Matthew Fox interviene nel dialogo fra papa Francesco e E. Scalfari

dialogo e la verità da vivere

di Matthew Fox
in “la Repubblica” del 2 ottobre 2013

È un piacere poter prendere parte all’importante dialogo ispirato dallo scambio di lettere tra Eugenio Scalfari e papa Francesco. Nel corso del lavoro preparatorio per il mio libro Lettere a papa Francesco ho letto il libro che riporta le conversazioni tra Bergoglio e il rabbino argentino (e scienziato) Skorka, per cui so bene quanta importanza attribuisca il nuovo pontefice al dialogo e a un profondo scambio di idee, e soprattutto quanto sia «vulnerabile» all’ascolto attento e all’apprendimento. È questa, a mio parere, la chiave del dialogo: parlare e ascoltare per imparare, non semplicemente per «segnare dei punti». È questo che fa di papa Francesco una boccata d’ossigeno dopo trentaquattro anni di papi che sembravano più inclini a dettare le risposte e anche le domande, senza dare quasi mai la sensazione di avere qualcosa da imparare. La modestia del pontefice attuale è palese non solo dal suo rifiuto di trasferirsi nei palazzi pontifici, ma anche dalla sua disponibilità a prendere la penna in mano e rispondere con sincerità, dal profondo del cuore, alle domande poste da Scalfari. Papa Francesco, come molti gesuiti, conserva la smania di apprendere, e questo per me è motivo di lode. Sono i saccenti, che avvolgono tutte le loro risposte in dogmi rigidi e congelati e domande preconfezionate, che tradiscono il significato più profondo e lo spirito di avventura che una religione sana dovrebbe avere. La verità, che la si apprenda da una persona che si autodefinisce «atea», o «laicista», o «credente », o «agnostica», o «non credente», non è vincolata a un’unica espressione. Quello che conta nel dialogo è quella parte di verità che impariamo gli uni dagli altri. La verità è qualcosa che viviamo, non qualcosa che congeliamo in dogmi e credenze liofilizzati. E poiché la viviamo, siamo in grado, a prescindere dalla nostra ideologia, di provare un’ammirazione comune per persone che ci hanno mostrato, attraverso la vita che hanno vissuto, la verità della giustizia, della bellezza, della gioia o della generosità. La domanda diventa: in che genere di Dio crediamo? Che genere di Dio rifiutiamo? Cantiamo le lodi di un Dio del Controllo e degli imperi? O di un Dio dei poveri e di chi non ha voce? Un Dio del razzismo, del sessismo, dell’omofobia o dell’antropocentrismo, oppure un Dio della Condivisione, dei poveri, della giustizia razziale. Voglio proporre qualche altro genere di Divinità che vale la pena di venerare. La Divinità apofatica è il Dio del silenzio, della contemplazione, dell’ascolto attento, del niente più proiezioni, il Dio che è «oscurità sovraessenziale, che non ha nome e non avrà mai nome» (Eckhart). Questo Dio ci insegna a tacere, ad apprezzare il silenzio e ad andare in profondità, e a non presumere più che chiunque di noi conosca la grandezza di Dio. In questo modo ci aiuta a placare il cervello rettile (sì, la «bestia» che è in tutti noi) lasciando spazio alla nostra intelligenza più recente, la Compassione. Un’altra dimensione della Divinità su cui vale la pena dialogare è quella della Luce. Con la scienza che oggi ci insegna che «la materia è luce congelata » (parole del fisico David Bohm), possiamo fare piazza pulita del pericoloso dualismo tra materia e spirito, perché lo Spirito in tutte le culture del pianeta è definito come «Luce » (vedi il Buddha – «Sii una luce per te stesso» – e il Cristo – «Io sono la luce del mondo»), ma la materia secondo la scienza odierna incorpora la luce. L’incarnazione dello spirito è ovunque, anche nella materia in tutte le sue dimensioni. Vale la pena discuterne e dialogarne. Naturalmente, l’insegnamento che Dio è Giustizia (Tommaso d’Aquino: «Dio è giustissimo») è un terreno comune, in questo momento critico della storia della Terra e dell’umanità, dove tantissime cose sono messe a rischio dai cambiamenti climatici e da sistemi economici che favoriscono i ricchi e rendono i poveri più numerosi e più poveri. La giustizia ecologica, la giustizia di genere, la giustizia economica: sono tutti nomi di lavoro per Dio, il Dio della giustizia. Quanto alla giustizia ecologica, il poeta Bill Everson commenta che «la maggioranza della gente conosce Dio nella
natura o non lo conosce affatto». La natura è sacra. Dio è dentro la natura, non al di sopra o al di là di essa. È questo che significa lo spirito; è questo, sicuramente, che significa l’Incarnazione. Sono stato felice di leggere Enzo Bianchi, nel suo contributo a questo scambio, parlare di Dio in quanto Vita e di come «ognuno di noi sia uno specialista, un esperto della vita». Dio è intrinseco alla natura e alla storia, alla materia e alla vita, perché la vita è sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di meraviglioso, qualcosa di straordinario, qualcosa di bello. Un modo utile per definire attraverso il linguaggio le nostre esperienze del Dio in quanto Vita è dare nome al dispiegarsi e svelarsi (la rivelazione) del Dio in quanto Vita come la Via Positiva (le nostre esperienze di sgomento, meraviglia, gioia, bellezza), la Via Negativa (le nostre esperienze di silenzio, oscurità e anche dolore, sofferenza e cuore spezzato), la Via Creativa (l’impeto di co- creazione e creatività, e lo sgomento che si genera in questo processo) e la Via Trasformativa (l’opera di giustizia, compassione, guarigione e celebrazione). Dio non è un sostantivo. Dio è un verbo. Se non sperimentiamo queste dimensioni della Divinità siamo destinati a parlare soltanto e non agire: solo parole e niente cammino. Voglio proporre alcuni modi per tenere vivo questo importante dialogo e celebrare la vita in tutte le sue variazioni e meravigliose dimensioni, e gli aspetti Sacri legati a tutto questo. Sì, siamo in parte «bestia» e la nostra avidità, la nostra brama di potere, la nostra invidia, la nostra capacità di odiare parlano alle nostre ombre e alla nostra necessità di autoesaminarci e cercare assistenza nella psicologia, oltre che nella religione, per guarire e trovare perdono e cambiare nel profondo. Dialoghiamo fra noi e impariamo le lezioni profonde e spesso antiche dei nostri antenati: possiamo innalzarci al di sopra del nostro cervello rettile e dare corpo al nostro cervello mammifero, che è compassionevole. Non mi dite qual è l’ideologia di cui vi ammantate. Ditemi piuttosto quale contributo date alla Vita, la Vita Sacra. Questo è il tipo di dialogo che cerco.
Matthew Fox è l’autore di “In principio era la gioia”, Creatività e, di prossima pubblicazione, “Lettere a Papa Francesco”, entrambi di Fazi Editore. (Traduzione di Fabio Galimberti)




la situazione politica italiana SI SCRIVE FIDUCIA, SI LEGGE FARSA

B: “Votiamo a favore del governo Letta”

Stato confusionale

 

Berlusconi cambia (ancora) idea: “Voteremo sì”.

