G. Gutierrez al convegno nazionale missionario di Sacrofano: “la lotta alla povertà come battaglia culturale“
La povertà non è una fatalità: è piuttosto <<una creazione di noi esseri umani>>, responsabili delle condizioni che la determinano. Pertanto non è ineluttabile ma modificabile.
Questo il messaggio di liberazione – e di speranza – che giunge da Padre Gustavo Gutierrez, nella sua relazione finale, al terzo giorno del Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano. Il teologo peruviano ha scaldato gli animi dei presenti parlando di come affrontare una lotta alla povertà che sia anzitutto una battaglia culturale
il video della relazione di Gutierrez
la conferenza di Gutierrez
Il padre della Teologia della Liberazione ha detto che <<la povertà è una realtà multidimensionale. Non riguarda solo l’aspetto economico ma comprende quello culturale, razziale e di genere>>. Enfatizzando in particolare la condizione della donna, che subisce spesso una subordinazione senza diritti, Gutierrez ha aggiunto che <<la condizione femminile è spesso una condizione di povertà>>.
Il povero, afferma il teologo, <<è colui che non ha diritto d’avere diritti; che viene considerato insignificante nella nostra società>>. Esiste dunque un dolo nell’alimentare il fenomeno della povertà che può essere combattuta solo risalendo alle sue cause: <<Siamo noi che facciamo la povertà: – è la sua tesi di fondo – è una creazione di noi esseri umani>> e dunque noi possiamo contribuire a metterla al bando. Essere contro la povertà secondo il teologo <<è un modo di essere con i poveri>>. Mentre la povertà portata alle sue estreme conseguenze è morte.
Esiste poi un secondo tipo di povertà, stavolta con accezione enormemente positiva, che è quella spirituale: <<la povertà spirituale è la santità. L’infanzia spirituale – ha detto Gutierrez – è un mettere le nostre vite nelle mani di Dio. I poveri spirituali sono discepoli e santi>> facendo tesoro dello spirito delle Beatitudini. Padre Gustavo Gutierrez si è intrattenuto a lungo con gli oltre 800 partecipanti al convegno, soprattutto con i più giovani, rispondendo alle domande in sala, ed insistendo in modo particolare sull’attualizzazione della teologia della liberazione, come la realizzazione concreta <<dell’opzione preferenziale per i poveri>>.
<<L’opzione preferenziale per i poveri non è solo una questione sociale ma teologica e se siamo vicini ai poveri siamo vicini a Dio>>. Dunque la spiritualità della teologia e la lotta, nel quotidiano, per l’affermazione dei diritti di tutti sono due elementi inscindibili.
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