c’è anche chi dice sì ai migranti contro il sindaco che dice no

26 settembre 2016

succede a Chambon-sur-Lignon, i cui abitanti protestanti salvarono 5 mila ebrei nella II guerra mondiale

Il sindaco di un Comune francese lancia una petizione contro l’accoglienza dei migranti e i suoi concittadini si ribellano.

La storia arriva da Chambon-sur-Lignon, poco meno di tremila abitanti, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, che ha in Lione il proprio capoluogo. Si tratta di un paese con un passato ricchissimo di episodi di nobile accoglienza, tanto da esser stato riconosciuto come “Giusto fra le nazioni” dal governo israeliano nel 1990 per “il coraggio di fronte al pericolo e le azioni di alto valore umanitario delle sue genti”. Fu la prima volta di tale riconoscimento dato ad una intera comunità e ancora oggi uno dei rarissimi casi di attribuzione collettiva. Sebbene non sia semplice un censimento sarebbero addirittura 5 mila gli ebrei che avrebbero trovato rifugio in zona, accolti e nascosti soprattutto dalle famiglie di fede protestante. Famiglie che avevano trovato nel pastore André Trocmé e in sua moglie Magda, anch’essi designati “Giusti”, una guida spirituale ed un esempio di pratica quotidiana dell’amore per il prossimo, sprone costante ad operare per la salvezza dei perseguitati dal nazismo, la cui storia di dolore e fuga ricordava quella ugonotta di alcuni secoli prima.

Sempre a Chambon nel 1938 Trocmé e altri pastori avevano fondato il collegio Cévenol per fornire un educazione di scuola secondaria ai ragazzi della zona. Anche questo luogo diventerà rifugio di moltissimi bambini e professori di origine ebraica.

Storia di accoglienza che la sindaca Éliane Wauquiez pare voler rinnegare.

Éliane è la madre di Laurent Wauquiez, già ministro ai tempi di Sarkozy e ora presidente del consiglio regionale dell’ Auvergne-Rhône-Alpes. Nelle scorse settimane Laurent ha lanciato una petizione contro la ridistribuzione dei migranti di Calais così come previsto dal governo: appena 1784 persone dovrebbero venire ospitate nella regione, che con quasi 8 milioni di abitanti è una delle aree più popolose di Francia. Ma i repubblicani paiono in questa maniera accordarsi alle parole d’ordine del Lepenismo, in un anticipo poco nobile di campagna elettorale per l’Eliseo. E la madre si è accodata, dichiarando che anche a Chambon-sur-Lignon non sarebbe passato lo straniero, nonostante la maggioranza del consiglio comunale si sia espresso invece per l’accoglienza. Che nel Comune è pratica che si perpetua anni, con numerose famiglie e organizzazioni protestanti che da tempo ospitano migranti, mentre in paese opera dal 2000 un centro di accoglienza per richiedenti asilo intitolato a “Pietro Valdo”. Un braccio di ferro che non terminerà certo a breve. Da queste parti la resistenza spirituale ha forgiato generazioni e storie. Ed è una qualità che i cittadini desiderano perpetuare. A dispetto delle piccinerie e dei calcoli elettorali.

Immagine: By Pensées de Pascal – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48507009

il presidente dell’ ‘Associazione 21 luglio’ scrive al nuovo sindaco di Roma

Rom e Roma

 si cominci chiedendo «scusa»

di Carlo Stasolla*

«Gentile sindaca, come presidente di un’organizzazione che si occupa della tutela e della promozione dei diritti delle comunità rom e sinti in Italia le formulo i migliori auguri di buon lavoro. Un lavoro che non sarà facile, ma sicuramente affascinante per le sfide che lei sarà chiamata ad affrontare e per le tante domande che oggi, nella città di Roma, attendono risposte.

Era il maggio 2014 quando, presso la Sala del Campidoglio, fotografammo, con il rapporto ‘Campi Nomadi Spa’, quel «sistema campi» che nella città di Roma, da almeno due decenni, da una parte condanna le comunità rom in emergenza abitativa a vivere concentrate in ghetti etnici dove i diritti sono violati, dall’altra prevede l’erogazione di un flusso incontrollato di denaro pubblico che non raggiunge alcun risultato in termini di inclusione sociale. Fummo i primi a denunciare, nel solo 2013, la spesa di 22 milioni e mezzo di euro per mantenere il «sistema campi» attraverso affidamenti diretti a beneficio di vari enti, organizzazioni o uffici dipartimentali.

