quale fede

bei fiori

 “Non posso concepire una personalità separata dall’universo. Ma non posso neanche concepire un universo meccanico, nato per caso, perché i parametri di questo universo sono talmente coerenti che non possono essere spiegati dalla casualità. Tutto lo sviluppo, nell’universo e nel mondo umano, non può essere unicamente casuale. Io personalmente non penso che ci sia un Dio che dirige, ma c’è sicuramente una situazione di Divinità che sta nella parte più profonda di questo universo…c’è qualcosa di dinamico dentro che viene dal fondamento dell’universo, e questa Divinità, che fa parte di tutto l’universo, per me è Dio”.
Anch’io sono ateo di questo Dio fuori di me, ateo sulle religioni che hanno chiuso Dio nelle loro gabbie, ma non ateo per una spiritualità molto più umana e profonda. Una spiritualità che è in grado di dare risposte definitive ai grandi perché della vita senza la necessità di atteggiamenti servili verso un Dio padre-padrone e verso istituzioni religiose arroganti

propongo questo articolo come contributo alla riflessione per una purificazione e conversione della teologia

A chi credere? Cosa credere? Quale fede?

“Mi chiedo: che differenza c’è fra il “Vitello d’oro” che gli antichi ebrei si erano messi ad adorare e la Persona che sta nei cieli che le religioni adorano e pregano? Non è importante il fatto che il vitello d’oro era un idolo materiale inanimato, mentre la Persona è una realtà vivente, perché ambedue sono comunque un’invenzione dell’uomo. Il fatto che nella Bibbia ed in altri antichi testi si parli di questa Persona-Dio non può certamente essere una dimostrazione della sua effettiva esistenza; può essere invece la testimonianza di una dimensione superiore di cui l’uomo sente il bisogno, ma che non deve necessariamente essere fuori di lui. La proiezione esteriore di questo bisogno è la risposta più facile; è quella adottata nella storia e nei personaggi biblici del Vecchio testamento, che però Gesù è venuto per perfezionare, come sta scritto anche nella dogmatica cattolica. Il perfezionamento dettato da Gesù non è stato però capito dalla religione, che è rimasta idolatra del Dio-persona, e non ha voluto cogliere la vera novità del Regno di Dio interiore ed immanente proclamato da Gesù.
Se la religione ha mancato al suo appuntamento, non così la scienza che non ha nessun interesse di potere di mediazione fra l’uomo e la dimensione-Coscienza cosmica. Fra le tante risposte degli scienziati cito quella di un premio nobel per la fisica, Ervin Laszlo. Alla domanda “Cos’è Dio per te?” egli risponde:
“Non posso concepire una personalità separata dall’universo. Ma non posso neanche concepire un universo meccanico, nato per caso, perché i parametri di questo universo sono talmente coerenti che non possono essere spiegati dalla casualità. Tutto lo sviluppo, nell’universo e nel mondo umano, non può essere unicamente casuale. Io personalmente non penso che ci sia un Dio che dirige, ma c’è sicuramente una situazione di Divinità che sta nella parte più profonda di questo universo…c’è qualcosa di dinamico dentro che viene dal fondamento dell’universo, e questa Divinità, che fa parte di tutto l’universo, per me è Dio”.
Anch’io sono ateo di questo Dio fuori di me, ateo sulle religioni che hanno chiuso Dio nelle loro gabbie, ma non ateo per una spiritualità molto più umana e profonda. Una spiritualità che è in grado di dare risposte definitive ai grandi perché della vita senza la necessità di atteggiamenti servili verso un Dio padre-padrone e verso istituzioni religiose arroganti. Perfino San Paolo, in un momento di particolare lucidità, non condizionato dai suoi romani istinti di potere e di volontà di controllo, esplode in affermazioni incredibili, non in sintonia con la teologia da lui stesso poi sviluppata e fatta propria dalla chiesa romana:
“Voi non siete essere carnali, ma spirituali se, come è vero, lo Spirito di Dio abita in voi…quanti vengono mossi dallo Spirito di Dio sono i veri figli di Dio…lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Lettera ai Romani, VIII, 9,14,16).
Da sempre questa concezione mi aveva entusiasmato, e fin da allora non riuscivo a capire l’impalcatura teologica del peccato originale, della redenzione, dei sacramenti ecc., dal momento che Tutto era già dentro di noi.
La risposta definitiva non me l’ha data né il catechismo nè la dogmatica, ma, evidentemente, lo Spirito che già è in noi e che parla a chi è in grado di ascoltare e che si sente libero.
“Energia, materia ed informazione non sono che aspetti diversi della stessa realtà che ci circonda, di cui siamo costruiti e che percepiamo, governate dalle stesse leggi, in una necessaria unità gnoseologica e metafisica che non può non appagare lo scienziato in perenne ricerca delle recondite armonie che governano l’Universo” (Carlo Rubbia).