i cristiani omosessuali attendono risposte dalla chiesa

le domande dei cristiani omosessuali

 da l’Avvenire

«la pastorale della Chiesa è chiamata ad innescare processi di cambiamento, conversione, promozione, liberazione. Questo significa optare per la formazione della coscienza che sappia scorgere la volontà di Dio nel quotidiano, qui ed ora, piuttosto che una generica e spersonalizzante affermazione di principi astratti »

Si chiamano cristiani lgbt. Pregano, riflettono sulla propria condizione e mandano ai vescovi documenti con proposte pastorali. Sono anche riuniti in un Forum che, una volta l’anno, chiama a raccolta chi, ritrovandosi in questa complessa “frontiera esistenziale”, non intende rinunciare a cercare la propria posizione nella comunità ecclesiale.

Se pensiamo a carnevalate di dubbio gusto, con ostentazioni plateali e rivendicazioni espresse in modo sgangherato tipo Gay Pride, siamo decisamente fuori strada. Il Forum dei cristiani lgbt, che si è riunito nei giorni scorsi ad Albano laziale, ha discusso di legge naturale e di formazione delle coscienze, di accompagnamento spirituale e di progetti pastorali. Tra le decine di partecipanti, oltre a sacerdoti e religiose, anche non pochi genitori con figli omosessuali. I partecipanti del Forum di Albano hanno avuto l’opportunità di incontrare il vescovo diocesano, Marcello Semeraro, che è anche segretario del C9 (Il Consiglio dei cardinali). Parlando alla mamma di un figlio omosessuale che chiedeva fino a che punto una persona lgbt si possono considerare “dentro” la Chiesa, Semeraro ha ricordato che non è evangelico, in riferimento all’appartenenza alla comunità ecclesiale, usare termini come “dentro” o “fuori”. Si tratta piuttosto di accompagnare e integrare tutte le persone, a partire dalla condizione di ciascuno. Semeraro ha fatto riferimento all’Amoris laetitia, dove il Papa ribadisce che «ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto». Mentre per quanto riguarda le famiglie «si tratta di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita» ( Al 250).

Ma come tradurre concretamente queste indicazioni in prassi pastorale? Come mostrare il volto di una Chiesa chiamata ad accogliere, accompagnare, integrare tutti coloro che bussano alla sua porta? Ne ha parlato padre Pino Piva, coordinatore nazionale dell’apostolato degli esercizi spirituali ignaziani: «La pastorale per persone omosessuali cristiane, che desiderano essere parte della vita della Chiesa a partire dalla loro identità, ha soprattutto il dovere di aiutare queste persone a conservare la speranza in Dio, nella Chiesa, nella comunità». Secondo il gesuita, anche per le persone omosessuali, «la pastorale della Chiesa è chiamata ad innescare processi di cambiamento, conversione, promozione, liberazione. Questo significa optare per la formazione della coscienza che sappia scorgere la volontà di Dio nel quotidiano, qui ed ora, piuttosto che una generica e spersonalizzante affermazione di principi astratti ». Padre Piva, che segue abitualmente gruppi di preghiera con la presenza di cristiani lgbt, si è detto convinto che la pastorale per le persone omosessuali «non possa più essere considerata “straordinaria” o “di frontiera”, per evitare sofferenze inutili, provocate da ignoranza del Vangelo e da una falsa concezione di verità senza misericordia».