Oggi, a distanza di due anni, lo scenario è totalmente cambiato, in seguito al terremoto giudiziario che sta travolgendo più di cinquanta tra dirigenti e funzionari pubblici, cooperative e associazioni, sedicenti ‘rappresentanti rom’ e vigili urbani. Dalle inchieste degli inquirenti il quadro che attualmente emerge è desolante: i rappresentanti di 16 dei 31 enti che nel 2013 ruotavano attorno al «sistema campi» oggi sono agli arresti o sotto indagine e il 70% delle risorse destinate agli insediamenti per soli rom è stato per anni gestito da loro. La verità di Buzzi: «Gli zingari rendono più della droga!» sembrerebbe la stessa delle decine di persone che, utilizzando denaro pubblico hanno sino a oggi lucrato sulla pelle dei più deboli permettendo che migliaia di persone continuassero a vivere nel degrado, nella povertà, nell’emarginazione, indistintamente additati come asociali o criminali.

L’inganno è stato svelato e ora che è stata fatta tabula rasa è il momento propizio per iniziare un nuovo corso che ci auguriamo lei sappia incoraggiare, sostenere, portare a compimento. Una strada verso il superamento delle baraccopoli romane attraverso processi inclusivi, così come indicato dalle linee guida contenute nell’agenda ‘Oltre le baraccopoli’ che Le abbiamo presentato nel corso della campagna elettorale. Ma ancor prima di avviare un intervento in tal senso, riteniamo sia di fondamentale importanza da parte sua pronunciare una parola che aiuterebbe veramente a voltare pagina, una parola che sinora nessun amministratore ha avuto il coraggio di dichiarare pubblicamente: la parola ‘scusa’.

È fondamentale che la nuova Amministrazione da lei presieduta, possa e sappia riaprire il nuovo corso iniziando a chiedere ‘scusa’ per quanto compiuto dagli amministratori che l’hanno preceduta e per il «sistema campi» che con le loro scelte hanno fatto nascere e consolidato: scusarsi con quelle famiglie rom, discriminate e indigenti, che per anni sono state le ‘galline dalle uova d’oro’ utili per generare profitti illeciti; con quei cittadini e i Comitati di quartiere che hanno subìto la presenza di insediamenti abbandonati a se stessi, ormai vere e proprie baraccopoli; con quei dipendenti del Comune di Roma e quei lavoratori del sociale che hanno sempre operato onestamente, con passione e professionalità sulla ‘questione rom’ e che rischiano di vedere il loro lavoro gravemente compromesso dall’attività di colleghi senza scrupoli.

Chiedere ‘Scusa’ significa per un amministratore esprimere con fermezza la volontà che gli errori commessi nel passato non si ripetano, attraverso un nuovo rapporto di fiducia, fondato sull’onestà, la trasparenza e il rispetto dei diritti di tutti, che si potrà creare tra abitanti delle baraccopoli, cittadini delle periferie e istituzioni. Scusarsi è l’atteggiamento proprio degli umili e dei forti. E noi riteniamo che solo chi saprà essere umile e forte nell’amministrare questa bellissima città, potrà dare una risposta soddisfacente anche alle baraccopoli presenti nella città di Roma e a quanti le abitano, che potranno forse tornare a sognare in una città che li tratti diversamente, senza discriminazione. Auguri di buon lavoro».

*Presidente Associazione 21 luglio Onlus

© riproduzione riservata

«Una grande emozione. Colpita dalla sua profonda umanità. Grazie».

 il nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi, del Movimento 5 Stelle, è stata ricevuta questa mattina da papa Francesco per circa mezz’ora

Raggi

«La Chiesa ha sicuramente un ruolo importantissimo in tutta Italia, ma a Roma in particolare, anche perché è “di casa”», ha detto la prima cittadina della capitale alla Radio vaticana. 

