la chiesa e il cosiddetto ‘gender’

perché la chiesa accetterà la “teoria del gender”

di Vito Mancuso

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in “la Repubblica” del 20 aprile

Nonostante le dure parole delle gerarchie cattoliche, Papa compreso, un giorno la Chiesa arriverà ad accettare la sostanza di ciò che essa definisce “teoria del gender” e che oggi tanto combatte. Qual è l’autentica posta in gioco di tale supposta teoria? E perché la Chiesa giungerà ad accettarne la sostanza? Occorre anzitutto chiarire che la teoria del gender, nei termini in cui ne parla la Chiesa cattolica, è una costruzione polemica che nella realtà non esiste. Nell’udienza del 15 aprile papa Francesco ha dichiarato: «Io mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione». Secondo queste parole, che riprendono quanto dichiarato da altri esponenti delle gerarchie cattoliche, vi sarebbe un’ideologia detta appunto teoria del gender che «mira a cancellare la differenza sessuale». Ma esiste veramente qualcosa del genere? Chi mai intende proporre tale “rimozione della differenza”? Al di là di singoli episodi legati al mondo dello spettacolo dove si fa di tutto per emergere, in realtà nessuno nel mondo lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) intende abolire il dato del maschile e del femminile. Si sostiene piuttosto che un essere umano, per quanto attiene alla sua sessualità, non è definito unicamente dal corpo biologico. La sessualità infatti, oltre a essere un dato biologico, è anche un costrutto sociale, e questo costrutto sociale detto “genere” può giungere, per alcuni, a essere diverso rispetto alla nativa identità sessuale e quindi a rappresentare una specie di gabbia. La sessualità (natura) e il genere (cultura) non sono sempre necessariamente la stessa cosa: se per la gran parte degli esseri umani vale “sesso = genere”, per altri sesso e genere sono diversi, e questo perché l’essere umano è un fenomeno complesso fatto di un corpo biologico, di una psiche e di una dimensione spirituale, le cui relazioni non sono sempre lineari. Vi sono uomini che hanno un corpo maschile e una psiche maschile e sono attratti dalle donne; ve ne sono altri che hanno un corpo maschile e una psiche maschile e sono attratti dagli uomini; ve ne sono altri ancora che hanno un corpo maschile e una psiche femminile così che interiormente non si sentono uomini ma donne; e gli esempi potrebbero continuare. Ora la questione è: come definire le persone che rientrano nelle ultime due categorie? Malati? Peccatori? Criminali? Un tempo si pensava così e si agiva di conseguenza. Oggi però la coscienza sente che era un errore tale condanna, lo stesso Papa il 28 luglio 2013 dichiarò: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». Occorre piuttosto comprendere come queste persone determinano la loro esistenza per vivere felici. In questa prospettiva nessuno vuole cancellare il maschile e il femminile, ma solo affiancare nuovi modi di essere maschi e di essere femmine ai modelli tradizionali. Si tratta di allargare le identità, prefigurando nuovi costrutti sociali più rispettosi delle diverse peculiarità, facendo sì che tutti possano giungere a quella armonia tra sesso e genere che è alla base di una vita felice. La Chiesa oggi avversa duramente questa posizione, ma giungerà ad accettarla. Su cosa fondo la mia tesi? Nel Seicento avvenne la rivoluzione astronomica alla quale la Chiesa si oppose costringendo l’anziano Galileo ad abiurare in ginocchio la teoria copernicana: poi la Chiesa cambiò idea, adattandosi alla realtà. In seguito la rivoluzione politica portò i popoli a determinare laicamente la propria forma di governo e la Chiesa si oppose condannando in particolare lo Stato unitario italiano: poi la Chiesa cambiò idea, adattandosi alla realtà. In seguito la rivoluzione sociale inaugurò diritti umani come il suffragio universale, la parità uomodonna, l’istruzione obbligatoria statale, la libertà religiosa, contro cui pure insorse l’opposizione ecclesiastica: che poi cambiò idea, adattandosi alla realtà. Contestualmente la rivoluzione biologica darwiniana mostrava che le specie risultano il frutto di una lunga evoluzione e non di una creazione puntuale: la Chiesa, prima
acerrima nemica, poi cambiò idea, adattandosi alla realtà. La Chiesa ha cambiato idea anche sul terreno propriamente religioso. La rivoluzione di Lutero prima era un’eresia, oggi è un’altra modalità di vivere il Vangelo. Gli ebrei sono passati da “perfidi giudei” a “fratelli maggiori”. Pio IX condannava l’idea che «gli uomini, nel culto di qualsiasi religione, possono trovare la via della salvezza eterna», oggi invece ampiamente accettata dalla Chiesa che non sostiene più la dannazione dei non cattolici. Analoghi cambiamenti riguardano l’interpretazione della Bibbia, la pena di morte e in genere l’uso della violenza, prima considerato del tutto legittimo, vedi le crociate e i roghi di uomini e di libri. La constatazione di tali mutamenti infastidisce la mentalità ecclesiastica, portata a considerare le proprie idee come dottrina “immutabile e infallibile”, ma si tratta di innegabili verità storiche. La Chiesa è quindi un’abile trasformista? No, è la logica della vita che è così e che trasforma ogni cosa. Nella vita ciò che non muta muore. Se la Chiesa dopo duemila anni è ancora qui, è perché è ampiamente mutata. Per lo più in meglio, mettendosi in condizione di essere sempre più “ospedale da campo”, come la vuole papa Francesco, cioè china sulle ferite degli esseri umani per curarne amorevolmente le ferite. Oggi viviamo all’incrocio tra due rivoluzioni: la rivoluzione sessuale e la rivoluzione biotecnologica. La rivoluzione sessuale ha portato gli omosessuali a definirsi “gay”, cioè felici di essere così, assumendo la propria condizione non più come triste destino o malattia o colpa morale, ma come condizione naturale del loro essere al mondo. La rivoluzione bio-tecnologica consente ad alcuni esseri umani per i quali la sessualità è diversa dal genere di transitare in un genere più confacente alla loro vera identità sessuale dando vita al fenomeno detto transgender. Viviamo cioè l’ultima rivoluzione sociale sorta in Occidente, in prosecuzione del processo di legittimazione delle minoranze oppresse. Questa rivoluzione fa comprendere che la sessualità non è racchiusa solo dall’identità biologica, ma attiene anche alla psiche e allo spirito. Non è cioè un destino, ma una chiamata alla libertà e alla responsabilità che ogni essere umano deve forgiare da sé facendo i conti con l’irripetibile singolarità con cui è venuto al mondo (per i credenti, creato da Dio). Un tempo, l’idea di stato laico non confessionale e di libertà di coscienza in materia religiosa appariva blasfema alla Chiesa cattolica: oggi essa comprende che la laicità dello Stato è un formidabile punto di forza della società e si dichiara a favore della libertà di coscienza in materia religiosa. Oggi alla Chiesa cattolica appare blasfema una famiglia diversa da quella tradizionale: in un tempo non lontano essa capirà che la pluralità degli amori umani è un altro punto di forza della nostra società, in quanto capace di accogliere tutti.