Più impegnative, non solo dal punto di vista teorico, le considerazioni offerte al Forum dal filosofo Damiano Migliorini, autore tra l’altro con Beatrice Brogliato, di un monumentale saggio, quasi 500 pagine, sull’amore omosessuale (vedi box qui accanto). Secondo l’esperto la questione omosessuale e la nuova questione gender «sono nel loro insieme un vero e proprio test per la teologia cattolica » perché implicano la necessità di «andare alle radici più profonde dei propri dispositivi, in morale come in ecclesiologia, in sacramentaria come in teologia dogmatica». Se è vero che Amoris laetitia apre prospettive nuove, tutte però da mettere a fuoco, si tratta – ha spiegato Migliorini – di porsi una serie di domande e di riflettere sulle possibili conseguenze. Eccone alcune: «Davvero la dottrina della legge morale naturale applicata alle questioni di morale sessuale non permette un’integrazione delle istanze provenienti dalle minoranze sessuali? Nella ragionevolezza della dottrina morale quale posto si può rovare per l’amore omosessuale?». Per arrivare alla questione forse più drammatica: «Fino a che punto possiamo spingerci nel valutare la presenza di omosessuali, transessuali, bisessuali nel piano di Dio?». Domande che dal Forum dei cristiani lgbt tornano adesso nelle associazioni, nei gruppi di preghiera già impegnati in percorsi di ascolto. Una rete più vasta di quanto ci si possa immaginare. A dimostrazione che questa realtà esiste, bussa alle porte delle nostre comunità e chiede spazio, ascolto, accoglienza non discriminante. Tanto che anche l’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia ha avviato un sondaggio per censire le proposte di accompagnamento rivolte alle persone omosessuali presenti nelle comunità e per valutare iniziative future. «La condizione omosessuale – ha concluso padre Piva – non è un problema per la fede, semmai una opportunità di progressiva comprensione dell’essenziale».




la relazione di Géza Dul al CCIT 2016 sulla pastorale degli zingari in Romania

CCIT 2016 – Esztergom (Ungheria)

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1)  I Rom in Ungheria1


Sulla base delle tradizioni secolari la società ungherese è tollerante verso i Rom, ma negli ultimi anni è apparso una forte voce anti-rom nella vita politica. L’aspetto negativo della democrazia per i Rom è il giocare nelle lotte politiche dei partiti con la carta degli Zingari, e questo si manifesta in un forte antiziganismo, o in un permissivismo eccessivo. La “discriminazione positiva” falsamente interpretata ha rovinato molto l’opinione pubblica sugli Zingari che ha condotto tante volte ai giudizi meno duri in molti casi quando gli autori del delitto erano d’origine rom. Nel Parlamento è presente un partito politico rappresentando pensieri anti-rom eccessivi. Tuttavia, forse anche un contro-effetto di questo è evidente. Nella società c’è uno strato che diventa sempre più attiva per colmare il conflitto tra Zingari e non Zingari. Conferenze organizzati su questo tema sono sempre più frequenti, i volontari mostrano ogni dove la loro disponibilità per aiutarli. In tutto il paese, abbiamo 80-100 iniziative pastorali formali degli Zingari all’interno della Chiesa cattolica. rom ungheresi

La sindrome da burnout dei specalisti significa un problema.

L’ostacolo dell’integrazione può essere l’assistenza sbagliata che conferma la subordinazione e la dipendenza, e non sostiene il mettersi in proprio.

Vogliamo sottolineare l’ostacolo che deriva dalla mancanza di autostima degli Zingari e questo è confermato e spesso provocato dall’opinione della maggioranza sulla soggezione dei Rom, constituendo un’ostacolo davanti la sana cooperazione sociale tra Rom e nonRom. Ci sono alcuni che vogliono “risolvere” il “problema” dei Rom che stanno lentamente ma sempre più rendendosi conto della coscienza in modo che vogliono fare ritornare lo spirito nella bottiglia, gli altri cercano di trovare soluzioni più degne all’uomo: fuori la formazione adeguata, la crescita dell’occupazione cercano di rispettare la loro cultura specifica per dare un posto degno agli Zingari nella società. approcci fortemente diversi fanno germogliare conflitti estremi poligonali che sono l’origine delle tensioni attuali con i Rom.

Il numero degli Rom ammonta al 7-8% della popolazione totale. Tuttavia, la capacità riproduttiva della popolazione Rom è molto superiore a quella della società maggioritaria, e quindi il numero della società Rom cresce in un ritmo molto più veloce. Il 20% delle donne nonrom ha tre o più figli, il 61% delle donne rom ha tre o più figli.2 In dieci anni, mentre il numero della popolazione ungherese è diminuito di 300 mila, il numero degli Rom è aumentato di 100 mila.

