per una chiesa profetica secondo il vangelo

 

il sogno di una chiesa profetica

la chiesa secondo il vangelo

ad imitazione di Cristo

 Chi non vede la profonda contraddizione tra il Vangelo, (l’esperienza e il messaggio del Signore Gesù) e l’azione della Chiesa-Istituzione o ha un atteggiamento ideologico o è semplicemente in malafede. E comunque in entrambi i casi dimostra di non voler bene né alla Chiesa-Istituzione né alla Chiesa-Comunità. Non si difende una organizzazione mettendosi i paraocchi sulle deformazioni ma aiutandola a realizzare la propria vocazione. E non si tratta solo dell’abominio dei casi di pedofilia e delle sciagurate coperture di una parte della gerarchia ma anche di tante altre forme di corruzione su cui si sorvola o si convive.  La ricerca di potere e prestigio, la monopolizzazione della testimonianza creano ostacoli e serrano i cuori. La spasmodica ricerca di compatibilità con sistemi politici ed economici antitetici con la compassione di Dio, con la solidarietà umana e con la stessa dottrina sociale della Chiesa scandalizza. Papa Francesco sta riconciliando la Chiesa con il Vangelo, ma non può fare tutto da solo. I membri della Comunità, non solo devono appoggiarlo nella sua azione, ma devono pretendere il cambiamento nei luoghi in cui agiscono. Con la responsabilità, non con l’adulazione, si costruisce il Regno di  Dio.

testo del card.Francesco Montenegro:

“È il mio sogno che vi ho presentato già dal giorno del mio arrivo ad Agrigento e che non posso non riproporvi. Ho letto queste parole: «Tenetevi saldi ai vostri sogni, perché se i sogni muoiono, la vita è come un uccello dalle ali spezzate, che non può più volare». E io non mi stanco e non intendo stancarmi di sognare. Come desidero trovare complici disposti a sognare e osare. Sogno la nostra Chiesa agrigentina che non sta alla finestra, e non prende le distanze da ciò che succede per strada. Ma che cammina bella lungo le strade gridando la profezia e scandalizzando coi suoi gesti d’amore. Che oltre a essere esperta delle cose di Dio, lo è altrettanto delle cose dell’uomo. Una chiesa bella che comprende la solitudine e la sofferenza dell’escluso di oggi – il lebbroso di allora – e lo guarisce, come fece Gesù, non standosene a debita distanza ma toccandolo; che piange, senza vergogna, assieme alla mamma che accompagna il figlio defunto o che partecipa alla gioia dei due sposini di Cana e non vuole che la festa finisca male. Chiesa bella che evangelizza, ma sa che evangelizzare significa rendere concreto ciò che si annuncia. Chiesa bella, la nostra, che è preoccupata di custodire la verità, ma è anche impegnata a rivelare l’amore. Sogno la nostra Chiesa bella e pronta a offrire a tutti un Dio vivo, imprevedibile e giovane e Lo sente presente, accanto e che parla, un Dio che ama, ride, piange, che ha un pallino: i poveri, gli ultimi, i nessuno. Chiesa bella che stando per strada non porta solo i manuali della preghiera ma ha sempre con sé l’olio e il vino, che ha per bussola il Vangelo ed è attenta a non ritrovarsi, come il sacerdote e il levita, “dall’altra parte” della strada, cioè dalla parte sbagliata. Che sa scoprire il bene, anche poco, in ogni uomo (come Gesù lo vide nel ladrone), anche se è uno scarto della società. Chiesa bella perché, rifiuta di diventare pascolo di egoismi colorati di bontà, e preferisce percorrere sia la strada che da Gerusalemme va a Gerico (dell’uomo abbandonato per terra), sia quella di Emmaus (dei viandanti senza speranza), che esce dal tempio (dove si può anche pregare col cuore spento e senza speranza come Zaccaria), si ferma al pozzo (i luoghi degli uomini) della Samaritana), entra nella casa di Zaccheo, e si avvicina ai bordi della piscina di Betzata. Sogno una chiesa bella che sente la voce del Signore che la invita alla conversione e la sprona ad osare cose nuove e a farsi «comprensiva, amante dei fratelli, maternamente tenera, umile» (cfr 1 Pt 3,8)”.

(Dal Pontificale dell’Immacolata del card. Francesco Montenegro, 08/12/2016)

pubblicato da ‘altranarrazione’




papa Francesco non vuole “una chiesa tranquilla che perseguita i profeti che disturbano la quiete”

papa Francesco contro una chiesa che non rischia per il bene degli uomini 

 

“il cattivo spirito entra sempre dalle tasche”
 
Una Chiesa che ha paura di cacciare via l’idolo del denaro, non è la Chiesa di Gesù, ha sottolineato papa Francesco
Sulla strada della conversione, non si può rimanere “tranquillo”, ha dichiarato il Pontefice: quando il popolo è tranquillo, perseguita i profeti che disturbano la quiete, cioè si accontenta di uno “spirito di tepore”, che rende la Chiesa “tiepida”. “Nella Chiesa quando qualcuno denuncia tanti modi di mondanità è guardato con occhi storti, questo non va, meglio che si allontani”, ha raccontato Francesco.
“Io ricordo nella mia terra tanti, tanti uomini e donne, consacrati buoni, non ideologi, ma che dicevano: ‘No, la Chiesa di Gesù è così…’ – ‘Questo è comunista, fuori!’, e li cacciavano via, li perseguitavano”, ha proseguito il Pontefice italo-argentino, che poi ha fatto riferimento a monsignor Oscar Romero (1917-1980), di cui ricorre oggi il secondo anniversario della beatificazione. “Pensiamo al beato Romero, no? Cosa è successo per dire la verità”, ha chiesto Francesco.
“Perché?”, ha continuato il Papa. “Perché il cattivo spirito preferisce una Chiesa tranquilla senza rischi, una Chiesa degli affari, una Chiesa comoda, nella comodità del tepore, tiepida”, ha spiegato. Infatti, “il cattivo spirito entra sempre dalle tasche”, ha avvertito i presenti nella Cappella di Santa Marta. “Quando la Chiesa è tiepida, tranquilla, tutta organizzata, non ci sono problemi, guardate dove ci sono gli affari”, ha aggiunto. 
Per Francesco, l’evento simboleggia “il cammino della nostra conversione quotidiana”, cioè il “passare da uno stato di vita mondano, tranquillo senza rischi, cattolico, sì, sì, ma così, tiepido, a uno stato di vita del vero annuncio di Gesù Cristo, alla gioia dell’annuncio di Cristo”.