revocata la scomunica a p. D’EscotoD’Escoto

 

Padre D’Escoto tornerà a celebrare la messa. Revocata dal papa la sospensione a divinis

Il sacerdote era stato scomunicato da Giovanni Paolo II per aver sostenuto i rivoluzionari sandinisti nel Nicaragua

04.08.2014
Miguel D'Escoto revoca sospensione a divinis
Aveva scritto a Bergoglio per manifestare il desiderio di «ritornare a celebrare l’eucarestia prima di morire». E Francesco come scrive Repubblica (4 agosto) ha deciso di dire sì, lasciando al superiore generale dell’istituto il compito di «seguire il confratello nel processo di reintegrazione al ministero sacerdotale». Così per Padre Miguel D’Escoto Brockmann della congregazione di Maryknoll è scattata la revoca della sospensione a divinis.Il religioso, tra i maggiori esponenti nel suo paese della corrente di pensiero cattolica detta Teologia della Liberazione, era incorso nella scomunica negli anni ’80 per il suo appoggio al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale in Nicaragua, movimento rivoluzionario di ispirazione marxista. Dopo la vittoria dei sandinisti nel ’79, come ricorda Rainews (4 agosto), d’Escoto fu nominato ministro e fece parte del governo guidato da Daniel Ortega dal 1979 al 1990.Giovanni Paolo II ammonì duramente sia lui sia gli altri preti nel governo per il loro coinvolgimento in politica, e D’Escoto ricevette la sospensione a divinis. Successivamente l’amministrazione di Ronald Reagan, scrive Il Fatto Quotidiano (4 agosto), lo segnalò come un moderato da opporre al regime in Nicaragua. Dopo la sconfitta dei sandinisti alle elezioni del 1990, d’Escoto guidò il Movimento Comunale, ma si dimise nel dicembre 1991.

Il 4 giugno 2008 fu eletto presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la sua 63esima sessione annuale. Al Corriere della Sera, in un’intervista del 3 ottobre 2008 affermava di essere all’ONU per «realizzare la mia vocazione sacerdotale di missionario di Dio al servizio dei poveri e diseredati, e costruire la pace e la giustizia nel mondo». Inoltre attaccò frontalmente gli Usa dicendo che «sono peggio dell’Iran».

Il sacerdote aveva accettato dall’inizio la pena canonica inflittagli dalla Santa Sede, pur rimanendo membro della propria società missionaria, senza svolgere alcuna attività pastorale. Già da qualche anno ormai aveva abbandonato il suo impegno attivo in politica. In Italia si è visto nel 2009: non per un impegno istituzionale ma per la partecipazione al Festival di Sanremo. 

sources: ALETEIA
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Romero ‘riconosciuto’ dal Vaticano

Riconosciuto il martirio di Romero 

Stefania Falasca su n’l’Avvenire’:
 

 L’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero è stato assassinato «in odio alla fede». Ne dà notizia in anteprima l’edizione di «Avvenire» di venerdì 9 gennaio 2015. I membri del Congresso dei teologi presso la Congregazione delle cause dei santi hanno espresso il loro voto unanimemente positivo sul martirio subìto dall’arcivescovo di San Salvador il 24 marzo 1980. Si tratta di un passo decisivo per il vescovo latinoamericano ucciso mentre celebrava l’Eucaristia e che già il popolo acclama come santo. Ora, secondo la prassi canonica, per la beatificazione non resta che il giudizio del Congresso dei vescovi e dei cardinali e infine l’approvazione del Papa. La causa, iniziata nel marzo 1994 e della quale l’anno seguente si concluse la fase diocesana, era approdata a Roma nel 1997, promossa dal postulatore monsignor Vincenzo Paglia.
Papa Francesco ha citato Romero proprio durante l’ultima udienza generale: l’arcivescovo di San Salvador, ha ricordato Bergoglio, «diceva che le mamme vivono un “martirio materno”. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: “Tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. È dare la vita. È martirio»
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