la situazione politica italiana SI SCRIVE FIDUCIA, SI LEGGE FARSA

B: “Votiamo a favore del governo Letta”

Stato confusionale

 

Berlusconi cambia (ancora) idea: “Voteremo sì”.

 E’ stata la quinta volta in mezza giornata. Fino all’ora di pranzo, infatti, Berlusconi e il Pdl avevano confermato di ritirare il sostegno al governo delle larghe intese. Ma il Cavaliere a sorpresa ha preso la parola in Aula al posto del capogruppo Schifani e ha annunciato il colpo di scena: tutto il Pdl voterà la fiducia all’esecutivo guidato da Enrico Letta. Pochissime parole quelle di Berlusconi, un intervento che doveva durare 10 minuti. In soli 2 minuti il Cavaliere cambia le carte in tavola ed ecco il colpo di scena: “Non senza un interno travaglio” votiamo la “fiducia”.

D’altra parte l’esecutivo avrebbe continuato a camminare e qui sta il motivo della retromarcia (l’ultima delle giravolte) di Berlusconi. Quella del Cavaliere sembra una sconfitta politica perché un pezzo non irrilevante del suo partito non l’ha seguito nella sua furia distruttrice al grido di “al voto, al voto”. Letta avrebbe avuto comunque una maggioranza e Berlusconi sarebbe rimasto nell’angolino. Avrebbe avuto una maggioranza al Senato più stretta: 180 voti (contro i 230 avuti finora). Per ottenere la fiducia servono 161 sì. Una “nuova maggioranza” come la chiama il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. E’ una maggioranza che non ha più bisogno di Berlusconi e questo lo hanno sottolineato in parecchi nel governo e nel Pd. Non è più Berlusconi a dire no al governo – è il ragionamento – ma è Letta che se ne frega ai voti (e ai ricatti) di Berlusconi. “Vota la fiducia? E’ un problema suo, non nostro” ha risposto a un certo punto il ministro per le Regioni Graziano Delrio a metà mattinata dopo l’ennesima capriola dell’ex presidente del Consiglio.

A votare sì, dunque, saranno al Senato il Pd, Scelta Civica, circa 25 senatori del Pdl, 9 dei 10 senatori di Grandi Autonomie e Libertà (che sono sempre eletti nel centrodestra) e i 4 fuoriusciti (espulsi e non) del Movimento Cinque Stelle. A questi si aggiungono a questo punto anche i senatori del Pdl (o Forza Italia o quel che è), dopo una serie innumerevole di dichiarazioni in senso opposto. A votare no resteranno le opposizioni che si sono formate già dal primo voto di fiducia: la Lega Nord, Sinistra Ecologia e Libertà e gli stessi Cinque Stelle. Tra i “transfughi” del Pdl al Senato si segnalavano comunque il ministro Gaetano Quagliariello, l’ex ministro del LavoroMaurizio Sacconi, l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’ex relatore della Giunta per le elezioni Andrea Augello e l’ex sottosegretario Carlo Giovanardi.

La scelta di Berlusconi è stata dunque dettata in particolare dalla volontà di tenere unito il partito.Roberto Formigoni, infatti, aveva già annunciato – a prescindere dalle decisioni dei fedeli berlusconiani – la composizione di un nuovo gruppo autonomo (che potrebbe chiamarsi “i Popolari”)  di almeno 35 senatori che usciranno dai gruppi di Pdl e Gal.

LA CRONACA ORA PER ORA

14.37 – De Girolamo: “Non si è mai parlato di nessun gruppo” “Non si è mai parlato di nessun gruppo”. Lo afferma Nunzia De Girolamo, ministro dell’Agricoltura lasciando il Senato e rispondendo a chi gli chiede se i gruppi autonomi, dopo la decisione del Cavaliere di votare la fiducia, ci saranno lo stesso, come detto pochi minuti prima da Roberto Formigoni. “Berlusconi – ha aggiunto De Girolamo – oggi ha scelto con la testa per il bene del Paese e con il cuore per l’unità del nostro partito”.

14.29 – Voto in aula, raggiunta quota 161. Il governo ha già la fiducia al Senato

14.22 – Berlusconi: “Nessuna marcia indietro” “Nessuna marcia indietro”. Così Silvio Berlusconi, lasciando il Senato, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano conto del voto di fiducia accordato al governo Letta.

14.22 – Formigoni: “Stasera parleremo comunque di gruppi autonomi” “Confermo le mie proposte e stasera nediscuterò con gli altri: proporrò di costituire gruppi autonomi a Camera e Senato per un fatto di chiarezza”. Così Roberto Formigoni, spiegando che stasera ci sarà una riunione dei dissidenti del Pdl.

14.16 – Lupi: “Nuova maggioranza non c’è, ora i falchi chiameranno B. traditore?” “La nuova maggioranza non c’è. Questa è la maggioranza che ha voluto fortissimamente questo governo. Scopo di Enrico Letta non era quello di avere una nuova maggioranza ma un rinnovato sostegno a questo Governo”. Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi parlando in Transatlantico al Senato con i cronisti. “C’è stato un confronto all’interno del Pdl e poi una buona sintesi da parte del presidente Berlusconi. I falchi si dovranno rimangiare quello che hanno detto, quelli che hanno detto che siamo traditori adesso diranno che Berlusconi è un traditore”.

14.08 – Bondi: “Zanda fa bene a trattarci con disprezzo”. “Zanda fa bene a trattarci con untale disprezzo. Io sono una persona perbene e non mi unisco a una tale compagnia”. Così il senatore Sandro Bondi sulla decisione di Silvio Berlusconi di votare la fiducia. 13.55 – Nitto Palma: “Uscirò dall’Aula” “Mi chiedo se davvero si possa formare una solida futura maggioranza. Pur avendo avuto in animo di votare la fiducia al Governo come da richiesta di Berlusconi, dopo l’intervento di Zanda, ho deciso di uscire dall’aula”. Lo ha annunciato Francesco Nitto Palma, responsabile Pdl della Campania, intervenendo in aula al Senato.

13.51 – Grasso al Pdl: “Se questo è inizio pacificazione…” “Se questo è l’inizio della pacificazione…”. Il presidente del Senato Pietro Grasso richiama i senatori del Pdl che protestano vivacemente per le parole del capogruppo Pd Luigi Zanda, che tra l’altro richiama le vicende giudiziarie del Cavaliere. Grasso li richiama all’ordine per permettere a Zanda di proseguire: “Lasciate parlare, lasciate parlare”.

13.44 – Zanda: “Il sì di Berlusconi non nasconde la sconfitta politica” L’improvviso sì alla fiducia annunciato da Berlusconi serve “a nascondere la sconfitta politica, che ha un volto chiaro”. Lo ha detto Luigi Zanda annunciando il sì del Pdl alla fiducia al governo Letta. “Oggi si è formata una nuova maggioranza politica – ha detto Zanda – indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbesche che contrastano con le parole e i gesti gravissimi che abbiamo ascoltato in questi giorni. E il voto che si aggiunge ora ha un senso chiaro: nascondere la sconfitta politica che ha un volto chiaro”.