 E’ stata la quinta volta in mezza giornata. Fino all’ora di pranzo, infatti, Berlusconi e il Pdl avevano confermato di ritirare il sostegno al governo delle larghe intese. Ma il Cavaliere a sorpresa ha preso la parola in Aula al posto del capogruppo Schifani e ha annunciato il colpo di scena: tutto il Pdl voterà la fiducia all’esecutivo guidato da Enrico Letta. Pochissime parole quelle di Berlusconi, un intervento che doveva durare 10 minuti. In soli 2 minuti il Cavaliere cambia le carte in tavola ed ecco il colpo di scena: “Non senza un interno travaglio” votiamo la “fiducia”.

D’altra parte l’esecutivo avrebbe continuato a camminare e qui sta il motivo della retromarcia (l’ultima delle giravolte) di Berlusconi. Quella del Cavaliere sembra una sconfitta politica perché un pezzo non irrilevante del suo partito non l’ha seguito nella sua furia distruttrice al grido di “al voto, al voto”. Letta avrebbe avuto comunque una maggioranza e Berlusconi sarebbe rimasto nell’angolino. Avrebbe avuto una maggioranza al Senato più stretta: 180 voti (contro i 230 avuti finora). Per ottenere la fiducia servono 161 sì. Una “nuova maggioranza” come la chiama il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. E’ una maggioranza che non ha più bisogno di Berlusconi e questo lo hanno sottolineato in parecchi nel governo e nel Pd. Non è più Berlusconi a dire no al governo – è il ragionamento – ma è Letta che se ne frega ai voti (e ai ricatti) di Berlusconi. “Vota la fiducia? E’ un problema suo, non nostro” ha risposto a un certo punto il ministro per le Regioni Graziano Delrio a metà mattinata dopo l’ennesima capriola dell’ex presidente del Consiglio.

A votare sì, dunque, saranno al Senato il Pd, Scelta Civica, circa 25 senatori del Pdl, 9 dei 10 senatori di Grandi Autonomie e Libertà (che sono sempre eletti nel centrodestra) e i 4 fuoriusciti (espulsi e non) del Movimento Cinque Stelle. A questi si aggiungono a questo punto anche i senatori del Pdl (o Forza Italia o quel che è), dopo una serie innumerevole di dichiarazioni in senso opposto. A votare no resteranno le opposizioni che si sono formate già dal primo voto di fiducia: la Lega Nord, Sinistra Ecologia e Libertà e gli stessi Cinque Stelle. Tra i “transfughi” del Pdl al Senato si segnalavano comunque il ministro Gaetano Quagliariello, l’ex ministro del LavoroMaurizio Sacconi, l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’ex relatore della Giunta per le elezioni Andrea Augello e l’ex sottosegretario Carlo Giovanardi.

La scelta di Berlusconi è stata dunque dettata in particolare dalla volontà di tenere unito il partito.Roberto Formigoni, infatti, aveva già annunciato – a prescindere dalle decisioni dei fedeli berlusconiani – la composizione di un nuovo gruppo autonomo (che potrebbe chiamarsi “i Popolari”)  di almeno 35 senatori che usciranno dai gruppi di Pdl e Gal.

LA CRONACA ORA PER ORA

14.37 – De Girolamo: “Non si è mai parlato di nessun gruppo” “Non si è mai parlato di nessun gruppo”. Lo afferma Nunzia De Girolamo, ministro dell’Agricoltura lasciando il Senato e rispondendo a chi gli chiede se i gruppi autonomi, dopo la decisione del Cavaliere di votare la fiducia, ci saranno lo stesso, come detto pochi minuti prima da Roberto Formigoni. “Berlusconi – ha aggiunto De Girolamo – oggi ha scelto con la testa per il bene del Paese e con il cuore per l’unità del nostro partito”.

14.29 – Voto in aula, raggiunta quota 161. Il governo ha già la fiducia al Senato

14.22 – Berlusconi: “Nessuna marcia indietro” “Nessuna marcia indietro”. Così Silvio Berlusconi, lasciando il Senato, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano conto del voto di fiducia accordato al governo Letta.

14.22 – Formigoni: “Stasera parleremo comunque di gruppi autonomi” “Confermo le mie proposte e stasera nediscuterò con gli altri: proporrò di costituire gruppi autonomi a Camera e Senato per un fatto di chiarezza”. Così Roberto Formigoni, spiegando che stasera ci sarà una riunione dei dissidenti del Pdl.

14.16 – Lupi: “Nuova maggioranza non c’è, ora i falchi chiameranno B. traditore?” “La nuova maggioranza non c’è. Questa è la maggioranza che ha voluto fortissimamente questo governo. Scopo di Enrico Letta non era quello di avere una nuova maggioranza ma un rinnovato sostegno a questo Governo”. Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi parlando in Transatlantico al Senato con i cronisti. “C’è stato un confronto all’interno del Pdl e poi una buona sintesi da parte del presidente Berlusconi. I falchi si dovranno rimangiare quello che hanno detto, quelli che hanno detto che siamo traditori adesso diranno che Berlusconi è un traditore”.

14.08 – Bondi: “Zanda fa bene a trattarci con disprezzo”. “Zanda fa bene a trattarci con untale disprezzo. Io sono una persona perbene e non mi unisco a una tale compagnia”. Così il senatore Sandro Bondi sulla decisione di Silvio Berlusconi di votare la fiducia. 13.55 – Nitto Palma: “Uscirò dall’Aula” “Mi chiedo se davvero si possa formare una solida futura maggioranza. Pur avendo avuto in animo di votare la fiducia al Governo come da richiesta di Berlusconi, dopo l’intervento di Zanda, ho deciso di uscire dall’aula”. Lo ha annunciato Francesco Nitto Palma, responsabile Pdl della Campania, intervenendo in aula al Senato.