Alcuni gruppi degli Zingari sono presenti nel paese, l’87% non parla la lingua, gli Zingari cosidetti “romungri” che parlavano il linguaggio di Carpazi che è vicino alla lingua romanes di oggi sono arrivati nel paese nel XV secolo. Il 7,8% dei Rom che viva nel paese è valacco che era venuto nel XVIII e XIX secolo in Ungheria, parla la lingua lovari. Gli Zingari bea non parlano una lingua di tipo romani, ma di vecchio rumeno; loro costituiscono il 4,5% della popolazione zingara in Ungheria.

La situazione sanitaria dei rom ungheresi è molto sfavorevole. La speranza di vita per un uomo zingaro è di circa dieci anni meno di quella dei membri della società maggioritaria. Il tasso di incidenza della malattia è di solito 2-3 volte più, ma c’è una malattia che si incontra sei volte più (l’asma) fra i Rom.

Le condizioni abitative rispecchiano la loro situazione avversa. Uno dei problemi più gravi è l’eliminazione dei quartieri dei Rom. Più volte è stato preparato un piano di liquidazione finale”. Nel 2002, alcuni miliardi di fiorini sono stati programmati, ma alla fine il piano è caduto vittima dei giochi politici.3 Da quello tempo, l‘eliminazione dei quartieri va avanti continuamente, ma molto lentamente.

Solo il 25,1% dei Rom in Ungheria ha un posto di lavoro, il 5% studia, il numero dei pensionati di invalidità è molto alto: 15,4%. Quelli che sono a casa per educare i bambini, il 13%, ricevono un po’ di remunerazione. Prima del cambio di regime, al regime di dittatura di Kádár, l’85% aveva un posto di lavoro. In quel tempo, la disoccupazione era dentro il posto di lavoro. Negli ultimi 25 anni, questo ha provocato una sorta di nostalgia per il periodo prima del cambio di regime.

L’alto indice della disoccupazione è in relazione con il livello basso di scolarizzazione, di formazione. Il tasso di disoccupazione è così alto perché il livello della scolarizzazione e della formazione della popolazione rom è basso. E appunto a causa della povertà non può ottenere una scolarizzazione di livello più alto perché non si dispone di un reddito sufficente per crescere nella formazione. Questo circolo vizioso impedisce di uscire della povertà e riproduce continuamente la povertà, le povere condizioni abitative e gli indicatori di salute.

L’istruzione mostra allo stesso tempo tendenze positive e negative. Il tasso della popolazione che non finisce l’istruzione primaria è molto alto, è di 30,2%, e la parte che ha finito la scuola secondaria è solo di 36,4%. L’indice dei maturati riflette il tasso nella classe di età. E’ bene che questo indice si aumenta nella classe di età sempre più giovane.

Tabella comparativa tra la scolarizzazione della popolazione maggioritaria e quella rom: Inferiore all’istruzione primaria – Almeno istruzione primaria – Scuola professionale – Maturità – Università, collegio http://www.ceferino.hu/images/stories/tanulmanyok/dul-g-besz-a-ciganysag-helyz/beszamolo_a_magyar_clip_image002_0001.gif

Cambiamenti favorevoli: tra i gruppi di età più giovani la parte della popolazione che non finisce la scuola secondaria mostra una riduzione meno di cinque volte, ma è sempre di 15%. Il numero delle persone nelle classi di età più giovani che finiscono la scuola primaria sta sempre crescendo. La percentuale di maturati è aumentata di dieci volte in trent’anni, ma anche attualmente è solo di 11,4%. (Nella popolazione maggioritaria il tasso di maturati è di 38,2%.) L’indice dei lavoratori è più alto, è quasi quadruplicato. Gli ultimi sondaggi mostrano che – benché il numero di maturati fra i Rom stia crescendo, lo svantaggio sta crescendo sempre di più perché il numero di maturati giovani nella popolazione totale cresce molto più velocemente. In dieci anni il ritardo dei Rom è aumentato di 27%. Purtroppo, la recente tendenza è che il numero di scuole segregate e di classi omogenee rom di pedagogia differenziata sta crescendo.4 I dati educativi sono il peggiori negli insediamenti di quasi ghetto.