13.41 – Parla Berlusconi, cala il silenzio nell’Aula del Senato Silvio Berlusconi prende la parola nell’Aula del Senato, e cala il silenzio nell’Emiciclo. Il cavaliere ha preso posto in uno scranno al centro di quelli occupati dal gruppo del Pdl. Dai banchi del governo Angelino Alfano lo ascolta con particolare attenzione. Dopo il suo intervento in Aula,Berlusconi si è seduto, raccogliendo le congratulazioni di molti colleghi di gruppo. Il suo annuncio ha destato uno stupore veramente visibile in tutti i senatori, che sono apparsi letteralmente colti di sorpresa.

13.34 – Berlusconi: “Il Pdl voterà la fiducia”

13.31 – Berlusconi interviene in Aula al Senato

13.20 – Berlusconi parlerà in Aula, forse ripensa al suo voto Nuovo cambio di programma nel Pdl perché Silvio Berlusconi avrebbe deciso di intervenire in Aula al Senato. L’ex premier, che dopo la riunione con i senatori del partito si è riunito con alcuni fedelissimi, starebbe di nuovo valutando l’idea di votare sì alla fiducia, modificando, ancora una volta il parere espresso proprio nell’incontro con i senatori del suo partito, che si è concluso con la decisione di votare no al governo.

14.10 – Finocchiaro: “Con nuova maggioranza basta ambiguità”

13.20 – Berlusconi fa conta numeri Pdl, altri 34 non seguono le indicazioni di voto Dopo la spaccatura del Pdl, nei minuti che precedono il voto in Aula sulla fiducia al governo, anche Silvio Berlusconi si dedica al “pallottoliere”. Come testimonia l’obiettivo di un fotografo dell’Ansa, il Cavaliere nell’Emiciclo di Montecitorio mostra a Jole Santelli, del Pdl, i numeri annotati su un foglietto: “23 + 34 = 57”. Il che dovrebbe significare che 23 votano a favore del governo ma 34 uscirebbero dall’aula non recependo le decisioni del gruppo.

13.16 – Monti (Scelta Civica): “Il Pdl non precipiti il Paese” “Non riesco a credere che il Pdl possa precipitare il Paese”. Lo ha detto in Senato Mario Monti durante le dichiarazioni di voto, che ha lanciato un appello al Pdl a votare la fiducia al Governo Letta. Scelta Civica, ha annunciato Monti, lo farà.

13.13 – Bitonci (Lega): “Noi per sfiducia” “La sfiducia non gliela diamo solonoi qui al Senato, ma tutte le famiglie e le imprese del Nord”. Così Massimo Bitonci ha annunciato in Senato il no alla fiducia al governo Letta da parte della Lega Nord.

13.11 – Alfano fa conti dei senatori Pdl: “32 no, 25 sì” “32 per sfiducia, 24 per uscire dall’Aula, 25 per votare fiducia”. Totale “81” senatori del Pdl. Angelino Alfano nell’Aula del Senato mostra a Enrico Letta un foglietto con questi numeri relativi al gruppo Pdl. “Una decina assenti o non schierati”, annota.

13.04 – De Petris (Sel): “Voteremo no alla fiducia” “Non possiamo votare la fiducia perché la discontinuità che il Paese ci chiede non l’abbiamo sentita”: lo dice i capogruppo del Misto al Senato e esponente di Sel Loredana De Petris intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia.

12.56 – Ferrara (Gal): “Alcuni di noi a favore, altri contro” Alcuni senatori del gruppo Gal voteranno la fiducia al governo Letta, ed altri contro. Lo ha annunciato in aula Mario Ferrara, il presidente del gruppo che annovera 10 senatori. Tra i sì Ferrara ha citato Compagna, Bianconi e Naccarato.

12.49 – Formigoni: “Il nome Pdl è nostro” “Abbiamo verificato che il nome Pdl è e resta nelle disponibilità del segretario e quindi di Angelino Alfano. Il Pdl a questo punto siamo noi”. Lo dice Roberto Formigoni precisando: “Questo è un fatto importante perché dice che siamo e restiamo nel centrodestra. Non siamo una costola di Scelta Civica o di altro”.

12.45 – Berlusconi non interviene, il no sarà annunciato da Schifani Silvio Berlusconi con ogni probabilità non interverrà in Aula come aveva ipotizzato nel corso della riunione dei senatori del Pdl. A parlare sarà il capogruppo del partito Renato Schifani. In questo momento l’ex premier è riunito con alcuni fedelissimi proprio negli uffici del presidente del gruppo.

12.42 – Zeller (Autonomie): “Sì alla fiducia” Berlusconi ha messo in atto“un’operazione” irresponsabile” e “kamikaze per evitare la decadenza e tentare di ribaltare con il voto popolare il giudizio della magistratura”: lo dice Karl Zeller il capogruppo delle Autonomie in Senato, intervenendo in Aula a Palazzo Madama e annunciando il proprio sostegno all’Esecutivo.

12.10 – Letta: “Stanotte non ho dormito” “Stanotte non ho dormito…, avevo la percezione che oggi sarebbe stata una giornata dai risvolti storici, drammatici, importanti, ma per me non era nemmeno troppo difficile, non ho nessun dubbio nel dare il voto al nostro governo”. Lo ha detto il premier Enrico Letta nella sua replica al Senato.

12.09 – Gelmini: “I destini sono separati. Fine” “I destini sono separati. Fine”. Così la deputata del Pdl Maria Stella Gelmini commenta la risoluzione in favore della fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl. “E’ già pronto il nuovo gruppo. Ma di che parliamo?”, aggiunge, affermando che Sandro Bondi ha fatto bene a tenere un discorso molto duro in Aula.

12.07 – Bondi al governo: “Fallirete”. Il Pd: “Basta!” “Voi fallirete, darete vita a un governicchio che ha ottenuto solo lo scopo di spaccare il Pdl”. Lo ha detto in Senato Sandro Bondi. “Io non assisterò allo spettacolo – ha concluso – dell’umiliazione del Pdl, di Berlusconi, del Paese”. I senatori del Pd hanno interrotto la difesa della posizione di Silvio Berlusconi nell’Aula del Senato da parte di Bondi: “Basta!”, gli hanno urlato, mentre il presidente Grasso diceva “lasciatelo parlare”.

12.05 – Gruppo Pdl vota per alzata di mano: nessuno per la fiducia Il gruppo del Pdl – a quanto si apprende – ha deciso di votare per alzata di mano se dare la fiducia o meno al governo Letta. Nessuno ha alzato la mano per il voto a favore. E quindi è passata la decisione di votare la sfiducia. ”Eravamo una sessantina” alla riunione dei parlamentari Pdl con Silvio Berlusconi. “La stragrande maggioranza era per la sfiducia, alcuni erano per uscire dall’Aula, ma nessuno era per votare la fiducia” racconta la deputata Pdl Maria Stella Gelmini, ai cronisti al Senato, e sottolinea: “Berlusconi ha ascoltato tutti, poi abbiamo votato”.

