stuprata non una ma mille volte

violenza sessuale

lettera a una donna stuprata

        traggo dal sito Eretica questa bella riflessione a partire dall’ultimo caso di stupro:

viol sess

 

Un giorno esci, per dovere o piacere, per accontentare qualcuno o per divertimento, e in men che non si dica finisci con l’essere stuprata. Allora vorrei raccontarti cosa succederà dal momento in cui dirai quello che ti è successo.

Se la persona che hai accusato è un immigrato, un arabo, un rom, tutti saranno dalla tua parte. Gli augureranno castrazione chimica, pena di morte, torture, la sua foto sarà messa in prima pagina, anche se da noi vige un sistema garantista che dovrebbe tutelare gli accusati fino alla condanna. Tutto sarà deciso. Lui è colpevole, tu dici la verità, perciò ti useranno perché in realtà a chi dirà queste cose importa molto poco di te. Importa invece molto a fare la gara a chi piscia più lontano con gli uomini stranieri, perché “violentano le nostre donne”, e anche se tu pensavi di appartenere a te stessa ti rendi conto di appartenere a una discreta somma di razzisti, alle Istituzioni, allo Stato. Ci sarà chi, in tuo nome, parlerà di sterminio di immigrati” clandestini, come se la violenza di genere fosse una questione etnica, e tu non capirai mai, effettivamente se a stuprarti di più fu quell’uomo che ti prese con la forza o tutta questa gente che vuole costruire una forca per soddisfare più il proprio prurito di violenza “giusta” che per altro.

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Se la persona che hai accusato è un italiano, di te diranno che te la sei cercata, o che sei una bugiarda, una che vuole mettere nei guai un figlio di buona famiglia, si farà il ritratto del contesto dal quale il tizio arriva, tutta brava gente, persone perbene, sui quotidiani ci sarà tanto spreco di parole in suo favore, molte dichiarazioni da parte degli avvocati della difesa, e invece a te sarà dato uno spazio minimo, perché a quel punto tu che, in caso di uno stupro da parte di uno straniero, saresti stata “la loro donna” diventi la donna di nessuno. Ti restituiranno l’appartenenza ed è per questo che la pagherai cara. Sarai sola. Tu, la tua famiglia, le persone che ti vogliono bene e alcune persone che si impegneranno a difenderti, perché si occupano di violenza sulle donne in modo disinteressato o perché sulla tua pelle costruiscono una carriera d’altro tipo. I commenti che leggerai in giro saranno pessimi. Indagheranno sulla tua vita privata, ti chiederanno quante volte hai fatto sesso e ti metteranno in croce se la somma dei tuoi partner è più di due. Ti chiederanno perché non hai reagito, come mai non l’hai morso, perché non sei stata pronta a fuggire, perché la nostra cultura dice più o meno questo: se tu reagisci troppo forte e fai male al tuo stupratore ti diranno che è impossibile che lui ti abbia stuprata, anzi, invece sei tu che l’hai aggredito, se invece non ti difendi, è pur sempre colpa tua, perché le brave ragazze non si lasciano terrorizzare così facilmente da uno stronzo armato di un pene eretto per eccitazione data dalla tua paura.

In entrambi i casi sarà tua la scelta: puoi denunciare o meno. Devi sapere, però, che sarai tu quella che viene processata. Per lui vale la presunzione di innocenza e per te quella di colpevolezza. Tu bugiarda, incapace di definire una cosa così complessa come la violenza, tu creatura malefica e tentatrice, che stavi fuori a un’ora che non si addice alle brave ragazze. Tu parente stretta di una gioventù bruciata, di quelle che non hanno più valori, così come dirà il prete e qualche psicolog@ da strapazzo. Tu che sarai accomunata, nell’indole e negli intenti, a un’adolescente di quelle che oramai la danno e se la pigliano come vogliono, perché ‘ste ragazzine, così come dice il vecchio seduto in piazza, sono tutte zoccolette. Basta vedere come si vestono.

E ti diranno che sei tu che l’hai provocato, perché l’uomo, naturalmente, avrebbe un desiderio sessuale, e già si confonde il sesso con lo stupro, benché siano cose completamente diverse, assai maggiore. Ha i bassi istinti, dicono alcuni (e poi non dite che sono le femministe a diffondere una cattiva immagine degli uomini), e lo dicono proprio quelli che un po’ colpevolizzano la vittima e un altro po’ finiscono con il fornire giustificazioni al carnefice. E dato che lui ha quella sessualità animalesca, incontenibile, non addomesticabile, allora sei tu che devi provvedere per prevenire. Indossa un burqa, smetti di vestire come un’adolescente di questi tempi. Torna con la mente e con gli abiti all’età vittoriana e poi confortati del fatto che se lei e lei e quell’altra sono state stuprate tu sai, di certo, in cuor tuo, perché te l’hanno detto quei patriarchi lì, che a loro è capitato perché se la sono cercata. Questo favorisce la divisione moralista tra donne perbene  e per male, ti evita la paura, ti dice che a te non accadrà mai, e invece, guarda un po’, succede a tante, e per di più succede soprattutto in famiglia.

