il tentativo di far dimettere papa Francesco fallisce ancora una volta

i corvi reazionari all’assalto di papa Francesco: amareggiato ma non pensa alle dimissioni

un attacco concentrico che è partito dal dossier stilato da monsignor Viganò e proseguito dagli Stati Uniti

Il cardinale Francesco Montenegro con papa Francesco

il cardinale Francesco Montenegro con papa Francesco

Una manovra concentrica stile Vatileaks per screditare Francesco e spingerlo in un angolo raccontata e soprattutto spiegata nelle sue dinamiche su Globalist dal vaticanista Gianni Di Santo.
L’attacco del cardinale statunitense Raymond Leo Burke
“La richiesta di dimissioni del Papa in ogni caso è lecita; chiunque può avanzarla nei confronti di qualsiasi pastore che sbaglia gravemente nell`adempimento del suo ufficio, ma i fatti devono essere verificati”. Lo dice a ‘la Repubblica’ il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, dopo l`uscita del dossier firmato dall`ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò che chiede le dimissioni di Bergoglio per non essere intervenuto a proposito dei rapporti sessuali avuti con più seminaristi dal cardinale Theodore Edgar McCarrick.
“Non ho niente di personale contro il Papa. Antagonista è qualcuno che ha qualcosa di personale contro un`altra persona. Io no. Tento semplicemente di difendere la verità della fede e la chiarezza nella presentazione della fede. È l’unica cosa che ho fatto e per questo mi hanno accusato di essere un nemico del Papa. Durante il Sinodo dei vescovi siccome ho difeso la costante prassi della Chiesa dicendo che è un peccato grave accedere all`eucaristia pur vivendo in una condizione oggettiva di peccato mortale mi hanno dipinto come un nemico”, ha aggiuhnto Burke.
Il dossier “mi ha scosso nel profondo perché l`insieme è gravissimo. Ho dovuto leggerlo più volte perché a una prima lettura mi ha lasciato veramente senza parole. Credo a questo punto che serva una risposta completa e oggettiva da parte del Papa e del Vaticano”, aggiunge Burke tra gli autori dei ‘Dubia’ con cui si chiedono chiarimenti sulla dottrina al Santo Padre.

Le accuse del Procuratore generale della Pennsylvania
anche il procuratore generale della Pennsylvania sostiene di avere di avere “le prove” che la Santa Sede sapeva della copertura degli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica.
“Non c’erano solo abusi sessuali diffusi, stupri di bambini, c’era una sistematica copertura che arrivava fino in Vaticano”, ha detto Josh Shapiro, alla Nbc. “Abbiamo le prove che il Vaticano sapeva e ha coperto gli abusi. Non posso parlare specificatamente di papa Francesco”, ha poi aggiunto il procuratore.
Nel rapporto del grand giurì vengono riportati “scabrosi dettagli” che includono stupri, aborti, confessione e occultamenti. Alcune vittime erano adolescenti, mentre altre erano in età prepuberale. Diverse sono finite nel gorgo della dipendenza dall’alcol e droga e alcuni sono hanno tentato persino il suicidio.
È orribile pensare a quello che questi uomini di Dio hanno fatto a questi bambini e poi avere l’occultamento che è stato letteralmente intenzionale per proteggere i preti dalle forze dell’ordine”, ha detto Shapiro. La stragrande maggioranza dei preti già identificati è morta o i reati sono troppo vecchi per essere perseguiti in base alla legge dello Stato.