ho compreso le ‘beatitudini’ …

testimonianze

«Se arrivava una delegazione di campesinos Romero lasciava anche la più importante delle riunioni per ascoltarli. Il soggetto dialogante per lui era il popolo. Gli altri -governo, politici, gente importante- erano solo un contorno»

M.J. Hernández

 

Le testimonianze che ci cambiano la vita sono quelle che vengono dal basso. Raramente quelle pronunciate da un pulpito (da ministri di Dio che si riducono a funzionari), mai quelle biascicate da una poltrona (da politici che si riducono a servi di regime), da un salotto (da studiosi/pensatori/scrittori/artisti che si riducono a intellettuali prezzolati).

 

Ho compreso le beatitudini (1) ascoltando i poveri, gli sconfitti, i derisi, gli emarginati.

Ho compreso la povertà in spirito da chi, vivendo nel fango in paesi martoriati da feroci dittature, confidava con dignità nella Provvidenza.

Ho compreso l’afflizione da una madre che aveva appena perso suo figlio, ucciso dalla disoccupazione e dall’assenza di speranza.

Ho compreso la mitezza da uno di quei ragazzi che con i nostri paraocchi di lusso chiamiamo disabili.

Ho compreso la fame e sete della giustizia da un lavoratore sfruttato che non ha ceduto al ricatto dell’azienda, pagando con il licenziamento.

Ho compreso la misericordia da una donna che è riuscita a perdonare suo padre per averla abbandonata.

Ho capito la purezza del cuore da un povero che pregando mi ha benedetto.

Ho compreso la pace da chi si è opposto alle devastazioni ambientali adottando pratiche di nonviolenza attiva.

Ho compreso la persecuzione a causa della giustizia da chi si è schierato con gli oppressi contro le dittature militari, le oligarchie, le multinazionali, perdendo la vita o subendo l’esilio, il carcere.

(1) Vangelo di Matteo 5,1-12: Vangelo di Luca 6,20-23

testo di Arturo Paoli:

«La sola adorazione della croce che mi è entrata profondamente è quella che ho scoperto tra i minatori in Sardegna che non erano praticanti né alienati, e lottavano fortemente per la giustizia, e scoprivano, attraverso parole molto semplici, il Crocifisso come un fratello, il compagno di una sofferenza che non volevano»

(Arturo Paoli, Dialogo della liberazione, Morcelliana, Brescia 1969,  p.152)

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