Se, infatti, ti stupra un parente, padre, marito, fratello, nonno, zio, allora la cosa sarà anche più complicata. Ti troverai contro anche gli affetti che ti inviteranno all’omertà perché incapaci di vedere e subito pronti a rimuovere ogni cosa obbligando te a fare lo stesso. Se tu sei invece una sex worker e un cliente ti stupra, a te diranno addirittura che non puoi pretendere di fare una distinzione tra vendita di servizi sessuali e stupro, perché tu sei lì apposta per quello, come se la vendita dei servizi sessuali avesse a che fare, grazie anche allo stigma che viene legittimato dalle abolizioniste, con lo stupro. Non conta il fatto che quel cliente ti ha malmenata, fatto male, ti ha usata e abusata per ore e che non aveva, in ogni caso, alcuna intenzione di pagare.

Se tu sei tutte queste persone insieme e la persona che hai accusato di stupro è un militare, un tutore dell’ordine, uno di quelli che teoricamente dovrebbero difenderti, allora scordati la solidarietà di tre quarti dell’opinione pubblica, salvo una parte che parlerà di “mele marce” invece di parlare di un albero marcio, inteso come sessista dalla testa in giù, perché costruito secondo criteri e regole e culture machiste, omofobe e sessiste che il più delle volte non distinguono una vittima da un carnefice. In fondo sono sempre le stesse persone pronte a massacrare la tua autodeterminazione se scendi in piazza a rivendicare un diritto. Dunque cosa dovrebbe importargli di te se non ti considerano neppure una cittadina critica meritevole di ascolto e di rispetto?

Se tu sei una qualunque di queste donne ma sei una straniera, in special modo se sei riconducibile ad una cultura prossima a quella dell’Islam, se fino a ieri ti avrebbero sanzionata perché porti il velo o avrebbero affamato i tuoi figli a scuola perché la refezione non vale per i poveri e soprattutto per i figli di migranti. Se fino a ieri ti avrebbero volentieri espulsa dall’Italia o mandata a corroderti l’anima in attesa del nulla dentro un Cie, improvvisamente diventi meritevole di attenzione. Ma bada, questo accadrà soltanto se a stuprarti sarà stato il tuo fidanzato, straniero, tuo padre, straniero, o chiunque si presti alla narrazione tossica che parla di una figlia che “voleva vestire all’Occidentale”. E invece, quei trogloditi lì, come se i nostri maschilisti fossero migliori, non glielo volevano permettere.

Ecco: facendo il conto di tutto quel che può succedere io stessa considero che tu sia stata stuprata mille volte. Quando lui ha osato metterti una mano addosso e quando poi il mondo intero ti ha usata, calpestata, violata, colpevolizzata, isolata, per fare di te carne da macello.

Questa è l’Italia. E ricorda: è qui che, purtroppo, vivi anche tu.

di Eretica | 3 luglio 2015

poco di buono

l’opinione di M. Gramellini
 Gramellini
 
massimo gramellini
 
  A Prati, quartiere del centro di Roma, una ragazzina viene trascinata in un parco e stuprata da un uomo di trent’anni. Immediata sul web si scatena la caccia al nero, all’immigrato, al rom, al sindaco Marino che li lascia andare in giro tutti e tre indisturbati a violentare le nostre donne. Ma appena irrompe la notizia che lo stupratore presunto è un italiano purosangue, per di più militare al servizio della sacra Patria, l’esecrazione della Rete dimentica immediatamente il carnefice e sterza sul vestito corto della vittima (a luglio di solito si indossano gonnelloni di lana) e sui genitori depravati che le permettono di rimanere in strada oltre la mezzanotte a differenza di Cenerentola. Gli stessi fini pensatori che sarebbero stati disposti a incendiare un campo rom per vendicare la ragazza offesa da uno di «quelli», indirizzano adesso i loro miasmi contro la scostumata.  Cambiano gli strumenti per diffonderlo, ma il pensiero di queste minoranze rumorose non è molto dissimile da quello che doveva animare i loro progenitori nelle caverne: se l’aggressore non appartiene a un’altra tribù, allora è lei che dev’essere una poco di buono. Il problema è che le caverne erano spazi ristretti, mentre questi trogloditi da tastiera rivolgono i loro rutti potenzialmente al mondo intero. Rimedi? Parlarne e scriverne fino alla noia. Le parole sono lente, ma contagiose. Attecchiscono un po’ alla volta e però dappertutto, persino nelle caverne della modernità.
 

