“Una scelta difficile ed eroica, ma presa con grande serenità”. E’ la “scelta” di lasciare il papato fatta da Benedetto XVI il 28 febbraio scorso, per la prima volta raccontata da monsignor Alfred Xuereb, attuale segretario di papa Francesco. Invitato a Pordenone a presentare il libro Per una ecologia dell’uomo sui discorsi di Ratzinger, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, monsignor Xuereb, maltese, è stato un testimone privilegiato delle storiche dimissioni di Benedetto XVI seguite dall’avvento di Bergoglio, essendo stato uno dei segretari di Ratzinger accanto al segretario “titolare”, il vescovo tedesco George Gaenswaen. Nel corso della conferenza di Pordenone e, successivamente, in una intervista alla Radio Vaticana, il fido collaboratore di papa Francesco ha raccontato episodi ed aneddoti della sua esperienza al servizio di Benedetto XVI presentandolo in una luce nuove ed inedita, poco conosciuta al grande pubblico. “L’ho voluto fare – ha specificato all’emittente pontificia nell’intervista esclusiva concessa a Luca Collodi – perché soffro troppo quando leggo giudizi errati e superficiali sulla figura e l’opera di Joseph Ratzinger”. Le dimissioni. Sull’abbandono del pontificato, monsignor Xueber si è detto “convinto che la scelta tanto difficile quanto eroica di Benedetto XVI di rinunciare al ministero petrino, non poteva non essere condivisa col fratello Georg con il quale c’è sempre stata da parte di papa Benedetto una splendida, singolare intesa”. “Con raffinata delicatezza mi informò, qualche tempo prima, della sua decisione e per confortarmi mi ha ripetuto per ben due volte: lei andrà col papa nuovo. E per questo lo ringraziai di cuore dicendogli che gli sarei stato grato per sempre”. Le visite di George Ratzinger al fratello papa per Xueber erano “un dolce spettacolo di un amore fraterno molto speciale. Benedetto lo prendeva sotto braccio, lo accompagnava, lo aspettava volentieri al pianoforte, gli spiegava con pazienza il significato di alcuni vocaboli italiani che non capiva”.
Continuità con i Papi precedenti. Nell’intervista, il segretario sostiene anche che tra gli ultimi papi, compresi Francesco e Benedetto XVI, c’è profonda continuità sia nei confronti della dottrina che in materia di difesa della natura ed amore verso gli animali. ”Voglio ricordare – ha spiegato – la sensibilità verso la natura che aveva Giovanni XXIII, che tra poco grazie a Dio verrà canonizzato. Lui, che era figlio di contadini, come non poteva avere sensibilità nei confronti del Creato?”. Sensibilità mostrata da Giovanni XXIII ”con i giardinieri” con i quali si incontrava spesso e volentieri durante le passeggiate. Come pure da Paolo VI e da Giovanni Paolo II, del quale ha ricordato ”le uscite a respirare l’aria delle montagne”. Quella dei Papi, per Xueber ”è una storia, perché, appunto, fatta da Pontificati diversi ma connessi l’uno con l’altro. Altrimenti sarebbe solo un libro con vari episodi chiusi. Invece, sono dei capitoli”.
L’amore per gli animali. ”Papa Benedetto non ha amore solo per i gatti, ma per tutti gli animali”, ha rivelato mosnignor Xuerebe. ”La prima immagine che mi viene in mente – ha confidato – è che Papa Benedetto si scioglieva davanti agli animali, alla natura, gli piaceva stare fuori, quando uscivamo, per fare una scampagnata, anche quando veniva suo fratello dalla Germania. Ricordando, forse, i momenti in cui, in Germania, da ragazzo, andavano a fare gite nella natura”. ”Nei confronti degli uccellini – ha aggiunto il prelato maltese – posso raccontare un aneddoto. Qualche anno fa, in inverno, durante una passeggiata nei Giardini vaticani recitando il Rosario, notavamo spesso un merlo bianco. Alla fine del rosario mi chiedeva se si era fatto vedere, suggerendomi poi di andare a fare qualche foto del merlo. Con l’aiuto dei nostri fotografi, che hanno macchine migliori della mia, sono andato ed ho scattato alcune foto. Quando le ha viste, l’espressione era di meraviglia. Mi disse che erano foto da pubblicare. E qualche giorno dopo, le foto sono finite sull’Osservatore Romano”. ”Ancora: alla fine di un’udienza generale – ha raccontato don Alfred – alcuni, dalle parrocchie, portano statue raffiguranti Santi. Ricordo che dissi al Papa che un Santo da lui benedetto in una circostanza, aveva il cane accanto a sé. Mi rispose: ‘Alfred, non solo questi Santi sono simpatici, ma diventano più umani’. Una battuta che rivela la sua attenzione per la presenza del mondo animale accanto a questi uomini che diventano così Santi più vicini alla nostra vita quotidiana, potendo rivolgerci loro in confidenza. E’ molto bello questo”.
La sofferenza per gli errori su Ratzinger. “Devo dire che – ha detto il segretario papale – sento dentro di me, da un certo tempo, un impulso: quello di dare un contributo, piccolo quanto sia, a rivelare la vera identità di papa Benedetto. Soffro, quando sento commenti che sono lontani dal rappresentare il vero papa Benedetto. Io, che ho avuto la fortuna, la grazia, di conoscerlo da vicino vorrei raccontare la persona che ho conosciuto e se oggi parlo di lui, ricordando alcuni episodi della mia esperienza, lo faccio con la speranza di farlo conoscere meglio”.
Amore filiale. “Lo sto amando come può amarlo un figlio”, si è quindi lasciato andare monsignor Xueber. “Quand’ero con Papa Benedetto e qualcuno mi rivolgeva una domanda su di lui, ripetevo sempre: finché sono segretario dell’attuale pontefice, io non rispondo a nessuna domanda su di lui. Lo ripeto anche qui: finché sono con papa Francesco non dirò mai niente su di lui. Non conoscevo Benedetto e lo ho amato come un padre, più di un padre. Non conoscevo papa Francesco e lo sto amando come un figlio”. “Avendo avuto il privilegio di vivere per cinque anni e mezzo, giorno dopo giorno nel palazzo apostolico con papa Benedetto sento quasi un impulso dentro di me per correggere un po l’identità che è stata trasmessa di Benedetto XVI, in particolare negli anni del suo pontificato”. E ancora: “Posso dire che è una persona straordinaria da cui sono rimasto fortemente affascinato. Da un lato è un uomo di elevatissima cultura, un gigante per profondità e lucidità intellettuale, dall’altro presenta una disarmante semplicità e una sensibilità rara se non
unica. Sa costruire dei rapporti senza mai mettere a disagio il suo interlocutore, anzi l’aiuta a farsi sentire accolto ed apprezzato. E’ un uomo che ha l’arte di relazionarsi con gli altri stabilendo un approccio di naturalezza e di franchezza”. Entrando, infine, nel merito del volume che tratteggia il rapporto di Benedetto con il Creato, monsignor Xuereb ha sottolineato come la persona umana sia per Ratzinger “il coronamento dell’intera creazione perché immagine