il commento al vangelo della domenica di p. Maggi e p. Agostino

croce

 

 

 

 

 

 

Mt 15,21-28

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

DONNA, GRANDE E’ LA TUA FEDE!

 commento al vangelo della domenica ventesima del tempo ordinario (17 agosto) di p. Alberto Maggi :

maggi

Gesù intende annunciare l’amore universale del Padre. Universale non soltanto per l’estensione (ovunque), ma per la qualità di questo amore (per tutti), ma incontra tanta resistenza. Ne incontra nel suo popolo, la incontra tra i discepoli e la incontra tra gli stessi pagani che si erano abituati all’idea della supremazia di Israele. Allora Gesù, già nel capitolo 8 del vangelo di Matteo, annunzia che nel banchetto del regno il pane che è stato rifiutato dai giudei, diverrà il cibo per i pagani. E Gesù dice: “Verranno da oriente e da occidente”, cioè da tutte le popolazioni pagane, “e prenderanno il vostro posto”. Poi Gesù nel capitolo 15 di Matteo affronta la questione importante del puro e dell’impuro. La affronta dal punto di vista alimentare, ma era la base che distingueva la gente pura dai pagani, che erano impuri. E Gesù, dopo aver contraddetto il libro del Levitico che si basa proprio su questa distinzione, deve fuggire all’estero perché ha detto che non è quello che entra nella bocca che ti rende impuro, ma quello che esce. Dopo questo Gesù deve fuggire all’estero. Qui l’evangelista ci presenta l’incontro con la donna Cananèa. Leggiamo Matteo capitolo 15, dal versetto 21. “Partito di là”, quindi dopo essere fuggito dalla terra di Israele ed entrato in terra pagana, “Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananèa”. I Cananèi erano i Fenici ed erano uno dei popoli che nel libro del Deuteronomio (cap 7), devono essere votati allo sterminio, e“tu le voterai allo sterminio”. Quindi è una popolazione pagana, è una popolazione disprezzata e va sottomessa da Israele. “Che veniva da quella regione si mise a gridare: «Pietà di me»”. E’ il kyrie eleison che poi entrò nella liturgia della chiesa. Ebbene l’espressione “Signore pietà” nei vangeli è un’invocazione riservata a quelli che non conoscono Gesù. Quelli che non conoscono Gesù, che non sanno chi è, gli si rivolgono con “Signore pietà”. Quando si conosce Gesù, quando si conosce il Padre, non si dice più “Signore pietà” o “Signore misericordia”, perché si è già sperimentata nella sua pienezza. E lo chiama «Signore, figlio di Davide»”, come i ciechi che abbiamo visto in  precedenza in questo vangelo e che poi dopo ritorneranno – i due ciechi che si rivolgono a Gesù chiamandolo figlio di Davide. Ma Gesù non è il figlio di Davide! Figlio di Davide significa il messia, il messia guerriero che con la violenza inaugurerà il regno di Israele e sottometterà i popoli pagani. Il motivo della richiesta della donna è che «Mia figlia è molto tormentata da un demonio. Ma egli non le rivolse neppure una parola»”. Come mai Gesù non risponde all’invocazione di questa donna? Perché lei si è rivolta al figlio di Davide e Gesù non è il figlio di Davide, Gesù è il figlio di Dio. Ecco perché non risponde. Teniamo presente che tutto questo brano non è tanto una cronaca, quanto una catechesi per la comunità cristiana che ancora fa resistenza nell’andare verso i pagani. “Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono”, qui la traduzione della CEI riporta “esaudiscila”, ma è invece letteralmente “mandala via”. E’ lo stesso verbo che è stato usato quando, nella condivisione dei pani, i discepoli dicono a Gesù “manda via la folla”. Quindi «Mandala via, perché ci viene dietro gridando!»Quindi i discepoli non tollerano questa vicinanza da parte dei pagani che chiedono soccorso al Signore. “Ma egli rispose …” A chi risponde? Risponde ai discepoli che condividono la  stessa mentalità. «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele»”. Questo è il messia, figlio di Davide, che è venuto per la casa di Israele ad inaugurare il regno e sottomettere i pagani. “Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!»  già un progresso. Mentre prima s’è rivolta a Gesù invocandolo come figlio di Davide, adesso lo riconosce come Signore, ma chiede ancora di essere aiutata, quindi deve fare ancora un gradino in più per comprendere la pienezza dell’amore di Dio. “Ed egli rispose”, risponde sempre come figlio di Davide, «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»”. I cagnolini non sono i cuccioli, ma i cani domestici che stavano in casa. Ebbene Gesù, secondo questa indicazione, distingue tra coloro che hanno diritto, i figli di Israele, e i cani, termine alquanto dispregiativo – il cane era un animale impuro – che indicava i pagani. Gesù, attraverso queste risposte, sta preparando i discepoli a quello che i discepoli non vorranno, a condividere il pane anche con i pagani. Gesù ha condiviso il pane con il popolo d’Israele e ora vuole portare i discepoli a condividere il pane con i pagani, ma loro non ci pensano, appunto perché i pagani sono considerati come i cani, esseri inferiori e impuri. Quindi nella crescita della fede della donna, l’evangelista vuole educare la crescita della fede dei discepoli, ma sappiamo che sarà più facile per Gesù convincere una persona pagana che i propri discepoli. E la risposta della donna è «E’ vero Signore – disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni»”. La donna comprende che la compassione e l’amore vanno al di là delle divisioni razziali, etniche e religiose che ci possono essere. «Donna, grande e la tua fede!»Gesù non elogia gli israeliti, gli ebrei, per la loro fede, ma sempre i pagani. Ha elogiato il centurione e adesso elogia una donna pagana. «Avvenga per te come desideri.» E da quell’istante sua figlia fu guarita”. Gesù non ha compiuto alcuna azione, Gesù non ha cacciato il demonio. La fede della donna è ciò che caccia il demonio, figura del pregiudizio religioso che discrimina le persone. Quindi, in questo brano l’evangelista vuole educare la comunità cristiana ad aprirsi ai pagani e far comprendere che i pagani non vanno dominati secondo la tradizione del messia figlio di Davide, ma vanno serviti secondo la novità del messia figlio di Dio.

