questo papa anticapitalista, ecologista, anticlericalista, popolare e pacifista …

il papa anticapitalista e pacifista non piace più

di Daniela Ranieri
in “il Fatto Quotidiano” 

Ci viene il sospetto che il Papa non stia più tanto simpatico alla stampa padronale.

 Altrimenti non si spiega perché i suoi discorsi, le sue conferenze stampa dall’aereo, i suoi Angelus siano spariti da tutte le prime pagine per finire nei colonnini accanto ai problemi della ginnastica ritmica e all’ultimo best-seller di una influencer.
Si sa che il Papa è inviso alla destra salviniana di marca trumpiana, quella beghina dei rosari e del Sacro Cuore di Maria a cui consacrare le peggiori azioni nei confronti del prossimo, nel caso non sia maschio bianco caucasico, per il principale motivo che Bergoglio predica i valori del Vangelo anziché quelli dei teoconservatori americani. Anche la destra meloniana, quella di “Dio Patria e Famiglia”, non può apprezzare un Papa che predica l’accoglienza, avendo come principale preoccupazione la difesa della “tradizione” e dell’“identità” contro “l’islamizzazione dell’Europa”.
Basta leggere le cosiddette “Tesi di Trieste”, il manifesto ideologico di Fratelli d’Italia: qui un tessuto di destra purissima è impunturato con citazioni dal Vangelo (“Ama il prossimo tuo come te stesso”) per giustificare il principio “prima gli italiani”; “l’immigrazione non è un diritto, e la cittadinanza lo è ancora di meno”; il profugo “è un clandestino fino a prova contraria” e deve essere detenuto in un Cie e rimpatriato o meglio trattenuto a casa sua (come peraltro prevede la dottrina Minniti).
Ora ai conservatori complottisti che vedono il Papa come un alleato della “teoria gender”,
dell’omosessualità e del meticciato, cioè in definitiva di Satana, si aggiungono nuovi nemici silenziosi che – privi di apparato ideologico sovranista e anticonciliare – si limitano a ignorare quello che dice. Per quel centrosinistra che persegue da decenni le politiche neoliberiste che hanno ridotto sul lastrico milioni di persone (5,6 in povertà assoluta), che ha adottato la politica dei respingimenti facendo accordi con la Libia e che ha sposato appieno la linea bellicista Nato-Usa, Bergoglio è una spina nel fianco.
Domenica, pranzando con senzatetto, migranti, poveri adulti e bambini assistiti da Caritas,
Comunità di Sant’Egidio e Acli, il Papa ha fatto un identikit inequivocabile: “Non dobbiamo lasciarci ingannare. Non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative. Non seguiamo i falsi messia che proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi”. Con la parola “ingannare” il Papa intende che c’è qualcuno che compie una torsione semantica per farci credere che la realtà sia diversa da quella che è. Ce l’ha con la parte politica che ha affermato la tesi per cui il soggetto sociale pericoloso per chi sta appena meglio è il reietto, non il detentore di privilegi. Questa parte politica non è solo la destra: il povero non è solo il migrante, ma anche il percettore di Reddito di cittadinanza, divenuto ormai il nemico pubblico numero uno per tutti i partiti tranne il M5S. Chi
“persegue la ricchezza dei pochi” non è solo il partito (trasversale) della flat tax, ma anche chi ha smantellato i diritti dei lavoratori per favorire imprese e padronati. Anche la parola “populista”, usata dal Papa, non deve fuorviare. Non sta dicendo che l’establishment mondialista e neoliberista sia meglio (la riprova: per i nostri liberali, alcuni dei quali editorialisti del Corriere, del Foglio etc., è il Papa argentino a essere un pericoloso “populista”, se non proprio un peronista anti-occidentale): sta dicendo che il populismo è un prodotto di quelle politiche. Il Papa dice che il traffico di esseri  umani e di armi vanno sempre di pari passo. Gli aguzzini libici che tengono la gente nei lager in cambio della moneta sonante dei nostri governanti “democratici” sono spesso gli stessi che smerciano armi. Per ciò ha smesso di essere simpatico anche ai lib-dem atlantisti, che dal 24
febbraio parlano solo il linguaggio dei tank e tifano per la marcia su Mosca. Quando disse: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si è compromesso a spendere il 2% del Pil per l’acquisto di armi, pazzi!”, il Papa ce l’aveva col governo Draghi e con chi aveva votato quella risoluzione. Quando disse che le guerre vengono fatte anche per “provare le armi”, diede un bel calcio sui denti agli esaltati difensori della democrazia e “dei nostri valori” per mezzo dei blindati Iveco (e non solo politici, ma anche editori e direttori di giornali). La sua frase “fabbricare armi è un commercio assassino” non dovrebbe toccare solo la coscienza del ministro della Difesa che fino a pochi giorni fa commerciava in armi, ma anche tutti quelli che tifano per l’escalation fino alle soglie
della guerra nucleare. Nessuna sorpresa, quindi, se questo papa anticapitalista, ecologista,
anticlericalista, popolare e pacifista finisca nel colonnino delle curiosità.




