il commento al vangelo della domenica

GESU’ FU GUIDATO DALLO SPIRITO NEL DESERTO E TENTATO DAL DIAVOLO 

commento al vangelo della prima domenica di quaresima (14 febbraio 2016) di p. Alberto Maggi:

p. Maggi
Lc  4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

La prima domenica di Quaresima la liturgia ci presenta le Tentazioni del Deserto, secondo l’interpretazione che ne dà Luca nel suo vangelo al capitolo 4.
Leggiamo. Gesù, pieno di Spirito Santo. E’ dopo il battesimo. Su Gesù dopo il battesimo è sceso lo Spirito che ha convertito Gesù nella manifestazione visibile del perdono e dell’amore di Dio.  Si allontanò dal Giordano ed era guidato (letteralmente “condotto”) dallo Spirito nel deserto. Il deserto richiama l’esodo di Israele, quando dalla schiavitù egiziana iniziò il cammino per entrare nella terra promessa. Ora la terra promessa si è trasformata in una terra di schiavitù dalla quale Gesù deve liberare.
L’istituzione religiosa, per i propri interessi, per la propria convenienza, si è impadronita di Dio e Gesù deve liberare il popolo dalle grinfie di questi.   Per quaranta giorni. I numeri nei vangeli, e nella Bibbia, non vanno mai interpretati in maniera aritmetica, matematica, ma sempre figurata. Il numero quaranta indica una generazione. L’evangelista vuole dirci: quello che adesso ti sto presentando non riguarda un singolo periodo della vita di Gesù, ma tutta la sua esistenza.
Tentato dal diavolo. Ecco è giusto tradurre così. Ma per noi “tentazione” significa sempre qualcosa che induce a compiere il male. Nulla di tutto questo. Il diavolo, – lo vedremo – non si presenta come un rivale di Gesù, ma come un suo collaboratore. Allora più che tentazioni potremmo parlare di seduzioni del diavolo nel deserto.
Non mangiò nulla in quei giorni. Non è un digiuno. L’evangelista evita la parola digiuno, perché la fame di Gesù era una fame diversa. Più avanti Gesù dirà: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi”.
Ma quando furono terminati, ebbe fame. Ma appunto non è una fame di pane. Ecco che ora si presenta il diavolo. Chi è il diavolo? Mentre Dio è amore che si mette a servizio degli uomini, il diavolo è potere che domina le persone.
Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio”. Non è un mettere in dubbio la figliolanza divina, che era stata già affermata nel battesimo, ma significa “giacché sei il figlio di Dio usa le tue capacità a tuo proprio vantaggio”. “Di’ a questa pietra che diventi pane». Quindi usare a proprio vantaggio le proprie capacità.
Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». E’ una citazione del libro del Deuteronomio. Vediamo che la disputa tra Gesù e il diavolo sembra proprio una disputa teologica tra degli scribi o dei rabbini. L’evangelista infatti la costruisce in questa maniera.
Il diavolo lo condusse in alto – in alto indica la condizione divina –  gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio.” E’ tremenda questa affermazione che Luca attribuisce al diavolo. Non è Dio, ma il diavolo colui che conferisce potere e ricchezza. Quindi quelli che detengono potere e ricchezza non la ricevono da Dio, ma la loro è un’attività diabolica perché la ricevono dal diavolo.
E’ una denuncia  molto seria, ed è tipico dell’evangelista Luca.
“Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Quindi lui invita ad un gesto di idolatria, ma Gesù anche questa volta, citando sempre il Deuteronomio, gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». E’ l’incompatibilità tra Dio e il potere, tra l’amore e il servizio. Quindi Gesù rifiuta categoricamente la proposta del diavolo, questa idolatria del potere.
Lo condusse a Gerusalemme, quindi il diavolo sembra pratico dei luoghi santi e della Bibbia. Lo pose sul punto più alto del tempio … perché lo pose lì? Perché c’era la tradizione religiosa che diceva che il messia nessuno sapeva chi era. All’improvviso, durante la festa delle capanne, si sarebbe manifestato sul punto più alto del tempio. Allora il diavolo lo invita a manifestarsi aggiungendo un segno spettacolare.
E gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio…” Notiamo che nella prima e nella terza seduzione, tentazione, il diavolo dice “giacché sei il Figlio di Dio”, per quella di mezzo, quella del potere e del denaro, non ha avuto bisogno di scomodare la condizione divina, perché è una tentazione alla quale soccombono tutti gli uomini, quella della corruzione e quella del potere, del denaro. Ma qui di nuovo “se tu sei il Figlio di Dio”, cioè “Giacché sei il Figlio di Dio”.
“Gèttati giù di qui”, cioè fai un segno spettacolare. E il diavolo sembra abbastanza esperto di sacra scrittura, perché, come Gesù gli ha controbattuto citando frasi del libro del Deuteronomio, ecco che il diavolo controbatte a Gesù citando il salmo 91. “Sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; vediamo come il diavolo è esperto, quindi l’evangelista qui ci fa comprendere che sono le dispute che Gesù ha avuto con i rabbini, gli scribi, che sono i veri strumenti del diavolo. “E anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo dal libro del Deuteronomio. Gesù asserisce la piena fiducia nell’azione del Padre senza bisogno di provocarlo per farne scaturire l’azione.
Dopo aver esaurito ogni tentazione… il verbo “tentare” comparirà poi di nuovo per l’azione dei dottori della legge. Ecco chi sono i diavoli, questi difensori della dottrina in realtà l’evangelista li denuncia come strumenti del diavolo.
 Il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. Quale può essere questo momento fissato? Dai dati che abbiamo il momento fissato è il momento della croce, momento tremendo, drammatico, della fine di Gesù, quando saranno i capi del popolo che diranno a Gesù “Se è il Cristo si salvi”, quindi che usi le sue capacità per salvarsi.
Ma Gesù tutto quello che era, tutte le sue forze, tutte le sue energie, tutte le sue capacità non le ha mai usate per il proprio interesse, ma sempre per l’interesse degli altri. Non per la propria convenienza, ma per la convenienza degli uomini; non ha pensato alla sua vita, ma alla vita degli altri. Ecco allora la differenza che emerge tra Dio e il diavolo: Dio è amore che si mette a servizio e mette l’interesse dell’altro al primo posto, il diavolo è potere che domina e pensa soltanto alla propria convenienza.