l’introduzione di Claud Dumas al CCIT 2017 di Madrid

CCIT – Guadarrama 2017

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

di  Claude Dumas

Buongiorno a tutti, Non ritomerò sui saluti e le parole di benvenuto pronunciate precedentemente alle quali mi associo pienamente ma desidero solo ringraziare più particolarmente la direzione e il personale del centro di congressi FrayLluis de Léon che ci apre in grande le porte, ringraziamenti anche alla conferenza episcopale spagnola nella persona dei nostri amici Belen e Ramon e al gruppo che li accompagna… organizzare un incontro del CCIT non è una delle cose più facili …grazie per il vostro impegno.
« La musica nella vita tra festa e legami sociali »
Un tema piuttosto sorprendente… Come questo soggetto potrebbe ricollegarsi alla nostra pastorale ?… eppure… un semplice sguardo alla Bibbia in particolare all’antico testamento ci rivela che la musica, fin dagli inizi, appare come la sola arte che gli Israeliti sembrano aver praticato…Musica vocale e strumentale, religiosa e profana, benefica o malefica : tutti gli aspetti attuali del dominio musicale vi sono abbordati, tutti i momenti della giornata, tutte le époque dell’anno sono impregnati di canti imparati o improvvisati… musica sempre e dovunque…allora, non è da stupirsi ,che la musica abbia un posto importante nella vita degli zigani di ieri come di oggi, lei ne è l’espressione della vita quotidiana.
Julia Talon, musicologa nella sua memoria « La Musica e la costruzione dell’individuo », precisa che per quel che la riguarda « che essendo accessibile a tutte le popolazioni, la musica è un’arte che illustra l’appartenenza a un gruppo sociale, a una fascia d’età… » d’altra parte non è forse quello che esprime attualmente la maggioranza dei giovani Roma come Gadjé, che senza tregua si servono dei loro telefoni per ascoltare e condividere con i loro parenti musiche in cui si riconoscono e grazie alle quali rivendicano un’ identità, un posto, una storia.
Per Tony Gatlif, autore di numerosi film come Latcho Drom che servirà da supporto alla nostra riflessione, la musica è « il cemento che unisce gli umani » ,o ancora « Il soffio che permette di andare verso gli altri.
Questa è la dimensione che desideriamo esplorare durante il nostro incontro : quella di non considerare la musica come diabolica, la musica che è vista spesso come un luogo di perdizione quando è associata alla festa per, senza nascondere le difficoltà che ad essa si collegano (violenza, alcool), ridarle un senso di comunione, di reciprocità, di condivisione , di gioia e raggiungere in questo senso la « Gioia del Vangelo » come l’esprime il papa Francesco : « ci sono dei cristiani che sembrano avere un aria da Quaresima senza Pasqua »(n°6)
Concretamente questo rimanda ognuno , a lasciar interrogare il suo sguardo e i suoi sensi, per attraverso la musica di cui lei non è che un elemento, sentirsi invitare alla festa come spazio di pace e di incontro per quanto effimera essa sia…
Tutti noi abbiamo ,ne sono certo, fatto l’esperienza di quei momenti, in cui portati dalla musica, ci sentivamo in profonda comunione gli uni con gli altri, un lasso di tempo in cui cadono i muri, le barriere di razza , di religione o anche della gerarchia …per sostenere i miei propositi, mi basta pensare a quello che noi viviamo nei nostri incontri quando ciascuno di noi vibra , per esempio , al suono della musica di Viktor e altri gruppi musicali…in quel preciso momento, non c’è più bisogno di parlare , più bisogno di parole… la musica si fa silenzio interiore per lasciar uscire le emozioni che abitano in noi, gioia, malinconia, rivolta , evasione… La musica, e più particolarmente in questi decenni , con l’era delle nuove comunicazioni, è diventata più che mai creatrice di vincoli sociali…è uno strumento di costruzione o addirittura di ricostruzione per le persone in stato di fragilità instaurando una forma nuova di comunicazione…in questo senso molti musicisti non esitano a dare parte del loro tempo per andare verso persone in situazione di handicap, di malattia di precarietà…non so se questo esista altrove ma a Tolone un gruppo musicale porta il nome « senza voce » …un titolo sufficientemente evocatore per dire quanto la musica sia linguaggio…
Allora sapremo durante il nostro incontro lasciarci sorprendere, interrogarci , trasferire per collegare festa e vincoli sociali…
Sapremo anche ,più concretamente ,lasciarci destabilizzare dall’organizzazione di questi giorni nella misura in cui noi non cominceremo come d’abitudine con l’ascolto della nostra oratrice , ma con la proiezione di 4 estratti del Film Latcho Drom, seguita poi da un tempo d’incontro per il quale tutte le consegne sono state date agli animatori .
Si è proprio questo il tema del nostro incontro…tra festa e legame sociale Cosa significa questo legame creato dalla musica, che ne facciamo nei nostri incontri ? Come la sfruttiamo nella nostra pastorale ?…
Tante domande e altre ancora alle quali il nostro conferenziere Cristina Simonelli saprà questo pomeriggio chiarire, meglio di me , con il suo sguardo di teologo Non mi resta più che augurarvi un buon incontro nello spirito del CCIT cioè nell’ascolto e l’incontro dell’altro… Buon lavoro !!