non è mai finita e di una vita politica che ha assunto i toni della perenne proclamazione ideologica.

Spontaneità di mobilitazione e di opposizione popolare che agisce come surroga ad una opposizione istituzionale. Opposizione che fatica nel sintonizzarsi con quella parte di Paese che aspira a rappresentare e farsi carico di un’azione politica strutturata e finalizzata.

Durante l’estate della criminalizzazione della solidarietà e dei porti chiusi, la Puglia più solidale piange i suoi lavoratori morti di caporalato; la Catania più accogliente affolla il molo per liberare i “sequestrati” della Diciotti; la Milano democratica scende in piazza contro un ministro che fonda un’alleanza della destra più xenofoba e antieuropeista da spendere alle prossime elezioni europee; Riace e mezza Italia si stringono intorno ad un sindaco arrestato per l’accusa di promozione di una società aperta, ideatore di un modello di comunità che nel resto del mondo è studiato e invidiato.

Intanto, il nostro Paese prosegue a esportare bombe verso l’Arabia Saudita – senza scrupoli né umani né di coerenza con le proprie leggi – che le fa piovere criminosamente sulla testa di bambini e civili imbelli. In Siria, il regime di Bashar al-Assad prepara la propria restaurazione e la spallata finale ai “ribelli”, nel silenzio della comunità internazionale. La Libia implode sotto il peso di una finta credibilità costruita da istituzioni internazionali ansiose solo di rimettere in moto gli affari, che puzzano di petrolio da comprare e di sangue dei migranti nei lager delle nuove frontiere esternalizzate. La Turchia di Erdogan e del suo ego si sbriciola economicamente, tra la follia di una politica estera da superpotenza che non può permettersi e le conseguenze dei dazi americani voluti dal suo ex amico Donald Trump, consegnando a mezza Europa lo spettro dello scioglimento anticipato del contratto che ha arginato la rotta balcanica di immigrazione. Ultima, ma non per importanza: il conflitto palestino-israeliano, lungi da trovare una via di pace e di indipendenza per il popolo palestinese, si caratterizza invece per nuovi e diseguali scontri e violazione dei diritti umani.

Questa concentrazione di contenuti e di politica non deve sembrare irrituale per la Perugia-Assisi, è il concetto stesso di Pace ad essere in discussione, se Pace non significa solo assenza di guerre e conflitti o un contenitore astratto, in cui porre pochi e consimili concetti. La Pace, quindi, diventa il nome che diamo al nostro progetto politico, che coinvolge ambiti che troppo spesso vengono tenuti distinti: dai conflitti alle migrazioni, dal disarmo alla giustizia sociale, dai diritti umani alla difesa dei beni comuni, dalla giustizia climatica ai diritti civili.

Ci sarà da fare un grande sforzo per elaborare in maniera più puntuale e diffondere un nuovo approccio nell’affrontare le politiche globali, un pensiero forte sul quale fondare nuovi movimenti per nuove generazioni. L’Arci, già da ora, è parte integrante di questo nuovo fronte, che sa guardare al globale e occuparsi delle sue più piccole comunità, che sa cogliere la circolarità e l’interdipendenza della realtà senza dimenticare l’importanza di nessun elemento.

Ripartiamo da qui, quindi. Dalla Perugia-Assisi del 7 ottobre.

alla ‘marcia della pace’ c’eravamo anche noi … anche se nessuno se ne è accorto

centomila alla marcia per la pace da Perugia ad Assisi

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papa Francesco invia benedizione:

“la guerra distrugge tutto”


MARCIA PACE

 la Marcia della pace e della fraternità partita da Perugia è arrivata alla Rocca Maggiore di Assisi. Gli organizzatori hanno parlato di una partecipazione in linea con quella degli anni scorsi, con una presenza di circa cento mila persone

Sono le foto di Giulio Regeni e di Vittorio ‘Vik’ Arrigoni ad aprire la 21esima Marcia. Lungo il percorso di 24 chilometri i volti del ricercatore italiano torturato e assassinato in Egitto e del giovane attivista pro Palestina ucciso a 36 anni hanno sfilato appesi al furgone da cui si sono susseguiti gli interventi. “Vincere l’indifferenza” è stato lo slogan in testa alla manifestazione. “Un fiume umano di pace che inquieta e orienta la storia nella misura in cui anche i governanti sono capaci di accogliere le speranze del popolo” afferma padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, “un’onda umana di pace che ‘travolge’ ogni cosa. San Francesco è per tutti faro luminoso ed esempio concreto di pace”.

