i bagagli sono pesanti, soprattutto per la chiesa

papa Francesco

“il profeta sa andare in periferia libero da bagagli”

Udienza ai padri Mercedari nell’ottocentesimo della loro fondazione:

non sia ricordo del passato glorioso ma anche occasione per esaminare difficoltà, vacillamenti ed errori

un inviato di Dio sa avvicinarsi alle periferie esistenziali «libero da bagagli»: lo ha detto papa Francesco alla delegazione dei padri Mercedari ricevuta in udienza in Vaticano in occasione del capitolo generale dell’Ordine per gli ottocento anni di vita. L’anniversario, ha detto, non sia solo il ricordo del passato glorioso ma anche occasione per esaminare difficoltà, vacillamenti ed errori.

 

«Certo, c’è molto da ricordare e ci fa bene ricordare», ha detto il Papa nel discorso pronunciato in spagnolo ai membri di quest’Ordine di frati che nel medioevo si sostituivano in riscatto a schiavi e prigionieri. «Ma questa memoria non dovrebbe limitarsi a un’esposizione del passato, bensì deve essere un atto sereno e consapevole che ci permetta di valutare i nostri successi senza dimenticare i nostri limiti e, soprattutto, affrontare le sfide che l’umanità pone. Questo capitolo può essere una occasione privilegiata per un dialogo sincero e proficuo che non si accontenta di un passato glorioso, ma esamina le difficoltà incontrate in questo cammino, i vacillamenti e anche gli errori. La vera vita dell’Ordine va ricercata nel continuo sforzo di adeguarsi e rinnovarsi, al fine di dare una risposta generosa alle reali esigenze del mondo e della Chiesa, restando fedeli al patrimonio perenne di cui siete depositari». 

«Con questo spirito – ha proseguito il Papa – possiamo realmente parlare di profezia, altrimenti non possiamo. Perché essere profeta è prestare la nostra voce umana alla Parola eterna, dimenticarci di noi stessi affinché sia Dio che manifesta la sua onnipotenza nella nostra debolezza. Il profeta è un inviato, un unto, ha ricevuto un dono dello Spirito per il servizio del santo popolo fedele di Dio. Anche voi avete ricevuto un dono e siete stati consacrati per una missione che è un’opera di misericordia: seguire Cristo che porta la buona notizia del Vangelo ai poveri e la liberazione ai prigionieri. Cari fratelli, la nostra professione religiosa è un dono e una grande responsabilità, perché la portiamo in vasi di creta. Non ci fidiamo della nostra propria forza ma affidandoci sempre alla misericordia di Dio. Vigilanza, perseveranza nella preghiera, nel coltivare la vita interiore sono i pilastri che ci sostengono. Se Dio è presente nella vostra vita, la gioia di portare il Vangelo sarà la vostra forza e la vostra gioia. Dio ci ha chiamato a servirlo nella Chiesa e nella comunità. Sostenetevi in questo percorso comune, che la comunione fraterna e la concordia in buone azioni testimoniano, prima delle parole, il messaggio di Gesù e il suo amore per la Chiesa». 

Il profeta, ha detto ancora il Papa, «sa andare alle periferie, alle quali si avvicina libero da bagagli. Lo Spirito è un vento leggero che ci spinge in avanti. Evocare ciò che mosse i vostri Padri e dove li diresse, ci impegna a seguire i loro passi. Loro furono in grado di restare come ostaggio accanto ai poveri, agli emarginati, agli esclusi della società, per consolarli, soffrire con loro, completando con la propria carne ciò che manca alla passione di Cristo. E questo un giorno dopo l’altro, nella perseveranza e nel silenzio di una vita libera e generosamente donata. Seguire questi predecessori, è comprendere che, per riscattare, dobbiamo farci piccoli, unirci al prigioniero, nella certezza che così non solo soddisfaremo il nostro scopo di redimere, ma troviamo anche noi stessi la vera libertà, perché nel povero e nel prigioniero riconosciamo presente il nostro Redentore». Per questo, nell’ottocentesimo anniversario dell’ordine, è opportuno «proclamare l’anno della grazia del Signore» a tutti coloro ai quali li ha inviati: «I perseguitati a causa della fede e i prigionieri, le vittime di tratta e i giovani nelle scuole, chi attende alle opere di misericordia, i fedeli delle parrocchie e delle missioni che sono state affidate loro dalla Chiesa».