l’aggressione della destra americana contro papa Francesco

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Papa Francesco è un marxista, e la Chiesa cattolica è ipocrita a criticare il capitalismo che la finanzia: l’aggressione della destra estrema americana contro papa Francesco

il punto della situazione in questo informato articolo di P. Mastrolilli:

“Ipocrita e marxista”

L’America dei Tea Party contro Papa Francesco

di Paolo Mastrolilli
in “La Stampa” del 4 dicembre 2013

Papa Francesco è un marxista, e la Chiesa cattolica è ipocrita a criticare il capitalismo che la
finanzia. Con la sua consueta violenza verbale, il commentatore radiofonico americano Rush
Limbaugh ha scatenato una nuova polemica, dietro cui però si legge il risentimento più o meno
esplicito del mondo conservatore Usa verso Bergoglio.
Il motivo dell’attacco è la «Evangelii Gaudium», che Limbaugh ha criticato in una trasmissione
intitolata «It’s Sad How Wrong Pope Francis Is (Unless It’s a Deliberate Mistranslation By
Leftists)», ossia «è triste quanto sbagli Papa Francesco (a meno che non sia una traduzione
deliberatamente manipolata dalla sinistra)». Il più popolare commentatore della destra estrema,
come al solito, non ha usato toni miti: «È triste, incredibile. Il Papa ha scritto, in parte, sui mali
intrinseci del capitalismo. È triste perché fa capire che non sa di cosa parla, quando si tratta di
capitalismo e socialismo». Limbaugh ha descritto la «Evangelii Gaudium» come un assalto alla
«nuova tirannia del capitalismo» e un attacco alla «idolatria del denaro», per poi criticarla così: «Io
sono stato varie volte in Vaticano: non esisterebbe, senza tonnellate di soldi. Ma a parte ciò,
qualcuno ha scritto questa roba per lui, o gliel’ha fatta arrivare. È puro marxismo, che esce dalla
bocca del Papa. Capitalismo senza limiti? Non esiste da nessuna parte. Il capitalismo senza limiti è
una frase socialista per descrivere gli Stati Uniti. Senza limiti, non regolati». Limbaugh ha
denunciato i mali del socialismo e i benefici del capitalismo, inclusa la «trickle-down economic», e
si è dichiarato «sbalordito» dalle parole di Francesco: «La Chiesa cattolica americana ha un bilancio
annuale da 170 miliardi di dollari. Penso sia più di quello che la General Electric incassa ogni anno.
La Chiesa è il principale proprietario edile a Manhattan. Voglio dire: hanno un sacco di soldi.
Raccolgono un sacco di soldi. Non potrebbero operare come fanno, senza un sacco di soldi».
Limbaugh è tanto popolare, quanto controverso. Nonostante sia incline a dare lezioni di morale, in
passato era stato arrestato in Florida per abuso di sostanze stupefacenti, assunte attraverso un
traffico di antidolorifici. Durante l’ultima campagna elettorale invece era stato costretto alle scuse
pubbliche, quando aveva definito Sandra Fluke, una studentessa di Georgetown che appoggiava la
riforma sanitaria di Obama, come una prostituta.
Limbaugh però ha circa venti milioni di ascoltatori, ha un contratto da 400 milioni di dollari per
condurre il suo show, e non è il solo a ragionare così. Tanto per fare un altro esempio Jonathon
Moseley, esponente del Tea Party, ha scritto sul «World Net Daily» che «Gesù sta piangendo in
Paradiso per le parole del Papa». Cristo in persona, secondo Moseley, aveva rigettato la teoria della
redistribuzione, quando gli avevano chiesto se era giusto che un fratello condividesse con gli altri
famigliari un’eredità ricevuta: «Gesù parlava all’individuo, mai allo Stato o alla politica del
governo. Era un capitalista, che predicava la responsabilità personale, non un socialista».
Almeno un gruppo cattolico, la Catholics in Alliance for the Common Good, ha criticato Limbaugh
e lanciato una petizione per denunciarlo, ma il mondo conservatore americano è in fermento
dall’elezione di Francesco. Durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI pensava di
avere solidi alleati in Vaticano, tanto per come Papa Wojtyla aveva aiutato a demolire l’Urss, quanto
per come lui e Ratzinger si erano impegnati contro l’aborto e nella difesa della vita. Intellettuali tipo
Richard John Neuhaus si erano convertiti dal protestantesimo, e filosofi come Michael Novak
avevano esaltato la nuova dottrina economica della responsabilità, nonostante anche Giovanni Paolo
e Benedetto non avessero mancato di denunciare gli eccessi del capitalismo. I conservatori cattolici
ora sono rimasti sconcertati soprattutto dalle parole di Francesco sui temi della vita, e quelli
protestanti sull’economia. Ad alzare la voce sono gli estremisti, ma la discussione è aperta.




