a proposito dell’ ‘enciclica verde’

 

 

Vaticano

 

 

 

 

 

 

laudato_si

in questo link il testo non definitivo dell’enciclica ‘verde’ di papa Francesco

Francesco papa

 

 

 

 

 

di seguito alcuni articoli di presentazione o commento a questa enciclica

   Ecco l’enciclica verde “La Terra non è nostra chi offende la natura fa peccato contro Dio” di Marco Ansaldo in la Repubblica del 16 giugno 2015

“‘L’Espresso online’ ieri pomeriggio ha pubblicato una versione dell’Enciclica di Jorge Mario Bergoglio… Non si tratta del testo finale… Alcuni assi portanti che attraversano tutta l’Enciclica… l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia; la grave responsabilità della politica internazionale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita”
“Già l’accoppiata di titolo e sottotitolo della nuova enciclica di Bergoglio è molto significativa: ‘Laudato si’. Sulla cura della casa comune’. Vi compaiono tre concetti decisivi della complessiva interpretazione bergogliana del cristianesimo come servizio e difesa dell’uomo: 1) la lode… 2) la cura… 3) la casa comune… Rimangono però tre domande…”
Il Papa si dice mosso dalla «preoccupazione di unire tutta la famiglia umana» e di dare una mano a vincere «il rifiuto dei potenti» e il «disinteresse degli altri». Si fa portavoce sia del «grido della Terra» sia del «grido dei poveri» e si sente in ogni pagina che una tale passione indivisa viene dal Sud del pianeta.
oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri»
In Vaticano c’è grande irritazione, la «violazione delle regole di correttezza» è considerata una mossa deliberata «contro il Papa e contro l’enciclica», per indebolire la presentazione di un testo che critica lo squilibrio tra Nord e Sud del mondo e la politica ambientale dei Paesi più potenti, parla della «regola d’oro» della «subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni», e aveva subìto un fuoco di sbarramento prima della pubblicazione soprattutto negli ambienti ultraconservatori statunitensi.