13.51 – Grasso al Pdl: “Se questo è inizio pacificazione…” “Se questo è l’inizio della pacificazione…”. Il presidente del Senato Pietro Grasso richiama i senatori del Pdl che protestano vivacemente per le parole del capogruppo Pd Luigi Zanda, che tra l’altro richiama le vicende giudiziarie del Cavaliere. Grasso li richiama all’ordine per permettere a Zanda di proseguire: “Lasciate parlare, lasciate parlare”.

13.44 – Zanda: “Il sì di Berlusconi non nasconde la sconfitta politica” L’improvviso sì alla fiducia annunciato da Berlusconi serve “a nascondere la sconfitta politica, che ha un volto chiaro”. Lo ha detto Luigi Zanda annunciando il sì del Pdl alla fiducia al governo Letta. “Oggi si è formata una nuova maggioranza politica – ha detto Zanda – indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbesche che contrastano con le parole e i gesti gravissimi che abbiamo ascoltato in questi giorni. E il voto che si aggiunge ora ha un senso chiaro: nascondere la sconfitta politica che ha un volto chiaro”.

13.41 – Parla Berlusconi, cala il silenzio nell’Aula del Senato Silvio Berlusconi prende la parola nell’Aula del Senato, e cala il silenzio nell’Emiciclo. Il cavaliere ha preso posto in uno scranno al centro di quelli occupati dal gruppo del Pdl. Dai banchi del governo Angelino Alfano lo ascolta con particolare attenzione. Dopo il suo intervento in Aula,Berlusconi si è seduto, raccogliendo le congratulazioni di molti colleghi di gruppo. Il suo annuncio ha destato uno stupore veramente visibile in tutti i senatori, che sono apparsi letteralmente colti di sorpresa.

13.34 – Berlusconi: “Il Pdl voterà la fiducia”

13.31 – Berlusconi interviene in Aula al Senato

13.20 – Berlusconi parlerà in Aula, forse ripensa al suo voto Nuovo cambio di programma nel Pdl perché Silvio Berlusconi avrebbe deciso di intervenire in Aula al Senato. L’ex premier, che dopo la riunione con i senatori del partito si è riunito con alcuni fedelissimi, starebbe di nuovo valutando l’idea di votare sì alla fiducia, modificando, ancora una volta il parere espresso proprio nell’incontro con i senatori del suo partito, che si è concluso con la decisione di votare no al governo.

14.10 – Finocchiaro: “Con nuova maggioranza basta ambiguità”

13.20 – Berlusconi fa conta numeri Pdl, altri 34 non seguono le indicazioni di voto Dopo la spaccatura del Pdl, nei minuti che precedono il voto in Aula sulla fiducia al governo, anche Silvio Berlusconi si dedica al “pallottoliere”. Come testimonia l’obiettivo di un fotografo dell’Ansa, il Cavaliere nell’Emiciclo di Montecitorio mostra a Jole Santelli, del Pdl, i numeri annotati su un foglietto: “23 + 34 = 57”. Il che dovrebbe significare che 23 votano a favore del governo ma 34 uscirebbero dall’aula non recependo le decisioni del gruppo.

13.16 – Monti (Scelta Civica): “Il Pdl non precipiti il Paese” “Non riesco a credere che il Pdl possa precipitare il Paese”. Lo ha detto in Senato Mario Monti durante le dichiarazioni di voto, che ha lanciato un appello al Pdl a votare la fiducia al Governo Letta. Scelta Civica, ha annunciato Monti, lo farà.

13.13 – Bitonci (Lega): “Noi per sfiducia” “La sfiducia non gliela diamo solonoi qui al Senato, ma tutte le famiglie e le imprese del Nord”. Così Massimo Bitonci ha annunciato in Senato il no alla fiducia al governo Letta da parte della Lega Nord.

13.11 – Alfano fa conti dei senatori Pdl: “32 no, 25 sì” “32 per sfiducia, 24 per uscire dall’Aula, 25 per votare fiducia”. Totale “81” senatori del Pdl. Angelino Alfano nell’Aula del Senato mostra a Enrico Letta un foglietto con questi numeri relativi al gruppo Pdl. “Una decina assenti o non schierati”, annota.

13.04 – De Petris (Sel): “Voteremo no alla fiducia” “Non possiamo votare la fiducia perché la discontinuità che il Paese ci chiede non l’abbiamo sentita”: lo dice i capogruppo del Misto al Senato e esponente di Sel Loredana De Petris intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia.

12.56 – Ferrara (Gal): “Alcuni di noi a favore, altri contro” Alcuni senatori del gruppo Gal voteranno la fiducia al governo Letta, ed altri contro. Lo ha annunciato in aula Mario Ferrara, il presidente del gruppo che annovera 10 senatori. Tra i sì Ferrara ha citato Compagna, Bianconi e Naccarato.

12.49 – Formigoni: “Il nome Pdl è nostro” “Abbiamo verificato che il nome Pdl è e resta nelle disponibilità del segretario e quindi di Angelino Alfano. Il Pdl a questo punto siamo noi”. Lo dice Roberto Formigoni precisando: “Questo è un fatto importante perché dice che siamo e restiamo nel centrodestra. Non siamo una costola di Scelta Civica o di altro”.

12.45 – Berlusconi non interviene, il no sarà annunciato da Schifani Silvio Berlusconi con ogni probabilità non interverrà in Aula come aveva ipotizzato nel corso della riunione dei senatori del Pdl. A parlare sarà il capogruppo del partito Renato Schifani. In questo momento l’ex premier è riunito con alcuni fedelissimi proprio negli uffici del presidente del gruppo.

12.42 – Zeller (Autonomie): “Sì alla fiducia” Berlusconi ha messo in atto“un’operazione” irresponsabile” e “kamikaze per evitare la decadenza e tentare di ribaltare con il voto popolare il giudizio della magistratura”: lo dice Karl Zeller il capogruppo delle Autonomie in Senato, intervenendo in Aula a Palazzo Madama e annunciando il proprio sostegno all’Esecutivo.

12.10 – Letta: “Stanotte non ho dormito” “Stanotte non ho dormito…, avevo la percezione che oggi sarebbe stata una giornata dai risvolti storici, drammatici, importanti, ma per me non era nemmeno troppo difficile, non ho nessun dubbio nel dare il voto al nostro governo”. Lo ha detto il premier Enrico Letta nella sua replica al Senato.