si possono utilmente leggere alcuni articoli e contributi in merito pubblicati negli ultimi giorni e che immediatamente qui sotto ripropongo (basta aprirli con il link relativo), alcuni a  favore e altri critici nei confronti della teoria  di genere

segnalo in modo particolare il contributo di Giannino Piana su ‘la Rocca’ che invita ad andare oltre posizioni unilaterali e semplificatrici, contro una lettura rigidamente ideologica della teoria del gender:

non c’è alcuna teoria scientifica unificante. Tuttavia c’è un generale accordo a considerare i complessi comportamenti che, in modo diretto o indiretto, afferiscono alla sfera sessuale come il frutto di almeno quattro dimensioni diverse, anche se non del tutto indipendenti e a loro volta complessi: il sesso biologico, l’identità di genere, il ruolo di genere, l’orientamento sessuale.
“La «teoria gender» o «teoria del genere» non esiste, nel senso che nessuno tra coloro che si occupano di studi di genere (o gender studies) ha mai coniato questa espressione.” ” proviamo ad analizzare alcuni termini che entrano in gioco nella discussione.” Come sesso e genere, identità e ruolo di genere, gli studi di genere…
Oltre posizioni unilaterali e semplificatrici. Contro una lettura rigidamente ideologica della teoria del gender e anche di chi la critica aprioristicamente. “Sesso e «gender», lungi dal dover essere concepite come realtà del tutto alternative, sono fattori che possono (e devono) reciprocamente integrarsi.” Giusto equilibrio tra natura e cultura. Merito teoria del gender: aver dato più importanza ai vissuti personali, con superamento di radicati pregiudizi. Maggiore rispetto delle identità individuali Importanza del dato biologico
“La teoria del gender, lo sappiamo, afferma che oltre all’identità sessuale biologica esiste una identità influenzata da cultura e ambiente. Il corpo di uomo o donna con cui nasciamo è dunque un fattore secondario…” (ndr.: Sarebbe bene non dare per scontato ciò che è la teoria del gender e sarebbe bene che anche il quotidiano Avvenire allargasse il proprio sguardo e i punti di vista. Occorre innanzitutto riconoscere che non esiste “una” teoria del gender, e che la teoria gender ha anche dei meriti, come sottolinea Giannino Piana nell’articolo che riprodiciamo, il cui punto di vista (anzi il cui nome) non appare mai sul quotidiano della Cei. Perché continua a permanere questo ostracismo? Perché accusare gli altri quotidiani di censura, senza accorgersi di quella esercitata in casa propria?)
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