papa Francesco ‘anticapitalista’

 

 

 

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mai un Papa aveva pronunciato parole così forti, così radicalmente critiche, nei confronti del liberismo e del capitalismo finanziario oggi egemoni

il suo è un nuovo sguardo sul mondo. che vuole assumere il punto di vista dei più poveri, di chi è “scartato”: per questo da qualche parte è considerato ‘marxista’ o ‘neo-socialista’, ha solo però lo sguardo del vangelo:

P. Sardi su ‘l’Unità’ riflette su questo:

 

L’anticapitalismo del Papa

 

di Claudio Sardi

in “l’Unità” del 27 dicembre 2013

Il cambiamento di Papa Francesco non riguarda solo la vita della Chiesa e le forme della sua

missione. È un nuovo sguardo sul mondo. che vuole assumere il punto di vista dei più poveri, di chi

è “scartato”.

Perciò respinge il dominio assoluto della globalizzazione mercatista. Non parliamo di una nuova

ideologia, e forse neppure una nuova dottrina sociale. Mai, però, un Papa aveva pronunciato parole

così forti, così radicalmente critiche, nei confronti del liberismo e del capitalismo finanziario oggi

egemoni. «Questa economia uccide – è scritto nell’umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare». Ai disoccupati e ai

cassintegrati di Cagliari Francesco aveva detto: dobbiamo «lottare per il lavoro», dobbiamo

rivendicare «un sistema giusto, non questo sistema economico globalizzato che ci fa tanto male».

Come quelle di Lampedusa sono grida che scaturiscono da un’esperienza, da una condizione umana

inaccettabile, non da un’opzione politica precostituita. Tuttavia, la contestazione del Papa tocca il

cuore del sistema, la giustificazione etica della ricchezza e delle disparità sociali, il ruolo della

finanza e persino del denaro. Da Max Weber a Leone XIII, dai grandi leader europei del secondo

dopoguerra ai teorici della Reaganomics, tutti hanno in qualche modo collocato le culture cristiane

alle fondamenta dell’economia di mercato. L’etica cristiana come motore di libertà e, al tempo

stesso, come fattore di moderazione, di solidarietà: da qui il capitalismo che produce welfare e che

distribuisce opportunità. Ma ora il capitalismo si è trasformato, velocizzato, finanziarizzato. E il

Papa venuto dalla fine del mondo ha pronunciato parole di rottura.

