il tristissimo natale di Damasco

nel presepe di Damasco il bambinello muore di fame

 

parla il cardinale Mario Zenari, Nunzio apostolico in Siria:

a Ghouta non arrivano latte e farina, ma continuano ad arrivare bombe e morte

Morte e fame a Ghouta

morte e fame a Ghouta

“Prego Gesù bambino perché scenda tra le case di Ghouta a carezzare uno ad uno i bambini che in questa vigilia di natale stanno morendo di fame”

Il cardinale Mario Zenari, Nunzio apostolico della martoriata Damasco, anche questo Natale è costretto a lanciare un appello, a ripetere l’appello perché le parti in campo facciano passare latte, farina e medicine per soccorrere chi muore. In questi anni di follia, di morte e distruzione, il nunzio lo ha fatto quando si moriva a Damasco ovest, lo ha fatto lo scorso anno quando a spegnersi erano i bambini di Aleppo. “E’ una follia che ci sia il latte, che ci siano i camion carichi di farina e di medicine e che non si possa entrare a Ghouta est per soccorrere chi muore. E tutto accade a non più di 15 chilometri da qui, dalla nunziatura…”. A Zenari diciamo di aver appena visto le immagini di un reportage della Reuters, realizzato qualche giorno addietro, in quella periferia di Damasco. Un pugno allo stomaco, bambini pelle e ossa che aspettano solo di morire. Le ha viste pure lui, quelle immagini. “Dal giorno del reportage – dice il nunzio di Damasco – le cose sono peggiorate. A Ghouta ci sono almeno 500 persone che dovrebbero immediatamente essere portate in ospedale nella speranza di strapparle alla morte. Dovrebbero essere immediatamente evacuate, e invece…”. Invece Damasco sta diventando maledettamente lontana dagli obiettivi dei media, dai racconti di parte della stampa internazionale. Praticamente scomparsa dall’informazione italiana. Damasco, la Siria ora solo muta scacchiera di spartizioni, con Putin che conosce il gioco meglio degli altri. Da una parte le politiche che accompagnano le macerie delle guerre, dall’altra i visini pelle e ossa dei bambini di Ghouta. Lo scandalo è questo.
“A Ghouta – dice Zenari – non arrivano latte e farina, ma continuano ad arrivare bombe e morte. L’anno scorso uccideva il freddo, questo Natale è la fame a mietere vittime. Alla periferia est di Damasco – continua la cronaca del nunzio apostolico – ci sono 400mila persone che non conoscono tregua o cessate il fuoco. L’Onu – aggiunge il nunzio – ha classificato 10 zone, in Siria, come “zone assediate”. Ebbene, da sola Ghouta raccoglie il 94 per cento della popolazione siriana assediata”.
“Nella speranza che la parola di Gesù incontri uomini di buona volontà – continua il nunzio – la verità tragica è che alle porte di Damasco, a pochi chilometri da qui, le mamme non sanno come allungare la vita ai figli, in attesa del latte…Ciascuno di noi – aggiunge – dovrebbe leggere il drammatico rapporto del Pam sulle condizioni nelle quali uomini, donne e bambini sopravvivono in quei quartieri. La situazione è catastrofica, anche quest’anno”.
“Il mio appello? – dice il nunzio – Che le parti in causa ascoltino Gesù e lascino passare gli aiuti, il latte per i più piccoli, la farina, le medicine, questo il mio appello”. Invito che Mario Zenari ripeterà la notte di Natale celebrando messa all’ospedale italiano di Damasco e nel giorno di Natale nella Chiesa latina.

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