12.09 – Gelmini: “I destini sono separati. Fine” “I destini sono separati. Fine”. Così la deputata del Pdl Maria Stella Gelmini commenta la risoluzione in favore della fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl. “E’ già pronto il nuovo gruppo. Ma di che parliamo?”, aggiunge, affermando che Sandro Bondi ha fatto bene a tenere un discorso molto duro in Aula.

12.07 – Bondi al governo: “Fallirete”. Il Pd: “Basta!” “Voi fallirete, darete vita a un governicchio che ha ottenuto solo lo scopo di spaccare il Pdl”. Lo ha detto in Senato Sandro Bondi. “Io non assisterò allo spettacolo – ha concluso – dell’umiliazione del Pdl, di Berlusconi, del Paese”. I senatori del Pd hanno interrotto la difesa della posizione di Silvio Berlusconi nell’Aula del Senato da parte di Bondi: “Basta!”, gli hanno urlato, mentre il presidente Grasso diceva “lasciatelo parlare”.

12.05 – Gruppo Pdl vota per alzata di mano: nessuno per la fiducia Il gruppo del Pdl – a quanto si apprende – ha deciso di votare per alzata di mano se dare la fiducia o meno al governo Letta. Nessuno ha alzato la mano per il voto a favore. E quindi è passata la decisione di votare la sfiducia. ”Eravamo una sessantina” alla riunione dei parlamentari Pdl con Silvio Berlusconi. “La stragrande maggioranza era per la sfiducia, alcuni erano per uscire dall’Aula, ma nessuno era per votare la fiducia” racconta la deputata Pdl Maria Stella Gelmini, ai cronisti al Senato, e sottolinea: “Berlusconi ha ascoltato tutti, poi abbiamo votato”.

12.04 – Assenti i senatori a vita Ciampi, Abbado e Piano Al momento sono assenti due dei nuovi senatori a vita Claudio Abbado e Renzo Piano e Carlo Azeglio Ciampi, da tempo malato. Il direttore d’orchestra dovrebbe essere all’estero e così anche l’architetto Piano. Sono presenti invece Mario Monti, Elena Cattaneo e Carlo Rubia.

12.01 – Susta (Sc): “Nuova maggioranza. Altri voti sarebbero solo aggiuntivi” “Questo Paese ha pagato un prezzo troppo elevato sull’altare di vicende personali e dobbiamo fare in modo che si formi una nuova maggioranza” per la quale “eventuali voti aggiuntivi sarebbero solo aggiuntivi”. Lo afferma il senatore di Scelta Civica Gianluca Susta, intervenendo in Aula al Senato durante il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio.

11.58 – Berlusconi: “Votiamo no e restiamo in Aula” Silvio Berlusconi insieme con il gruppo del Pdl ha confermato la decisione di votare no alla fiducia decidendo di restare in Aula: “Se uscissimo fuori sarebbe un gesto ambiguo e gli elettori non lo capirebbero”.

11.56 – Pdl valuta abbandono Aula a momento voto

11.52 – Pdl vota all’unanimità la sfiducia

11.52 – ”Delrio, Cav vota fiducia? Problema suo non nostro” “E’ un problema suo, non nostro… Ma vediamo che succede”. Così, in Transatlantico al Senato, il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, replica ai cronisti che gli chiedono che se per governo e centrosinistra una marcia indietro di Berlusconi sulla fiducia potrebbe rappresentare un problema.

11.40 – Formigoni, gruppo autonomo anche se Pdl vota sì “Se il Pdl decidesse di votare la fiducia sarebbe dimostrato che avremmo avuto ragione noi, altro che traditori! Siamo stati l’avanguardia della decisione giusta che il Pdl si è deciso ad assumere”. Così il senatore Roberto Formigoni interviene nello speciale TgLa7 di Enrico Mentana. “Però – aggiunge – sarebbe una scelta francamente tardiva, per cui noi 25 che ci raduneremo nel pomeriggio valuteremo il da farsi e probabilmente decideremo comunque di dare vita a gruppi parlamentari autonomi”. Formigoni prosegue: “Ci sono i numeri per costituire un gruppo autonomo tra 25 del Pdl, 10 di Gal e probabilmente qualcun altro che potrebbe aggiungersi”, conferma Formigoni che per questo gruppo ha proposto il nome de “I popolari”. Chi sarà il leader di questa formazione? “Lo valuteremo democraticamente, questa volta la democrazia varrà a tutti il livelli”.

11.37 – Berlusconi valuta l’intervento in Aula al Senato Silvio Berlusconi ancora non avrebbe deciso se votare o meno la fiducia al governo Letta. Il Cavaliere starebbe valutando di fare un intervento in aula al Senato. La riunione con i senatori del Pdl a p. Madama è ancora in corso.

11.33 – Bondi: “Cicchitto assoldato dalla sinistra” “Non ho mai voluto replicare a Cicchitto avendo cura di conservare vecchi rapporti di amicizia. Visto per che lui non si fa scrupolo di venir meno a ogni memoria di amicizia e non esita ad accusarmi di stalinismo sapendo di mentire e di offendere la mia limpida storia personale, mi auguro solo che la sinistra che ora lo ha assoldato non lo accusi più, di essere un ‘piduistà come ha fatto finora”. Così il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl.

11.23 – Con 25 dissidenti Pdl Letta raggiunge il quorum per la fiducia Con la mozione di fiducia al Governo firmata da 23 senatori Pdl e del gruppo Gal (ma secondo Formigoni sarebbero già 25), il premier Enrico Letta ha raggiunto il quorum teorico al Senato. Infatti il presidente del Consiglio parte da una base di 137 voti (escluso quello del presidente del Senato che per tradizione non vota), ai quali si aggiungono i 5 dei senatori a vita ed i 4 annunciati dai fuoriusciti M5s. In questo modo il governo supera abbondantemente la fatidica ‘quota 161′ necessaria a Palazzo Madama assestandosi intorno a quota 170.

11.19 – Senato, gruppo Pdl mette ai voti ipotesi di sì alla fiducia Il gruppo dei senatori del Pdl -secondo quanto si apprende – sta valutando l’ipotesi di votare la fiducia al governo. Possibilità a cui avrebbe aperto anche Silvio Berlusconi. In questo momento – sempre a quanto riferiscono – il gruppo ha deciso di mettere ai voti la decisione finale e cioè se votare sì o no a Letta.

11.15 – Franceschini: “Oggi nasce una nuova maggioranza” “Mi pare evidente che la mozione firmata anche da 23 esponenti del Pdl stabilisce che politicamente nasce una nuova maggioranza e che quindi il governo può andare avanti”. Così il ministro Dario Franceschini in Transatlantico al Senato.

