le chiese unite a favore dei migranti

l’appello di tutte le Chiese cristiane:

aprite i porti ai migranti

un manifesto firmato dalle Chiese cattoliche, valdesi e romene di Viareggio riporta le parole del Vangelo: “ero straniero e mi avete ospitato”

Il manifesto

il manifesto

Le Chiese cristiane (cattolica, valdese, ortodossa e romena) chiedono tutte insieme la riapertura dei porti ai migranti. Un manifesto pro accoglienza è stato appeso a Viareggio nei rispettivi luoghi di culto:

“Di fronte alla drammatica questione dei migranti ed al recente comportamento del governo italiano – si legge nel manifesto -, le chiese ricordano che per i cristiani il Vangelo è l’unico criterio per le loro scelte. Esso indica ripetutamente la via dell’accoglienza dello straniero e della condivisione dei beni con i poveri, dice infatti Gesù: ‘Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete ospitato'”. “Ricordiamo le parole di Papa Francesco e della Chiesa Valdese – prosegue il manifesto -, che in numerose occasioni hanno preso posizione sulla questione migranti invitando tra l’altro ad un cambiamento di mentalità”.

Rivolto anche un invito

“all’Europa e all’Occidente a farsi carico delle proprie responsabilità, ricordando che nei secoli passati hanno sfruttato il continente africano, depredandolo delle sue ricchezze e non preoccupandosi della popolazione che ha sostenuto lotte lunghe e difficili per affrancarsi dal colonialismo e dalla soggezione alle potenze europee”.

 




“Dio stesso viaggia sui barconi dei migranti”

l’arcivescovo di Agrigento:

“a venire da noi su un barcone è Dio, non accogliere è non credere”

Il cardinale Montenegro festeggia S. Calogero, santo nero venuto dall’Africa e lancia un monito

Francesco Montenegro

Durante i festeggiamenti per S. Calogero, l’arcivescovo Montenegro di Agrigento ha lanciato un commovente monito, particolarmente significativo dato che S. Calogero è un santo nero, taumaturgo della Chiesa e particolarmente amato in Sicilia e in particolare nell’agrigentino:

“I migranti, i poveri sono un termometro per la nostra fede. Non accoglierli, soprattutto chiudendo loro il cuore, è non credere in Dio. È Gesù a venire da noi su un barcone, è lui nell’uomo o nel bambino che muore annegato, è Gesù che rovista nei cassonetti per trovare un po’ di cibo. Sì, è lo stesso Gesù che è presente nell’Eucaristia. Un migrante alla fine del suo lungo viaggio, dopo aver subito violenze e visto sabbia, lacrime, paura, cadaveri … esclamò nel mattino in cui fu salvato: “Nulla è più bello al mondo del sorgere del sole”. Il sole illumina i volti di tutti gli uomini, non solo i nostri. Ogni migrante è una storia e una vita che, ci piaccia o no, s’intreccia con la nostra. I poveri e i migranti hanno un nome come noi, sognano come noi, sono pieni di paure come noi, sperano come noi, vogliono una famiglia come noi, – un minorenne mi ha detto che ciò che gli manca è la carezza della mamma – credono in qualcosa o in qualcuno come noi, osano come o più di noi, desiderano essere trattati come noi. Anche per loro, e non solo per noi, Gesù e si è lasciato inchiodare sulla croce. Lasciamoci scuotere la coscienza dal fatto che tanti bambini, uomini, donne, perdano la vita in mare. Fu un immigrato, il centurione romano, a riconoscere nel crocifisso il Figlio di Dio. Un detto ebraico dice: chi salva un solo uomo, salva il mondo intero.”




i poveri disturbano troppo la nostra tranquillità, è meglio che affoghino!

i poveri

di Giuseppe Caliceti

 

Il Mediterraneo alla deriva.
Le onde sempre più alte, più nere.
Gli occhi da animali feriti
dei bambini pigiati nella stiva.
I poveri fanno troppa paura.
I poveri sono spazzatura.
Dalle onde si alza una brezza.
I poveri fanno troppa tristezza.
Vogliamo metter fine agli sbarchi.
I cieli si abbasseranno sul mare.
Rovesceremo in acqua i carghi:
uomini ragazze donne bambini.
I poveri creano imbarazzo.
I poveri portano malattie.
I poveri devono andarsene.
Con i loro stracci, le loro scarpe.
Il grido dei richiedenti asilo
sarà ricacciato in gola, morto.
Innalzeremo un muro sull’acqua.
Ma a nessuno vogliamo far torto.
Non riuscivamo più a sopportarli.
Rovinavano i telegiornali.
I poveri non sono mai di moda.
Rondini? Sono topi senza coda.
Topi senza ali, senza sorriso.
Ti fanno vergognare di esser vivo.
Le leggi dell’uomo? Quelle del mare?
Topi neri e tristi, annegate!
Presto chiuderemo tutti i porti.
No, non conteremo mai più i morti.
A chi alzerà preghiere al cielo
diremo: Non c’è nulla di atroce.
Cadaveri sui moli? Sulle rive?
Anni fa migrare toccò a noi.
Oggi migrare tocca a loro.
E’ così difficile da capire?
Belli, brutti il mondo è di tutti?
Il mondo non è di uno solo?
Bianchi, neri il mondo è di tutti?
Il mondo non è solo di alcuni?
Diremo: Non c’era altro da fare.
Diremo: Non volevamo far torti.
La schiuma aggrappata agli scogli.
I poveri di oggi, quelli di ieri.
I vivi sono troppo difficili
da smaltire, meglio i poveri morti.
A chi alzerà al cielo un dito
diremo: Creavano disordini