 

 

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perle da maturità 2015

maturità 2015

il bestiario dei maturandi: dallo spritz di Kant ai lupetti di Verga

 grazie a  Tommaso Rodano che ha messo insieme questo bel rosario di amenità, meglio strafalcioni o ‘bestialità’, come lui li chiama,  prodotti dagli studenti agli esami di maturità quest’anno (vengono riprodotte qui le tre ‘puntate’ apparse su ‘il fattoquotidiano’:

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Esami bestiali è la raccolta di strafalcion, pronunciati dagli studenti italiani alla maturità. Ecco la prima puntata, domani si replica. Se avete ascoltato (o fatto) simili prodezze e volete contribuire ad arricchire questo elenco, inviateci le vostre segnalazioni all’indirizzo lettere@ilfattoquotidiano.it. Le topiche più divertenti saranno pubblicate nei prossimi giorni

di Tommaso Rodano | 1 luglio 2015

A chi non è mai capitata quella sensazione tremenda, almeno una volta: la memoria che fa cilecca, le fauci che si seccano, la mente che si annebbia? Di fronte a una domanda di cui si ignora la risposta, alcuni scelgono saggiamente il silenzio. Altri la fantasia. I risultati possono essere estremamente comici. In questi giorni quasi mezzo milione di studenti sta affrontando gli esami di maturità, una di quelle prove che si ricordano per tutta la vita (non sempre con orgoglio). Al Fatto sono arrivate le segnalazioni di tanti professori, con gli strafalcioni più incredibili ed esilaranti dei candidati raccolti in questi giorni e nel corso degli anni. Molti aneddoti sono in rete (il sito Orizzontescuola ha dedicato ampio spazio al “bestiario” dei maturandi). Abbiamo messo in fila le sciocchezze più memorabili: un modo per riflettere su certe derive della scuola, ma soprattutto per sdrammatizzare nei giorni degli orali (per gli studenti e per gli insegnanti, a cui tocca ascoltare certi scempi).

 

Critica del Prosecco puro “Kant era il filosofo dell’aperitivo categorico”. Il candidato deve aver bevuto pesante.

Bravi bravissimi “Don Rodrigo era un Signor Otto”. Parola di Manz Oni.

Geografia dell’anima “Il nome di un vulcano italiano? Il Vaticano”. Apparvero allo studente lingue di fuoco.

La Grande Germania “La capitale dell’Austria? Berlino!”. Quasi.

Lo spirito delle leggi “Mani Pulite è una legge del governo che ha abolito i corrotti”. L’ottimismo è apprezzabile, ma potrebbe servire un ripasso sui poteri dello Stato.

“Il Paese che io amo” “In Italia i comunisti sono stati al governo sino a Mani Pulite”. Vent’anni di propaganda berlusconiana generano piccoli mostri.

“Il Paese che io amo/2” “De Gasperi era un ministro di Berlusconi”. Ora siamo sicuri che Brunetta abbasserà la cresta.

“Il Paese che io amo/3” “L’Urss è la sigla di un’organizzazione terroristica che ha fatto gli anni di piombo in Italia”. Mica si sono accontentati di mangiare tutti quei bambini.

“Il Paese che io amo/4” “La crisi dell’euro è dovuta alla pressione del comunismo sovietico”. La finiranno mai di fare danni, questi maledetti bolscevichi?

Fame rossa “Il compagno di Stalin? Tronky!”. Come si fa a purgare una barretta al cioccolato?

Mille e mazzette “Craxi era il vice di Garibaldi in Sicilia”. E incontrò Vittorio Emanuele II a metà strada, all’altezza di Hammamet.

Beautiful Recanati “Leopardi era un uomo triste perché la fidanzata, che si chiamava Silvia, l’aveva lasciato per un altro”. Gobbo e pure cornuto.

Beautiful Recanati/2 “Silvia era la fidanzata di Leopardi, Elena de ‘Il piacere’ era una donna domestica”. Chissà cosa si sarebbe inventato il coraggioso studente sulla Beatrice di Dante.

Verso l’Infinito e oltre “Leopardi ha scritto ‘Il viaggio della Natura con l’Islandese’ e ‘Il canto di Gatto Silvestro’”. Interpretiamo: il candidato forse si riferiva al “Dialogo della Natura e di un Islandese” e al “Cantico del gallo silvestre”. Ora però al canarino Titti chi glielo spiega?

Lotta di classe “L’alienazione di cui parlano i filosofi come Marx è sostanzialmente lo ‘scazzo’”. Alla faccia del materialismo storico.