12.04 – Assenti i senatori a vita Ciampi, Abbado e Piano Al momento sono assenti due dei nuovi senatori a vita Claudio Abbado e Renzo Piano e Carlo Azeglio Ciampi, da tempo malato. Il direttore d’orchestra dovrebbe essere all’estero e così anche l’architetto Piano. Sono presenti invece Mario Monti, Elena Cattaneo e Carlo Rubia.

12.01 – Susta (Sc): “Nuova maggioranza. Altri voti sarebbero solo aggiuntivi” “Questo Paese ha pagato un prezzo troppo elevato sull’altare di vicende personali e dobbiamo fare in modo che si formi una nuova maggioranza” per la quale “eventuali voti aggiuntivi sarebbero solo aggiuntivi”. Lo afferma il senatore di Scelta Civica Gianluca Susta, intervenendo in Aula al Senato durante il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio.

11.58 – Berlusconi: “Votiamo no e restiamo in Aula” Silvio Berlusconi insieme con il gruppo del Pdl ha confermato la decisione di votare no alla fiducia decidendo di restare in Aula: “Se uscissimo fuori sarebbe un gesto ambiguo e gli elettori non lo capirebbero”.

11.56 – Pdl valuta abbandono Aula a momento voto

11.52 – Pdl vota all’unanimità la sfiducia

11.52 – ”Delrio, Cav vota fiducia? Problema suo non nostro” “E’ un problema suo, non nostro… Ma vediamo che succede”. Così, in Transatlantico al Senato, il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, replica ai cronisti che gli chiedono che se per governo e centrosinistra una marcia indietro di Berlusconi sulla fiducia potrebbe rappresentare un problema.

11.40 – Formigoni, gruppo autonomo anche se Pdl vota sì “Se il Pdl decidesse di votare la fiducia sarebbe dimostrato che avremmo avuto ragione noi, altro che traditori! Siamo stati l’avanguardia della decisione giusta che il Pdl si è deciso ad assumere”. Così il senatore Roberto Formigoni interviene nello speciale TgLa7 di Enrico Mentana. “Però – aggiunge – sarebbe una scelta francamente tardiva, per cui noi 25 che ci raduneremo nel pomeriggio valuteremo il da farsi e probabilmente decideremo comunque di dare vita a gruppi parlamentari autonomi”. Formigoni prosegue: “Ci sono i numeri per costituire un gruppo autonomo tra 25 del Pdl, 10 di Gal e probabilmente qualcun altro che potrebbe aggiungersi”, conferma Formigoni che per questo gruppo ha proposto il nome de “I popolari”. Chi sarà il leader di questa formazione? “Lo valuteremo democraticamente, questa volta la democrazia varrà a tutti il livelli”.

11.37 – Berlusconi valuta l’intervento in Aula al Senato Silvio Berlusconi ancora non avrebbe deciso se votare o meno la fiducia al governo Letta. Il Cavaliere starebbe valutando di fare un intervento in aula al Senato. La riunione con i senatori del Pdl a p. Madama è ancora in corso.

11.33 – Bondi: “Cicchitto assoldato dalla sinistra” “Non ho mai voluto replicare a Cicchitto avendo cura di conservare vecchi rapporti di amicizia. Visto per che lui non si fa scrupolo di venir meno a ogni memoria di amicizia e non esita ad accusarmi di stalinismo sapendo di mentire e di offendere la mia limpida storia personale, mi auguro solo che la sinistra che ora lo ha assoldato non lo accusi più, di essere un ‘piduistà come ha fatto finora”. Così il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl.

11.23 – Con 25 dissidenti Pdl Letta raggiunge il quorum per la fiducia Con la mozione di fiducia al Governo firmata da 23 senatori Pdl e del gruppo Gal (ma secondo Formigoni sarebbero già 25), il premier Enrico Letta ha raggiunto il quorum teorico al Senato. Infatti il presidente del Consiglio parte da una base di 137 voti (escluso quello del presidente del Senato che per tradizione non vota), ai quali si aggiungono i 5 dei senatori a vita ed i 4 annunciati dai fuoriusciti M5s. In questo modo il governo supera abbondantemente la fatidica ‘quota 161′ necessaria a Palazzo Madama assestandosi intorno a quota 170.

11.19 – Senato, gruppo Pdl mette ai voti ipotesi di sì alla fiducia Il gruppo dei senatori del Pdl -secondo quanto si apprende – sta valutando l’ipotesi di votare la fiducia al governo. Possibilità a cui avrebbe aperto anche Silvio Berlusconi. In questo momento – sempre a quanto riferiscono – il gruppo ha deciso di mettere ai voti la decisione finale e cioè se votare sì o no a Letta.

11.15 – Franceschini: “Oggi nasce una nuova maggioranza” “Mi pare evidente che la mozione firmata anche da 23 esponenti del Pdl stabilisce che politicamente nasce una nuova maggioranza e che quindi il governo può andare avanti”. Così il ministro Dario Franceschini in Transatlantico al Senato.

11.14 – Formigoni: “25 del Pdl e 10 di Gal pronti a nuovo gruppo” “Siamo 25 del Pdl pronti a votare la fiducia al governo Letta e a fare un nuovo gruppo che si chiamerà ‘i Popolari’”. Lo ha detto il senatore Roberto Formigoni al Senato, spiegando che il nuovo gruppo potrebbe nascere anche con i dieci senatori di Grandi autonomie e libertà.

11.13 – Fonti Ansa: “Berlusconi non esclude la fiducia” Silvio Berlusconi sta ascoltando – a quanto si apprende – gli interventi di tutti i senatori per valutare solo alla fine cosa fare in vista del voto di fiducia al governo Letta. Non si esclude, un colpo a sorpresa, e cioè la decisione di votare sì al governo per evitare spaccature del partito.

11.09 – Senato, Cinque Stelle contro la ex De Pin: “Venduta” Momenti di tensione nell’Aula del Senato nel dibattito sulla fiducia. Al termine dell’intervento di Paola De Pin, fuoriuscita del M5S e oggi nel gruppo Misto, che ha annunciato il suo sì al governo dai banchi dei grillini le è stato urlato “Venduta”. Un senatore M5S si è avviato verso il banco dove De Pin sedeva, protetta dai senatori del Pd per contestarla: è stato necessario l’intervento dei commessi mentre il presidente Piero Grasso ha stigmatizzato il fatto, annunciando che sarà posto all’attenzione dei questori. La De Pin si era rivolta agli ex colleghi dicendo che “hanno compiuto un tradimento verso gli elettori che chiedevano il cambiamento” accusandoli di un “classico cinismo partitocratico ed intollerante”.  La tensione con il Pd si placa quando interviene un altro grillino, il senatore Santangelo, il quale chiede l’attenzione “del signor governo” e ha un battibecco con il presidente di Piero Grasso quando chiede silenzio (“all’ordine qui ci penso io”, dice Grasso) e lamenta il fatto che il 31 luglio “quando senatori del Pd mi contrastarono nessuno chiese l’intervento della presidenza”. Parole sottolineate da commenti duri del Pd.