11.14 – Formigoni: “25 del Pdl e 10 di Gal pronti a nuovo gruppo” “Siamo 25 del Pdl pronti a votare la fiducia al governo Letta e a fare un nuovo gruppo che si chiamerà ‘i Popolari’”. Lo ha detto il senatore Roberto Formigoni al Senato, spiegando che il nuovo gruppo potrebbe nascere anche con i dieci senatori di Grandi autonomie e libertà.

11.13 – Fonti Ansa: “Berlusconi non esclude la fiducia” Silvio Berlusconi sta ascoltando – a quanto si apprende – gli interventi di tutti i senatori per valutare solo alla fine cosa fare in vista del voto di fiducia al governo Letta. Non si esclude, un colpo a sorpresa, e cioè la decisione di votare sì al governo per evitare spaccature del partito.

11.09 – Senato, Cinque Stelle contro la ex De Pin: “Venduta” Momenti di tensione nell’Aula del Senato nel dibattito sulla fiducia. Al termine dell’intervento di Paola De Pin, fuoriuscita del M5S e oggi nel gruppo Misto, che ha annunciato il suo sì al governo dai banchi dei grillini le è stato urlato “Venduta”. Un senatore M5S si è avviato verso il banco dove De Pin sedeva, protetta dai senatori del Pd per contestarla: è stato necessario l’intervento dei commessi mentre il presidente Piero Grasso ha stigmatizzato il fatto, annunciando che sarà posto all’attenzione dei questori. La De Pin si era rivolta agli ex colleghi dicendo che “hanno compiuto un tradimento verso gli elettori che chiedevano il cambiamento” accusandoli di un “classico cinismo partitocratico ed intollerante”.  La tensione con il Pd si placa quando interviene un altro grillino, il senatore Santangelo, il quale chiede l’attenzione “del signor governo” e ha un battibecco con il presidente di Piero Grasso quando chiede silenzio (“all’ordine qui ci penso io”, dice Grasso) e lamenta il fatto che il 31 luglio “quando senatori del Pd mi contrastarono nessuno chiese l’intervento della presidenza”. Parole sottolineate da commenti duri del Pd.

11.07 – Fonti LaPresse: “Governo, Berlusconi verso il sì alla fiducia” Silvio Berlusconi, vista l’ampiezza del gruppo che dentro il Pdl ha deciso di schierarsi col Governo Letta, si starebbe orientando a cedere, e a votare anche lui per il ‘sì’ alla fiducia. Non è stata, però, ancora presa una decisione definitiva. E’ quanto si apprende da fonti parlamentari vicine al Pdl.

10.59 – Fonti Agi: “Testo pro fiducia firmato da 27. Altri 15 possono aggiungersi” Sono arrivate a 27, secondo quanto si apprende, le firme al documento messo a punto dai senatori Pdl favorevoli alla fiducia al Governo Letta. Secondo voci ben informate altri 15 sarebbero pronti ad aggiungersi.

10.57 – Fonti Sky: “Il gruppo Pdl voterà la fiducia” Secondo fonti contattate da SkyTg24 il gruppo del Pdl ha cambiato idea e voterà la fiducia al governo Letta.

10.56 – Formigoni: “Formeremo un gruppo autonomo” “Siamo già in 25. E’ possibile che altri si aggiungano. Nel pomeriggio daremo vita a un gruppo autonomo chiamato ‘I Popolarì”. Così Roberto Formigoni parlando con i cronisti in Transatlantico della scissione dal gruppo Pdl. “Restiamo alternativi al centrosinistra, collocati nel centrodestra”, sottolinea.

10.55 – Berlusconi: “Decisione comune per non deludere il nostro popolo” “Prendiamo una decisione comune per non deludere il nostro popolo”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, Silvio Berlusconi nel corso della riunione dei senatori del Pdl.

10.53 – Matteoli: “Nel discorso di Letta molte cose ok” “Nel discorso di Enrico Letta ci sono molte cose che aveva chiesto il centrodestra e ciò ha indotto Berlusconi a convocare il gruppo del Pdl per decidere”. Lo ha detto il senatore Altero Matteoli.

10.52 – Berlusconi ai senatori Pdl: “Sarà il gruppo compatto a decidere cosa fare” “Sarà il gruppo in maniera compatta a decidere cosa fare”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, a quanto si apprende, nel corso della riunione dei senatori del Pdl.

10.49 – Le citazioni di Letta: da Einaudi a Croce Sono due citazioni tratte da maestri del pensiero liberale le estremità che legano l’inizio e la fine dell’intervento del presidente del Consiglio Enrico Letta al Senato. Inizia con Luigi Einaudi: “Nella vita delle Nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può essere irreparabile”. Chiude con Benedetto Croce:”Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso”.

10.47 – Solo due sottosegretari hanno dato le dimissioni Sono passate 48 ore da quando Silvio Berlusconi ha invitato anche i sottosegretari e viceministri del Pdl a presentare le loro dimissioni. Ma, secondo quanto si apprende da fonti del governo, soltanto i sottosegretari Michaela Biancofiore, con delega alla P.a., e Simona Vicari, con delega allo Sviluppo economico, hanno fatto pervenire finora la loro lettera di dimissioni alla presidenza del Consiglio.

10.46 – Cicchitto: “Berlusconi aveva assicurato a Barroso il sostegno a Letta” “Questo governo si deve misurare con dei nodi economici, che ci sia la maggioranza o meno. E’ necessaria una guida alla società italiana. Alle 18 di ieri, a Barroso, Berlusconi aveva assicurato il voto favorevole al governo, quindi c’è stato un cambio repentino di opinione”. E’ quanto ha affermato Fabrizio Cicchitto durante “La Telefonata” di Belpietro su Canale 5.

10.44 – Banchi del Pdl deserti durante il dibattito Banchi del Pdl completamente vuoti nell’Aula del Senato durante il dibattito sulla fiducia chiesta dal governo, al punto da far chiedere a Pier Ferdinando Casini (Udc) una pausa dei lavori, non concessa dal presidente Grasso. A destra dell’Emiciclo i senatori si contano sulle dita di una mano. Affollati invece gli altri settori.