Imprevedibili contagi “La rivoluzione francese è scoppiata in Germania”. All’insaputa dei tedeschi.

Guerre immaginifiche “La Germania attaccò l’Inghilterra via terra con le bombe V1”. Troppi videogiochi: levategli la Playstation.

Guerre immaginifiche/2 “La seconda guerra mondiale è finita nel 1958 con la vittoria della Germania”. Ne avesse presa una.

Guerre immaginifiche/3 “Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi invasero la Germania”. Alla faccia dell’autolesionismo.

#LoveWins “Silla era la moglie di Mario”. Sono Pacs Questi Romani.

Verga lisergico “I Malavoglia erano una famiglia benestante che viveva su una barca con dei lupi cuccioli”. La barca di padron ‘Ntoni, protagonista del romanzo, era carica di lupini. Il candidato evidentemente li ha scambiati per lupetti. Stile Arca di Noè.

Verga lisergico/2 “Qual è la morale dei Malavoglia? La teoria dell’ostetrica!”. Il candidato si riferiva all’ideale “dell’ostrica”, ma per alcuni la maturità è effettivamente un parto.

Nuove professioni “Gabriele D’Annunzio era un estetista”. E non osiamo immaginare come abbia declinato la parola “vate”.

“Chi ha detto Gelmini?” “Il tunnel del Cern è nel Gran Sasso”. L’ha sostenuto anche un ministro, non vorrete mica prendervela con uno studente?

Crisi d’identità “La radiazione elettromagnetica non sa se essere onda o particella”. L’indecisione potrebbe essere fatale.

Gli anni di Cristo “Gesù? Era nato nel 33 a. C.”. Profetico.

“Dolce vita che se ne va” “Il più celebre romanzo di Pirandello? Il fu Mattia Bazar”. Per lo studente, di un liceo capitolino, si prospettano in effetti Vacanze Romane. Nella migliore delle ipotesi.

La storia su Whatsapp “Il famoso generale garibaldino si chiamava Nino Biperio”. Di fronte all’incredulità del professore, il candidato non arretra: “Prof, l’ha detto lei, guardi, ecco gli appunti”. C’era scritto effettivamente Nino Bixio, ma la lettera X non è contemplata nel linguaggio dell’adolescente: si legge “per”. Ecco dunque “Nino Biperio”.

Lo stato dell’Arte L’insegnante chiede al candidato di commentare il famoso vaso cretese con la piovra in rilievo. Lui, serissimo: “Questa piovra che con i suoi testicoli abbraccia il vaso”. Tentacolare.

Lo chiamavano bipolarismo “Il Grido di Munch fu dipinto da Van Gogh”. Non fa una piega.

Viaggio della speranza “Dove si trova la Gioconda? A Lourdes”. Così la promozione diventa un miracolo.

Sesso, Inferno e rock’n roll “Dante e la legge del contrabbasso”. E Virgilio, suonava la chitarra?

 

Maturità 2015, il bestiario dei maturandi: Cartesio filosofo del “Cogito ergo rum”

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Ieri vi abbiamo raccontato alcune tra le più epiche castronerie pronunciate dagli studenti durante gli esami di maturità. Dall’“aperitivo categorico” di Kant, alla “teoria dell’ostetrica” di Verga, passando per il “D’Annunzio estetista”. L’iniziativa ha riscosso molto successo e gli insegnanti hanno continuato a segnalarci gli aneddoti tragicomici ascoltati in sede d’esame (che abbiamo mischiato a quelli divertentissimi pubblicati dai prof sulla pagina Facebook del sito Orizzonte scuola). Se volete raccontare il vostro bestiario della maturità, continuate a scriverci all’indirizzo lettere@ilfattoquotidiano.it. Le migliori castronerie verranno pubblicate nei prossimi giorni.

La Storia siamo noi. “La fine della Seconda guerra mondiale è stata determinata dallo sbarco in Lombardia”. Bagno di sangue ad Abbiategrasso.

Massacrare con dolcezza. “Gli americani sganciarono la bomba atomica a Hirosima e Mon Amour”. Ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba.

Cocktail spaziali. “Cartesio è il filosofo del ‘cogito ergo rum’”. E Galileo prendeva sbronze epocali con la vodka liscia.à

Lasciate ogni speranza. “Come dice Dante nell’Inferno, ‘Gaetano fu il libro e chi lo scrisse’”. Rino?

Maledetti sms. “Pascoli ha scritto Per Agosto”. Spegnete gli smartphone: la X è una lettera (o un numero romano, come in questo caso).