11.07 – Fonti LaPresse: “Governo, Berlusconi verso il sì alla fiducia” Silvio Berlusconi, vista l’ampiezza del gruppo che dentro il Pdl ha deciso di schierarsi col Governo Letta, si starebbe orientando a cedere, e a votare anche lui per il ‘sì’ alla fiducia. Non è stata, però, ancora presa una decisione definitiva. E’ quanto si apprende da fonti parlamentari vicine al Pdl.

10.59 – Fonti Agi: “Testo pro fiducia firmato da 27. Altri 15 possono aggiungersi” Sono arrivate a 27, secondo quanto si apprende, le firme al documento messo a punto dai senatori Pdl favorevoli alla fiducia al Governo Letta. Secondo voci ben informate altri 15 sarebbero pronti ad aggiungersi.

10.57 – Fonti Sky: “Il gruppo Pdl voterà la fiducia” Secondo fonti contattate da SkyTg24 il gruppo del Pdl ha cambiato idea e voterà la fiducia al governo Letta.

10.56 – Formigoni: “Formeremo un gruppo autonomo” “Siamo già in 25. E’ possibile che altri si aggiungano. Nel pomeriggio daremo vita a un gruppo autonomo chiamato ‘I Popolarì”. Così Roberto Formigoni parlando con i cronisti in Transatlantico della scissione dal gruppo Pdl. “Restiamo alternativi al centrosinistra, collocati nel centrodestra”, sottolinea.

10.55 – Berlusconi: “Decisione comune per non deludere il nostro popolo” “Prendiamo una decisione comune per non deludere il nostro popolo”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, Silvio Berlusconi nel corso della riunione dei senatori del Pdl.

10.53 – Matteoli: “Nel discorso di Letta molte cose ok” “Nel discorso di Enrico Letta ci sono molte cose che aveva chiesto il centrodestra e ciò ha indotto Berlusconi a convocare il gruppo del Pdl per decidere”. Lo ha detto il senatore Altero Matteoli.

10.52 – Berlusconi ai senatori Pdl: “Sarà il gruppo compatto a decidere cosa fare” “Sarà il gruppo in maniera compatta a decidere cosa fare”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, a quanto si apprende, nel corso della riunione dei senatori del Pdl.

10.49 – Le citazioni di Letta: da Einaudi a Croce Sono due citazioni tratte da maestri del pensiero liberale le estremità che legano l’inizio e la fine dell’intervento del presidente del Consiglio Enrico Letta al Senato. Inizia con Luigi Einaudi: “Nella vita delle Nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può essere irreparabile”. Chiude con Benedetto Croce:”Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso”.

10.47 – Solo due sottosegretari hanno dato le dimissioni Sono passate 48 ore da quando Silvio Berlusconi ha invitato anche i sottosegretari e viceministri del Pdl a presentare le loro dimissioni. Ma, secondo quanto si apprende da fonti del governo, soltanto i sottosegretari Michaela Biancofiore, con delega alla P.a., e Simona Vicari, con delega allo Sviluppo economico, hanno fatto pervenire finora la loro lettera di dimissioni alla presidenza del Consiglio.

10.46 – Cicchitto: “Berlusconi aveva assicurato a Barroso il sostegno a Letta” “Questo governo si deve misurare con dei nodi economici, che ci sia la maggioranza o meno. E’ necessaria una guida alla società italiana. Alle 18 di ieri, a Barroso, Berlusconi aveva assicurato il voto favorevole al governo, quindi c’è stato un cambio repentino di opinione”. E’ quanto ha affermato Fabrizio Cicchitto durante “La Telefonata” di Belpietro su Canale 5.

10.44 – Banchi del Pdl deserti durante il dibattito Banchi del Pdl completamente vuoti nell’Aula del Senato durante il dibattito sulla fiducia chiesta dal governo, al punto da far chiedere a Pier Ferdinando Casini (Udc) una pausa dei lavori, non concessa dal presidente Grasso. A destra dell’Emiciclo i senatori si contano sulle dita di una mano. Affollati invece gli altri settori.

10.42 – Consegnate 23 firme di senatori Pdl-Gal pro Letta Sono 23 i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Le firme – a quanto si apprende – sono quelle di senatori del Pdl e del gruppo Gal. non è escluso – sempre secondo quanto si apprende – che potrebbero aggiungersi altri senatori. Questi i cognomi: Naccarato, Bianconi, Compagna, Bilardi, D’Ascola, Aielo, Augello, Caridi, Chiavaroli, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Scoma, Torrisi, Viceconte, L.Rossi, Quagliariello. Tra i “dissidenti” dunque anche il capogruppo del Pdl in Giunta per le Immunità del Senato Nico D’Ascola e l’ex relatore del caso Berlusconi Andrea Augello.

10.35 – Mozione di sfiducia al governo Letta dei Cinque Stelle Il M5S ha depositato la sua mozione di sfiducia al governo Letta. Il M5S, si legge nel testo, “esprime la propria sfiducia al Governo presieduto dall’onorevole Enrico Letta e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato”.

10.34 – Bondi verso il governo: “Vergognatevi” Altri applausi anche quando Letta ha parlato della difesa ambientale, dell’impegno per gli Stati uniti d’Europa, della necessità di non sovrapporre le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi alla vita del governo (ma qui Sandro Bondi ha urlato “Vergognatevi”), dell’appello del Papa per la solidarietà. A fare da contraltare al lungo applauso dei senatori del Pd, di Sel e di Scelta civica, tutti in piedi, un capannello di esponenti del Pdl che si è formato attorno a Silvio Berlusconi seduto nelle prime file dei banchi del centrodestra.

10.33 – Per Letta 15 applausi in 50 minuti Standing ovation dai banchi del centrosinistra in Aula a Palazzo Madama al termine dell’intervento del premier Enrico Letta. Il lungo applauso tributato dai senatori della parte sinistra dell’emiciclio di Palazzo Madama è stato il quindicesimo per il premier. Particolarmente caloroso, proprio nelle prime battute del suo intervento, il battimani che, sempre dal centrosinistra, è giunto quando il presidente del Consiglio ha citato il capo dello Stato Napolitano. L’intervento di Letta in Aula a Palazzo Madama è durato 50 minuti.

10.32 – Letta cita Croce: “Evitate vergognosi rimorsi” Ognuno “ora si ritiri sommessamente nella sua profonda coscienza” ed eviti “col suo voto poco meditato” di procurarsi “un pungente e vergognoso rimorso”. Così Enrico Letta, in Senato, cita il discorso di Benedetto Croce all’Assemblea Costituente.

10.31 – Senato, in corso riunione del gruppo Pdl Dopo l’intervento del premier Enrico Letta, Silvio Berlusconi ha indetto una riunione del gruppo del Pdl del Senato.

