dalla parte dei profughi e degli ultimi senza se e senza ma

sempre dalla parte degli ultimi

di Orazio La Rocca

in “Trentino” del 25 marzo 2016

lavanda piedi
Lavare i piedi a 12 profughi migranti arrivati in Italia in fuga da Paesi in guerra, colpiti da violenze, fame, malattie. Gesto simbolico – ma anche pratico e altamente significativo – di servizio, di accoglienza e di amore tra i più forti delle celebrazioni pasquali che papa Francesco compie come un “vecchio” padre con movenze lente e sicure, curvandosi in ginocchio ai piedi di dodici apostoli-immigrati che hanno ancora volti e sguardi segnati da espressioni di paure difficilmente dimenticabili.

Inizio del quarto triduo pasquale di Jorge Mario Bergolio nella veste di pastore universale della Chiesa cattolica al Care, il Centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, presso Roma. Non in una grande storica artistica monumentale chiesa ma uno dei luoghi-simbolo dove vengono raccolti i migranti che attraversano il Mediterraneo su barconi e carrette del mare per salvarsi da conflitti bellici, oppressioni, sfruttamenti. Uno dei luoghi-simbolo di dolore e di speranza, area di approdo per chi è in attesa di poter trovare una sistemazione in Italia o in uno dei paesi della vecchia Europa. E con la scelta di celebrare proprio al Care – dopo che nei primi tre anni da Pontefice aveva presieduto lo stesso rito nelle carceri della Capitale – papa Francesco ha fatto chiaramente capire con gesti, parole e richiami di essere dalla parte dei migranti senza se e senza ma. Anzi, con una scelta profetica e politicamente controcorrente agli occhi dei fautori di politiche dei muri e dei respingimenti in mare di chi scappa dalle guerre, ha posto al centro del rito per eccellenza dell’avvio delle celebrazioni pasquali i più sofferenti, gli ultimi arrivati, gli oppressi. Una scelta di campo che oggi, Venerdì Santo, potrà avere una sicura continuità nelle meditazioni della Via Crucis al Colosseo e che di sicuro Bergoglio ribadirà domani notte nella veglia della Resurrezione e domenica mattina, nella solenne Messa pasquale da piazza S.Pietro.

piediRiti, celebrazioni, ricorrenze, prolusioni Urbi et Orbi sempre e comunque plasmate intorno agli ultimi, alla scelta preferenziale dei poveri e a quanti vivono nel bisogno, schiacciati da oppressioni fisiche e morali. Una scelta di campo pastorale accanto a migranti, immigrati ed itineranti compiuta con forza da Bergoglio fin all’inizio del pontificato quando si recò a pregare a Lampedusa nelle cui acque erano morti centinaia di immigrati. Lo ha ripetuto in tantissime occasioni nel corso dei primi tre anni di pontificato. Lo ha fatto ieri nella solennità della celebrazione della Lavanda dei Piedi al Care, inginocchiandosi davanti a 12 immigrati di varie nazionalità e religioni diverse, 8 uomini (tre musulmani, un siriano, un pakistano e un maliano; 4 giovani nigeriani cattolici; un giovane indiano di religione indù) e 4 donne (tre eritree cristiane copte e una italiana cattolica). Dodici neo apostoli di oggi scelti da papa Francesco tra le persone più sofferenti ed oppresse, senza guardare alle loro fedi, alle nazionalità di provenienza e al sesso. Scelte e rito (Lavanda dei Piedi) fortemente “simbolici” spiegati da Bergoglio con la necessità di voler dare «oggi e qui due testimonianze: la prima è che in questo luogo, pur in mezzo a persone di differenti fedi religiosi, in questo momento ci sentiamo tutti uniti come fratelli e figli di un solo Dio; la seconda è che con questo gesto di servizio della lavanda dei piedi vogliamo dare una risposta a quanti, l’altro giorno, in Belgio, invece di mettersi al servizio di altri fratelli, hanno distribuito armi e ordigni di morte con cui hanno seminato morte e distruzioni, e ferito centinaia di innocenti». Gesti di “cieca follia” che il Pontefice ha paragonato ad un altro gesto di altrettanta “cieca follia” fatto da Giuda Iscariota «quando per trenta denari tradì Gesù consegnandolo ai suoi carnefici». Drammi, violenze e tragedie di ieri e di oggi, evocati dal papa argentino – novello Buon Samaritano del terzo millennio – con un solo ostinato scopo, tendere la mano a chi soffre, a chi scappa da guerre, violenze ed oppressioni, e condannare i mercanti di morte che ammazzano nel nome di Dio.