L’indice di scolarizzazione di collegio e di università è estremamente elevato rispetto alla media europea, ma resta ancora inferiore al 2% (il 7-8% sarebbe opportuno per la quota).

2) La pastorale dei Rom nella società con le tensioni tra Rom e non-Rom


C’è un elemento centrale, un‘idea di base nella pastorale degli Zingari. Non è sufficiente di affrontare il riallineamento unilaterale dei Rom, ma bisogna anche trasformare la società maggioritaria in accogliente verso i Rom e anche questo è il compito della pastorale degli Zingari. Allo stesso tempo, dobbiamo esercitare la nostra attività in due direzioni, perché la zizzania che separa gli Zingari e non Zingari non si attenua spesso con il trattamento unilaterale, secondo le esperienze, ma al contrario, le tensioni aumentano, come reazione opposta. La soluzione più efficace è la presenza comune degli Zingari e non zingari in comunità quando guardano insieme in entrambe le direzioni, verso entrambi i lati delle tensioni sociali.

Il governo politico attuale è cooperativa, incline moderatamente ad aiutare, assicurando un contesto adatto per l’opera di evangelizzazione tra la popolazione rom.

Alcuni fatti, eventi d’importanza simbolica che influenzano il pensiero collettivo

Probabilmente, non sono molti che usano la Bibbia completa tradotta in lingua romaní in 2008, ma si sente il suo effetto sull’autovalutazione degli Zingari che va crescendo. Nella liturgia essa si utilizza come traduzione, e non come un testo liturgico ufficiale. Il rispetto e la conoscenza del Beato Ceferino sono cresciuti in tutto il paese. La sua immagine, il suo nome sono diventati sempre più conosciuti tra gli Zingari, la sua immagine è esposta agli incontri per formare la coscienza. Questo influisce la mentalità pubblica sugli Zingari. Negli ultimi anni, da una parte stiamo notando una voce forte anti-rom nella politica, e allo stesso tempo, il numero dei giovani zingari lauerati coinvolti nella vita pubblica sta aumentando, e si mostra anche un interesse silenzioso, una solidarietà verso i Rom. In precedenza, queste persone erano prevalentemente di mentalità di sinistra, e adesso stanno cominciando ad essere presenti nei valori cristiani.

Nel 2010, un libro divulgativo con titolo Etnografia dei Rom è nato dalla penna del vescovo János Székely che presente la situazione, la storia e la cutura dei Rom. Questo libro ha suscitato un interesse oltre le aspettative e stiamo notando che forma continuamente l’immagine delle persone di buona volontà dagli Zingari. Nel 2015, un libro di catechesi è stato fatto per Rom, e nel 2016 anche un libro sul rito funebre di lingua romaní.

Ogni anno organizziamo incontri di grandi dimensioni. Tali sono la festa patronale a Csatka (una parte della Santa Messa si dice in lingua zingara, con testimonianze), la festa patronale degli Zingari a Mátraverebély – Szentkút (organizzata dai comuni di minoranza di questa regione, con processione e liturgia della Parola), la festa patronale degli Zingari a Máriapócs (un evento di due giorni con esercizi spirituali), la festa patronale di Sant’Anna a Csobánka, l’incontro degli Zingari giovani a Kaposszentbenedek, un incontro nazionale tra Zingari – non-Zingari a Vác, la festa patronale di San Martino a Alsószentmárton.

La chiesa cattolica greca è presente in una regione dove gli Zingari sono presenti in una percentuale elevata, facendo grandi sforzi nella pastorale degli Zingari. Scuole, esercizi spirituali, festa patronale degli Zingari a Máriapócs, ecclesia rom a Hodász.

Nel 2013, la Conferenza Episcopale Ungherese ha organizzato per la prima volta le Giornate Sociali Cattoliche. La pastorale degli Zingari era presente con alcune lezioni, organizzando una tavola rotonda e ha suscitato notevole attenzione.

