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i «30 euro al giorno» e tutte le altre bufale sui migranti

 

compreso il famigerato “pericolo scabbia” e l’inutile allarmismo sulla requisizione degli appartamenti dei privati cittadini per sistemare i profughi

I «30 euro al giorno» e tutte le altre bufale sui migranti
 
L’emergenza migranti degli ultimi giorni, con centinaia di profughi accampati nelle principali stazioni italiane e in quelle di frontiera in attesa di poter partire verso gli alti paesi europei, ha fatto tornare sulla cresta dell’onda alcune bufale e notizie false sull’assistenza agli immigrati. Su tutte c’è la bufala dei famosi 30 euro al giorno dati a ogni migrante arrivato in Italia che, come già stato chiarito in più di un’occasione, non riceve direttamente quei soldi ma vengono erogati alle strutture di accoglienza che ospitano i profughi.

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LE BUFALE SUI MIGRANTI

Quella dei 30 euro al giorno agli immigrati – che chiariremo meglio tra poco – non è l’unica falsa notizia che è circolata negli ultimi mesi: quasi tutte le bufale hanno a che fare principalmente con questioni legate a una presunta assistenza economica fornita dallo Stato ai migranti ma, alla luce degli ultimi sviluppi, non mancano nemmeno false notizie su emergenze mediche, come l’allarme scabbia.

I 30 euro al giorno agli immigrati che arrivano in Italia:

Una bufala che ha cominciato a girare nell’autunno del 2014, e che vedrebbe ogni immigrato ricevere 30 euro al giorno non appena messo piede sul suolo italiano. Una questione chiarita in diverse occasioni da Mario Morcone, capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’Interno, che aveva spiegato come quei 30 euro pro-capite vengano versati ai centri di prima accoglienza che ospitano i richiedenti asilo e che lo stato sovvenziona in base al numero delle persone che ospita. «La verità è che ricevono 2,5 euro al giorno – aveva detto Morcone – Il resto va alle strutture che forniscono i servizi». Due euro e cinquanta che i richiedenti asilo utilizzano per chiamare i parenti o provvedere alle piccole necessità quotidiane.

I 2000 euro al mese (gratis) agli immigrati:

Sempre lo scorso autunno – ma questa notizia si è riproposta anche in seguito variando in alcuni particolari – aveva cominciato a girare la notizia che la Provincia di Trento erogherebbe alle famiglie di extracomunitari 2000 euro al mese “gratis”, ovvero senza che nessun membro delle famiglie in questione svolgesse alcuna attività lavorativa e senza il pagamento delle varie tasse comunali. La storia era circolata su Facebook con un volantino fotografato che sottolineava come le famiglie di immigrati ricevessero questi soldi «senza lavorare». In realtà, come già scrivevamo lo scorso ottobre, si tratta di una bufala: non soltanto perché la Provincia di Trento fornisce aiuti economici a tutte le famiglie che ne hanno bisogno (e cioè anche a quelle italiane), ma sopratutto perché 2000 euro è il tetto massimo della cifra erogabile in presenza di tutti i requisiti richiesti:
[…] il volantino mescola diversi contributi che non hanno come destinatari “gli extracomunitari”, ma qualsiasi famiglia che abbia i requisiti richiesti, che variano per ogni contributo, rendendo altamente improbabile che in capo a una sola famiglia possano andarsi a concentrarne tanti, che nel volantino sono calcolati sempre al valore massimo.

Gli immigrati mangiano i cani di Lampedusa:

Questa bufala risale all’ottobre 2013, pochi giorni dopo il primo grande naufragio del 3 ottobre dove persero la vita quasi 400 migranti che si trovavano su un barcone a pochi chilometri dalle coste di Lampedusa, una tragedia che riaccese improvvisamente i riflettori sull’isola a sud della Sicilia e sull’emergenza sbarchi. Dopo poco tempo su Facebook si diffuse la notizia che i profughi, per sfamarsi, avrebbero cominciato a mangiare i cani dei lampedusani. Si trattava chiaramente di una bufala, supportata addirittura da un video che girava sul web dal 2011 e che non aveva nulla a che vedere con Lampedusa, ma che fu ripreso da Quotidiano Nazionale che diffuse la notizia senza prima verificarla.

L’epidemia di scabbia:

Di “allarme scabbia” si è parlato molto negli ultimi giorni, in seguito alle notizie che hanno cominciato ad arrivare dalle stazioni di Milano Centrale e Roma Tiburtina, dove i migranti sostano in attesa di poter partire per gli altri paesi europei. La scabbia è una malattia contagiosa della pelle che deriva da un parassita che si annida sotto la pelle. Si tratta di una delle malattie tipiche della povertà e il parassita si trasmette stando a stretto contatto con persone contagiate. Attraversare una stazione o sedersi su una sedia dove si è seduta una persona malata di scabbia non rappresenta un rischio di contagio, anche perché il parassita sopravvive soltanto poche ore lontano dall’organismo umano. Alcuni migranti sono malati di scabbia l’allarme contagio purtroppo, riguarda più che altro i gruppi di profughi che stanno a stretto contatto per lunghi periodi, favorendo il passaggio del parassita Una volta isolati i vari casi, la scabbia si cura abbastanza facilmente con pomate apposite. Nonostante questo, in molti hanno parlato di allarme scabbia come di un problema che riguarda la cittadinanza.

Gli appartamenti sfitti dei privati espropriati dallo Stato per ospitare i migranti:

Anche in questo caso si tratta di una bufala ricorrente, che torna in auge ogni volta che le cronache parlano con una certa enfasi dell’emergenza migranti e che vedrebbe il ministero dell’Interno pronto a dare l’ordine alle Prefetture delle varie città di espropriare le case vuote dei privati cittadini per ospitare i migranti. L’ultima volta che questa notizia è tornata a circolare è stato lo scorso aprile, facendo riferimento a una circolare del Viminale firmata da Mario Morcone, direttore del Dipartimento Immigrazione del Viminale. Come spiegava un paio di mesi fa bufale.net, tuttavia, questa circolare non risulterebbe rintracciabile ma le varie testate giornalistiche ne hanno riportato alcune parti del contenuto in cui si legge che «non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire strutture disponibili». In realtà, sebbene la legge preveda la possibilità di una requisizione temporanea di beni mobili e immobili dei privati cittadini per «gravi e urgenti necessità pubbliche, militari o civili» (Requisizione temporanea, non esproprio definitivo NdR) quella di collocare i migranti negli appartamenti sfitti è un’ipotesi remota e altamente improbabile visto che, nella circolare, si farebbe riferimento all’utilizzo di tende e caserme come sistemazioni temporanee.