Dopo l’udienza, iniziata alle 10,30, Raggi ha postato una foto del suo incontro con Francesco sul suo account Twitter, commentando: «Una grande emozione. Colpita dalla sua profonda umanità. Grazie». Con la Prima cittadina di Roma erano presenti anche i genitori, il figlio e alcuni stretti collaboratori. 

sindaco

La Sindaco grillina di Roma ha portato al Papa una video-raccolta di messaggi, appelli, inviti e testimonianze delle periferie più in difficoltà della capitale intitolato «La voce della Roma dimenticata». Da Ostia a Corviale, passando per San Basilio e Tor Bella Monaca, decine di romani, a quanto si apprende dall’entourage della stessa Raggi, hanno rivolto un proprio pensiero al Santo Padre augurandogli di «andare avanti con quanto sta facendo». Il Sindaco ha mostrato il video al Pontefice dal suo tablet. Tra le richieste, anche quella di un giovane 30enne che a Papa Bergoglio ha chiesto di «concretizzare gli auspici espressi circa il pagamento dell’Imu per gli esercizi della Chiesa che svolgono attività commerciale». Il Sindaco, spiegano ancora dal suo entourage, «in sintonia con le parole e il lavoro portato avanti dal Pontefice in questi anni, ha voluto rendergli in dono la voce degli ultimi, di coloro che per tanto, troppo tempo, sono stati dimenticati dalle istituzioni politiche». 

L’incontro «è andato molto bene, è stato molto emozionante», ha dichiarato Virginia Raggi intervistata da Luca Collodi ai microfoni della Radio Vaticana. «Era chiaramente la prima volta che incontravo il Santo Padre. Ho scoperto una persona molto umana, veramente molto umana, sono rimasta profondamente colpita». La Chiesa, ha detto l’esponente pentastellata, «ha sicuramente un ruolo importantissimo in tutta Italia, ma a Roma in particolare, anche perché è “di casa”; siamo vicini, ci guardiamo da un lato all’altro del Tevere! Devo dire che ho apprezzato molto le parole dell’enciclica Laudato si’, mi sembrano estremamente attuali e moderne; parlano di cambiamenti climatici, di urbanistica come, talvolta, di uno scempio al paesaggio quando viene fatta senza rispettare le regole, dello spirito di comunità, delle persone più fragili. Devo dire che in quell’Enciclica c’è molto della società romana di oggi». Per il Neosindaco di Roma, «purtroppo c’è una Roma dimenticata, le persone più fragili hanno bisogno di maggiori attenzioni e per le istituzioni significa anche una maggiore attenzione anche da un punto di vista economico».  sindaco1

È importante, afferma ancora Raggi, il riscatto morale e spirituale di Roma, «ancora di più dopo tutti i tragici e spregevoli eventi che vanno sotto il nome di “Mafia Capitale” ma che in realtà poi coinvolgono tanti anni di cattiva politica». Svariati gli argomenti affrontati da Raggi nel corso dell’intervista in merito all’amministrazione della capitale. Dall’accoglienza degli immigrati («Quando gli immigrati vengono sfruttati, come è stato il caso di “Mafia Capitale”, e se questo, è evidente, diventa un business per fare soldi e non per aiutare le persone c’è un problema»), alla famiglia («Ci sarà un’attenzione ai servizi che da sempre, purtroppo, scontano le politiche dei tagli, perché fino a oggi invece di tagliare gli sprechi si andava a tagliare i servizi»), dal risanamento dell’Atac alle sanzioni a carico dei «furbetti», dalle buche sulla strada ai rifiuti, dagli impianti sportivi alle Olimpiadi: «Se i romani, che fino a oggi in campagna elettorale non mi hanno mai parlato di Olimpiadi, mi dovessero chiedere un referendum lo valuteremo». 

Virginia Raggi si è recata oggi dal Papa a meno di dieci giorni dal ballottaggio, il 22 giugno, dove ha battuto col 67,15% dei voti (oltre 770mila preferenze) il candidato del Pd Roberto Giachetti (32,85% dei voti con meno di 377mila preferenze), e prima ancora di aver completato la formazione della sua Giunta. Il Papa, che nel corso della mattinata ha poi ricevuto il cardinale Raffaele Martino e il fondatore dei neocatecumenali Kiko Arguello, dovrebbe interrompere da oggi le udienze pubbliche e private nel corso del mese di luglio. sindaco2

 

GRAZIE A PAPA BERGOGLIO, GLI ABBIAMO PORTATO LA VOCE DELLA ROMA DIMENTICATA

Oggi ho avuto il piacere e l’emozione di essere ricevuta da Papa Francesco, al quale in dono ho voluto portare la voce della Roma dimenticata: una video-raccolta di messaggi, appelli, inviti e testimonianze delle periferie più in difficoltà della Capitale.

Da Ostia a Corviale, passando per San Basilio e Tor Bella Monaca, decine di romani hanno voluto esprimere la loro vicinanza e le loro richieste al Santo Padre augurandogli di andare avanti con quanto sta facendo.

