“Cara Chiesa di Trento, investi in misericordia: nessuna donna, nessun uomo siano per te estranei o stranieri, non ti è permesso chiudere le porte a nessuno. Ricordati che una sola è la condizione per essere libera: intrecciare le mani, contaminarti con le ferite e le piaghe dei tuoi fratelli. La tua voce non si alzi mai per condannare e giudicare. Non lasciarti mai rubare la speranza, sappi infondere coraggio e fiducia”. Così ha parlato il vescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, nell’omelia della Liturgia funebre per padre Fabrizio Forti, questa mattina in cattedrale. “La sua lezione di frate povero, servo dei poveri, è un regalo – ha ricordato il vescovo – per tutta la nostra comunità diocesana. La fecondità della sua vita, attestata dalle tante volontarie e dai tanti volontari, che con lui e grazie a lui hanno toccato e toccano la carne viva di Cristo che sono i poveri, m’interpella per primo, come vescovo, e interpella tutta la nostra Chiesa”. “La testimonianza di padre Fabrizio – ha aggiunto – sia per te incoraggiamento a metterti il grembiule e passare a servire. Non attardarti solamente nell’ammirarlo, prova a imitarlo. Più di una volta questo tuo figlio, cara Chiesa di Trento, ti ha pungolato, ti ha invitato a muoverti, ti ha rivolto delle critiche. L’ha fatto perché ti voleva bene, ti amava e sentiva che non poteva fare a meno di te, non voleva andare dai poveri senza di te. Ora che è nella luce del Risorto, domandagli di chiedere per te al Padre di non essere permalosa! Lasciati scuotere dai profeti! Il tuo unico interesse sia il Regno di Dio e la sua giustizia!”.lauro1