10.30 – Governo, Senato, presentata risoluzione Lega È stata presentata alla presidenza del Senato una risoluzione della Lega che non approva le comunicazioni del presidente del Consiglio: lo ha comunicato all’Assemblea di Palazzo Madama il presidente Piero Grasso.

10.28 – Sei senatori Pdl applaudono Letta Sarebbero 6 i senatori del Pdl-Forza Italia che hanno applaudito la conclusione dell’intervento del premier Enrico Letta. Lo riferisce il senatore del Pd Stefano Esposito.

10.27 – Letta: “Basta con la politica da trincea” “Il Paese è stremato da mille conflitti, da una politica fatta da connoneggiamenti continui, da una politica sempre più rissosa, ripiegata su se stessa. E’ un appello che rivolgo in primo luogo a me stesso: basta con la politica da trincea”. Lo ha sottolineato il premier Enrico Letta parlando al Senato.

10.24 – Letta: “Chiedo la fiducia a tutto il Parlamento” “Coraggio e fiducia è quello che vi chiedo. Mi appello al parlamento tutto, dateci la fiducia per realizzare gli obiettivi”. Così il premier Enrico Letta rivolgendosi ai senatori a Palazzo Madama.

10.16 – Verdini e Barani fanno la “conta” del Pdl Letta parla, Berlusconi ascolta,Verdini conta. È la scena del Pdl durante le comunicazioni di Enrico Letta nell’Aula del Senato. Mentre il Cavaliere ascolta il premier in silenzio, interrotto solo da una stretta di mano fugace di Salvo Torrisi, uno di quelli che potrebbero votare la fiducia a Letta cui aveva precedentemente offerto un caloroso saluto, nell’ultimo banco Denis Verdini con Lucio Barani scorrono minuziosamente da diversi minuti quello che dalla tribuna stampa appare essere un elenco: potrebbe essere una lista dei senatori che voteranno la fiducia al governo.

10.13 – Letta: “Prenderemo misure sulla base del discorso di Napolitano” Il governo prenderà “importanti misure per affrontare la questione carceraria” sulle orme dell’”appassionato discorso del presidente Napolitano” di qualche giorno fa a Napoli. Lo ha detto il premier Enrico Letta a Napoli.

10.07 – Letta: “Con questo governo 3 miliardi di tasse in meno” “Questi 5 mesi di governo hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale agli italiani. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii”. Così il premier Enrico Letta, al Senato, replica alle critiche del Cavaliere sul governo delle tasse. Ha comunque confermato la “rotta sull’Imu”. “Non vogliamo nuove tasse” e “vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro” della Legge si stabilità per il 2014″ ha detto Letta ricordando comunque che “non ci sono tagli di spesa facili”. ”Non esistono tagli di spesa facile, la revisione va fatta con accortezza – ha aggiunto – Se andremo avanti chiederemo a Carlo Cottarelli di diventare commissario della spending review”.

10.01 – Berlusconi nell’Aula del Senato. Ascolta Letta Silvio Berlusconi è giunto nell’Aula del Senato dove sono in corso le comunicazioni del presidente del Consiglio Enrico Letta. Il Cavaliere si è seduto in terza fila nei banchi del Pdl e segue il discorso in silenzio, con la guancia poggiata sulla mano.

9.59 – Berlusconi al Senato: “Sentiamo Letta e decidiamo” “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”. Lo dice Silvio Berlusconi arrivando a Palazzo Madama.

9.58 – Letta: “Rispetteremo gli impegno con l’Ue per il 2014″ “Rispetteremo gli impegni con l’Unione europea per il 2014 e il governo prenderà misure per ridurre l’indebitamento entro il tre per cento”. Lo ha garantito il premier Enrico Letta parlando al Senato.

9.57 –  Letta: “Vogliamo un punto di Pil in più ma risanare conti” “Il nostro obiettivo dichiarato da tempo è l’aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l’occasione per dimostrare che il cambiamento in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica”. Così il premier Enrico Letta nel suo discorso al Senato.

9.57 – Letta: “Dobbiamo rendere conto ai cittadini prima che a chiunque altro” E’ ai cittadini “prima che a chiunque altro che dobbiamo rendere conto” ed è su di loro che “le conseguenze della crisi potrebbero” gravare. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.55 – Berlusconi: “Non muoio neanche se mi ammazzano” “Non muoio neanche se mi ammazzano”. Silvio Berlusconi, in una intervista a Panorama, applica a sé la frase detta da Guareschi. Berlusconi parla di quella che è stata definita una una sua ossessione per la giustizia: “Più che altro è la giustizia ad essere ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito.

9.52 – Letta: “Se non si cambia il Porcellum, ancora larghe intese” Se si tornasse al voto con il Porcellum “ci troveremmo di nuovo con le larghe intese perché non si produrrebbe una chiara maggioranza”. Così il premier Enrico Letta.

9.49 – Letta: “Intollerabili le dimissioni dei parlamentari Pdl” “Le dimissioni una settimana fa dei parlamentari Pdl mentre ero impegnato all’Onu ha creato una situazione insostenibile”. Lo ha detto il premier Enrico Letta al Senato, evidenziando la volontà di “tracciare una separazione netta tra la vicenda giudiziari di Berlusconi” l’attività dell’esecutivo: “Sono percorsi che non possono essere sovrapposti, perchè siamo una Repubblica fondata sullo Stato di diritto” e sul rispetto delle sentenze.

9.48 – Letta: “La stabilità è un valore assoluto” “La stabilità va perseguita come un valore assoluto da perseguire e praticare”. Così il premier Enrico Letta ricordando i progressi dell’Italia dal ’46 al ’68 quando grazie alla stabilità “i benefici di allora li conoscono tutti gli italiani”.

9.47 – Letta: “In uno Stato democratico le sentenze si applicano” “In uno Stato democratico le sentenze si applicano” ha detto Letta nel suo intervento al Senato.  “La nostra repubblica democratica si fonda sullo stato di diritto. In uno stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano, fermo restando il diritto intangibile” della difesa. Ma “senza trattamenti né ad ad né contram personam”, ha detto il premier nel discorso sulla fiducia al Senato.

9.46 – Letta: “Distinguere vita governo da vicenda Berlusconi” I “piani” della vicenda giudiziaria che investe Silvio Berlusconi e del governo, “non potevano, né possono essere sovrapposti”. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.44 – Letta: “Governo nato in Parlamento, se muore lo fa qui” “Il mio governo è nato in Parlamento e se deve morire deve morire qui, in Parlamento”. E’ la sfida lanciata dal premier Enrico Letta nel suo intervento al Senato.

9.43 – Standing ovation del Senato per Napolitano Standing ovation in aula al Senato quando Enrico Letta ricorda il monito di Giorgio Napolitano il giorno del giuramento alla Camera. Quasi tutti i senatori si sono alzati in piedi.