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Questo è stato il nostro pensiero, farci testimoni di quelle voci, con l’auspicio che questo cammino comune rappresenti un sostegno soprattutto per quella parte di città abbandonata, che vuole e deve, tornare a farsi sentire.

i rom scrivono al nuovo sindaco di Roma

 

LETTERA APERTA A VIRGINIA RAGGI SINDACO DI ROMA CAPITAL

‘nazione rom’

Sindaco Virgina Raggi, chiediamo il rispetto della legalità: unitamente a questa lettera le inviamo “la bozza di delibera”. Chiediamo alla sua autorità di varare il Tavolo RSC, un organismo di governo democratico e con regole chiare e trasparenti per tutti. Il denaro pubblico stanziato dall’UE all’Italia (32 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2020 di cui il 20% destinato al sociale) deve essere speso nel modo giusto, corretto e secondo quanto scritto nei programmi finanziati . Il resto è ancora Mafia Capitale

Virginia Raggi Sindaco di Roma Capitale
https://www.youtube.com/watch?v=B2wvN1ZXk2M

Gentile Virginia Raggi,

 

vogliamo farle i nostri complimenti per la vittoria elettorale a Sindaco di Roma Capitale, più che una vittoria un vero e proprio plebiscito. Appena eletta dai cittadini lei ha dichiarato “si apre una nuova era, sarò il sindaco di tutti”.
 
Da oggi lei assume la responsabilità di amministrare la città nel rispetto di leggi e regole. Vogliamo condividere con lei e con l’intero nuovo Consiglio Comunale un cammino da fare insieme, passo dopo passo. E’ ora di lavorare per ricostruire Roma.
 
Negli ultimi anni la città è caduta nelle mani della mafia che ha fatto affari sopra la pelle di tutti i cittadini, soprattutto sopra la pelle e la vita dei più poveri, degli esclusi, degli emarginati. Da anni chiediamo a Roma Capitale di rispettare le regole e gli accordi quadro strutturali di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC).
 
 
Roma Capitale – Campidoglio
 
 
Da quegli accordi è stata varata una Strategia Nazionale con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali UNAR (Presidenza del Consiglio dei Ministri) punto di contatto nazionale. Questa strategia prevede precisi schemi di governance. In pratica a Roma Capitale e nelle città di Napoli, Milano, Torino, Venezia dovevano nascere dei Tavoli di Inclusione composti dai rappresentanti delle amministrazioni e dai rappresentanti RSC. Questi organismi istituzionali avrebbero dovuto decidere le politiche di inclusione su casa, lavoro, scuola e sanità permettendo il superamento dei campi e la piena inclusione sociale. Avrebbero dovuto, perchè, a distanza di quattro anni, questi tavoli non sono mai nati.
 
 
schema di governance della strategia nazionale di inclusione
dei Rom, Sinti e Caminanti – Unar
 
 
Ci ha provato la precedente giunta del Sindaco Ignazio Marino: per mesi, dopo lo scandalo di Mafia Capitale, l’Assessorato al Sociale di Francesca Danese ha lavorato con i nostri delegati per approntare la delibera che avrebbe istituito il tavolo. Il Partito Democratico non ha permesso a quella giunta di votare la sua istituzione, hanno però votato la decadenza del Sindaco eletto dai cittadini.
 
Subito dopo è stato chiesto al Commissario Prefettizio Francesco Paolo Tronca di approvare questo documento urgente. Nessuna risposta è giunta alla nostra richiesta. Nei mesi successivi Roma Capitale ha messo al bando la somma di 8,5 milioni di euro per riperpretare il sistema dei campi. Abbiamo formalmente diffidato il Commissario a proseguire preannunciando azioni legali presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione e presso la Commissione Europea.
 
 
legittima rappresentanza dei Rom, Sinti e Caminanti
 
 
Sindaco Virgina Raggi, chiediamo il rispetto della legalità: unitamente a questa lettera le inviamo “la bozza di delibera”. Chiediamo alla sua autorità di varare il Tavolo RSC, un organismo di governo democratico e con regole chiare e trasparenti per tutti. Il denaro pubblico stanziato dall’UE all’Italia (32 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2020 di cui il 20% destinato al sociale) deve essere speso nel modo giusto, corretto e secondo quanto scritto nei programmi finanziati . Il resto è ancora Mafia Capitale.
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