Il lavoro dell’Istituto Beato Ceferino, istituzione della Conferenza Episcopale Cattolica per la pastorale dei Rom, ha una importanza pre-evangelizzatrice perché si coinvolge nel programma di lavoro nel settore pubblico che copre l’intero paese, donando così un sostegno per la vita di migliaia di Rom disoccupati e per le loro famiglie.

Ci sono nove sacerdoti di origine rom, la difficoltà è che una volta incorporati nella pastorale diocesana diventano meno coinvolti nella pastorale diretta dei Rom.

Tutti questi eventi rinforzano l’autovalutazione dei Rom, da una parte, per essere capaci di avere relazioni più armoniose con i non Rom, e dall’altra parte per formare l’immagine dei non Rom sui Rom perché quelli siano più accoglienti, più relazionali.

Parrocchie

L’attività ordinaria delle parrocchie non è tanto spettacolare, ma forse la più importante (catechismo, battesimo, messe, ecc.), a cui partecipano, naturalmente, molti Zingari. Basta pensare, per esempio, all’Arcidiocesi di Eger dove il 25% dei battezzati sono bambini rom.

Formazione dei seminaristi

Secondo la raccomandazione di 2013 del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e Itineranti, il tema della cultura dei Rom e della pastorale dei Rom è stato conosciuto ogni dove in qualche modo nei seminari in Ungheria, nell’educazione, tuttavia, in questo campo è ancora necessario di fare ulteriori passi. Il Comitato della Pastorale dei Rom della Conferenza Episcopale Ungherese ha preparato un programma scolastico che viene utilizzato nei collegi teologici secondo le loro peculiarità, di solito nel contesto della disciplina della Pastorale.

Altre attività regolari

Inoltre, molti Zingari sono aiutati dalla Caritas (assistenza alimentare, vestiti, medicine). In alcuni casi, la Caritas ha contribuito a lanciare programmi per aiutare la creazione di posti di lavoro (per esempio, a Kerecsend con un programma di semenza). Anche la nostra pastorale fra i detenuti è regolare dove entriamo in contatto con molte persone zigane (per esempio a Vác, a Balassagyarmat). Parecchi istituti educativi organizzano corsi biblici, sante messe (per esempio a Esztergom, a Aszód).

Ci sono movimenti religiosi a cui partecipano numerosi Zingari. Per esempio, al Cursillo che dà un’esperienza e una formazione molto intensa dura un weekend lungo. Un gran numero di Zingari ha partecipato ai weekend di Cursillo nel 2013.

3) Attività di evangelizzazione degli Zingari in modo mirato

La Chiesa cattolica sostiene molte istituzioni educative dove la maggior parte dei studenti è zigana, (per esempio in città di Kazincbarcika, Karcag, Szolnok, Nyíregyháza, Rakaca, Hodász, nei collegi specializzati per gli Zingari a Miskolc, a Szeged ed a Budapest, ecc.).

Ogni anno è consegnato il premio Valyi (riconoscenza del lavoro per i bambini svantaggiati nella provincia Komarom-Esztergom).

Con il sostegno della Conferenza Episcopale organizziamo ogni anno la Conferenza della pastorale degli Zingari, che offre ai dirigenti della pastorale dei Rom una formazione professionale e un’occasione per la condivisione di esperienze nelle zone più diverse del paese.

In alcune città universitarie del paese (a Budapest, Miskolc, Debrecen, Nyíregyháza e Szeged) operano collegi specializzati per gli Zingari, guidati dalle chiese (cattolica: gesuita, diocesi di Szeged-Csanád, diocesi cattolica greca di Hajdúdorog, chiese protestante e luterana). Mentre i rom giovani in prevalenza stanno studiando all’università o ai collegi hanno anche l’occasione di approfondire la conoscenza sulla cultura e la storia zigane, ricevono una formazione per la convivenza tra Zingari – non Zingari. Il senso della missione si sviluppa in loro, è sperabile che loro diventeranno lo strato dirigente intellettuale dei Rom nel futuro. Tra loro ci sono alcuni che vogliono diventare medico, musicista, canzonettista, artista, lavorio sociale, professore.