10.42 – Consegnate 23 firme di senatori Pdl-Gal pro Letta Sono 23 i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Le firme – a quanto si apprende – sono quelle di senatori del Pdl e del gruppo Gal. non è escluso – sempre secondo quanto si apprende – che potrebbero aggiungersi altri senatori. Questi i cognomi: Naccarato, Bianconi, Compagna, Bilardi, D’Ascola, Aielo, Augello, Caridi, Chiavaroli, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Scoma, Torrisi, Viceconte, L.Rossi, Quagliariello. Tra i “dissidenti” dunque anche il capogruppo del Pdl in Giunta per le Immunità del Senato Nico D’Ascola e l’ex relatore del caso Berlusconi Andrea Augello.

10.35 – Mozione di sfiducia al governo Letta dei Cinque Stelle Il M5S ha depositato la sua mozione di sfiducia al governo Letta. Il M5S, si legge nel testo, “esprime la propria sfiducia al Governo presieduto dall’onorevole Enrico Letta e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato”.

10.34 – Bondi verso il governo: “Vergognatevi” Altri applausi anche quando Letta ha parlato della difesa ambientale, dell’impegno per gli Stati uniti d’Europa, della necessità di non sovrapporre le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi alla vita del governo (ma qui Sandro Bondi ha urlato “Vergognatevi”), dell’appello del Papa per la solidarietà. A fare da contraltare al lungo applauso dei senatori del Pd, di Sel e di Scelta civica, tutti in piedi, un capannello di esponenti del Pdl che si è formato attorno a Silvio Berlusconi seduto nelle prime file dei banchi del centrodestra.

10.33 – Per Letta 15 applausi in 50 minuti Standing ovation dai banchi del centrosinistra in Aula a Palazzo Madama al termine dell’intervento del premier Enrico Letta. Il lungo applauso tributato dai senatori della parte sinistra dell’emiciclio di Palazzo Madama è stato il quindicesimo per il premier. Particolarmente caloroso, proprio nelle prime battute del suo intervento, il battimani che, sempre dal centrosinistra, è giunto quando il presidente del Consiglio ha citato il capo dello Stato Napolitano. L’intervento di Letta in Aula a Palazzo Madama è durato 50 minuti.

10.32 – Letta cita Croce: “Evitate vergognosi rimorsi” Ognuno “ora si ritiri sommessamente nella sua profonda coscienza” ed eviti “col suo voto poco meditato” di procurarsi “un pungente e vergognoso rimorso”. Così Enrico Letta, in Senato, cita il discorso di Benedetto Croce all’Assemblea Costituente.

10.31 – Senato, in corso riunione del gruppo Pdl Dopo l’intervento del premier Enrico Letta, Silvio Berlusconi ha indetto una riunione del gruppo del Pdl del Senato.

10.30 – Governo, Senato, presentata risoluzione Lega È stata presentata alla presidenza del Senato una risoluzione della Lega che non approva le comunicazioni del presidente del Consiglio: lo ha comunicato all’Assemblea di Palazzo Madama il presidente Piero Grasso.

10.28 – Sei senatori Pdl applaudono Letta Sarebbero 6 i senatori del Pdl-Forza Italia che hanno applaudito la conclusione dell’intervento del premier Enrico Letta. Lo riferisce il senatore del Pd Stefano Esposito.

10.27 – Letta: “Basta con la politica da trincea” “Il Paese è stremato da mille conflitti, da una politica fatta da connoneggiamenti continui, da una politica sempre più rissosa, ripiegata su se stessa. E’ un appello che rivolgo in primo luogo a me stesso: basta con la politica da trincea”. Lo ha sottolineato il premier Enrico Letta parlando al Senato.

10.24 – Letta: “Chiedo la fiducia a tutto il Parlamento” “Coraggio e fiducia è quello che vi chiedo. Mi appello al parlamento tutto, dateci la fiducia per realizzare gli obiettivi”. Così il premier Enrico Letta rivolgendosi ai senatori a Palazzo Madama.

10.16 – Verdini e Barani fanno la “conta” del Pdl Letta parla, Berlusconi ascolta,Verdini conta. È la scena del Pdl durante le comunicazioni di Enrico Letta nell’Aula del Senato. Mentre il Cavaliere ascolta il premier in silenzio, interrotto solo da una stretta di mano fugace di Salvo Torrisi, uno di quelli che potrebbero votare la fiducia a Letta cui aveva precedentemente offerto un caloroso saluto, nell’ultimo banco Denis Verdini con Lucio Barani scorrono minuziosamente da diversi minuti quello che dalla tribuna stampa appare essere un elenco: potrebbe essere una lista dei senatori che voteranno la fiducia al governo.

10.13 – Letta: “Prenderemo misure sulla base del discorso di Napolitano” Il governo prenderà “importanti misure per affrontare la questione carceraria” sulle orme dell’”appassionato discorso del presidente Napolitano” di qualche giorno fa a Napoli. Lo ha detto il premier Enrico Letta a Napoli.

10.07 – Letta: “Con questo governo 3 miliardi di tasse in meno” “Questi 5 mesi di governo hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale agli italiani. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii”. Così il premier Enrico Letta, al Senato, replica alle critiche del Cavaliere sul governo delle tasse. Ha comunque confermato la “rotta sull’Imu”. “Non vogliamo nuove tasse” e “vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro” della Legge si stabilità per il 2014″ ha detto Letta ricordando comunque che “non ci sono tagli di spesa facili”. ”Non esistono tagli di spesa facile, la revisione va fatta con accortezza – ha aggiunto – Se andremo avanti chiederemo a Carlo Cottarelli di diventare commissario della spending review”.

10.01 – Berlusconi nell’Aula del Senato. Ascolta Letta Silvio Berlusconi è giunto nell’Aula del Senato dove sono in corso le comunicazioni del presidente del Consiglio Enrico Letta. Il Cavaliere si è seduto in terza fila nei banchi del Pdl e segue il discorso in silenzio, con la guancia poggiata sulla mano.

9.59 – Berlusconi al Senato: “Sentiamo Letta e decidiamo” “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”. Lo dice Silvio Berlusconi arrivando a Palazzo Madama.

9.58 – Letta: “Rispetteremo gli impegno con l’Ue per il 2014″ “Rispetteremo gli impegni con l’Unione europea per il 2014 e il governo prenderà misure per ridurre l’indebitamento entro il tre per cento”. Lo ha garantito il premier Enrico Letta parlando al Senato.

9.57 –  Letta: “Vogliamo un punto di Pil in più ma risanare conti” “Il nostro obiettivo dichiarato da tempo è l’aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l’occasione per dimostrare che il cambiamento in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica”. Così il premier Enrico Letta nel suo discorso al Senato.

