“abbatteremo tutti i muri” parola di papa francesco

la preghiera del ‘vescovo vestito di bianco’

Fatima, la supplica di Francesco a Maria. Bergoglio parla di sé stesso usando le stesse parole del Terzo Segreto. Implora pace e «concordia fra tutti i popoli»

abbatteremo tutti i muri e supereremo ogni frontiera, uscendo verso tutte le periferie, manifestando la giustizia e la pace di Dio”

Francesco in preghiera nella Cappellina delle Apparizioni

 andrea tornielli

«Guardo la tua veste di luce e come vescovo vestito di bianco ricordo tutti coloro che, vestiti di candore battesimale, vogliono vivere in Dio e recitano i misteri di Cristo per ottenere la pace». Francesco è assorto in preghiera davanti alla statua della Madonna di Fatima, davanti alla cappellina delle apparizioni del Santuario di Fatima. E recitando la supplica rivolta alla Vergine usa l’espressione contenuta nel testo del Terzo Segreto di Fatima per definire sé stesso: «vescovo vestito di bianco». Come si ricorderà, nel mettere nero su bianco venticinque anni dopo la visione ricevuta il 13 luglio 1917, suor Lucia aveva parlato di un «vescovo vestito di bianco» che subisce il martirio insieme a tanti altri cristiani, affermando di aver avuto il presentimento che si trattasse «del Santo Padre» 

Nella preghiera, intercalata dal canto di invocazioni mariane, Francesco si è presentato come «pellegrino della pace» e ha aggiunto: «Imploro per il mondo la concordia fra tutti i popoli». Il Papa ha chiesto alla Madonna di guardare «i dolori della famiglia umana che geme e piange in questa valle di lacrime». «Fa’ che seguiamo – ha continuato Bergoglio – l’esempio dei beati Francesco e Giacinta, e di quanti si consacrano all’annuncio del Vangelo. Percorreremo così ogni rotta, andremo pellegrini lungo tutte le vie, abbatteremo tutti i muri e supereremo ogni frontiera, uscendo verso tutte le periferie, manifestando la giustizia e la pace di Dio».

«Saremo, nella gioia del Vangelo – ha concluso – la Chiesa vestita di bianco, del candore lavato nel sangue dell’Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo». L’invocazione della pace e la memoria del sangue versato dalle vittime delle guerre è dunque presente fin dal primo atto pubblico nel santuario, dove si sono radunati decine di migliaia di pellegrini.

Francesco è arrivato al santuario in elicottero dalla base aerea militare di Monte Real, accolto da decine di migliaia di fedeli, che hanno atteso il passaggio della papamobile per salutarlo e in qualche caso per lanciare petali di fiori. Nonostante le previsioni metereologiche non fossero delle migliori, quando il Papa è giunto al santuario il cielo era sereno. Ha deposto ai piedi della statua un mazzo di fiori bianchi e si è fermato a lungo a pregare rimanendo in piedi di fronte all’effigie mariana, seguito con commozione da tutti i fedeli.

La corona di quella statua, oggi conservata nel museo del santuario, porta incastonata nella corona la pallottola estratta dal corpo di Giovanni Paolo II dopo l’attentato del 13 maggio 1981. Un profondo silenzio è calato sulla spianata dove si trovava la Cova da Iria, la conca naturale utilizzata dai tre pastorelli veggenti per portare il gregge al pascolo. Prima di lasciare la cappellina, Francesco ha donato alla Madonna delle rose d’oro, dono tradizionale dei Pontefici per grandi santuari mariani.