9.39 – Letta: “L’Italia corre un rischio fatale” “L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che assumeremo, dipende da un sì o un no”. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.34 – Quagliariello: “E’ tutto a posto” “E’ tutto a posto”. Così il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, entrando in Senato, risponde alle domande dei cronisti che gli chiedono se il governo incasserá oggi la fiducia.

9.27 – Berlusconi: “Sull’Iva una coltellata da Letta” Nell’intervista a Panorama Berlusconi aggiunge che si è trattato di “una ritorsione inaccettabile. Un dispetto. Con l’aggravante di attribuire a noi la responsabilità della decisione. Insomma, Letta annunciava nuove tasse e le intestava a noi. Inaccettabile. Altro che colpo di testa mio. È stato il suo un colpo basso.

9.15 – Berlusconi: “Indecorosa una alleanza Pd-transfughi Pdl” Una alleanza tra Pd e transfughi Pdl sarebbe “talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare”. Così Silvio Berlusconi, intervistato da “Panorama”. E aggiunge che Napolitano “non darebbe mai l’avallo a un simile esperimento”. Quanto ad una alleanza Pd-M5S, il Cavaliere la definisce “impossibile”.

9.03 – Giovanardi: “Fiducia da circa 40 parlamentari Pdl” I deputati e senatori che voteranno la fiducia al governo Letta sono circa 40 “basta vedere le loro dichiarazioni pubbliche”. Lo afferma Carlo Giovanardi entrando in Senato.

Da ilfattoquotidiano.it del 02/10/2013.

i 10 inganni di Berlusconi

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Ci sono almeno dieci buoni motivi per dimostrare che Berlusconi non è uno statista che ha a cuore il bene del Paese, ma solo un condannato che cerca di evitare la condanna.
1. Ha cercato in tutti i modi di ostacolare il corso del processo Mediaset, proprio come ha fatto con altri suoi processi. È del tutto discutibile che il suo possa definirsi il normale esercizio del diritto di difesa.
2. Prima, durante, e dopo il processo ha tentato di far delegittimare i giudici che lo hanno condannato attraverso i suoi media.
3. Prima dell’udienza in Cassazione e dopo di essa ha letteralmente fatto prendere di mira il presidente del suo collegio per delegittimarlo. Il Giornale, che ha fatto campagne durissime contro i pentiti, improvvisamente è diventato il ricettacolo di testimoni che ricordano brandelli di conversazioni con il giudice Antonio Esposito, tutte contro Berlusconi.
4. Berlusconi si considera l’unico cittadino italiano che può sottrarsi alle leggi e alle sentenze. Quello che vale per tutti, per lui non vale. I magistrati non si devono occupare di lui, se lo fanno non devono condannarlo, se lo condannano vuol dire solo che hanno un pregiudizio contro di lui.
5. Leggi ad personam, lodi, salvacondotti, amnistie, indulti, grazia. Tutto fuorché quello che vale per ogni altro cittadino, rispettare le leggi.
6. Legge Severino sull’incandidabilità dei condannati. Finché si applica agli sfigati, Berlusconi tace. Se invece tocca lui allora diventa un vero problema e va sabotata.
7. Elezioni. I tempi non sono decisi in base agli interessi del Paese, ma solo ed esclusivamente di Berlusconi.
8. Costituzione. Per Berlusconi è carta straccia.
9. Riforma della giustizia. Si fa solo se Berlusconi ne ha urgente bisogno per i suoi processi, altrimenti il mito diventa governare per cinque anni per finire una legislatura. E della giustizia non si ricorda più nessuno.
10.Dal primo agosto, quando Silvio è stato condannato, non ha mai ricordato agli italiani che dopo Mediaset ci sono ben altri processi che lo coinvolgono (Ruby, De Gregorio, Lavitola). La sua, ormai, è una ricorsa al sotterfugio. Perfino quando lascia intendere che vorrebbe la grazia, intavola un tira e molla con il Quirinale non ammettendo mai le sue responsabilità.
Alla fine l’unico dato di fatto è il seguente. La crisi incombe, ma il Paese è lì, fermo, in attesa di sapere che succederà a Berlusconi.

Da milella.blogautore.repubblica.it

don Valentino scrive a Berlusconi

farfalle

LETTERA DI UN PRETE A BERLUSCONI

“Caro Silvio, ho letto l’invito dell’Assessore di Albenga che ti offre di fare qualche ora di servizi socialmente utili. Vieni a scontare la pena da me, invece? “
“Ti faccio io un bel programmino di servizi socialmente utili. Ti faccio fare un anno di continui giri, non qualche ora al giorno come dice l’Assessore, ma per dieci ore al giorno, a vedere le vere povertà. A scoprire come sta davvero una famiglia che non arriva a fine mese. A vedere chi è un tossicodipendente. A vedere come sta una prostituta che arriva in Italia menata di botte e costretta a vendersi sulla strada. A vedere come vivono gli zingari che tu dici all’Europa di fartene carico per avere i finanziamenti, e che poi vengono abbandonati a se stessi. Ci facciamo un bel giro alla sera a portare un panino a chi dorme per strada. Vieni a vedere cosa sta provocando il taglio ai servizi sociali alle fasce deboli del nostro paese. Vieni Silvio, e ti porto dagli anziani che non hanno nessuno in casa che gli faccia la spesa”.
“Ti faccio parlare io con le famiglie che a Genova si trovano a dover pagare quasi il 6 per cento sulla prima casa. Ti faccio parlare con le piccole imprese strozzate dal mancato finanziamento dello stato debitore. Ti faccio incontrare con chi si sente soffocato da quell’Equitalia che tu avevi promesso di abolire. Ti faccio parlare con le mamme che si vedono aumentare le tasse scolastiche del 4 per cento, con chi per iscrivere il bimbo alla materna deve pagare cento euro”.
“Ti porto ad incontrare i giovani che non trovano lavoro; ti faccio toccare con mano che il tasso di disoccupazione quando eri al governo è diminuito NON perché la gente trovava lavoro, ma perchè se ne andava altrove a cercare lavoro. E tu sai che togliersi dalla lista di collocamento per andare altrove può far pensare che la gente non sia più iscritta perché lavora, ed invece la realtà è molto diversa. Ti faccio conoscere giovani che non sanno come fare per costruirsi un futuro. Che decidono di non comprarsi casa perché, anziché essere una ricchezza, è una tassa insopportabile in più da affrontare. Ti porto a vedere cosa provoca nell’animo umano anni e anni di lavoro precario, quel lavoro precario che tu hai creato come soluzione al lavoro che mancava. Ti faccio parlare con genitori che dicono: “Cosa insegno ai miei figli? A guardare lontano? O ad arraffare oggi quello che la vita ti dà, perché domani non sai cosa ci può essere”. Ti aiuto ad uscire dal mondo dorato in cui vivi, e a renderti conto (tu e molti altri) di come si sta quaggiù”.
“Se vuoi fare dei servizi socialmente utili, non dare retta a chi ti prepara un servizio che è socialmente utile solo a te stesso. Vieni un po’ qui in basso, dove viviamo noi comuni mortali”.
don Valentino Porcile

confessione difficile

 

 

 

 

 

 

don Camillo

confessione difficile, anzi impossibile per Berlusconi

solo una fortuna lo salva:

“Berlusconi: ‘Signor parroco, mi vorrei confessare
Parroco: ‘Certo figliolo, qual è il tuo nome?’

