i nostri giovani sono attratti sempre di più dall’estrema destra

l’estrema destra avanza tra i giovani

(e non stiamo facendo abbastanza per impedirlo)

‘Azione studentesca’ è un movimento attivo fra gli studenti delle scuole superiori, che si sta facendo strada a forza di slogan che ricordano il ventennio. E qual è la risposta degli istituti?

 

Sulla loro pagina Facebook campeggia la scritta: «Tutto per la patria. Il futuro si conquista combattendo». Occorre «ribellarsi», dicono, e «difendere la Patria», dove oggi «imperano il multiculturalismo e la mescolanza» e dove assistiamo alla «invasione migratoria che alimenta il business dell’accoglienza, che ci espone ai rischi del terrorismo». Sembra di sentir parlare Matteo Salvini o CasaPound. E invece sono stralci del manifesto di Azione Studentesca, il movimento dichiaratamente di destra attivo tra gli studenti delle scuole superiori che negli ultimi mesi che, come dice a Linkiesta il suo coordinatore nazionale Anthony La Mantia, «è cresciuto a livelli esponenziali».

Solo nell’ultimo mese Azione Studentesca è sbarcata a Modena, Montecatini, Arezzo, Lecce, Rovigo, Cassino. E poi manifestazioni e volantinaggio in ogni parte d’Italia, dalla Sicilia alla Lombardia, passando per Puglia, Lazio e Campania. Ma il risultato più eclatante, ottenuto in questi giorni, è arrivato nella roccaforte del Pd, a Firenze. Dopo i casi di Pistoia e Prato, infatti, anche nella città gigliata le elezioni della Consulta provinciale degli studenti sono state un trionfo della destra. I numeri parlano chiaro: 18mila voti ottenuti e 32 eletti su 58, con la presidenza finita appunto a un ragazzo di Azione Studentesca. «La nostra forza è il programma», dice La Mantia, che ci tiene a riconoscere come il movimento sia indipendente da partiti e forze politiche, «anche se collaboriamo attivamente in diverse realtà con Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia».

Insomma, a suon di slogan che ricordano il ventennio, tanti studenti non ancora maggiorenni o appena sbarcati nella maggiore età virano verso la destra nazionalista e identitaria. Il responsabile fiorentino di Azione Studentesca, Dario Bordoni, lo dice senza giri di parole: «Il fascismo? Noi la vediamo come un’esperienza da non rinnegare». Fa niente se la nostra Costituzione, che pur si dovrebbe studiare a scuola, si fondi su principi antifascisti. Ma la lettura di La Mantia è lucida anche su quest’aspetto: «Riconosco che la componente identitaria ha giocato un ruolo importante. Prendiamo Firenze: in una città fondamentalmente di sinistra, essere di destra oggi è un’alternativa, un’alternativa valida». Una visione, questa, che coincide con quella del vicepresidente di CasaPound, Simone Di Stefano: «C’è un cambiamento in atto – dice a Linkiesta – La sinistra rappresenta il potere costituito: si è schiacciata sul pensiero unico che è quello che vige nella comunicazione del globalismo. E i giovani vanno dall’altra direzione». D’altronde, continua Di Stefano, «se le battaglie all’interno delle scuole devono essere per i bagni per i transessuali, dall’altra parte c’è più concretezza quando si riesce a parlare di valori, di lavoro, di patria».  

 

«Credo che il problema di fondo – dice interpellata sul punto da Linkiesta – sia quello di far conoscere ai giovani la nostra storia nazionale affinché comprendano che il nostro oggi poggia sulle spalle di altri giovani come loro che non avevano nessun diritto, che furono mandati in una guerra terribile e feroce ma che seppero conquistare ogni giorno, con la lotta della Resistenza, un mondo diverso».

Carla Nespolo

Che qualcosa sia venuto meno è riconosciuto anche da Alice Da Boit, rappresentante della Rete degli Studenti Medi, organizzazione studentesca di sinistra, che sarà vicepresidente della Consulta fiorentina. «Quanto accaduto qui – dice – non è una cosa da poco. È il segno di un cambiamento, dovuto a due ragioni: da una parte gli slogan populisti della destra che colpiscono alla pancia, dall’altra il disinteressamento da parte degli studenti per la vita politica studentesca». Di chi la colpa? Una lucida risposta arriva dalla neopresidente Anpi, Carla Nespolo: «Credo che il problema di fondo – dice interpellata sul punto da Linkiesta – sia quello di far conoscere ai giovani la nostra storia nazionale affinché comprendano che il nostro oggi poggia sulle spalle di altri giovani come loro che non avevano nessun diritto, che furono mandati in una guerra terribile e feroce ma che seppero conquistare ogni giorno, con la lotta della Resistenza, un mondo diverso».

Valori e ideali, forse, andati perduti. Perché, sottolineano ancora dalla Rete degli Studenti Medi, la vittoria di Azione Studentesca non nasce dal nulla. Nonostante La Mantia sottolinei che «noi non siamo razzisti», nell’ultimo periodo negli istituti fiorentini ci sono stati casi di ragazzi senegalesi pesantemente insultati per il colore della pelle, mentre una ragazza omosessuale è stata costretta a cambiare scuola per le violente accuse e minacce che le venivano rivolte. E i dirigenti in tutto questo? «La ragazza in questione – ci spiega Alice – era andata anche a parlare con la preside, ma poi la questione è morta lì». Non è un caso che la stessa Nespolo sottolinei come «molto resta da fare, sul piano politico e civile. Per il lavoro, l’ambiente, la salute e soprattutto per la pace. Ma partiamo da quello che i partigiani hanno conquistato per noi. Per proporre ai giovani e prima di tutto agli studenti questo ragionamento: in questo occorre un ruolo attivo della scuola, ma anche dell’informazione, della famiglia e di ogni forma di associazionismo».

Progetti importanti. Ma che per ora si scontrano con l’avanzata esponenziale di Azione Studentesca che rispediscono al mittente ogni tipo di accusa, convinti che si debba cambiare modo di intendere la società attuale e la storia passata. Ragazzi e ragazze che il 25 aprile, dicono, preferiscono andare al cimitero di Trespiano a commemorare i repubblichini di Salò. Per poi pubblicare video e foto della loro iniziativa sui social. E poi slogan e striscioni con tanto di font littoriano. E citazioni. «Tra mille infamie e mille tradimenti, passi sicuri, passi pesanti e lenti», si legge in un post. Così recitava l’inno di Terza Posizione, la formazione eversiva di destra attiva negli anni di piombo.

Nonostante La Mantia sottolinei che «noi non siamo razzisti», nell’ultimo periodo negli istituti fiorentini ci sono stati casi di ragazzi senegalesi pesantemente insultati per il colore della pelle, mentre una ragazza omosessuale è stata costretta a cambiare scuola per le violente accuse e minacce che le venivano rivolte.