Papa Francesco ha inviato un saluto e la sua benedizione ai partecipanti auspicando che “la manifestazione contribuisca a suscitare sempre più viva la consapevolezza che la guerra distrugge sempre e con essa si perde tutto”.assisi-2016

Tantissimi anche i gonfaloni di Comuni, Province e Regioni italiane ed i sindaci con le fasce tricolori. Molte le associazioni del volontariato e del mondo civile. In marcia anche un gruppo di ragazzi della Scuola superiore di Amatrice: “Siamo qui per guardare avanti” dicono gli studenti. È un messaggio contro “l’indifferenza delle istituzioni internazionali ma anche di tutti coloro che dicono io non c’entro”, afferma il coordinatore Flavio Lotti, secondo cui “se non ci assumiamo ciascuno la nostra responsabilità non sarà possibile avere una società di pace, senza conflitti. Vogliamo reagire al silenzio e all’indifferenza di chi ci governa”.

Nel suo messaggio, il capo dello Stato Sergio Mattarella scrive che “la pace è questione che non interpella solo i vertici delle Nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. E’ da loro che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco”. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha inviato un saluto e un ringraziamento a tutti i partecipanti alla marcia “contro la rassegnazione, il cinismo, l’indifferenza: per ricordare alle istituzioni sovranazionali e nazionali, ai governi e ai parlamenti, che non si possono chiudere gli occhi sui troppi conflitti che insanguinano il pianeta e che concorrono a provocare le migrazioni forzate di decine di milioni di persone disperate”.

“Dobbiamo osare di più. Imparare il coraggio di avere più coraggio” è l’appello di don Luigi Ciotti. “Se c’è una malattia veramente mortale – ha detto il fondatore di Libera -, anche rispetto ai problemi di casa nostra, credo sia la rassegnazione, la delega e l’indifferenza. Non basta commuoverci ma bisogna muoverci di più tutti. Sono 250 milioni i ragazzi che vivono per le strade. Ogni ora che trascorreremo circa 800 bambini muoiono di fame, stenti e malattie sulla faccia della terra. Abbiamo quindi bisogno di fermarci, di interrogarci. Di fare meno parole e più fatti. Abbiamo troppi cittadini a intermittenza nel nostro Paese mentre dobbiamo essere più responsabili. La pace ha bisogno di ciascuno di noi”.

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ma, modestamente, c’eravamo anche noi da Lucca ad attestare la nostra voglia di pace nel suo senso più globale, che significhi di fatto anche superamento e rimozione di ogni muro, barriera, separazione fra culture e popoli, superamento di ogni chiusura nazionalistica e populistica segni di egoismi di gruppo in un mondo che ogni giorno fa circolare liberamente e liberisticamente miliardi e miliardi di interessi economici e militari ma preclude possibilità ai disperati di mettersi in salvo dalla loro disperazione …

 

pace-marciala bandiera del popolo rom che queste sinte con orgoglio esibiscono è il segno del grande bisogno che anche questo popolo sente di trovare rispetto, riconoscimento dei propri diritti, accoglienza, inserimento vero che non si riduca, come da troppi è concepito, a rinuncia alla propria cultura, tradizioni, stile di vita …

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era presente anche un vero amico del popolo Rom, p. Agostino Rota Martir, che condivide la propria vita e quotidianità con una porzione di questo popolo in un ‘campo rom’ di Pisa; condividendo la propria vita con una parte di questo popolo da tanti anni ha avuto modo di condividere, nella disarmata impotenza  evangelica, la sofferenza, le discriminazioni che quotidianamente subiscono – anche da parte di amministrazioni di sinistra che si riempiono la bocca di belle parole di accoglienza – e che magari partecipano alla stessa marcia della pace – le quali finiscono sempre per imporsi come assimilazione violenta pena la privazione di diritti fondamentali …

