papa Francesco dice grazie a Lutero – una piccola rassegna stampa

 

 
 

ECCO PERCHÈ DOVREMMO DIRE GRAZIE A MARTIN LUTERO

 
papa Francesco vola in Svezia per l’apertura delle celebrazioni del 500° anniversario della Riforma. L’analisi di Giovanni Ferrò sulle pagine di Jesus:
 
A cinquecento anni di distanza dall’affissione delle 95 tesi di Lutero sul portone della chiesa del castello di Wittenberg, ci sono molti motivi per i quali l’intera ecumene cristiana dovrebbe non soltanto riconciliarsi con la memoria degli eventi che portarono alla nascita delle Chiese protestanti, ma anche ringraziare i padri della Riforma per ciò che, con il loro insegnamento, hanno ricordato a tutti i cristiani. Senza la Riforma, ad esempio, probabilmente i cattolici non avrebbero re-imparato ad amare e studiare la Parola di Dio; il ruolo dei laici, forse, non sarebbe stato valorizzato; e chissà se il fondamento stesso della nostra fede, Gesù Cristo crocifisso, sarebbe stato ripulito da tante incrostazioni devozionali accumulatesi nel tempo.
 
In fondo, il fatto che papa Francesco abbia accettato volentieri l’invito a celebrare ecumenicamente quell’anniversario il 31 ottobre prossimo a Lund, in Svezia, implica anche questo riconoscimento: che Lutero, Calvino e gli altri non erano poi «cinghiali» che devastavano «la vigna del Signore», come scriveva papa Alessandro VI nella bolla di scomunica contro il monaco tedesco, ma credenti appassionati del Vangelo, che denunciavano corruzione ed esasperazioni dogmatiche nella Chiesa del tempo. 
 
Nonostante il cammino sia ancora lungo, oggi viviamo un tempo propizio per una nuova comprensione reciproca e una sincera fraternità ecumenica. Ma che farne di questo momento di grazia? Ho l’impressione che abbracci ecclesiastici e intese tra teologi non possano più bastare. In un mondo post-secolare, in cui a contendersi lo scenario pubblico sono una visione totalmente areligiosa del mondo e una opposta di tipo integralista, i credenti che si richiamano al Vangelo di Gesù Cristo saranno sempre più una piccola minoranza. Il rischio è che il timore di perdere influenza o di scomparire terrorizzi le comunità cristiane, spingendole verso forme di neoidentitarismo aggressivo. Lo spirito di amicizia e l’ascolto delle ragioni dell’altro, allora, possono servire anche a questo: apprendere, gli uni dagli altri, i modi nuovi per vivere felicemente il comandamento della nuda testimonianza cristiana anche in un tempo di evangelica fragilità.

una essenziale rassegna stampa di questo evento di carattere storico

(con l’aiuto  preziosissimo di ‘finesettimana’):

 

Lutero, le 95 tesi e il Pontefice latino che oggi cancella secoli di conflitti di Lucetta Scaraffia in Corriere della Sera del 1 novembre 2016