una bella preghiera che, a commento di questo brano evangelico, p. Agostino eleva alla stessa donna cananea, per mezzo della quale Gesù è sollecitato ad una ‘conversione’ lasciandosi ‘evangelizzare’ da lei alla comprensione di un Dio presente ovunque, al di là di ogni steccato:

 

p. agostinoGrazie, donna Cananea, briciola di Dio

 

Hai spinto l’ebreo Gesù’ ad andare oltre gli steccati religiosi che ancora lo imprigionavano, che imponevano di diffidare degli stranieri, visti come pagani e a sentire la Fede nel Dio Liberatore come un monopolio di Israele.

Di fatto tu sei stata come una porta aperta, attraverso la quale Gesù’ si e’ sentito evangelizzato anche da una “pagana cananea”, scoprendo con gioia e meraviglia che Dio e’ veramente all’opera ovunque. Cosa hai sentito dentro di te quando lo hai visto avvicinarsi e passarti vicino? Senz’altro la preoccupazione per tua figlia malata era forte, doveva certo soffocarti dentro, chissà quanti tentativi, quante persone, dottori, santoni di ogni genere hai consultato..inutilmente.

 

E’ anche Grazie a te, che la luce del Vangelo oggi può brillare ovunque, anzi e’ viva e nascosta in ogni popolo e attende ancora di essere scoperta e mostrata a tutti.

 

Può essere nella “zingara” che chiede l’elemosina e supplica di essere aiutata, spesso ci da fastidio, non ci molla e ci segue supplicando un aiuto.. e’ lo stesso fastidio che hai dato tu a Gesù’, al punto che con poche parole stizzite ti ha invitato a stare al tuo posto, alla larga da Lui, a debita distanza.

Sapessi quante volte lo facciamo anche noi, ancora oggi. Non ci e’ facile scoprire ed accogliere il Vangelo che i lontani e gli stessi migranti portano nelle loro vite, sta a poca distanza da noi, eppure quasi sempre, notiamo e ci fermiamo solo al fastidio che ci procurano e non riusciamo ad andare oltre.

 

In fondo, anche noi crediamo di essere gli unici depositari di Dio, convinti che nel nostro zaino c’e’ già tutto di Dio, basta solo consegnarlo ai “pagani”, invece a volte dovremmo imparare ad andare da loro con lo zaino vuoto, perché possano loro: i poveri, i migranti, gli accattoni, i rom.. riempircelo delle ricchezze che Dio ha messo anche nelle loro mani e nelle loro vite.

Per noi e’ facile sentirci più portatori di Dio, che “scambiatori” di doni e di cammini aperti.

 

Tu hai come “sturato” la mente e il cuore di Gesù’, così che si aprisse un buco attraverso il quale, anche i pagani e gli stranieri potessero passare, superando così quei pregiudizi di Israele verso il tuo popolo, visto con disprezzo, perché pagano e straniero.

 

Per questo ti siamo riconoscenti, se anche oggi tu aiutassi pure noi ad allargare i nostri orizzonti, spesso ancora limitati e ristretti ai nostri campanili. Stimolaci a non temere di abbracciare quel Dio senza confini, come aiutasti quel giorno a farlo comprendere a quel Gesù’, che osò passare dalle tue parti, nella zona di Tiro e di Sidone..

Oggi sei tu che “sbarchi” (migranti, profughi) dalle nostre parti, ebbene noi ti supplichiamo, aiutaci a guarire i nostri cuori freddi e spesso senza vigore, a non temere di sedere insieme alla stessa tavola, per mangiare con gioia il pane della fiducia e scambiarci i reciproci doni.

Anche le briciole hanno lo stesso sapore del pane sulla tavola del Regno. Forse anche Gesù’ deve aver intuito che Dio suo Padre e di tutti (pagani compresi), piace sparpagliarsi così nel cuore della umanità, incurante dei nostri confini e dei nostri steccati religiosi.

E questo grazie anche a te, per la tua “grande fede”, tu semplice briciola di Dio, ma capace di far lievitare il cuore di Gesù, il Figlio di Dio.

 

15 Agosto 2014

 

Campo Rom di Coltano (PI)