stampa e pregiudizi: come si rafforzano

 

Rom ladri di bambini: così la stampa rafforza gli stereotipi

una richiesta dell’Associazione 21 luglio alla stampa

 

Una donna in un "campo rom" di Roma

un “campo rom” di Roma

 

Nei giorni del ritrovamento, in un campo rom in Grecia, di una bimba i cui tratti somatici non convincevano la polizia, parte della stampa italiana ha parlato dell’accaduto additando subito gli “zingari” come “ladri di bambini”.

“Ci hanno sempre detto che fossero fandonie. Che le zingare non rapiscono i bambini. Che ce lo inventavamo per attaccare i poveri zingari innocenti. Come, altre baggianate, erano, secondo i buonisti di sempre, le accuse di essere ladri d’appartamento e scippatori. Tiè! Ecco la prova provata”, si leggeva sul blog de Il Giornale.it lo scorso 20 ottobre.

Alcuni giorni dopo i genitori naturali della bimba dichiarano di averla affidata alla coppia con la quale è stata ritrovata, e un caso analogo in Irlanda si conclude con un test del DNA che conferma che la bimba in questione, seppur bionda con gli occhi azzurri, è figlia della coppia con la quale viveva. A fronte di questi acceratementi questo il commento del Secolo d’Italia del 24 ottobre: “Ciò conferma che pure le tribù rom, come loro stesse sostengono, possono dare alla luce bambini biondi con occhi azzurri o verdi, ma ciò non giustifica affatto la gravità del reato di rapimento da parte degli stessi nomadi, come purtroppo troppo spesso accade”.

In base a tali fatti, le associazioni Naga e Associazione 21 Luglio chiedono che la stampa agisca in modo consapevole, vista la grande responsabilità che ha nella creazione di stereotipi e pregiudizi. Un’informazione corretta deve sempre ricordare, soprattutto a se stessa, che per qualsiasi reato la responsabilità penale è individuale, mai di un “gruppo” o di un’etnia.

E non deve dimenticare che, come dimostrato anche da un’importante ricerca dell’Università di Verona, di tutte le notizie di fantomatici rapimenti che vedevano coinvolti cittadini rom tra il 1986 e il 2007, in nessun caso l’esito è stato una condanna per questo reato.

Proponiamo quindi ai singoli giornalisti, all’Ordine dei giornalisti, alla Federazione Nazionale della Stampa e agli editori di: ·         rispettare e applicare le Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma; ·         dare voce ai cittadini rom e sinti, raccogliere le loro parole, interpellarli e ascoltarli come fonti.

Naga e Associazione 21 Luglio continueranno a monitorare i media e a fare pressione affinché la stampa si faccia portatrice di una rappresentazione diversa dei cittadini rom e sinti e di tutte le persone discriminate.

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