a 20 anni dal massacro più feroce

 Srebrenica

20 anni dal massacro più feroce dai tempi del nazismo

In questi mesi tutti guardiamo inorriditi ai massacri compiuti da alcuni fanatici che usano la religione musulmana per portare avanti i loro progetti politici.
Tra i tanti che commentano questi fatti orribili c’è anche chi dice che il problema non sono tanto il fanatismo degli esecutori o la crudeltà dei mandanti, ma l’Islam stesso, perchè alcune sure del Corano, prese alla lettera, esaltano la guerra santa.
A poco vale ricordare a costoro che testi simili ci sono anche ne…lla Bibbia e che anche i cristiani, in passato, hanno compiuto atrocità simili.
Ti rispondono che quel passato, ormai, è passato da un pezzo e che adesso noi cristiani non facciamo più le guerre di religione.
Purtroppo, ieri, sono stati pochi i giornali che hanno ricordato l’anniversario del massacro che si è svolto a Srebenica, in Bosnia, dove ottomila maschi di tutte le età sono stati sterminati per una sola ragione: erano musulmani.
Non si tratta di un episodio che risale alle crociate o alle guerre coloniali. Si tratta di un episodio del 1996, vent’anni fa, quando quasi tutti noi eravamo già nati.
Fatemelo dire ancora una volta: i nemici non sono quelli che praticano una religione piuttosto che un’altra, i veri nemici sono i fanatici che trasformano la religione una ideologia che giustifica tutto, anche l’assassinio di altri uomini.
E fa impressione vedere che gli stessi partiti che negli anni novanta appoggiavano i serbo bosniaci adesso sostengono che il pericolo non è il fanatismo, ma l’Islam.
Partiti che mettono l’ideologia prima di qualunque altra cosa.
Partiti che non guardano chi è la vittima e chi il carnefici, ma che usano in maniera spregiudicata tutti gli eventi per i loro interessi di parti.
Partiti che, di fronte alla tragedia di un uomo che muore a causa del fanatismo, dovrebbero riflettere prima di parlare, perché corrono il rischio di alimentare un fanatismo simile a quello che dicono di voler condannare.

due popoli divisi dal loro odio

 

 

Gaza massacro 

“non guerra, ma massacro!”

“Quello che sta succedendo a Gaza” dichiara all’Agenzia Fides Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, “non è una guerra, ma è piuttosto un massacro. Un massacro inutile, che non farà avanzare nemmeno di un passo Isrele verso la pace e la sicurezza. Al contrario, con tutti questi sacrifici umani, i cuori di israeliani e palestinesi si sono riempiti di nuovo odio”.
con l’aiuto del sito ‘finesettimana’ riporto qui sotto alcuni link che rimandano a interessanti articoli su questa tremenda realtà che va avanti da circa 60 anni:

Gaza

 

 

 

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=VK758hUBnkE

a Gaza il massacro non fa crescere solo i morti ma anche l’odio verso Israele: così l’israeliano Geries Koury nel video qui sopra riportato

Gaza: smascherare le menzogne, rompere il muro dell’omertà di Ingrid Colanicchia in Adista n. 28 del 26 luglio 2014 (Notizie)

Il vero obiettivo di Israele è, secondo la maggior parte degli analisti, far naufragare il governo di unità nazionale Hamas-Fatah sancito dall’accordo di riconciliazione firmato ad aprile. D’altronde non è certo un’invenzione di Israele la strategia del divide et impera. Fermare il linguaggio violento. Stop alle armi italiane ad Israele. La disinformazione di massa.
«Ormai israeliani e palestinesi non si conoscono più, non si parlano più. Sono sempre più divisi, lontani. Non c’è niente di peggio. Quando arrivai in Israele, noi ebrei andavamo a fare trekking in Cisgiordania. Tel Aviv era piena di arabi. Palestinesi e israeliani condividevano molte cose. Era tutto diverso».
Ieri, quando il picchetto d’onore ha fatto il saluto militare al funerale di Eitan Barak, morto a vent’anni, ho capito fino a che punto avevamo sbagliato a pensare che la guerra in questo Paese fosse qualcosa che appartiene al passato…
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