“quelle bidelle rom non le vogliamo”

 

Cagliari, mamme in rivolta per due bidelle rom: “Non le vogliamo a scuola coi nostri figli”

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una ‘guerra’ contro i rom

manifestaz rom 4“non si affitta agli zingari”: questa l’amara considerazione dei rom della Bigattiera (Pi) di fronte allo sgombero del loro campo dopo le promesse di fornirli di luce e acqua

su questo una puntualizzazione dal sito ‘la Bigattiera’ e una riflessione di p. Agostino Rota Martir

“Sospendere lo sgombero, fermare la guerra contro i rom”

Più di un anno fa, il Consiglio Comunale di Pisa approvava una mozione che chiedeva di ripristinare acqua, luce e scuolabus per il Campo della Bigattiera. Da allora nulla è stato fatto: niente acqua, niente luce, niente scuolabus. Nessun progetto di inserimento abitativo, che pure era stato promesso, e che figura tra gli obiettivi della Strategia di Inclusione dei rom approvata dal Governo italiano. Perché – è bene chiarirlo, ancora una volta – le famiglie della Bigattiera non vogliono stare al campo: vorrebbero abitare nelle case, come tutti, lavorando e pagando un regolare affitto. Ma quando si cerca casa la risposta è sempre la stessa, «non si affitta agli “zingari”»…

Negli ultimi giorni, le cose sono cambiate. Tutte le famiglie sono state convocate dagli assistenti sociali, che hanno annunciato l’imminente sgombero. La data non è stata comunicata, ma si sa che l’intervento verrà fatto nel giro di una o due settimane. Che fine faranno le famiglie, che fine faranno i bambini, dopo che il campo sarà chiuso? Gli assistenti sociali hanno prospettato poche e drastiche “soluzioni”.

E’ stato proposto, anzitutto, un programma di “rimpatrio assistito”: tornare al paese di origine, con il viaggio pagato dal Comune e un contributo di duecento euro a persona. Ci rimandano “a casa”, dicono. Ma la Macedonia, per noi, non è “casa”. Molte famiglie abitano a Pisa da venti, a volte da venticinque anni. Quasi tutti i bambini sono nati in Italia, o ci sono arrivati quando erano molto piccoli. Alcuni, tra l’altro, non hanno nemmeno la cittadinanza macedone: andrebbero a vivere in un paese in cui sono stranieri. La nostra casa è qui, in Italia, a Pisa: è questo il luogo dove molti di noi hanno vissuto gran parte della loro vita, è questo il luogo dove vogliamo vivere.

Per i rom regolari, è stato proposto l’invio in località “fuori dalla regione Toscana”: vogliono mandare via le famiglie, in città lontane e per loro sconosciute, senza alcuna garanzia di un inserimento sociale. E’ stato promesso anche un contributo all’affitto per i rom che dovessero trovare una casa: ma come troviamo una casa in due settimane, se non siamo riusciti a trovarla in tutti questi anni? Nessuno affitta una casa a un rom che abita in un campo, se non c’è un aiuto o un sostegno da parte del Comune.

La verità è un’altra. La verità è che vogliono semplicemente sgomberare il campo. La verità è che vogliono sbattere famiglie e bambini in mezzo a una strada, senza nessuna vera alternativa. Gli sgomberi fatti così, senza dare nessuna soluzione, sono illegali: l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, lo stesso governo italiano nella sua “Strategia Nazionale di Inclusione”, dicono da tempo che gli sgomberi sono illegali, se lasciano le famiglie in mezzo a una strada. E’ per questo che esiste un’unica soluzione: sospendere lo sgombero, fermare la guerra contro i rom, e tornare alla pace e al dialogo. Solo con il dialogo si possono individuare soluzioni efficaci e giuste per tutti.

I rom della Bigattiera e i cittadini solidali

 

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I Rom di Pisa, gli uccelli sui rami e il sasso lanciato contro..

 

La conferenza stampa tenuta ieri a Pisa sulla situazione del campo della Bigattiera, almeno per me ha segnato un momento significativo, soprattutto in ciò che riguarda il discorso della integrazione, che spesso è una bandiera sventolata a vanvera da tanti soggetti in causa.

Quanto avrei desiderato che il discorso del Rom della Bigattiera fosse ascoltato dagli stessi amministratori, discorso fatto fuori dal palazzo del Comune, ma capace di allargarsi sull’intera città, passando nelle scuole, piazze, Chiese..fino a raggiungere chiunque, compreso l’accampamento nascosto sotto qualche ponte della nostra città.

Certo il discorso di Kamil non risolve le questione tutt’ora aperte riguardanti i Rom in genere, ma evidenzia le contraddizioni delle soluzioni che l’amministrazione di Pisa sta destinando sulla testa degli interessati.

Cosa ha detto in sostanza Kamil? Ha usato la semplice immagine degli uccelli che stanno seduti sui rami di un albero, qualcuno quando getta un sasso sull’albero gli uccelli volano via, ma poi ritornano ad appollaiarsi sopra lo stesso albero.

Gli sgomberi della Amministrazione sono il sasso lanciato contro gli uccelli, ma “noi Rom” prima o poi ritorniamo su quell’albero, perché Pisa è la nostra casa è il nostro albero, i nostri figli sono nati qui, non altrove. Voi ci date l’elemosina per ritornare al nostro paese (Macedonia), ma questa è la nostra casa, perché in Macedonia dovremmo vivere da clandestini? Il sangue non si compra, proprio come il volo degli uccelli, li puoi spostare solo nelle gabbie.

Il senso è che con le gabbie non c’è integrazione alcuna, essa è innanzitutto questione di sangue e cuore, prima ancora che di numeri! “Io mi sento Pisano”: i miei figli sono nati qui, come quelli di tanti altri Rom della Bigattiera, che vanno a scuola con i vostri figli..perché dovremmo andare in Macedonia o in un’altra regione Italiana per sentirci di nuovo “stranieri, mal visti e sospetti da tutti”?

Se voi adesso ci sgomberate (lanciate il sasso addosso), noi voleremo via senz’altro, ma ritorneremo qui, troveremo a Pisa un altro posto, con la nostra gente! Qui è il nostro albero, anche se agli assistenti sociali del comune non piace. Noi c’eravamo prima che loro iniziassero a lavorare, magari venendo loro da fuori.

E’ fuori dubbio che Kamil ieri non sapesse del discorso di papa Francesco fatto il giorno prima a Roma, ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari.. ma non è il solo a non saperlo o a ignorarlo, purtroppo! Sono sicuro che le sue parole avrebbero illuminato il cuore del vescovo di Roma, trovando forse spazio in qualche suo passaggio, soprattutto quando parla proprio degli sgomberi:

“Viviamo in città che costruiscono torri, centri commerciali, fanno affari immobiliari ma abbandonano una parte di sé ai margini, nelle periferie. Quanto fa male sentire che gli insediamenti poveri sono emarginati o, peggio ancora, che li si vuole sradicare! Sono crudeli le immagini degli sgomberi forzati, delle gru che demoliscono baracche, immagini tanto simili a quelle della guerra. E questo si vede oggi.”

Sono parole del Papa..mica mie o dei soliti fuori di testa.

Ad ogni modo grazie a Kamil per la bella lezione di “integrazione dall’albero di Pisa” sull’intera cittadinanza, spero che continui a volare attorno a noi.

Agostino Rota Martir

Campo Rom di Coltano (PI) .. pardon dallo “spazioso albero Rom” di Coltano, ancora ricco di rami.

31 Ottobre 2014

 

 

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