Nel 2015, sotto la direzione dell’Istituto Beato Ceferino, con il sostegno finanziario della conferenza episcopale è cominciata una formazione dei collaboratori pastorali nella pastorale dei Rom, con l’obiettivo di formare collaboratori rom e non-rom impegnati nella pastorale dei Rom per aiutare nelle parrocchie delle comunità il rapporto delle parrocchie con la società rom locale. La formazione prepara per il lavoro Rom e non Rom, con un livello di istruzione molto diverso, offrendo una conoscenza sull’etnografia rom e sulla pastorale fondamentale.

La Rete Socio-pedagogica della Chiesa comprende centri comunitari dove le persone svantaggiate sono sostenute per studiare, per costruire comunità, e dove si offre anche la possibilità di lavarsi, mangiare, fare il bagno, di trovare un supporto di consulenza (nelle città di Arló, Esztergom, Karcag, Gilvánfa, Alsószentmárton, Kaposfő e Zsámbék).

Nella Diocesi di Vác opera la Casa Ceferino, ufficio di pastorale dei Rom. Il suo principio è quello della pastorale non solo dei Rom, ma vuol predersi cura anche dei non-Rom perché i rappresentanti della società maggioritaria diventino capaci di entrare in contatto con loro. Ci sono comunità di Zingari-non-Zingari che operano in alcuni comuni con la partecipazione di 30-40 persone. Si vedono ogni mese, partecipano ogni anno agli esercizi spirituali. Ognuno di loro sta lavorando nel suo comune per introdurre gli Zingari nella vita pubblica locale. Iniziative di sostentamento sono state avviate per aiutare i Rom. Queste persone visitano scuole, organizzano „corsi di professore mastro straordinari” per gli studenti di età compresa tra i 10-18 anni. I giovani sono molto sensibili a un contatto diverso tra Zingari e non-Zingari.

Reti di assistenza doposcuola guidate dalle famiglie sono state create per bambini svantaggiati rom nelle regioni Nyírség e Nógrád per sostenerli nelle scuole. Una rete di case di comunità opera nella diocesi di Vác (nei comuni di Dejtár, Vanyarc, Kálló, Mátraverebély e Valkó), sotto la gestione di Casa Ceferino. L’operazione continua delle case rappresenta una grande difficoltà perché i concorsi offrono supporto solo per periodi.

A Budapest, un corso doposcuola di pomeriggio per bambini è organizzato in una delle più grandi comunità zigana. I nostri collaboratori partecipano agli esercizi spirituali e a corsi di aggiornamento diverse alcune volte all’anno, ogni volta per 2-3 giorni (nelle città di Esztergom, Máriabesnyő).

Sante Messe per la pastorale degli Zingari sono celebrate regolarmente a Esztergom (Chiesa di Sant’Anna ), e a Budapest nel distretto no. IX nella chiesa di Gát utca e e nel distretto no. VIII, nella cappella di Tömő utca.

A Esztergom, un incontro giovanile è stato organizzato sul tema del rapporto tra la cultura zingara e la Chiesa, in cui i giovani hanno interpretato poesie, pezzi teatrali, danze e canzoni a ispirazione religiosa e collegati alla cultura zingara (29 settembre).

L’Ordine Militare del Beato Ceferino che unisce gli Zingari di vita esemplare volendo promouvere la coesistenza tra Zingari – non-Zingari si riunisce ogni anno e sostiene, per esempio, il programma di pollame a Mátraverebély e a Esztergom.

L’Ordine di Malta è molto coinvolto nella pastorale degli Zingari con il suo lavoro economico e con l’educazione dei giovani a Monor e a Tarnabod.

Ogni estate organizziamo campi per i giovani zigani (Esztergom, Csobánka, Vanyarc, Kemence). Ci sono alcuni divertenti ritrovi (per esempio: festa di maggio a Esztergom – con partita di coppa di calcio, gara di cucina, ma sempre con la santa messa) .

