un vescovo che dice pane al pane e vino al vino

“di preti baroni non ne abbiamo bisogno, e di vescovi arroganti neppure!!!”

mons. Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela

 
 
“Se non ci sporchiamo le mani con le persone che incontriamo in mezzo alla strada, siamo baroni del culto, abbiamo una mentalità feudale, torniamo ai tempi di don Rodrigo e dell’Innominato, pensiamo che i nostri fratelli siano pecore senza teste, pensiamo che gli altri debbano essere continuamente assoggettati a noi”
mons. Giovanni Accolla,
arcivescovo di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela

nella Concattedrale di S. Maria Assunta

di S. Lucia del Mela
04 febbraio 2017
E’ importante che una comunità sappia cogliere i doni che vengono dall’ascolto della Parola di Dio e valorizzarli nell’ambito famigliare, nell’ambito civile ed ecclesiale
Dobbiamo dare il giusto valore alle formalità, noi non siamo chiamati a salvare le regole, a salvare i palazzi, a salvare le istituzioni, noi siamo chiamati a dare risposte alle persone, alle persone che incontriamo lungo la strada, piccoli o grandi, belli o brutti, intelligenti o ignoranti non ha importanza. Ma dove c’è una profonda e ricca dimensione di umanità quell’altro diventa la vera autentica immagine di Gesù, quella icona, quel volto di Gesù verso cui ognuno di noi è proteso, in atteggiamento di adorazione e di rispetto
Siamo chiamati ad interiorizzare le pratiche religiose, perché le pratiche religiose diventano pii esercizi, che riempiono di incensi le chiese, di canti le chiese, di organizzazioni le chiese, ma se non riempiono di amore vero il cuore dei cristiani nella gioia della condivisione, sono pratiche vuote!! Sono pratiche che non dicono niente!! Non è un atto di preghiera e di adorazione del Signore, ma diventa un atteggiamento e una pratica che dissacra la sacralità dell’amore di Dio per noi. …
Attenzione ai ruoli istituzionali che diventano luoghi di sfruttamento e non di servizio …
tutti politici, sindaci, preti tutti quanti abbiamo bisogno di riscoprire in maniera forte la dignità delle persone, altrimenti siamo soggetti che occupando dei posti, li abbiamo sequestrati alla giustizia! Siamo dei signori che nel nostro ruolo abbiamo assunto un atteggiamento di prepotenza e non di amore e di servizio verso i cittadini o verso i fedeli, secondo l’ambito nel quale ci muoviamo. Diventiamo dei piccoli ducetti che pensano di riempirsi i fianchi perché finalmente hanno espresso un pizzico di potere.
E’ necessaria una rivoluzione interiore, lo dico con forza, ma lo dico con tanta gioia:  
Signore dacci il dono di una vera ed autentica conversione, dacci la gioia che i gesti che noi poniamo esprimano realmente ciò che noi viviamo verso di te, Tu sei il Dio che ci ha incontrato, noi siamo i figli tuoi, che vogliamo vivere quotidianamente la gioia dell’incontro e non il fastidio dello scontro
Se non ci facciamo ultimi e poveri con i fratelli più disagiati, non stiamo camminando alla sequela di Gesù.
Il pastore nel suo ministero è chiamato a dare sapore nella vita della comunità a lui affidata. Sapore, si deve sentire il profumo in siciliano “u ciauru”, ed essere luce del mondo, non con le chiacchiere, ma con la testimonianza di vita.
 
Se non ci sporchiamo le mani con le persone che incontriamo in mezzo alla strada, siamo baroni del culto, abbiamo una mentalità feudale, torniamo ai tempi di don Rodrigo e dell’Innominato, pensiamo che i nostri fratelli siano pecore senza teste, pensiamo che gli altri debbano essere continuamente assoggettati a noi.
La prima legge non è il diritto canonico, la prima legge è la legge dell’amore che scaturisce direttamente dalla chiamata di Dio per noi. Di preti baroni non ne abbiamo bisogno, e di vescovi arroganti neppure!!!