Naturalmente, si può minimizzare lo strappo: in fondo, «quante armate ha il Papa?». Qualcuno però

ha capito che dal centro della cattolicità giunge ora una critica che può delegittimare i principi stessi

su cui poggiano l’economia e gli ordinamenti occidentali. Hanno reagito anzitutto i conservatori

americani: si è scomodato anche l’intellettuale teo-con più rappresentativo, l’economista e filosofo

Michael Novak. Per Novak non è accettabile l’Evangelii Gaudium quando afferma: «Alcuni ancora

difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica,

favorita dal libero mercato, riesca a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel

mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e

ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del

sistema economico imperante». Nell’impianto teo-con, il capitalismo è invece un frutto storico della

semina evangelica. E la relazione tra cristianesimo e Occidente non può che essere di reciproco

sostegno e difesa. Emendare in senso sociale va bene. Ma guai a contrapporre etica cristiana e

capitalismo.

Francesco è il primo Papa non occidentale. Punta il dito proprio contro l’uso ideologico del

cristianesimo compiuto dai conservatori in questi anni, seguendo un modello uguale e contrario a

quello di certe correnti della Teologia della liberazione. Il cambio di prospettiva di Francesco è una

testimonianza della carità che contiene in sé critica e distacco dal potere costituito, compreso quello

generato dal temporalismo della Chiesa. È la sua «teologia del popolo» che lo induce a denunciare:

il denaro è diventato «un nuovo idolo» che nega «il primato dell’essere umano». E ancora: lo

squilibrio delle ricchezze «procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la

speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la

tutela del bene comune».

Ai cattolici conservatori e reazionari questo Papa non piace per svariati motivi: perché ha desacralizzato le funzioni della Curia e della gerarchia, perché denuncia i privilegi ecclesiastici non

meno di quelli dei poteri politici ed economici, perché la sua pastorale del perdono sovrasta le

rigidità della teologia morale. Ma viene da chiedersi se il pensiero della sinistra abbia cominciato a

fare i conti con questo Papa. E se, per parte sua, il cattolicesimo democratico e sociale sia

consapevole della rottura prodotta nella sua consolidata cultura. Papa Francesco non propone un

progetto di società cristiana. Né tanto meno un partito cristiano. Appare persino lontano da

quell’idea di mediazione, che ha ispirato il cattolicesimo politico del Novecento. Forse Francesco è

il primo Papa del dopo-Concilio. La sua separazione dalla politica non tollera però disimpegni. La

politica resta «un’espressione della carità» e i cristiani devono occuparsene in quanto cittadini. In

ogni caso, la Chiesa non può assumere il punto di vista del potere. Se la libertà religiosa è fondativa

della libertà dell’uomo, la libertà della Chiesa va «usata» proprio nelle frontiere più difficili, dove la

libertà dell’uomo è minacciata dalle povertà, dal dominio, dal conformismo, dal pensiero unico.

Quanti leader della sinistra hanno oggi come il Papa la forza di pronunciare parole radicali di critica

al capitalismo? Quanti hanno il coraggio di dire che sta avanzando una forma nuova, forse più

invasiva, di dominio sulla stessa democrazia? Le politiche, ovviamente, richiedono gradualità,

riforme, realismo. Altrimenti rischiano di produrre tragiche illusioni. Ma nel nostro tempo il

gradualismo sta diventando impotenza. Lo stesso individualismo sta drammaticamente diventando

nichilismo. Non si può vivere, né crescere, senza la speranza di cambiare. Di ridare senso alla

fratellanza e all’eguaglianza tra gli uomini. Anche per lottare servono pensieri lunghi. Le fedi

religiose possono aiutare le forze del cambiamento, e la stessa sinistra, quando nella solidarietà

coltivano un pensiero critico. E quando costruiscono spazi di autonomia e di resistenza ai poteri

forti.

di seguito la solidarietà che il papa ha ricevuto a motivo della sua nuova visione economica dal punto di vista dei poveri, anzi degli impoveriti:

Manifesto di diverse organizzazioni sociali latinoamericane che denunciano l’attacco che il Papa Francesco ha sofferto da parte del potere economico mondiale, in seguito al suo avvicinamento ai movimenti sociali, le sue critiche al sistema capitalista e i suoi progetti di cambiamento della Chiesa Cattolica
I movimenti sociali latinoamericani appoggiano il Papa di fronte all’attacco del potere economico: Il Potere Economico attacca Francesco, noi lavoratori lo difendiamo!
(Pubblicato nel sito di “NOI SIAMO CHIESA”)
 