Verga strikes again. “I Malavoglia non ebbero molta fortuna nell’affare dei lupetti”. Questa annosa vicenda dei lupetti di ‘Ntoni è rimasta nell’immaginario (etilico?) di parecchi studenti.

Prenderla con filosofia. “Come disse il famoso filosofo Kitekat”. Esistenzialismo da leccarsi i baffi.

Prenderla con filosofia/2. “La filosofia, secondo Hegel, è la trottola di Minerva”. Sarebbe la “nottola”, ma a chi piacciono i topi con le ali?

Prenderla con filosofia/3 (A luci rosse). “Le tre fasi dello sviluppo psicosessuale per Freud sono: orale, anale, manuale”. I danni dell’autoerotismo.

Storiche disfunzioni. “L’uomo ci mise 10 mila anni a raggiungere l’erezione”. Benedetto Viagra.

Amanti focosi. “Le erezioni vulcaniche”. Questa pare una barzelletta di Berlusconi.

Economia Darwiniana. “Come si riduce la disoccupazione? Si alza l’Iva, così aumentano i prezzi e la gente è stimolata a cercare lavoro”. Padoan, prendi nota.

Letteratura medico-scientifica. “Parlerò del famoso romanzo di Carlo Levi ‘Cristo si è fermato ad Emboli’”. Deve averlo bloccato un’arteria ostruita.

Storie di sport. “Giolitti firmò il Trattato di Bogliasco”. Sarebbe di Rapallo, ma pare che il candidato abbia fatto la sintesi con la squadra di pallone (la RapalloBogliasco appunto).

Storie di sport/2 . “I parlamentari risposero al fascismo con la recessione dell’Avellino”. Una protesta sacrosanta: gli irpini meritavano la Serie A.

Riscrivere il Ventennio. “Mussolini morì nel 1924, le leggi fascistissime furono in sua memoria. Ah no? L’ho confuso con Matteotti”. Com’era? Imparare la storia per non ripetere gli errori?

La Storia sotto Lsd. “Qual è la forma di governo attuale in Francia? La monarchia con il re sole”. La prossima volta si consiglia l’ombrellone.

Ruspaaa. “Un esempio di architettura fascista a Milano? Il Duomo”. La linea gotica del Duce.

I prodigi di Lutero. “Le teorie di Martin Lutero ottennero larga diffusione grazie all’invenzione della stampante”. Chissà se avevano già le cartucce a colori.

Forme d’arte. “Una poesia scritta in sette nani sciolti”. Biancaneve e i nani nell’acido.

Faceboom. “La Rete è pericolosa perché ci sono persone che ‘innescano’ i bambini”. Occhio ai pirofili.

Il problema di Didone. “Enea e Didone erano due donne.” Viva l’Eneide transgender.

Indiana Jones e la rivoluzione industriale. “La catena di montaggio è stata inventata da Harrison Ford”. Che infatti poi ha fatto film a ripetizione.

Il maglioncino di Reagan. “La guerra fredda è stata combattuta durante i mesi invernali”. Non fa una piega.

Altro che Re Giorgio. “Enrico I è stato il primo presidente della Repubblica”. Ma il più amato rimane il monarca Pertini.

Fatti una risata, gobbo. “Leopardi era un umorista”. Un fine umorista, davvero.

La tesina del campione. “All’esame porto un disegno cubistico e le poesie di M. L. King”. In bocca al lupo.

Lotta di classe. “Chi era Paolina Borghese? Era una borghese, cioè della classe popolare”. Quando uno ha le idee chiare.

Viaggi celestiali. “Nel Paradiso Beatrice dà a Dante l’ecstasy”. La più grande spacciatrice della storia della letteratura italiana.

Geografia dell’anima. Al candidato viene chiesto di individuare il Marocco sulla carta geografica. Lo studente, con crescente perplessità, passa in rassegna gli oceani e le aree celesti. Poi si arrende

 

 il bestiario dei maturandi

“Rapporti epistolari? A volte, in auto”

di Tommaso Rodano | 3 luglio 2015

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terza puntata del nostro bestiario della maturità. In questi giorni vi abbiamo raccontato, tramite le testimonianze degli insegnanti, alcune delle più assurde e comiche gaffe dei ragazzi all’esame di Stato. Vi abbiamo chiesto di scriverci le vostre esperienze all’indirizzo lettere@ilfattoquotidiano.it e avete risposto con decine e decine di segnalazioni. Vi ringraziamo per la partecipazione entusiastica, ci sarebbe piaciuto poterle pubblicare tutte. Per motivi di spazio, abbiamo provato a scegliere le più divertenti.

Zuppe di bambini. “Stalin rinchiudeva la gente nei gulasch”. Per far intenerire la carne.