9.57 – Letta: “Dobbiamo rendere conto ai cittadini prima che a chiunque altro” E’ ai cittadini “prima che a chiunque altro che dobbiamo rendere conto” ed è su di loro che “le conseguenze della crisi potrebbero” gravare. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.55 – Berlusconi: “Non muoio neanche se mi ammazzano” “Non muoio neanche se mi ammazzano”. Silvio Berlusconi, in una intervista a Panorama, applica a sé la frase detta da Guareschi. Berlusconi parla di quella che è stata definita una una sua ossessione per la giustizia: “Più che altro è la giustizia ad essere ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito.

9.52 – Letta: “Se non si cambia il Porcellum, ancora larghe intese” Se si tornasse al voto con il Porcellum “ci troveremmo di nuovo con le larghe intese perché non si produrrebbe una chiara maggioranza”. Così il premier Enrico Letta.

9.49 – Letta: “Intollerabili le dimissioni dei parlamentari Pdl” “Le dimissioni una settimana fa dei parlamentari Pdl mentre ero impegnato all’Onu ha creato una situazione insostenibile”. Lo ha detto il premier Enrico Letta al Senato, evidenziando la volontà di “tracciare una separazione netta tra la vicenda giudiziari di Berlusconi” l’attività dell’esecutivo: “Sono percorsi che non possono essere sovrapposti, perchè siamo una Repubblica fondata sullo Stato di diritto” e sul rispetto delle sentenze.

9.48 – Letta: “La stabilità è un valore assoluto” “La stabilità va perseguita come un valore assoluto da perseguire e praticare”. Così il premier Enrico Letta ricordando i progressi dell’Italia dal ’46 al ’68 quando grazie alla stabilità “i benefici di allora li conoscono tutti gli italiani”.

9.47 – Letta: “In uno Stato democratico le sentenze si applicano” “In uno Stato democratico le sentenze si applicano” ha detto Letta nel suo intervento al Senato.  “La nostra repubblica democratica si fonda sullo stato di diritto. In uno stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano, fermo restando il diritto intangibile” della difesa. Ma “senza trattamenti né ad ad né contram personam”, ha detto il premier nel discorso sulla fiducia al Senato.

9.46 – Letta: “Distinguere vita governo da vicenda Berlusconi” I “piani” della vicenda giudiziaria che investe Silvio Berlusconi e del governo, “non potevano, né possono essere sovrapposti”. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.44 – Letta: “Governo nato in Parlamento, se muore lo fa qui” “Il mio governo è nato in Parlamento e se deve morire deve morire qui, in Parlamento”. E’ la sfida lanciata dal premier Enrico Letta nel suo intervento al Senato.

9.43 – Standing ovation del Senato per Napolitano Standing ovation in aula al Senato quando Enrico Letta ricorda il monito di Giorgio Napolitano il giorno del giuramento alla Camera. Quasi tutti i senatori si sono alzati in piedi.

9.39 – Letta: “L’Italia corre un rischio fatale” “L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che assumeremo, dipende da un sì o un no”. Lo afferma il premier Enrico Letta, in Senato.

9.34 – Quagliariello: “E’ tutto a posto” “E’ tutto a posto”. Così il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, entrando in Senato, risponde alle domande dei cronisti che gli chiedono se il governo incasserá oggi la fiducia.

9.27 – Berlusconi: “Sull’Iva una coltellata da Letta” Nell’intervista a Panorama Berlusconi aggiunge che si è trattato di “una ritorsione inaccettabile. Un dispetto. Con l’aggravante di attribuire a noi la responsabilità della decisione. Insomma, Letta annunciava nuove tasse e le intestava a noi. Inaccettabile. Altro che colpo di testa mio. È stato il suo un colpo basso.

9.15 – Berlusconi: “Indecorosa una alleanza Pd-transfughi Pdl” Una alleanza tra Pd e transfughi Pdl sarebbe “talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare”. Così Silvio Berlusconi, intervistato da “Panorama”. E aggiunge che Napolitano “non darebbe mai l’avallo a un simile esperimento”. Quanto ad una alleanza Pd-M5S, il Cavaliere la definisce “impossibile”.

9.03 – Giovanardi: “Fiducia da circa 40 parlamentari Pdl” I deputati e senatori che voteranno la fiducia al governo Letta sono circa 40 “basta vedere le loro dichiarazioni pubbliche”. Lo afferma Carlo Giovanardi entrando in Senato.

Da ilfattoquotidiano.it del 02/10/2013.




PAPA FRANCESCO: CHIESA DI PECCATORI, ANCHE CARDINALI E PAPI

papa Francesco all’udienza generale: qualcuno qui senza peccati?

 

Papa Francesco

La Chiesa è santa ma ‘fatta di peccatori’. ‘Come può essere santa una Chiesa fatta di uomini peccatori, sacerdoti peccatori, suore peccatrici, cardinali peccatori, papi peccatori?’, chiede il Papa durante l’udienza generale. ‘Qualcuno di voi è qui senza i suoi peccati? Qualcuno tra noi lo è?’, ha poi chiesto il Papa spiegando che la Chiesa ‘è santa non per i nostri meriti ma perché procede da un Dio che non la abbandona al male’.




Papa: meglio una Chiesa incidentata che malata

rinnovamento

Tutto cio’ che e’ chiuso e’ malato; meglio uscire, anche a costo di subire un incidente. “Meglio incidentati che ammalati”. Discorso che vale anche e soprattutto per la Chiesa, come avverte papa Francesco, spiegandolo ai catechisti incontrati nell’Aula Paolo VI, in occasione del congresso internazionale sulla catechesi nell’ambito dell’Anno della Fede.

Spiega il Papa: “In una stanza chiusa si forma l’umidita’. E se una persona e’ chiusa in quella stanza si ammala”. Allo stesso modo, “se un cristiano e’ chiuso nel suo gruppo, nel suo movimento, nella sua parrocchia, si ammala; se invece un cristiano esce nelle strade, nelle periferie, puo’ succedere un incidente stradale. Ma preferisco mille volte una Chiesa incidentata che una Chiesa ammalata. Meglio un catechista, che corra il rischio ma abbia il coraggio di uscire; piuttosto uno che studi ma che poi ha il sangue malato e a volte e’ malato anche nella testa…”.




Giovani disoccupati oltre il 40%

 amici

peggiora in modo preoccupante la condizione giovanile metà della quale tra poco si ritrova senza lavoro, con tutto quello che ne consegue:

Ue e Ocse: “L’instabilità italiana rischia di contagiare l’Europa”

Confindustria: con la crisi politica Pil in calo per tutto il 2014

La recessione.

