terribile dialogo tra madre e figlia

 

“STUDI DUE ORE E TI PROSTITUISCI DOPO, ALTRIMENTI VIA DA SCUOLA”

Prostituzione

SCANDALO BABY PROSTITUTE A ROMA

INTERCETTAZIONI TRA MADRE E FIGLIA.

“Allora rifletti bene su questo aspetto della scuola per cortesia… perché se no è inutile che… io ti ritiro”. La risposta: “Non mi puoi ritirare mamma non c’ho (ancora, ndr) 16 anni, non lo puoi fare”. Fanno venire i brividi quelle conversazioni tra madre e figlia finite agli atti dell’inchiesta sulle due minorenni che in una stanza dei Parioli incontravano i loro clienti. Chi parla al telefono è Emanuela (nome di fantasia), di appena 15 anni. Dall’altra parte della cornetta, la madre arrestata perché, secondo l’accusa, avrebbe indotto la figlia a prostituirsi.

I magistrati romani che indagano sul caso infatti sono convinti che la donna non poteva non sapere, anche se la figlia – sentita dai pm lo scorso 28 ottobre – l’ha sempre difesa: “Mamma non chiedeva, ma io cercavo di aiutarla. Quando le davo i soldi li prendeva anche se pensava non fosse giusto”. Ma è dalle intercettazioni che si capisce il ruolo della madre. La conversazione è dell’11 ottobre.

Madre: Allora… mi ha chiamato la tua professoressa di latino (…) voleva sapere perché non stai andando… Gli ho detto: guardi che non si sente bene. (…) Ha detto no, a noi interessa che la ragazza venga a scuola perché con il programma andiamo avanti, vorrei parlare con lei… e risiamo alle solite… Mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no andiamo lì… ci prendiamo in giro … andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo. Figlia: Ma io voglio andarci a scuola… è solo che non c’ho tempo per fare i compiti. M: Vabbè, il tempo si trova per fare i compiti. F: Ma quando si trova mamma? M: Quando esci da scuola torni a casa… due ore studi… tre ore… F: Non ce la faccio se studio prima. M: Allora non sai studià (…) Io studiavo la sera, qual è il problema? Devi trovare un modo per organizzarti. F: Non ce la faccio perché dopo che ho studiato sono stanca. M: Allora devi fare una scelta… puoi alternare i giorni… Qui una soluzione bisogna trovarla perché non è che… allora rifletti bene su questo aspetto della scuola per cortesia. Perché se no è inutile che… io ti ritiro e… F: Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni, non lo puoi fare. M: Apposto, allora ce devi andà fino a che non… F: Mamma ci voglio andare, però non voglio andarci senza aver fatto i compiti. Poi la madre si sarebbe proposta di aiutare la figlia a studiare per due ore al giorno, per poi andare al “lavoro”. Altra conversazione finita agli atti, risale al 7 ottobre scorso. Madre: Senti un po’… ma tu che fai? Non te movi oggi? Figlia: No ma’ perché sto male. M: E come facciamo? Perché io… F: Certificato medico. M: Eh, lo so me… l’ho chiamata. F: I compiti… eh, appunto. M: E come facciamo perché io sto a corto? Dobbiamo recuperà. F: Eh, domani vedo che posso fà… comunque pure se… comincio tardi, cioè oggi ma’, veramente sto male. M: no no, bè che c’entra.. certo, ma che sta a scherzà? Assolutamente… F: Domani dopo scuola si vede. M: Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana? F: Ma come no, avoja.

V. Pacelli, da Il Fatto Quotidiano del 08/11/2013.

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