Storia di un impiegato. “La guerra civile in Russia fu combattuta tra i rossi e i colletti bianchi”. L’alienazione per il lavoro d’ufficio può avere conseguenze devastanti.

Perder l’amore. “Zacinto mia era una donna che Foscolo aveva lasciato, ma poi la rimpiangeva”. Né mai più le toccherà le sacre “sponde”.

Campo lunghissimo. “Robert Capa voleva essere sul posto per fotografare il più vicino possibile. Per questo nel 1954 andò in Giappone per fotografare la guerra francese in Indocina”. Aveva un obiettivo potentissimo.

L’innocenza sulle gote tue. Domanda del prof: “Ci parli delle Ultime lettere di Jacopo Ortis. Lo sa che è un romanzo epistolare?”. Silenzio della candidata. “Cos’è un romanzo epistolare, lo sa signorina?”. Silenzio. “Non mi dica che non ha mai avuto rapporti epistolari…”. La studentessa, con voce bassa, arrossendo: “Sì, qualche volta, in macchina”.

Il tribuno Casanova. “Nell’antica Roma erano frequenti gli scontri fra patrizi e playboy”. E nell’arena c’erano leoni e conigliette.

Fritto misto Pirandello. “Il fu Mattia Pascal si guarda allo specchio e si accorge che ha il naso storto. Allora chiede alla moglie e lei gli dice che l’ha sempre saputo. Allora lui capisce che è Uno, nessuno e centomila”. Ce n’è abbastanza per un lungo e faticoso percorso d’analisi.

Il Medioevo del porno. “Le prima causa della perdita del feudo era la fellatio”. Meglio tacere delle altre.

I gemelli del gol. “Galileo e Galilei erano due fratelli scienziati”. Complimenti a mamma e papà.

Fare l’Italia o fare la pasta. “Durante il Risorgimento Mazzini e Garibaldi fecero la carbonara”. Gnam.

Sempre a pensare ai soldi. “L’opera più importante di Karl Marx? Il Milione”. Un buon Capitale.

Storia paranormale. “La Seconda guerra mondiale inizia con l’invasione della Germania sulla Croazia”. Chissà per chi tifavano gli ustascia.

Storia paranormale/2. “La prima guerra mondiale viene chiamata anche guerra di… guerra di… di Hitler!”. Nein.

Piccoli problemi di pronuncia. “Posso iniziare con un autore a piacere? Io partirei con Nash. Chi è Nash? Quel filosofo tedesco”. Nietzsche non sarà mai il suo mestiere.

Avere le idee chiare. “Calvino nacque a Cuba. Qual è la capitale di Cuba? Parigi”. La Tour Fidel.

Errori Capitali. “In quale Regione italiana si trova Roma? La Lazio”. Eresia. Da internare in Curva Nord.

Schiena dritta. “Leopardi dopo aver conosciuto Silvia si era un po’ rammollito”. Lo smidollato di Recanati.

La strage di Giosuè. “In Pianto antico di Carducci si parla dei 12 figli morti del poeta. Il figlio morto era uno solo? Non è possibile, erano 12. Lo dice la poesia: sei nella terra fredda, sei nella terra nera”. Ragionamento inappuntabile.

Bel tempo si spera. “Giovanni Verza… tra le sue opere più importanti c’è Rosso Maltempo”. Levategli il vino. Rosso.

Da Il Fatto Quotidiano del 3 luglio 2015

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la “coscienza di Sveno” e l’arte dello Zen

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Il fine giustifica i fessi Una candidata, che gli esaminatori non hanno voluto interrompere per pietà, ha parlato per diversi minuti delle opere di “Machialini e Guicciardelli”. Mancava solo Ludovico Arrosto per fare l’en plein.

Le ali della libertà “In carcere Hilter scrisse il Mein kampf, ovvero ‘Le mie prigioni’”. Si confonde con Herr Pellico.

Non è un paese per lupe “Un argomento a piacere? Parlerei del Verga e della sua grande opera: ‘La Cagna’”. Dopo la mucca capitolina, un altro affr

Global warming “Che clima c’è ai Poli? Fa caldo!”. Tutti volere pinguino De Longhi.

Sapore di casa “Durante il fascismo nacquero le prime auto chiamate Barilla, e prendevano nome dai bambini chiamati comunemente così.” Pastasciutta e moschetto, fascista perfetto.

L’arte dello Zen “Qual è il romanzo più importante di Italo Svevo? La coscienza di Sveno”. Per palati fini.

Il bomber Domanda: “Quali furono i capi di stato presenti alla Conferenza di Jalta?” Lo studente riflette, balbetta: “C… C… Churchill!”. Giusto. Poi? “S… S… Stalin!”. Corretto. E l’ultimo? “Ru… Ru…”, “Sì, sì”, incoraggia il prof… e finalmente: “Rumenigge!”. Gol capolavoro.

