il commento al vangelo della domenica

NON SONO VENUTO A PORTARE PACE SULLA TERRA, MA DIVISIONE   

commento al vangelo della ventesima domenica del tempo ordinario (14 agosto 2016) di p. Alberto Maggi:Maggi

Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Luca è indubbiamente l’evangelista che, più di tutti gli altri, tratta il tema della pace. Il suo vangelo si apre con l’immagine della pace nel coro angelico che proclama la “pace in terra agli uomini amati dal Signore”, si conclude con Gesù risuscitato che, quando si presenta ai suoi discepoli dona a loro la pace, “Pace a voi”, laddove pace significa pienezza della vita, felicità, eppure in questa pagina sembra che ci sia quasi una contraddizione.
Leggiamo quello che l’evangelista ci dice. E’ il capitolo 12 di Luca, versetti 49-53. Gesù dichiara: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”. Per la terza volta in questo vangelo appare la tematica del fuoco. La prima volta era apparsa nelle parole terribili di Giovanni Battista che aveva annunciato il messia come colui che avrebbe battezzato in spirito santo e fuoco. Spirito Santo, cioè energia divina per chi accoglie Gesù e il suo messaggio, e fuoco, immagine del castigo distruttore per chi lo rifiuta, per i peccatori.
La seconda volta la tematica era apparsa nelle parole di Giacomo e Giovanni che, vedendo che un villaggio di Samaritani non aveva accolto Gesù, aveva chiesto a Signore: “Diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi”. Quindi era un fuoco distruttore. L’immagine del fuoco finora è presentata come il castigo di Dio.
Ma non è questo il fuoco che vuole portare a Gesù. Lo si comprenderà dal resto delle sue espressioni che questo fuoco è frutto della sua morte. Sappiamo che Luca presenta dopo la morte di Gesù la pentecoste come la discesa dello Spirito sotto forma di lingue di fuoco. E’ la nuova realtà della nuova comunità, dell’alleanza tra Dio e il popolo, non più basata sull’osservanza delle sue leggi, ma sull’accoglienza del suo spirito, cioè del suo amore.
Allora Gesù dice: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra”, quindi questo fuoco dello Spirito, “come vorrei che fosse già acceso!”. Gesù non vede l’ora che i suoi discepoli, la sua comunità, il suo popolo, instauri con Dio un rapporto diverso, che non è quello imposto da Mosè, ma quello di lui, il Figlio, che propone una relazione tra dei figli e il loro padre.
E continua Gesù: “C’è un battesimo”, naturalmente qui battesimo non ha l’immagine del rito, del sacramento, della liturgia, che poi avrà il termine battesimo, che significa immersione, ma ha un’immagine anche negativa, qualcosa che travolge, qualcosa che ti trascina. Quindi Gesù dice: “C’è qualcosa che sta per travolgermi e che devo ricevere”.
“E come sono angosciato…” qui veramente l’evangelista non usa il termine “angosciato”, il vocabolo usato da Luca indica essere pressato, dominato da un forte desiderio. Quindi Gesù ha proprio questa passione per questo avvenimento che pure è negativo, questa situazione che lo travolgerà. “Finché non sia compiuto!”
Quindi potremmo tradurre “c’è un’immersione nella quale dovrò essere immerso!” ed è l’immersione nella violenza, nella morte che lo spazzerà via. E a questo punto ecco la sorpresa; abbiamo iniziato dicendo che Luca è l’evangelista della pace, Gesù toglie qualche dubbio su cosa significhi questa pace e dice: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.” Ecco, sorprende sentire queste parole di Gesù, ma che significa questa divisione? Questa pace che Gesù è venuto a portare, frutto di una nuova relazione tra gli uomini e Dio, come quella di figli con il padre, troverà la reazione e l’avversione di tante forze che si scateneranno.
E quali sono queste forze? Gesù parla di divisione, prendendo l’immagine di una famiglia, una famiglia normale.
“D’ora innanzi, in una casa di cinque persone, si divideranno tre contro due e due contro tre” e si divide quello che rappresenta il vecchio contro il nuovo. Infatti aggiunge Gesù:  “Si divideranno il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre, la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera”. L’iniziativa di questa divisione viene dai rappresentanti del passato, il padre, la madre, la suocera, che non accolgono questa novità del messaggio di Gesù che viene invece accolto dai suoi discepoli.
Ecco la causa della divisione. Bisogna tenere presente che qui Gesù non sta parlando di divisione di figlio contro figlio, di fratello contro fratello. No, la divisione nella comunità dei credenti in Gesù non è ammessa, perché dove c’è divisione la comunità si distrugge. L’evangelista qui si rifà a un’immagine conosciuta, quella del profeta Michea, che al capitolo 7, versetto 6, aveva parlato di un figlio che insulta il padre, della figlia che si rivolta contro la madre e la nuora contro la suocera.
E aveva aggiunto: “E i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua”. I nemici di questa nuova realtà, di questa nuova relazione con il padre non saranno quelli al di fuori della religione, ma proprio coloro che sono all’interno della religione che non accetteranno questa novità. Eppure Gesù è quel Dio che è venuto a fare nuove tutte le cose. Chi si ferma al passato non potrà mai comprendere la novità che lo Spirito propone.