la marcia dei poveri espressione della collera dei poveri
la collera dei poveri

Tonio Dell’Olio
Non so se è il simbolo della rivolta di popoli o il semplice sussulto di una coscienza popolare che sente di essere titolare del diritto alla vita per sé e per i propri figli, ma la marcia che, partita con poche centinaia di persone da San Pedro Sula in Honduras strada facendo è diventata un fiume in piena con migliaia di uomini, donne e bambini provenienti anche da El Salvador e dal Guatemala, è copertina eloquente per raccontare i nostri giorni.

Perché è specchio di disuguaglianze macroscopiche che, prima o poi, qualcuno dovrà urlarci contro.
Perché lentamente diventa consapevolezza che quella folla immensa non è il frutto amaro di un destino ingrato o dell’imperscrutabile volere degli dei. Semmai è il risultato di un neocolonialismo violento e cinico che abbiamo occultato abilmente per anni e anni. Da qui la reazione stizzita del presidente Usa che, anche personalmente, ha fondato le sue fortune economiche su quel sistema.
