cardinali donne? perché no?

il papa

Dei teologi cattolici dell’Europa e degli Stati Uniti d’America hanno lanciato un appello a papa Francesco per la nomina di donne cardinali. Nel loro messaggio pubblicato il 12 settembre 2013 sulle riviste “Aufbruch” in Svizzera e “Publik-Forum” in Germania, i firmatari ricordano che, fino al XIX secolo, anche laici potevano accedere al cardinalato. La petizione può essere sottoscritta on-line.

Su iniziativa della teologa Helen Schüngel-Straumann, teologhe e teologi cattolici dell’Europa e degli USA hanno sottoscritto un appello in cui papa Francesco viene pregato di far partecipare attivamente le donne alle decisioni fondamentali della Chiesa. Un segno in questa direzione potrebbe essere la nomina di donne al cardinalato.

Testo della petizione:

L’attenzione di papa Francesco per i poveri e gli oppressi risveglia, oltre ad una gioia straordinaria, anche aspettative. La stessa cosa vale per la sua dichiarazione che le donne dovrebbero svolgere nella Chiesa cattolica romana un ruolo molto più rilevante e dovrebbero poter partecipare all’assunzione di decisioni. Più della metà di tutti i membri della Chiesa sono donne. Ma tale maggioranza viene trattata come una minoranza. E al contempo ci sono tra loro molte donne competenti e altamente qualificate: religiose, teologhe, donne in professioni di responsabilità con forte impegno a favore della Chiesa. Lavorano come operatrici di cura d’anime in ambito pastorale e caritativo, alla base, nelle scuole, nella politica, in associazioni ecclesiali – spesso a titolo onorario. Sia nella teoria che nella pratica, si impegnano per il Vangelo. Tuttavia non vengono fatte partecipare all’assunzione di decisioni importanti, cosicché nella Chiesa esiste una situazione di forte disuguaglianza ed ingiustizia. Le donne però non vogliono più essere oggetti, ma soggetti (Catharina Halkes), e “senza le donne non si fa alcuna Chiesa”. Uguaglianza e giustizia sono le richieste centrali dei profeti biblici. Ripetutamente si chiede di avere particolare attenzione per la triade “poveri, vedove e orfani”. Anche Gesù si pone a livello di questa grande tradizione profetica e ha chiamata delle donne come discepole nel suo “movimento” per il Regno di Dio. Per amore dell’annuncio gesuano della giustizia, facciamo la proposta di nominare cardinali un adeguato numero di donne.

Né nella bibbia, né nella dogmatica, né nella tradizione ecclesiale alcun vi è alcun argomento contrario che potrebbe impedire al papa di attuare tale provvedimento in tempi molto brevi. È libero di dispensare dall’ordinazione, prevista nel diritto canonico, come è avvenuto più volte in passato. Fino al XIX secolo è accaduto che dei laici fossero nominati cardinali dal papa.
Come responsabile per l’unità e la direzione dell’intera Chiesa, potrebbe subito intraprendere i primi passi affinché la “metà più estesa” dei membri della Chiesa potesse partecipare attivamente all’assunzione di importanti decisioni e alla elezione del prossimo papa. Sarebbe una decisione molto saggia e diplomatica, se il papa mostrasse, attuando l’equiparazione delle donne in ambito ecclesiale, che la Chiesa cattolica non è così misogina come spesso viene descritta.
Alle donne è stato ripetutamente consigliato di sfruttare gli spazi di libertà d’azione esistenti. La nomina a cardinali sarebbe un esempio straordinario di tale comportamento. In questo senso, il nostro obiettivo non è una ulteriore clericalizzazione della Chiesa, ma una partecipazione attiva delle donne alle decisione centrali.
Non di adeguamento ad un sospetto “spirito del tempo” si tratta, ma di ascolto di quei “segni dei tempi” (Giovanni XXIII), che dopo più di cinquant’anni ancora non hanno sufficiente spazio nella Chiesa cattolica. Se i responsabili della Chiesa non dovessero superare il patriarcalismo in teoria e in pratica e non permettessero alle donne di prendere la parola in organismi decisionali, la Chiesa cattolica continuerebbe a perdere donne competenti ed impegnate.

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