A Budapest, i gesuiti hanno organizzato un’officina per la pastorale degli Zingari che sostiene la formazione e il dialogo; essa si apre ogni due settimane. Questo è un luogo di incontro regolare per gli interessati e per coloro che hanno preso un impegno attivo nella pastorale degli Zingari.

4) Programmi per i non-Rom, al servizio del contatto tra Rom et non-Rom

A volte, alcuni Collegi, università ci invitano per le celebrazioni della giornata dei Rom, per tavole rotonde, per occasioni organizzate agli studenti con l’obbiettivo di fargli conoscere la pastorale dei Rom, e queste sono conversazioni di buon umore e oneste con i Rom presenti, impegnati nella Chiesa. In questo caso, abbiamo anche l’opportunità di presentare la cultura e la gastronomia rom. I Rom impegnati nella Chiesa e nella cultura rom suscitano più e più volte uno stupore nei giovani.

Di tanto in tanto, l’occasione si pone anche nei media secolari di dare notize sugli eventi e l’approccio della pastorale degli Zingari. Ci sforziamo di fare conoscere agli spettatori, agli ascoltatori e ai lettori gli Zingari impegnati nella Chiesa che lavorano per il loro popolo. Così formiamo l’immagine della società maggioritaria sugli Zingari per renderla più aperta verso contatto con gli Zingari.

La finalità del programma regolare a Radio Maria sugli Zingari è quella di formare l’immagine del clero e dei fedeli sugli Zingari e renderli capaci al contatto con gli Zingari.

Nelle scuole primarie e secondarie, Rom impegnati nella Chiesa tengono master class non convenzionali per formare l’approccio degli studenti sui Rom e renderli capaci al contatto con i Rom. Nella maggior parte dei casi ne escono conversazioni profonde e oneste.

Il metodo di educazione musicale sudamericano “El Sistema” per bambini svantaggiati è pubblicato in Ungheria.

Per gli studenti di collegio, nel quadro della romologia o della pratica sociale, e per gli studenti della scuola superiore nell’ambito di un lavoro di volontariato obbligatorio di 50 ore prima della maturità abbiamo offerto l’opportunità di partecipare all’assistenza doposcuola dei Rom guidata dalle famiglie. I contatti così nati aiuteranno ad abbattere i pregiudizi nei confronti dei Rom. Questo forma l’immagine giovani sui Rom. L’esperienza degli studenti nel campo dell’assistenza dei bambini zingari manda un messaggio ai rappresentanti della società maggioritaria.

Alcuni siti web presentano da alcuni anni gli eventi e gli studi sulla pastorale degli Zingari:
www.ceferino.hu, http://www.boldogceferinoalapitvany.hu/

Programmi eccezionali

Siamo in contatto con la pastorale degli Zingari luterana e calvinista. Seguiamo reciprocamente con attenzione il lavoro, e qualche volta ci invitiamo reciprocamente per le conferenze e riunioni.

Relazione casuale sono costruite con il comune di Bártfa (Slovacchia), con la comunità Rom locale dei Salesiani di Don Bosco e con il comune di Csicsava, nella comunità della Chiesa greco-cattolica locale. Poi, nel 2013, la comunità rom di Bártfa ha visitato la comunità Ceferino ungherese, a Budapest-Gyömrő. Il programma ha servito non solo i contatti tra i Rom, ma anche la riconciliazione ungherese-slovacco.

L’invito per fare missione nel villaggio Barka (in Slovacchia) era straordinario, a cui ha partecipato l’80-90% della popolazione rom.

1 La maggior parte dei dati è stata presa dalla ricerca, dalla stima di Kertesi e di Kézdi di 2003

2 Morale ungherese di Mária Kopp, 2008, p. 419-420, ricerca di Judit Szabóné dr. Kármán

3 Morale ungherese di Mária Kopp, 2008, p. 434, articolo di Endre Miklósi

4 Morale ungherese di Mária Kopp, 2008, p. 419-420, ricerca di Judit Szabóné dr. Kármán