Berlusconi: ‘Silvio Berlusconi, padre.’

Parroco: ‘Ah! Ah! l’ex presidente del Consiglio!?’

Parroco: ‘Ascolta, figliolo, credo che il tuo caso richieda una
…competenza superiore. E’ meglio che tu ti rechi dal Vescovo.’

Così Berlusconi si presenta dal Vescovo, chiedendogli se può
confessarlo.

Vescovo: ‘Certo, come ti chiami?’

Berlusconi: ‘Silvio Berlusconi’

Vescovo: ‘l’ex presidente del Consiglio? No, caro mio, non ti posso
confessare: il tuo è un caso difficile. E’ meglio che tu vada in
Vaticano.’

Berlusconi va’ dal Papa.

Berlusconi: ‘Sua Santità, voglio confessarmi.’

Papa: ‘Caro figlio mio, come ti chiami?’

Berlusconi: ‘Silvio Berlusconi’

Papa: ‘Ahi! Ahi! Ahi! Figliolo! Il tuo caso è molto difficile per me.
Guarda qui, sul lato del Vaticano c’è una cappella. Al suo interno
troverai una croce. Il Signore ti potrà ascoltare.’

Berlusconi, giunto nella cappella, si rivolge alla Croce: ‘Signore,
voglio confessarmi.’

Gesù: ‘Certo, figlio mio, come ti chiami?’

Berlusconi: ‘Silvio Berlusconi.’

Gesù: ‘Ma chi? l’ex Presidente del Consiglio?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘L’ex amico di Craxi?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘L’inventore dello scudo fiscale per far rientrare dalle isole
Cayman e da Montecarlo tutti i soldi che i tuoi amici hanno sottratto al fisco ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘L’amico dei Neo-Fascisti e Neo-Nazisti, particolare che si è
dimenticato di riferire al Congresso americano?’

Berlusconi: ‘Ehm… si, Signore.’

Gesù: ‘Quello che ha abbassato dell’1% le tasse dirette e costretto
comuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% per
tenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con
sentenza passata in giudicato?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha modificato la legge elettorale in modo da portarsi le sue “amichette” in parlamento?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha omesso qualsiasi controllo sull’entrata in
vigore dell’Euro permettendo a negozianti e professionisti di
raddoppiare i prezzi in barba a pensionati e lavoratori a reddito
fisso ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha abolito la tassa di successione per i patrimoni
miliardari e subito dopo ha cointestato le sue aziende ai figli?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e
salvato le sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo e che dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha epurato dalla RAI I personaggi che non gradiva?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù:‘Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva-Previti ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha
cambiato 3 volte ministro del tesoro ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per
il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una
società che li produceva?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che depenalizzato il falso in bilancio ed ha introdotto
la galera per chi masterizza I DVD ?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e si è fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato di
acquisire una società francese ?’

Berlusconi: ‘Ehm… sono sempre io, Signore.’

Gesù: ‘Quello che continua a raccontare che ridurrà le tasse e rimborserà l’IMU agli italiani prendendoli in giro?’

Berlusconi: ‘Si, signore.’

Gesù: ‘Figlio mio, non hai bisogno di confessarti.
Tu devi solamente ringraziare.’

Berlusconi: ‘Ringraziare???? E chi, Signore?’

Gesù: ‘Gli antichi Romani, per avermi inchiodato qui. Altrimenti
sarei sceso e t’avrei fatto un CULO COSI’!!!

la scenegiata con la lacrima

il delinquente

il giorno della condanna definitiva di Berlusconi sono numerosissimi gli spunti di riflessione che troviamo nei media

mi piace segnalare questo bello e , come al solito, brillante quadretto di F. Merlo sulla reazione scomposta e melodrammatica di Berlusconi immediatamente dopo la lettura del dispositivo della sentenza (il termine ‘delinquente’ inserito nella foto è da prendere nella sua accezione puramente etimologica, senza nessuna volontà di denigrazione o di additare alla gogna … ):

La sceneggiata con la lacrimuccia

Ieri sera in tv abbiamo rivisto il vecchio attore che per non subire la pena cercava di far pena. Ed è vera pena. È stata infatti una sceneggiata con la lacrima, come il gorgonzola e i fichi. Con un videomessaggio ha mandato in onda il dramma simulato del ricco evasore che si fa povero e vittima e chiede aiuto al popolo che ha frodato. Ricordava lo Stanlio che per malafede piagnucola e si copre la testa con le mani per mitigare la durezza della scoppola di Ollio.

L’amico di Putin e di Gheddafi vuole solidarietà perché ha rubato allo Stato, cioè agli italiani a cui ora si appella. E vuole la rivoluzione contro i giudici.

E il pop è diventato trash quando Berlusconi, seduto alla sua solita scrivania di rappresentanza, ha portato come prova regina del complotto della magistratura la conferma della stessa sentenza in primo, in secondo grado e in Cassazione. Prima ancora di un arretramento della civiltà c’è un arretramento della logica che fa del Berlusconi piangente un caso unico nella storia. Ieri sera con il video del dolore si è infatti impiccato ai suoi stessi sortilegi: il maestro della telecomunicazione è rimasto schiacciato dalla verità delle immagini, è diventato tutto quello che nei tempi felici esorcizzava, gonfio, acceso e fuori misura, ancora mattatore ma nel baraccone della finta pietà. Eppure non hanno condannato lo statista ma l’omuncolo.

La verità è che anche questa condanna non riesce ad essere drammatica, tutta dentro la piccineria del delinquente comune. Pure il caritatevole rinvio all’italiana della sua cacciata dalla politica non ha la grandiosità dello strazio di Craxi, non c’era lapietasche suscitò Forlani ripreso in tv con la bava alla bocca, neppure la complicità di un intero Stato come nel processo Andreotti, meno che mai la profondità di Gava che al carabiniere che pronunziava la formula di rito, «È lei Gava Antonio?», rispose: «Io ero, guagliò. Io ero».

La frode fiscale non rimanda infatti ai foschi destini di tanti politici italiani, all’oltraggio e alla tragedia di Piazzale Loreto, alla drammatica fuga e alla morte di Bettino ad Hammamet. Berlusconi ha rubato i soldi dello Stato, dunque nel suo Pantheon ci sono solo gli evasori truffatori, quel Felice Riva che fuggì a Beirut, i titolari dei conti segreti nei paradisi fiscali, e poi Callisto Tanzi, Ricucci, Coppola, i furbetti e i furboni, i manigoldi finanziari…. Non giganti sulle cui spalle giganteggia il nano, ma nani che nanizzano i giganti.

