Calderoli vorrebbe un papa leghista

Calderoli

“il Papa fa politica. Tolgo la sua foto dal mio ufficio”

“il Papa pensa non solo allo spirito ma anche agli spiriti”

diAlberto Maggi 
Calderoli Papa fa politica

“Io non eleggo il Papa, esprimo però un mio gradimento. Ho nel mio ufficio, in Via Bellerio, la foto con papa Bergoglio e ho deciso che la toglierò perché l’ultima cosa che mi aspetto da un Pontefice è che faccia politica”.Roberto Calderoli, vice-presidente del Senato ed esponente della Lega Nord, intervistato da Affaritaliani.it, commenta le parole di Papa Francesco durante il discorso in occasione della consegna del premio Carlo Magno. “Ero rimasto entusiasta all’inizo di questo Papa”, afferma Calderoli, “lo avevo conosciuto e avevo messo la sua foto nel mio ufficio. Ricordo che quando mi ha stretto la mano lo fece in maniera non formale e istituzionale e percepii una persona molto vicina. Non credevo che bastasse poco perché anche lo Stato del Vaticano si mettesse a pensare non solo allo spirito ma anche agli spiriti”, afferma ironicamente Calderoli

“Migrare non è un delitto, però se uno migra deve avere il passaporto o, nel caso, un visto perché diversamente si torna a casa”, spiega il vice-presidente del Senato commentando le affermazioni del Pontefice. “Ammesso che un migrante non sappia la procedura che serve per entrare in un Paese, o torna a casa spontaneamente o a qualunque frontiera di tutto il mondo viene respinto e rimandato dove è venuio. Nel caso poi volesse proseguire comunque viene arrestato e mi auguro sconti la pena nel suo paese d’origine. Queste sono leggi che ciascuno stato ha e devono essere rispettate. Diversamente, se non vengono rispettate, una persona è destinata a rubare o ad ammazzare. Ricordo al Papa – afferma Calderoli – che non ha ancora modificato la regola per cui per entrare nello Stato del Vaticano o si hanno i documenti in regola o si viene respinti o arrestati. Prima di fare proclami al mondo, papa Bergoglio inizi a modificare le regole del suo stato”.

Insomma, in questo modo Francesco alimenta l’immigrazione clandestina… “Non è questo il primo intervento del Pontefice in tal senso. E’ una serie continua di messaggi lanciati da lui e da tanti premier europei che, con il principio della non punibilità e dell’accoglienza, invitano di fatto a far partire la gente”, conclude il vice-presidente del Senato.

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il commento al vangelo della domenica

 

LO SPIRITO SANTO VI INSEGNERA’ OGNI COSA 

commento al vangelo della domenica di Pentecoste (15 maggio 2016) di p. Alberto Maggi 

maggi20

Gv 14,15-16.23-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

La festa della Pentecoste segna il passaggio dall’antica alleanza. Infatti del giorno in cui la comunità giudaica celebrava il dono della legge sul monte Sinai a Mosè, proprio in quel giorno irrompe sulla comunità dei credenti in Gesù l’azione dello Spirito. Inizia un rapporto nuovo con Dio. Con Gesù, e con l’azione di questo Spirito, il credente non è più colui che obbedisce a Dio osservando le sue leggi, quelle date da Mosè, ma colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al suo. Ecco il dono dello Spirito. In questo giorno di Pentecoste la liturgia ci presenta il vangelo di Giovanni, capitolo 14, dal versetto 15 e ci sono altri versetti che poi vengono più o meno come aggiustati per dare un testo unitario. Dopo avere reso i discepoli capaci di amare nell’ultima cena attraverso il lavaggio dei piedi, Gesù chiede il loro amore. Scrive l’evangelista: “Se mi amate”… è la prima volta in cui Gesù chiede amore, ma lo fa soltanto dopo aver reso i suoi discepoli capaci di amare. “… osserverete i miei comandamenti”. Gesù nell’ultima cena ha lasciato un unico comandamento. Ha detto: “Vi lascio un comandamento nuovo”,  nuovo non significa aggiunto agli altri, ma di una qualità migliore che sostituisce tutti gli altri. E qual è il comandamento? Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Quindi c’è un unico comandamento. Come mai ora Gesù dice: “Osserverete i miei comandamenti”? Quindi sono i suoi comandamenti, non quelli di Mosè. C’è un unico comandamento, che è quello dell’amore, la sua manifestazione esterna in tutte le occasioni in cui si esprime, questi sono i comandamenti. Pertanto non sono dei precetti esterni all’uomo, ma manifestazioni esteriori di una profonda realtà interiore. “E io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito”. Questo è un termine greco che è intraducibile nella nostra lingua. Nella precedente edizione della CEI si era tentato di tradurlo in maniera errata, inesatta, con “consolatore”, che proprio non rende. Infatti si ritorna al termine greco “Vi darà un altro Paràclito”. Che cos’è il paraclito? Il paraclito è una persona che viene chiamata in aiuto. Allora si può tradurre in vari modi, ma ognuno di questi non rende in pienezza il termine greco. Si può tradurre forse con “soccorritore”, è quello che più si avvicina. Sarebbe il patrocinatore in tribunale, cioè l’avvocato difensore, l’intercessore. E comunque paraclito non è un nome, ma una funzione, che è l’azione dello Spirito. Quindi traduciamo in maniera comprensibile con “soccorritore”, colui che viene in soccorso. Ma con una differenza. Mentre paraclito è colui che viene chiamato in soccorso, questa azione del paraclito, dello Spirito nella comunità cristiana avviene affinché “rimanga per sempre”. Cioè la presenza dello Spirito non è dovuta a situazioni di pericolo, ma è costante. Questa la garanzia che ha la comunità di Gesù, che Dio non viene incontro nei momenti di bisogno o di necessità, nei momenti di sofferenza della comunità, ma Dio è sempre presente e anticipa la sua azione. Quindi l’azione del soccorritore non si realizza soltanto quando viene invocato, quando viene chiamato, ma è costante e presente nella comunità. E continua Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. L’evangelista nel Prologo aveva scritto che il Verbo aveva messo la sua tenda fra noi. Ora Gesù lo realizza. Quando c’è questa comunità d’amore, quando questo amore ricevuto da Dio si comunica in amore ai fratelli, dice Gesù “Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. L’uomo diventa l’unico vero santuario dal quale si irradia e si manifesta l’amore, la compassione, la misericordia del Padre. Il Dio di Gesù non è un Dio che chiede offerte, ma è lui che si offre all’uomo, chiede di essere accolto nella sua vita, per dilatare la sua capacità d’amare, e renderlo l’unico vero santuario. E’ importante questa dichiarazione di Gesù. Dio non si trova più nel tempio, un tempio dove le persone dovevano andare sottoponendosi a determinati riti di purificazione, un tempio dove alcune persone non potevano mettere piede perché si ritenevano escluse, ebbene questa funzione del nuovo tempio che è la persona, la comunità dei credenti in Gesù, avrà proprio come orientamento di andare verso gli esclusi, verso gli emarginati, verso i rifiutati. Quelli che non hanno potuto avere accesso al tempio ora saranno il tempio di Dio che andrà verso di loro. E continua Gesù: “Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.”