Papa Francesco sta esprimendo fin dalla sua elezione la volontà di cambiamenti: nella Chiesa, nell’atteggiamento dei cristiani e nell’economia capitalista escludente e accaparratrice che così tanti esclusi e così tanti problemi sociali genera nel mondo. Ha dimostrato coerenza nel suo atteggiamento personale, nel promuovere cambiamenti in Vaticano e nel pubblicare la sua esortazione apostolica, in cui condanna il falso dio del mercato e del denaro a servizio di un’élite mondiale. Ciò è bastato perché il potere economico mondiale – banchieri, imprese transnazionali, agrobusiness, diplomatici e portavoci della stampa mondiale – iniziasse una campagna internazionale diretta a mettere in ridicolo il papa. I movimenti sociali e popolari ripudiano i costanti attacchi a papa Francesco provenienti dai centri di potere mondiali, i quali, attraverso i monopoli mediatici, intendono screditare chi ha osato alzare la voce contro l’economia di esclusione, imposta ai popoli al prezzo di interminabili sofferenze, della distruzione della natura e della perdita di milioni di vite umane. I conservatori, che non vogliono mai cambiare niente, che si sono autoproclamati guardiani dell’ortodossia, che riducono la religione a un manuale di “buoni costumi”, tremano di fronte alla mera possibilità che la Chiesa unisca la sua voce a quella degli oppressi della Terra per denunciare le ingiustizie del capitalismo. Questi conservatori non conservano altro che i propri privilegi né hanno altra fede che il culto idolatrico al proprio dio: il denaro. In particolare, ripudiamo la campagna predisposta dalla destra nordamericana raggruppata nel cosiddetto Tea Party e dalla CNN. Modello dell’ipocrisia moderna, con dirigenti che impongono agli altri insegnamenti morali che non rispettano nella propria vita, tale organizzazione esprime la posizione del capitale mondiale, concentrato in un pugno di banche e di imprese transnazionali. Papa Francesco, in pochi mesi, ha risvegliato l’amore e la speranza in milioni di uomini e donne, cattolici o meno, che sognano un mondo migliore. E’ naturale che la sua corretta critica alla globalizzazione capitalista irriti coloro che detengono il potere economico. Al contrario, i Popoli del mondo, specialmente i lavoratori, gli umili e gli esclusi, sentono di aver incontrato un nuovo riferimento morale per lottare per la giustizia sociale. Per questo motivo, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di papa Francesco di fronte a questa selvaggia campagna dell’Impero, con la speranza che continui ad illuminare con la sua denuncia, i suoi gesti e il suo messaggio il cammino verso una società fraterna, senza esclusi e umiliati.

Adhesiones de organizaciones:

Movimiento dos trabalhadores rurais sem terra MST – Brasil Confederación de Trabajadores de la Economía Popular (CTEP – Argentina) Movimiento de Trabajadores Excluidos (MTE – Argentina) Asociación Civil Huellas de Esperanza, Pto. Iguazú, Misiones (Argentina) Asociación de Recicladores de Colombia (Colombia) ATC – Asociacion de Trabajadores del Campo – Nicaragua Barrios Unidos y Organizados por el Habitat (Argentina) CLOC/Coordinadora latinoamericana de organizaciones campesinas/Via campesina internacional Comité de Tierra urbana- Simon Bolivar- Venezuela Comunidad Socialista “Ana Soto” Venezuela. Cooperativa de Vivienda Los Pibes Coord. Latinoamericana da Associação ecumênica de Teologos do Terceiro Mundo. Coordinacion de Justicia, Paz e Integracion de Costa Rica Coordinación Latinoamericana de Movimientos Territoriales urbanos (Latinoamérica) Coordinadora Nacional agrária- CNA- Colombia Corriente Villera Independiente (Argentina) Confederacion Nacional de Organizaciones Campesino, Indigenas y Negras FENOCIN- Ecuador Federación de Cartoneros y Recicladores (Argentina) Federación de Cooperativas de Trabajo de Quilmes (Argentina) Federación Nacional de Mujeres Campesinas Artesanas Indígenas Nativas y Asalariada del Perú.- FEMUCARINAP FM Riachuelo Frente Carlos Mujica (argentina) Movimento camponês popular- MCP- Brasil Movimento dos pequenos agricultores- MPA- Brasil Movimento dos Trabalhadores Cristãos- MTC- Brasil Movimento Nacional de rádios comunitárias- Brasil Movimiento campesino de Paraguay- MCP Movimiento Evita (Argentina) Movimiento Helder Camara (Argentina) Movimiento Nacional Campesino Indigena – MNCI – Argentina Movimiento Nacional Campesino Indígena de Argentina Movimiento Nacional de Empresas Recuperadas (MNER – Argentina) Movimineto de Liberacion Nacional- Mexico Organización Social y Política “Los Pibes” Radio Comunal “Guerrera Ana Soto” Organización de Trabajadoras y Trabajadores Residenciales del Estado Lara- Venezuela. Rede Biblica ecumênica, de costa Rica Secretario de Relaciones Internacionales de la Unión Obrera Metalúrgica (argentina) Via campesina Brasil Cordinadora Nacional de mujeres trabajadoras rurales e indigenas (Paraguay) UCRUS – Union de Clasificadores de Residuos Sólidos Urbanos (Uruguay) Agrupación Estudiantil Pu´aka, UNA Paraguay ANAMURI – Asociación Nacional de Mujeres Rurales e Indigenas- chile CONAPROCH -Cordinadora nacional de Produtores de chile RANQUIL – Confederación Ranquil= chile CTD Anibal Veron (Argentina) MPR Quebracho (Argentina) Juventud para el Progreso (Bº Zavaleta Argentina) Comedor Copitos , Bº La Boca. (Argentina) Federación Nacional Sindical Unitaria Agropecuaria Fensuagro – CUT. (Colombia) Red Bíblica Cubana Movimiento de Mujeres Peruanas “Manuela Saenz” Movimiento Cristiano Popular – Guatemala Tortilla con Sal, Nicaragua Asociación para el Fomento de la Integración de las Negritudes (AFIN-COLOMBIA) La Asociación Pluriculturalidad Jurídica de Guatemala –Plurijur- Asociación Nacional de Empleados Públicos y Privados – ANEP- Central Social Juanito Mora Porras
Adhesiones de Personalidades:
Fernando Mendez, ALBA Cochabamba, Bolivia Heloisa Fernandes, professora, USP e ENFF- Brasil Irene Leon, socióloga, Ecuador Jose Maria Vigil, escritor, Panama Lucia Camini, professora, Brasil Marcelo Barros, escritor Pe. Conrado Sanjur, Panamá Silvia Ribeiro, investigadora, Uruguay Theotonio dos santos, sociólogo, Latinoamericano Vicjy Acuna- Costa Rica Marta HARNECKER, escritor latinoamericana, Canada Rev. Luis Carlos Marrero Chasbar, pastor Jorbe Rebelo, (Moçambique) Dom Heriberto Hermes, O.S.B. Coordenador Executivo do Centro de Direitos Huamanos,Tocantins – Brasil Francisco “Barba “Gutiérrez . Secretario de Relaciones Internacionales de la Unión Obrera metalúrgica de Argentina e Intendente del Municipio de Quilmes . Argentina Guillermo Robledo . Coordinador del Frente Carlos Mujica – Argentina Emilio Pérsico, Secretario de Agricultura Familiar – Argentina Lito Borello, Coordinador Nacional, Organización Social y Política Los Pibes Valeria Pesce, CLMTU (Coordinación Latinoamericana de Movimientos Territoriales Urbanos- Capítulo Argentina) Alicia Diaz, Presidenta CoViLPi (Cooperativa de Vivienda Los Pibes) Lucas Yañez, Presidente Cooperativa de Trabajo Federal “Los Pibes” Luciano Alvarez, CEMOC (Casa de Encuentro “Martín Oso Cisneros”) Nadia Martinez, Directora FM Riachuelo Carlos Zarza, Asociación Civil Huellas de Esperanza, Pto. Iguazú, Misiones. Rev. Osmundo Ponce – Guatemala Linda Lema Tucker -Socióloga y escritora -Perú Rev. Daylins Rufin Pardo Albino Vargas Barrantes, Secretario General de la Asociación Nacional de Empleados Públicos y Privados (ANEP) Presidente de la Central Social Juanito Mora Porras (CSJMP)
http://movimientosconfrancisco.wordpress.com/2013/12/20/adhesiones-a-documento-de-apoyo-a-francisco/