Ci voleva un papa, insomma, sottratto ai duri condizionamenti storici della vecchia Europa, un papa come Francesco che ha incontrato un protestantesimo più vivo di quello europeo, attento come i cattolici, e talvolta accanto ai cattolici, … per fare un gesto di pace così clamorosamente concreto come quello odierno.
«Ora abbiamo la possibilità di riparare ad un momento cruciale della nostra storia, superando controversie e malintesi». Francesco alza lo sguardo, «Gesù ci incoraggia a purificare il nostro passato»,
«Penso che il prossimo punto da sciogliere sia quello del riconoscimento da parte cattolica delle Chiese riformate come vere e proprie chiese di Cristo ».
«L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio». A Lund, in Svezia, all’interno dell’antica cattedrale dove è stata fondata la Federazione luterana mondiale, Francesco usa parole non formali
Una lucida analisi della novità del gesto di papa Francesco. “Nel rendere omaggio al valore dell’originario intento di rinnovamento che ispirò Lutero, papa Francesco ha sintetizzato quella che è la sua convinzione più profonda: Ecclesia est semper renovanda.”
“Francesco entra lentamente nella cattedrale romanica di Lund… Pochi passi accorciano enormi distanze… «Attraverso il dialogo e la comune testimonianza non siamo più estranei. Esortiamo luterani e cattolici a lavorare insieme per accogliere lo straniero… per difendere i diritti dei rifugiati e di coloro che cercano asilo»”
“Nella Malmö Arena, al termine dell’evento ecumenico, è stata siglata una dichiarazione di intenti tra Michel Roy, di Caritas Internationalis, e da Maria Immonen, direttore del World Service della Federazione Luterana mondiale. Per rafforzare l’impegno comune in favore dei poveri, dei rifugiati e per lo sviluppo sostenibile”
“«Rimanete in me e io in voi». Con queste parole pronunciate da Gesù nell’ultima cena Papa Francesco ha iniziato la sua omelia a Lund, in Svezia… «possiamo sentire» il cuore di Cristo, «i battiti di amore per noi e il suo desiderio di unità per tutti coloro che credono in lui»”
“Francesco ha partecipato al grande incontro ecumenico nella Malmö arena… Hanno preso la parola quattro testimoni. Pranita Biswasi, donna indiana di 26 anni dello stato dell’Odisha… monsignor Hector Gaviria, direttore di Caritas Colombia… Rose Lokonyen, giovane rifugiata di 23 anni, fuggita dal Sud Sudan… Munib Younan, vescovo palestinese, presidente della Federazione Luterana mondiale
Un viaggio profondamente “ecumenico”: offre la sua chiesa “in uscita” non solo per superare le lontane spaccature, ma anche per – come recita il documento comune – esprimere gratitudine per «i doni spirituali e teologici» della Riforma di 500 anni fa
Cinque secoli dopo nel quartier generale dei luterani si diffonde urbi et orbi il mea culpa di un Papa. Su Martin Lutero e, soprattutto, sulla sua Riforma, Roma si è sbagliata. Ha preso un abbaglio. «Dobbiamo guardare con onestà e amore il nostro passato e riconoscere l’errore e chiedere perdono». Francesco riconosce persino «i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma».
la decisione di andare a Lund può essere interpretata come l’ennesima conferma del carattere inclusivo del papato di Francesco. Il pontefice non esclude nessuno dal suo abbraccio misericordioso, cerca sempre di trovare e valorizzare quel che unisce e di porlo sopra a quello che divide
Con una affermazione scultorea – ringraziando Dio “per i doni venuti alla Chiesa attraverso la Riforma” – papa Francesco ieri qui in Svezia ha demolito secoli di polemiche tra cattolici e luterani e aperto un tempo nuovo che dovrebbe vedere gli antagonisti di un tempo collaborare per la giustizia e la pace nel mondo, sperando così di avvicinare la possibilità, oggi da Roma proibita, dell’Eucaristia compartecipata
Non c’è stata la ricomposizione dell’unità o l’annullamento delle differenze che da cinquecento anni dividono cattolici e luterani, ma è stato mosso un nuovo passo del cammino ecumenico che le due Chiese percorrono da cinquant’anni, alla ricerca di una comunione che oggi pare potersi fondare non tanto su «tavoli teologici» quanto su un impegno di solidarietà verso gli esseri umani sofferenti, in particolare i rifugiati.
 

Cattolici e luterani si lasciano alle spalle 500 anni di separazione alla vigilia del viaggio del papa in Svezia di Christopher Lamb in www.thetablet.co.uk del 30 ottobre 2016

“La visita del papa lunedì e martedì sarà una convalida delle iniziative ecumeniche in Svezia, ma non basterà per nascondere le grandi differenze che rimangono tra cattolici e luterani: in particolare sull’ordinazione delle donne e sugli omosessuali”
“In questo feudo della Riforma ormai secolarizzato, non sembra ci sia grande attesa per la la venuta di papa Francesco… «Il posto delle donne nella Chiesa e il celibato sono i punti che ci separano ancora. E resta doloroso il fatto di non poter celebrare l’eucaristia insieme»”
 