E il rinvio, che introduce una morbidezza “tecnica” nel peggio, è una invincibile pulsione italiana. Non è una scappatoia come le prescrizioni, le depenalizzazioni ad personam, i lodi e i legittimi impedimenti, ma è il punto debole più efficace per tentare nuove scappatoie. Sicuramente riduce le asperità, leviga le asprezze e permette alla politica di procedere nell’equivoco ancora per molti mesi.

Non ci sono precedenti nella storia d’Italia di un ex premier “arrestato” in villa. Il Tg1 ha pronunziato la parola “carcerazione”, ma nessuna delle sue mille case somiglia al bunker di Hitler né al Gran Sasso di Mussolini e neppure al modesto rifugio di Hammamet, dimore tragiche dove non giravano le patonze né i camerieri sotto forma di avvocati (e viceversa) e neppure i giornalisti a libro paga. Si capisce insomma che Berlusconi non è prenotato in una saga nibelungica ma in un carnevale estivo.

Ed è la prima volta che il telegiornale della Rai lo definisce «ultrasettantenne ». Cade dunque anche la finzione dell’eterna giovinezza, il lifting è stato strappato. E se chiedesse l’affidamento ai servizi sociali, come Forlani e come Previti, gli italiani vi troverebbero la barzelletta e tutti si eserciterebbero a immaginarlo assistito da una giovane badante marocchina, una fantesca giudiziaria, insomma un altro dei mille travestimenti orchestrati nella cantinetta: dopo la poliziotta con la manette, dopo la suorina, ecco la lap dance dei servizi sociali.

Abbiamo avuto Poggiolini e il suo puff pieno di danaro, un ministro della Sanità che bruciava le carte compromettenti dentro un pentolone, abbiamo avuto i terribili suicidi di Moroni, di Gardini, di Cagliari, abbiamo avuto la piramide di Panseca e il conto gabbietta del Pci, ma Berlusconi non riesce ad essere drammatico neppure nella solennità della Cassazione. Gli toglieranno il titolo di cavaliere ma resterà cummenda come nelle gag di Bramieri.

Eppure i suoi giornali hanno lungamente insistito nel reclutare tra gli antenati di Berlusconi i tanti protagonisti di quella politica criminale che è stata qualcosa di più grande, di più vasto e anche di più nobile della miserabile frode fiscale. Con il risultato che anche molti antiberlusconiani, vignettisti compresi, sono caduti nella trappola culturale di immaginare Craxi che dall’Aldilà vuole abbracciare il suo compare nell’Aldiquà.

Non è così. Nel caso di Berlusconi non solo la politica non è all’origine del crimine, ma è stata usata per legittimare il crimine, come fabbrica di impunità.

È vero che la storia del nostro Paese è, in gran parte, storia di criminalità politica, una lunghissima battaglia sui delitti e sulle pene, anche nella variante persecutoria. Scriveva il socialista Filippo Turati nel lontano 1882: “È nel delitto, in questa sciagurata materia che l’Italia ha un primato che non è quello sognato da Gioberti”. E nello stesso anno Pasquale Turiello, che militava nella Destra storica: «Mentre le altre nazioni sono rose dal nichilismo o dal socialismo, l’Italia è corrotta dalla terribile infermità del delitto politico». Ma nessuno può seriamente credere all’autoproclamazione di Berlusconi come continuatore di Crispi e di Giolitti («il ministro della malavita » lo chiamava Salvemini) o della Dc, che utilizzava il bandito Giuliano nella lotta di classe, e neppure dei protagonisti- vittime di Tangentopoli con i suoi crimini ma anche con le sue ingiustizie. Qui non c’è l’onore perduto della grande tradizione degli espatriati socialisti da Filippo Buonarroti ad Andrea Costa, Garibaldi, Salvemini, i fratelli Rosselli, Nenni… Qui il finale grottesco è la perfezionedell’inizio. E si capisce che davvero Berlusconi preferirebbe che dei forsennati lo trascinassero per strada e gli infliggessero qualche atroce supplizio, sceglierebbe lo scempio della folla invece di questo finalissimo da pirla. Patire, da sconfitto, una violenza, sarebbe il modo più sicuro per purificarsi, per farsi subito rimpiangere, per far credere agli italiani che era meglio tenersela cara quella loro abitudine, quel difetto nazionale, quel Cristo che andava protetto dagli squilibrati comunisti. Mal’Italia si limita a sghignazzare, a ridere, a disprezzare .

La frode fiscale, come del resto l’appropriazione indebita, la prostituzione minorile, la corruzione dei magistratiper impadronirsi della Mondadori, la corruzione del teste Mills…, non hanno nulla a che fare con la politica criminale che è una delle anime profonde di questo Paese di colpevoli che ha bisogno periodicamente di farsi cannibale e di sbranare un campione di colpevolezza. Al contrario Berlusconi ha tolto il senso politico anche al più politico dei delitti perché la compravendita dei parlamentari con denaro contante ha degradato persino il trasformismo in reato comune.

Non è dunque vero che questo è stato il processo del secolo, più spettacolare del processo Andreotti, e la sentenza di condanna, sostanzialmente uguale in ben tre gradi di giudizio, non è stata emessa a colpi di maggioranza parlamentare. Eppure per settimane hanno propalato l’idea che l’assoluzione avrebbe segnato il trionfo di Berlusconi ma solo la sua condanna ne avrebbe provocato l’apoteosi. E hanno cercato in tutte le maniere di trascinare nell’aula del Palazzaccio, e di nuovo sulle strade di Roma, il conflitto politico tra centrodestra e centrosinistra. Il tentativo, ancora e sempre televisivo, è quello di trasformare in un martire il solito campione del chiagne e fotte,il peggio della natura italiana, ora certificata dalla Cassazione. Ecco perché ancora più che giustizia è stata fatta chiarezza.

condannato! la fine di un’epoca!

 

 

bel buquet

è la notizia che si è diffusa in un istante in tutto il mondo

S. Berlusconi è stato condannato definitivamente, dalla Cassazione, ieri, per evasione fiscale protrattasi anche negli anni in cui era presidente del Consiglio dei ministri rappresentando ai massimi livelli le Istituzioni

questo sito non ha un intento in primo luogo ‘informativo’ per cui non si dilunga in dettagliate informazioni su un fatto che purtuttavia ha una rilevanza di primissimo piano per il nostro paese che deve prendere atto che per un ventennio è stato governato da un delinquente

si limita a prendere atto con sollievo che è indubbiamente  finita un’epoca e lo fa prendendo a prestito le parole amare ma vere dal sito ‘il mondo di Galatea’:

Lo han condannato. E a me non è venuto nemmeno da scrivere un post in diretta, mentre Porta a Porta mandava in onda una puntata in cui non c’era un plastico costruito ad hoc, ma la sua faccia, però in un video di qualche tempo fa ripescato; e a In Onda, causa l’afa e le ferie, non trovavano nessuno cui far commentare la cosa se non Briatore.

E’ da queste cose che si capisce che, bene o male, è proprio finita un’epoca.

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