per i novanta anni di mons. Casaldàliga

Una petizione a papa Francesco: “faccia gli auguri a mons. Pedro Cadaldáliga”
una petizione a papa Francesco: “faccia gli auguri a mons. Pedro Cadaldáliga
 

 «Caro papa Francesco, mi azzardo a chiederle una cosa: faccia una telefonata a Pedro Casaldáliga che compie 90 anni il 16 febbraio»

La richiesta è firmata padre Angel e fatta propria dal sito spagnolo di informazione  Religión digital che pubblica la lettera (5 febbraio). Il sacerdote firmatario, Ángel García Rodríguez, è talmente noto in Spagna che è sufficiente appellarlo solo per nome. Ha fondato la ong Mensajeros de la Paz, che è stata insignita del premio Príncipe de Asturias de la Concordia nel 1994. Ha conosciuto di persona il pontefice ed è amico di mons. Pedro Casaldáliga, catalano di nascita e una vita passata in Brasile, da quando, nel 1970, è stato destinato alla prelatura territoriale (che equivale ad una diocesi) di São Félix do Araguaia come amministratore apostolico e l’anno dopo come primo prelato.

Padre Angel insiste e motiva:

«Una telefonata il 16 (o prima o dopo, non bisogna esagerare) sarebbe il miglior regalo» per Casaldáliga «e, per estensione, i suoi amici (che sono moltissimi) e i suoi ammiratori-seguaci che sono legioni in tutto il mondo». Perché una cosa è certa: Pedro è «santo, profeta e vescovo dei poveri, di quei vescovi insomma con odore di pecora che a te piacciono tanto».

Un vescovo, c’è da sottolineare, «senza mitra né pastorale. Cioè, in verità: la sua mitra, un sombrero del Sertão; il suo pastorale, un remo; il suo anello, di legno. La sua casa sempre aperta per tutti, la sua vita esposta. Per la liberazione delle persone a lui affidate è stato molte volte in reale pericolo di vita».

«Un vescovo unico, speciale, della stirpe dei grandi vescovi latinoamericani», rileva padre Angel, che cita «Arns, Lorscheider, Cámara, Romero, Méndez Arceo, Samuel Ruiz, Pironio, Angelelli, Gerardi, Proaño…» e commenta: «un buon raccolto di mitrati senza mitra. Di quelli che non sono mai stati funzionari del sacro, di quelli che conquistano il cuore della gente, di quelli che si donano come il chicco di grano. Di quelli che rimangono. Perché Casaldáliga, malgrado abbia militato per tutta la vita per la causa dei poveri, non si è mai tirato indietro, mai stancato, mai abbattuto».

Casaldaliga

«Non posso erigermi a rappresentante di nessuno», riconosce padre Angel, «però, sì, le posso assicurare che a Religión digital giungono migliaia di petizioni per la riabilitazione di Casaldáliga», estimatore e difensore  della Teologia della Liberazione, poco stimato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II: «una pioggia di sollecitudini che – assicura ancora il sacerdote – lei può soddisfare con una semplice telefonata: la telefonata del padre, dell’amico, del papa dei poveri, del Francesco della primavera per la quale Casaldáliga ha fatto dono della sua vita».

La lettera finisce con l’avviso: «per coloro che vogliono firmare questa petizione abbiamo creato l’hastag #papallamaacasaldaliga».

* Casa di Pedro Casaldáliga. Foto di Ana Helena Ribeiro Tavares, tratta da Flickr immagine originale e licenza

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i migliori auguri a mons. Casaldaliga per i suoi novanta anni

la Rete festeggia i novant’anni del vescovo Pedro Casaldáliga


Guido Mocellin 
Chissà se Papa Francesco, dopodomani, telefonerà a Pedro Casaldáliga, vescovo emerito del Brasile, che compie 90 anni. Glielo sta chiedendo con passione Religión Digital, grande testata ispanofona di informazione religiosa online, attraverso il suo direttore José M. Vidal: ha raccolto e amplificato un’iniziativa presa da padre Ángel García Rodríguez e promuove sotto l’hashtag #PapaLlamaACasaldáliga una vera e propria petizione. Le fonti in lingua italiana che hanno ripreso la notizia, sinora, sono state il blog Terre d’America di Alver Metalli (tinyurl.com/y8olp6v4) e l’agenzia Adista (tinyurl.com/y9hebk79); se poi interrogo Google Notizie su di lui trovo molto attiva in vista della ricorrenza l’edizione portoghese del nuovo portale dell’informazione vaticana Vatican News.
Il lancio della petizione definisce Casaldáliga «santo, profeta, poeta mistico e vescovo dei poveri. Esponente della Chiesa latinoamericana della statura di Helder Cámara o di monsignor Romero e molto altro». In questo “altro” ci sono almeno l’origine catalana, la partenza per l’Amazzonia come missionario clarettiano e la nomina episcopale a prelato e poi amministratore apostolico di São Félix do Araguaia (Mato Grosso), a «servizio di una Chiesa-popolo e dei più poveri dei poveri: indigeni, negri, campesinos», scrive Vidal; di qui la vicinanza ai teologi della liberazione. Ha scritto tanto e in occasione dei novant’anni il regalo lo ha fatto, più che riceverlo: ha messo a disposizione online, ad accesso libero, tutti i suoi testi. Il lavoro mi ha condotto, in anni lontani, a tradurre per Il Regno una sua “poesia d’occasione”, che impreziosiva la lettera pubblica scritta durante il momento forse più difficile dei suoi rapporti con la Santa Sede (1988). Ne riporto l’ultima strofa:
«Io, peccatore e vescovo, confesso: / apro a ogni alba la finestra del Tempo; / parlo come da fratello a fratello; / non perdo il sogno, né il canto, né il riso; / coltivo il fiore della Speranza / dentro alle piaghe di Gesù risorto».
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