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il coraggio di riconoscere che “abbiamo sbagliato”

papa Francesco in Svezia chiede perdono per la scomunica a Martin Lutero

«abbiamo sbagliato»

di Franca Giansoldati

“Sarà un viaggio molto importante per l’unità dei cristiani” ha detto il Papa in aereo, non appena partito per Lund, città chiave della realtà luterana, dove è andato per celebrare in modo congiunto i 500 anni dell’affissione sul duomo di Wittenberg delle 94 tesi di Martin Lutero. Una cerimonia commemorativa densa di elementi simbolici perché mai prima d’ora un pontefice aveva sdoganato la Riforma in modo tanto esplicito e intenso.

“Lutero ha messo la Parola di Dio nelle mani del popolo”.

Papa Bergoglio viene accolto dalla arcivescova che guida la Chiesa luterana, Antje Jackelen, sorridente, vestita di nero, con una gonna longuette e un bel crocifisso d’oro bene in vista sulla giacca. Davanti a lei e a tutti i vertici delle chiese protestanti Papa Francesco pronuncia parole importanti. Un vero mea culpa.

“Anche noi dobbiamo guardare con amore e onestà al nostro passato e riconoscere l’errore e chiedere perdono. Dio solo è giudice”.

E ancora

“Si deve riconoscere con la stessa onestà che la nostra divisione si allontanava dalla intuizione originaria del popolo di Dio, che aspira naturalmente a rimanere unito, ed è stata storicamente perpetrata da uomini di potere di questo mondo più che per volontà del popolo fedele”.

Come dire che aveva ragione Lutero e non Papa Leone X che poi lo ha scomunicato. Oggi, a distanza di 500 anni, le scomuniche non ci sono più, quelle sono morte con la scomparsa del riformatore tedesco anche se restano però tante incomprensioni e diffidenze da stemperare con una buona dose di pazienza. Intanto Francesco e i luterani si incontrano sul terreno della concretezza, presentando una road map di obiettivi comuni che include la lotta contro la violenza, la sfida climatica, la povertà, la questione della pace, il tema del conflitto mediorientale. Una piattaforma impegnativa che il monaco agostiniano certamente avrebbe apprezzato.  
Papa Bergoglio arriva in sordina nel Paese europeo più scristianizzato di tutti, dove esistono persino i cimiteri per gli atei (privi di qualsiasi segno distintivo), dove Dio sopravvive a fatica tra i giovani e dove una chiesa ammette senza problemi vescovi dichiaratamente gay, vescove lesbiche, il matrimonio tra coppie omosessuali. L’evento ecumenico di Lund è a dir poco eccezionale se si guarda alla storia europea degli ultimi cinque secoli. In particolare ai conflitti, ma anche ai tentativi di unità falliti nel corso della storia del cristianesimo europeo. Fino al Vaticano II la figura di Lutero era per i cattolici negativa (salvo rare eccezioni tra qualche teologo cattolico). Dopo il Concilio le cose sono lentamente cambiate. E il cammino ecumenico ha fatto grandi progressi. Lund può segnare davvero una svolta positiva per le Chiese cristiane. A elogiare il tentativo del monaco ribelle di riformare la Chiesa del suo tempo, era stato, una decina d’anni fa, Benedetto XVI il quale aveva promosso a Castel Gandolfo un summit a porte chiuse tra i suoi ex allievi teologi. “Tutta l’idea di Lutero era cristocentrica”. Cosa che ha ripetuto anche durante un viaggio in Germania, a Erfurt, la cittadina in cui Luterò visse e studiò teologia. “Lutero non si dava pace sulla questione di Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino. Come posso avere un Dio misericordioso?” Questa domanda, spiegò Ratzinger, penetrava nel cuore e stava dietro ogni sua ricerca teologica e ogni lotta interiore.  Il viaggio di Francesco nelle terre del mondo luterano sembrano portare a compimento un lungo tragitto di ricerca comune. “Come cristiani saremo testimonianza credibile della misericordia, nella misura in cui il perdono, il rinnovamento e la riconciliazione saranno una esperienza quotidiana tra noi”.

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