Giovanni ci fa alzare il capo, mentre ci trasmette tutto quello che ha sperimentato di Gesù .
E lo concentra in tre parole: la prima è “dimora”.
Se uno mi ama, io e il Padre verremo e prenderemo dimora in lui. Dio è venuto, mi abita, è entrato in me più dell’aria nei polmoni, più del sangue nelle vene.
In me? Ma davvero? Qui troverai ben poco Signore, starai alle strette; però ti assicuro che cercherò un pezzetto di casa dove tu possa sentirti amato, un riparo, un nido per la pace che tu porti.
Seconda parola: “pace”. Gesù risorge e incontrando i suoi la prima parola che erompe dal cuore è: Pace a voi! Lo ha ben capito anche papa Leone, impostando su questo sogno di pace il suo primo messaggio.
Ma Gesù regala una certezza, non un augurio; dice che la pace è già qui, è nelle mani e nel cuore: vi do la mia pace, ma non come fa il mondo.
Scende pace, piove pace sui cuori e sui giorni. È pace.
La pace che non si compra e non si vende; dono che diventa conquista con un artigianato paziente.
Come? Respingendo i tre maledetti verbi della guerra:
prendere, depredare e impossessarsi anche di ciò che non è tuo;
salire, cercare prestigio e grandezza, essere il più grande;
dominare, la seduzione e la prostituzione del potere.
A questi, Gesù lungo tutto il suo vangelo contrappone tre verbi benedetti:
dare, condividere e donare, anziché tenere in pugno;
scendere, come il Samaritano buono, che scende da cavallo e si china sul dolore;
servire, verbo per coraggiosi e innamorati, per madri che sanno dire: “prima vieni tu, e dopo io”.
Dare, scendere servire. Tre verbi benedetti, che disarmano le menti.
Terza parola-promessa riguarda lo Spirito Santo: Vi ricorderà, vi insegnerà, ri-porterà al cuore, ri-accenderà tutto Gesù.
Inciderà di nuovo nell’intimo gesti e parole di lui, di quando passava e guariva la vita.
Ma poi non basta, lo Spirito vi insegnerà nuove sillabe divine, parole nuove mai dette ancora e nuovi pensieri, vi farà affondare le mani nel futuro, rinnoverà la faccia del mondo. Insegnerà a ciascuno, perché lo Spirito Santo non è la riserva di qualche eletto, perché ogni cristiano ha tanto Spirito quanto ne ha il papa, ha tutto lo Spirito di cui ha bisogno per fiorire, creare, ed essere nella vita donatore di vita.
Lo Spirito ci fa innamorare di un cristianesimo che sia visione, incantamento, fervore, poesia, slancio. E fioritura anche delle mie spine.
Dimora. Spirito. Pace. Parole impastate di leggerezza e di soffio ardente. La pace si fa solo piantando piccole oasi di alleanza là dove siamo chiamati a vivere, ciascuno con la sua piccola palma di pace piantata nel deserto della storia.
E quando la mia oasi più la tua, il mio metro quadro di pace più il tuo, più quello di un altro al nostro fianco, più quello del vicino, quando saranno milioni, le piccole oasi conquisteranno il deserto e lo faranno fiorire.