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domani la marcia della pace Perugia – Assisi un bel ‘segno’ da ripensare

Perugia-Assisi: SI, ma non basta

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ci vorrebbe un antagonismo diretto e “rumoroso” nei confronti del sistema politico-militare che, anche nel nostro paese, contribuisce direttamente o indirettamente alla terza  guerra mondiale a pezzimarcia2

La Perugia-Assisi è di tutti, la Perugia-Assisi è un momento di partecipazione di massa che crea emozioni e muove energie soprattutto giovanili. E’ comunque e sempre un fatto positivo in una situazione del paese in cui alla persistenza  della crisi socioeconomica non corrisponde una adeguata mobilitazione dal basso ed anche sulle questioni della pace e della guerra il movimento è insufficiente. E’ questa una facile constatazione. Ciò premesso, mi pare che non basti chiamare alla marcia solo perché “la pace è bella”  e ci si scarica così la coscienza davanti a una situazione generale nel mondo  che si è aggravata negli ultimi due-tre anni. Bisogna qualificare la propria presenza, anche alla marcia, con qualche parola d’ordine specifica, intransigente, antagonista, che sia graffiante. La piattaforma, che è stata presentata in giugno quando la marcia è stata convocata dalla Tavola della pace e dalla Rete della pace, è meno che mediocre. Non dice quasi niente, meglio è piena di belle parole ma generiche che possono andare bene a tutti o a quasi tutti. 

marcia Anche Renzi, se non fosse distratto dalla sua campagna per il referendum,  potrebbe pensare a parteciparvi tra i suoi boyscout per fare un po’ di immagine e di demagogia a buon prezzo. Già ci tentò D’Alema quando era Presidente del Consiglio,  i vecchi della marcia se lo ricordano. Eppure un anno fa all’Arena di Verona le cose furono  diverse. Ci fu la proposta soprattutto  della campagna su “Un’altra difesa è possibile”, tra maggio e giugno ci sono state iniziative  vivaci. Ha fatto bene Pax Christi a pronunciarsi nel suo Consiglio nazionale di giugno e a voler qualificare la propria presenza alla marcia con  propri punti (stop agli F-35, no all’installazione delle nuove bombe nucleari B 61-12, blocco alle continue violazione della 185, no alla nuova presenza in Libia, sì alla difesa popolare non armata e non violenta…..). E mi paiono pesanti le osservazioni del Movimento nonviolento che ha deciso di non partecipare. Questa assenza dovrebbe pesare come un macigno perché sono essi , ben più di altri, gli eredi di Capitini  e sono  stati spesso tra i protagonisti della marcia. Ragionando su questa caduta in basso, che mi è sembrata a un primo momento  inspiegabile, mi è venuto il sospetto che la motivazione di fondo sia il freno, conscio o inconscio,  determinato dal fatto che al governo non ci sia più la destra nei confronti della quale è facile strillare ma una specie di governo considerato  “amico” o perlomeno non  nemico (cosa pensata ma non detta).

marcia1 Ma se questo non fosse solo un mio sospetto, bisognerebbe  ridiscutere tutto  perché ne verrebbe messo in discussione il senso stesso della marcia a partire dal fatto che non si vede nell’attività di questo governo alcuna benché minima iniziativa  nella direzione auspicata da tutte le proposte pacifiste. E ragionando da cristiano mi chiedo perché, mentre papa Francesco parla bene e spesso, i nostri vescovi stiano zitti su questioni che coinvolgono  così intensamente la coscienza cristiana.

              Vittorio Bellavite

coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa

a pochi giorni dalla marcia della pace Perugia-Assisi

la prima ‘Marcia per la pace Perugia-Assisi’ il 24 settembre 1961

 

era il 24 settembre 1961 quando il movimento pacifista italiano organizzò la prima Marcia per la pace Perugia-Assisi. A farsi promotore del corteo lungo circa 24 chilometri fu Aldo Capitini, un filosofo antifascista che interiorizzò da subito il pensiero di Gandhi sulla non violenza e che per l’occasione fece utilizzare prima la prima volta la bandiera della pace, il simbolo per eccellenza della lotta contro la violenza. 

Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle noncollaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia, durante la quale abbiamo distribuito tremila copie di un pieghevole di quattro pagine sulle idee e il lavoro del Centro per la nonviolenza. Non dico che tutto sia chiaro e acquisito, ma è certo che ora ci sono larghi gruppi di italiani che sentono che la nonviolenza ha una sua parola da dire. Con l’aggiunta della nonviolenza all’opposizione abbiamo dato vita a un fermento interno, ad uno scrupolo, ad un’autocritica; il risultato sarà che metteremo sempre meglio in luce ed isoleremo i gruppi reazionari, i loro sforzi crudeli e vani nel mondo, la loro irreligiosa difesa di una società sbagliata. Tanto più dopo gravissime denunce del pericolo di una distruzione atomica, l’impostazione di un altro metodo di lotta, quello nonviolento che mantiene il dialogo, la libertà di informazione e di critica e non distrugge gli avversari, diventa urgente; ed io credo che anche nelle scuole bisognerà insegnare il valore e le tecniche del metodo nonviolento. La resistenza alla guerra diventa oggi tema dominante, perfino con riferimenti teorici, filosofici, religiosi”.

Ad oggi la Marcia viene ancora organizzata, ma si tiene a cadenza biennale/triennale.

una marcia contro la rassegnazione

la PerugiAssisi del 9 ottobre

contro la rassegnazione e l’indifferenza

marcia

giovedì 23 giugno Conferenza Stampa di presentazione della Marcia Perugia-Assisi della pace della fraternità contro la rassegnazione e l’indifferenza che circondano le tragedie dei nostri giorni: guerre, migrazioni, terrorismo e violenza

 

 Giovedì 23 giugno 2016 

Conferenza stampa  di presentazione della   Marcia Perugia-Assisi   della pace e della   fraternità

Roma, FNSI, Corso Vittorio Emanuele II, 349

Ore 11.30

 

 

“Possiamo fare a meno dell’Europa”. “Dobbiamo impedire a chi cerca rifugio nel nostro continente di arrivare da noi”. “La solidarietà è un lusso che non ci possiamo più permettere!”. “La guerra è inevitabile”

 

Contro queste idee e politiche che alimentano le paure, accentuano le divisioni, avvelenano i rapporti e allontanano le soluzioni domenica 9 ottobre 2016 si svolgerà una nuova Marcia Perugia-Assisi. Sarà la Marcia della pace e della fraternità contro la rassegnazione e l’indifferenza che circondano le molte tragedie dei nostri giorni: dalle guerre alle migrazioni, dal terrorismo alle stragi e alle violenze che si susseguono.

 

Per illustrare le ragioni e gli obiettivi della Marcia Perugia-Assisi, giovedì 23 giugno, alle ore 11.30, si terrà una Conferenza stampa a Roma presso la FNSI (Corso Vittorio Emanuele II, n. 349)

 

Alla Conferenza stampa interverranno tra gli altri: Flavio Lotti, Tavola della pace; Sergio Bassoli, Rete della Pace; Don Luigi Ciotti, Libera; Alex Zanotelli, Missionario; p. Enzo Fortunato e p. Egidio Canil, Sacro Convento di San Francesco d’Assisi; Giuseppe Giulietti, Presidente FNSI; Andrea Ferrari, Presidente Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani; Franco Uda, ARCI; Fausto Durante, CGIL, Barbara Scaramucci, Articolo 21; Vittorio Cogliati Dezza, Legambiente, Maurizio Simoncelli, Archivio Disarmo; Guido Barbera, CIPSI, Graziano Zoni, Emmaus Italia, Piero Piraccini, Tavola della pace, Emanuele Giordana, Afgana,…

 

Perugia, 20 giugno 2016

 

Tavola della pace

Ufficio Stampa: Amelia Rossi

Cell. 3351401733 – stampa@perlapace.it

www.perlapace.itwww.perugiassisi.org

Rete della Pace

Ufficio Stampa Tel. 068476327

segreteria@retedellapace

www.retedellapace.it

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