 La parola del Padre è una parola che ha un’energia e una forza creatrice. Quindi è l’accoglienza di questa parola che fa fiorire la vita nella comunità. E conclude Gesù: “Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi.” Siamo verso la fine, fra poco Gesù sarà arrestato, ma ecco che torna di nuovo questo termine Paraclito. “Ma il Paràclito, lo Spirito Santo”. Per la prima volta Gesù lo chiama “santo”, che non indica soltanto la qualità eccelsa di questo Spirito, ma l’attività, quella di santificare, cioè di separare chi lo accoglie dalla sfera del male per attrarlo e condurlo alla sfera del bene. “Che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Non è un nuovo messaggio, ma una più ampia comprensione del messaggio di Gesù. L’azione e la presenza dello Spirito Santo nella comunità le darà la capacità di offrire sempre nuove risposte di fronte ai nuovi bisogni delle persone.

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un nuovo futuro per le donne nella chiessa?

papa Francesco apre al diaconato femminile, una “possibilità per oggi”

annuncia che istituirà una Commissione di studio

papa Francesco ha annunciato che istituirà una Commissione di studio sul diaconato femminile come esisteva nella Chiesa primitiva, ritenendo che le donne diacono sono “una possibilità per oggi”. Il Papa lo ha detto durante l’udienza di oggi in Vaticano con l’Uisg, l’Unione internazionale delle superiori generali, rispondendo a una domanda

Papa Francesco, durante l’udienza cui partecipavano circa 900 rappresentanti dell’Uisg e delle comunità religiose femminili, ha annunciato che creerà una commissione per studiare la possibilità di consentire alle donne di servire come diaconi nella Chiesa, indicando così la possibilità di una storica apertura per porre fine alla prassi di un clero esclusivamente maschile. Nel corso della sessione di domande e risposte, è stato chiesto tra l’altro al Papa perché la Chiesa esclude le donne dal servire come diaconi. Le religiose hanno detto al Pontefice che le donne servivano come diaconi nella Chiesa primitiva e hanno chiesto: “Perché non costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione?”. Il Pontefice ha risposto che una volta aveva parlato della materia qualche anno fa con un “buon, saggio professore”, che aveva studiato l’uso delle donne diacono nei primi secoli della Chiesa. Francesco aveva spiegato che non gli era ancora chiaro quale ruolo avessero tali diaconi. “Che cos’erano questi diaconi femminili?”, ha ricordato il Papa di aver chiesto al professore. “Avevano l’ordinazione o no?”. “Era un po’ oscuro”, aveva detto. “Qual era il ruolo della diaconessa in quel tempo?”. “Costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione?”, ha quindi chiesto Bergoglio ad alta voce. “Credo di sì. Sarebbe bene per la Chiesa chiarire questo punto. Sono d’accordo. Io parlerò di fare qualcosa del genere”. “Accetto”, ha detto il Papa successivamente. “Mi sembra utile avere una commissione che lo chiarisca bene”.

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