Carletto il trasformista “Marx fondò la sua filosofia sul capitale. Era un filosofo capitalista.” Sedeva alla destra di Marchionne, praticamente.

Mitologia spiccia “Le Olimpiadi nacquero in Grecia a discapito di Zeus”. Per protesta fece tuoni e fulmini.

Uno, nessuno e Sean Penn “Un momento importante per Pirandello fu quando vinse l’Oscar.” Il Nobel per la Letteratura in effetti è roba per poveracci…

La spada di Hitler “I tedeschi rinchiudevano gli ebrei nei laser”. L’ultima perversione dei bastardi senza gloria.

Adolf il diplomatico “Nel Mein Kampf Hitler aveva ‘solo’ scritto che gli ebrei sono una razza inferiore”. Un vero moderato, insomma.

Sciascia, chi era costui? “Qual era lo scrittore siciliano che si interessò di mafia e il cui nome era Leonardo? Leonardo Da Vinci!”. Ominicchio.

Tempesta ormonale “Una delle più famose composizioni di Catullo è la ‘Passera di Lesbia’”. Questa non l’avrebbe detta neanche Alvaro Vitali.

Quel ramo dello stretto di Messina “I Promessi Sposi sono un romanzo ambientato a Milazzo”. Renzo, fa caldo.

Fate l’amore, non fate la guerra “Durante la guerra del Vietnam, gli Americani lanciavano bombe defloranti”. Il candidato si confonde con Woodstock?

Soluzioni universali “In India vige il sistema della pace dei sensi”. Stupidi noi, che siamo una repubblica parlamentare.

Autonomia limitata “Bismarck fu il fautore dell’indipendenza di quale stato? Dell’Italia”. Da Otto alla Merkel: il padrone è sempre crucco.

Equilibrio dei poteri. “Il Parlamento chiede la fiducia al Presidente del Consiglio”. L’Italicum funziona così, più o meno…

Equilibrio dei poteri/2 “Il nome del primo ministro italiano? Grasso”. Renzi chi?

Equilbrio dei poteri/3 “Il governo è composto dal Senato e dalla Camera dei Deputati”. E si riuniscono tutti al Quirinale.

Equilibrio dei poteri/4 “Da chi è composto il Parlamento? Dai maestri”. Il famoso consiglio dei maestri. In Parlamento.

Un bilancio difficile Tema: la violenza sui minori. Conclusioni del candidato: “Tutta questa violenza sui minori ai bambini gli fa più male che bene”.

Prodotti tipici “Una delle più famose raccolte di Eugenio Montale si intitola ‘La bufala e altro’”. Mozzarella di bufera.

Autosabotaggio “Lo sbarco in Normandia avvenne in Germania”. Anche questa non fa una piega.

Messaggi inquietanti “Il terzo Reich va per la maggiore”. In che senso?

Punti cardinali “Dov’è Jalta? In Africa”. Mancata per un pelo.

Concilia? “Il processo di Norimberga fu fatto per risarcire gli ebrei”. Vabbè, mettiamola così.

Prima di tutto, la coerenza “La prima guerra mondiale si concluse con la vittoria della Germania e dell’Italia, ai danni della Francia e dell’Inghilterra, clamorosamente tradite dagli italiani”. Sti cambi di casacca sono un casino.

Poveri ma belli “Pascoli non era economicamente molto adagiato”. Non poteva permettersi un divano, insomma.

Fratello dove sei? “A Zacinto è una poesia scritta da Foscolo in memoria del fratello Giacinto”. Giacinto detto Giante.

Nobiltà d’animo “Il Fascismo venne fondato dal Duca Mussolini”. Sangue nero-blu.

Parabola rossa “La Russia impose un regime autoritario sui suoi paesi satellitari”. Come prendeva bene il segnale a Mosca.

Latinorum di qualità “Verba volant, carta cantant”. Mano manent?

Punti di vista “Mussolini, insieme a Hitler e Stalin, furono dei Superuomini”. Dici eh?

Un posto al sole “Nel 1936 l’Italia colonizzò la Grecia”. Così, senza nemmeno un referendum.

Qualcosa non torna “Nel Sabato del villaggio di Leopardi tutti sono felici perché è domenica”. Hanno esagerato col vino.

Savoir faire “Nel Dolce Stil Novo la donna angelicata era ‘vaccheggiata’ dal poeta”. Un vero gentiluomo.

Viaggi nel tempo “Il poeta latino Lucrezio nel ‘De rerum natura’ si è ispirato a Leopardi”. Avanguardia pura.

