il commento al vangelo della domenica

PERCHE’ CERCATE TRA  MORTI COLUI CHE E’ VIVO? 

risorto

 

commento al vangelo della domenica di pasqua (27 marzo 2016) di p. Alberto Maggi:

maggi

Lc 24,1-12

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.
Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole.
E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.

Il capitolo 24 è il capitolo dove l’evangelista ci descrive la risurrezione di Gesù e il suo impatto con la fede dei discepoli, la loro difficoltà nel comprendere questo. Ma il capitolo 23 terminava con questa annotazione: Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Sono le donne che erano andata al sepolcro a vedere dove Gesù era stato seppellito, ma non procedono all’unzione, all’imbalsamazione di Gesù perché è già sabato. E di sabato non si può fare alcun lavoro.
L’evangelista denuncia come la comunità faccia difficoltà ad abbandonare l’antico, ancora osservano il comandamento del riposo del sabato, per aprirsi alla novità portata da Gesù. L’osservanza della legge impedisce di fare l’esperienza del Cristo risorto. Scrive l’evangelista al capitolo 24:  Il primo giorno della settimana. Questo primo giorno richiama il primo giorno della creazione. E’ una creazione nuova, dove l’uomo ha una vita che è capace di superare la morte.
Al mattino presto essi si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Appunto il giorno di sabato non erano riusciti a farlo per l’osservanza del comandamento. Trovarono che la pietra  era stata rimossa dal sepolcro. L’evangelista non specifica le modalità. E, entrati, non trovarono il corpo del Signore Gesù. E’ chiaro che non trovano il corpo del Signore Gesù perché cercano Gesù nell’unico posto dove non può stare. Gesù è il vivente, il vivificante e non può stare nel regno della morte, nel luogo dei morti.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini …. Questi due uomini già li abbiamo visti nell’episodio della trasfigurazione. Erano Mosè e Elia; è una tecnica dell’evangelista Luca di nominarli soltanto la prima volta che appaiono. Quindi indicano Mosè e Elia.
Presentarsi a loro in abito sfolgorante, lo stesso della trasfigurazione. Le donne impaurite tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro … E quello che adesso l’evangelista mette in bocca a questi due personaggi è una grandissima verità di fede che riguarda non solo l’esperienza del Cristo risorto, ma riguarda la vita di tutti i credenti e il loro impatto con la morte. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Il sepolcro è l’ultimo posto dove potevano trovare Gesù. Se si crede che la morte, non solo non interrompe, ma permette all’individuo di entrare in una condizione nuova, piena e definitiva, il sepolcro, la tomba è l’ultimo posto dove lo si può trovare.
Quando muore una persona cara, anche se doloroso, bisogna scegliere se piangerla come morta o sperimentarla come viva. Se si piange come morta si va al sepolcro, ma lì al sepolcro non c’è, bisogna sperimentarla come viva. Ecco allora il monito di questi due. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Non si può cercare tra i morti colui che continua a vivere.
“Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea”, e rimanda le donne, le discepole all’insegnamento di Gesù. “Dicendo che bisognava… “, questo termine in lingua greca indica la volontà di Dio, il disegno di Dio, “… che il Figlio dell’uomo”, non si parla del messia, ma del Figlio dell’uomo, cioè l’uomo che ha raggiunto la condizione, che non è una caratteristica esclusiva di Gesù, ma una possibilità per tutti coloro che lo seguono. E qui l’evangelista mette un’accusa tremenda nei confronti della casta sacerdotale al potere.
“… Per tutti  sia consegnato in mano ai peccatori”. Quando Gesù in Galilea aveva annunziato la sua morte, aveva detto: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti, dagli scribi”, cioè i componenti del sinedrio, il massimo organo giuridico di Israele, “essere messo a morte e risorgere il terzo giorno”.
Quelli che Gesù aveva indicato come i componenti ora in bocca a questi due personaggi sono i peccatori. Le persone che si ritenevano le più vicine a Dio, le più lontane dal mondo del peccato, in realtà queste sono i peccatori, perché hanno ucciso la vita, hanno agito contro la vita.
Ed esse si ricordarono delle sue parole. Ricordare nel senso di comprendere.  E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici. Non sono più dodici, il numero non sarà ricostituito. E a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, che l’evangelista ci ha presentato come la donna dalla quale sono usciti i sette demoni, Giovanna, la moglie di Cusa, esattore delle finanze di Erode, e Maria madre di Giacomo. Anche le altre che erano con loro raccontarono queste cose agli apostoli.
Ecco la reazione degli apostoli. Queste parole parvero loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Perché? Perché le donne non sono credibili come testimoni. Secondo la tradizione ebraica Dio non aveva mai parlato con nessuna donna. E’ vero, aveva parlato a una donna, Sara, ma siccome questa gli  aveva risposto con una bugia, una innocua bugia, da quel momento Dio non rivolse più la parola a nessuna donna.
E per la bugia di Sara le donne non erano ritenute testimoni credibili. Ebbene l’annuncio della risurrezione viene fatto proprio a persone che non sono credibili. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro … ha appena detto che nel luogo dei morti non ci può essere Gesù, ma Pietro ancora non comprende e corre al sepolcro.
E chinatosi vide soltanto i teli. E tornò indietro pieno di stupore per l’accaduto. Il credere che Gesù è risuscitato non viene andando a vedere un sepolcro vuoto, ma incontrando un vivente. E si incontra il vivente, e poi l’evangelista continuerà nel prossimo episodio di Emmaus, quando Gesù spezza il pane. Quando si spezza la propria vita per gli altri lì c’è la possibilità di sperimentare colui che è risorto.

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