Dissociazioni “Questo quadro è di Monet. Anzi Manet. Come si pronuncia Manet o Monet?”. Quello lì, insomma.

È tutta mia la città L’insegnante suggerisce: “in Russia si instaura il regime co… co…?”. Lo studente, senza esitazioni: “Comunale!”.

Raggelante “La guerra fredda si combatte negli inverni degli anni dal 1914 al 1918”. Col cappotto pesante.

Da Il Fatto Quotidiano del 5 luglio 2015

 

 

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il commento al vangelo della domenica

UN PROFETA NON E’ DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA

commento al Vangelo della quattordicesima domenica del tempo ordinario (5 luglio 2015) di p. Alberto Maggi 

p. Maggi

  Mc 6, 1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

In questo brano drammatico l’evangelista ci presenta la triste situazione del popolo sottomesso all’autorità. Il popolo non può permettersi di avere un’opinione propria, deve pensare esattamente quello che le autorità decidono che deve pensare: se le autorità dicono, impongono che quello che è bianco è nero, il popolo deve credere così. Questo è il peccato contro lo Spirito Santo.
Ma vediamo cosa ci dice l’evangelista.
Dice che “Gesù venne nella sua patria”, evita di parlare di Nazareth, perché il caso non è relegato al piccolo paese di Nazareth, ma si estende a tutta la nazione di Israele. Gesù “giunto il sabato si mise a insegnare nella sinagoga”, è la seconda volta che Gesù insegna nella sinagoga.
La prima volta a Cafarnao l’esito era stato positivo, c’era stata la stessa reazione di qui, la gente è rimasta stupita, però s’era detto “questo sì che ha autorità” – cioè ha mandato divino – “non i nostri scribi” (Mc 1, 21-22). Quindi la prima volta la situazione era stata positiva.
Ma Gesù aveva gettato discredito sui teologi ufficiali, sugli scribi, che erano passati al contrattacco, avevano messo in guardia la gente: attenti a quest’uomo, a questo Gesù, perché è vero che vi guarisce,   ma lo fa per infettarvi ancora di più, perché è uno stregone, agisce per opera di Beelzebùl, il principe dei demòni. E il popolo lo crede.
Infatti qui la gente rimane stupita del suo insegnamento, ma non c’è una reazione positiva, e si chiedono “da dove gli vengano queste cose?”. Non percepiscono in Gesù la condizione divina, perché gli scribi hanno detto che in Gesù c’è una condizione diabolica, loro devono credere quello che le autorità impongono di credere. E si stupiscono dei prodigi e dicono che “sono compiuti dalle sue mani”, come se Gesù fosse uno stregone. Evitano di nominare Gesù, si riferiscono a lui con profondo disprezzo “Non è costui”, quindi evitano di pronunciare il nome e poi passano all’offesa, lo chiamano “il figlio di Maria”.
Un figlio, nel mondo palestinese, veniva sempre chiamato con il nome del padre, anche quando il padre era defunto; il figlio conservava sempre il nome del padre. Quindi avrebbero dovuto dire “non è il figlio di Giuseppe?” ; ma ignorano Giuseppe. Dire che qualcuno è il figlio di una donna significa che la paternità è dubbia e incerta. Quindi passano alle offese e passano alla realtà, elencando i suoi parenti, fratelli e sorelle, cioè gli appartenenti al suo clan familiare e, conclude l’evangelista, che tutto questo per loro “era motivo di scandalo”.
Quindi la situazione del popolo è tremenda: pur avendo ascoltato l’insegnamento di Gesù, non ne percepiscono l’autorità divina perché le autorità religiose, per non andare contro il proprio interesse – loro sì che sanno che Gesù è di condizione divina, ma se lo riconoscono perdono l’influsso e il prestigio sul popolo – hanno detto che Gesù opera per azione di Beelzebùl, il principe dei demòni.
E qui c’è la conclusione amara di Gesù che fa eco a quello che c’è scritto nel vangelo di Giovanni “Egli venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto”(Gv 1,11.)
Gesù dice “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria”. E’ il destino dei profeti, in nome del Dio del passato le autorità religiose non riconoscono mai un Dio che si manifesta nel presente.
I profeti sono coloro che allargano lo spazio, dilatano la conoscenza di Dio, ma sono proprio le autorità religiose che, in nome della tradizione, non accolgono e non riconoscono questa novità di Dio e il popolo è sottomesso a questa loro tradizione. E quindi Gesù non può compiere nulla e “si meravigliava della loro incredulità”.
E’ la tristezza di Gesù vedendo l’oppressione dell’istituzione religiosa su un popolo. Quelli che si erano posti come rappresentanti di Dio sono quelli che impediscono la conoscenza di Dio al popolo. 

 

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