(Elena Polidori)

 L’instabilità politica spaventa la Ue e l’Ocse che avvertono: «La crisi italiana minaccia l’Europa e la sua fragile ripresa». La Confindustria fa anche una stima: se continuasse questa incertezza, il Pil nazionale avrebbe il segno meno per tutto il 2014. L’Italia va al voto di fiducia portandosi appresso dati allarmanti sulla disoccupazione giunta al 12,2%, il top dal 1977; per i giovani questa percentuale sale al 40,1%, un record storico. Così, mentre i mercati scommettono sulla sopravvivenza del governo Letta, l’Istat diffonde i dati allarmanti sul lavoro, «la realtà cruda del paese», come la chiama il leader Cisl Bonanni, la «conferma della stagnazione», come la definisce il ministro Giovannini. Il Cnel aggiunge un particolare al quadro già drammatico dei giovani: uno su quattro non solo non lavora ma non studia neppure; i precari sono 3 milioni. Sono dati che farebbero soffrire qualunque paese, ancor più se si trova in una situazione politica delicata, incerta. Ed è su questo che basa le sue stime la Confindustria: Pil negativo e pure un esercito di posti di lavoro persi. Sempre su questo insistono Olli Rehn, Martin Schulz e Angel Gurria, ovvero il commissario per l’economia Ue, il presidente del Parlamento europeo ed il segretario generale dell’Ocse. Il senso del loro messaggio, quasi un appello, è chiaro: una Italia politicamente incerta costituisce una minaccia per la ‘fragile ripresa’ dell’economia, che oltretutto sta affacciandosi solo adesso. E questa minaccia è destinata a fuoriuscire dai confini nazionali diventando un pericolo per tutti. «Per l’intera zona euro’, puntualizza Rehn. E Schulz: ‘Non si può aprire una crisi per interessi particolari. Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari’. Gurria si preoccupa soprattutto di smantellare il gran can can sulle tasse sulla casa: l’Ocse «è sempre stato contrario all’abolizione dell’Imu». Nella sua analisi la cancellazione di questa tassa non aiuta a diminuire la pressione fiscale sui salari e gli investimenti, come invece sarebbe opportuno. In sede europea la tenuta del governo è vista come imprescindibile. Schulz, il più politico dei tre, si preoccupa anche di argomentare che chi voterà a favore di Letta «non sarà né un traditore né un eroe, ma un deputato e un senatore responsabile ». Per essere ancora più sicuro dell’esito del voto, ha pure telefonato al segretario del Pd Epifani, perché «anche loro» devono sostenere l’esecutivo con tutti i mezzi. Lo stato dell’economia lo impone. Non a caso Rehn auspica ‘il ritorno della stabilità politica il prima possibile ». Bisogna poter prendere le decisioni utili alla crescita e all’occupazione. Un mini-segnale positivo in questo quadro fatto di tanti segni meno, arriva dal cosiddetto clic day, l’operazione per la raccolta delle domande di assunzione delle aziende relative agli under 30. Assunzioni con incentivi, ovviamente. Ebbene, in tre ore ne sono arrivate circa 5.500.

Da La Repubblica del 02/10/2013.




la gioia di H. Kung: “rinasce la speranza … “

rinnovamento

E’ estremamente sodisfatto H. Kung della svolta che papa Francesco sta imprimendo con coraggio e determinazione alla chiesa ed esprime la soddisfazione di uno che ritorna a sperare:

Io credo che sia un evento di grande valore e di cui rallegrarsi moltissimo, il fatto che il dialogo tra Papa Francesco ed Eugenio Scalfari non sia terminato con un epistolario, ma sia continuato con un’intervista. Quella pubblicata ieri su Repubblica è il documento straordinario di un incontro da uomo a uomo con un’intensa e profonda volontà reciproca di proseguire e approfondire il dialogo. Una delle cose che colpisce all’inizio del colloquio è che abbiano saputo trovare anche la dimensione dello humour: entrambi dicono di essere stati ammoniti e avvertiti dai loro collaboratori a non lasciarsi convertire l’uno dall’altro, né alla fede cristiana né al laicismo.
ED  ENTRAMBI – lo trovo straordinario anche sul piano della comunicazione – hanno reagito ridendo e assicurando che nessuno dei due aveva questa intenzione. Ma poi, passando con disinvoltura al discorso serio, hanno sottolineato che il loro colloquio aveva e avrebbe avuto lo scopo di accrescere con uno sforzo reciproco la conoscenza. Questo si proponevano di fare e questo hanno saputo fare trovando punti significativi di convergenza e punti di leale disaccordo. Un confronto tanto più straordinario perché nessuno dei due voleva fare proselitismo.
Uno dei punti interessanti dell’intervista è il giudizio sul comunismo. Francesco afferma che non avrebbe mai aderito al materialismo, ma che ciò nonostante, attraverso i docenti che ebbe e conobbe all’università, da quella dottrina imparò moltissimo. Imparò e capì molto sulle questioni sociali di cui parlavano i comunisti. Non è un caso che Francesco abbia sottolineato l’importanza di alcuni temi che sollevava il movimento (che era sia politico che di fede) della Teologia della Liberazione.
Poi c’è la questione della Curia, o diciamo anche della Corte romana. Il Papa ha usato parole molto dure, parole che non mi aspettavo, parole che persino a me avrebbero causato estremo disagio se le avessi usate: “La Corte è la lebbra del Papato”. In quel momento del loro dialogo, Francesco e Scalfari hanno davvero colto il punto essenziale, cioè che la Curia romana deve essere posta di nuovo al servizio del genere umano e non al servizio di un sistema romano che non ha nulla a che vedere con la lezione del Vangelo. E che da un punto di vista veramente cattolico il Vaticano non può divenire la necessità suprema, ma al contrario tutte le strutture della Chiesa, anche quelle della Curia, devono porsi al servizio del Popolo di Dio.
E infine, il Papa ha rifiutato di pronunciare una gerarchia dei santi: ha detto che è possibile fare una classifica dei migliori calciatori argentini ma non dei Santi. Poi si è espresso in favore di San Paolo, quale interpretazione del cristianesimo che è rimasta valida per millenni, di Sant’Agostino e di Francesco d’Assisi. Nel corso di tutto il dialogo tra Francesco e Scalfari non c’è un singolo tono sbagliato. Si può solo sperare che questo dialogo resti d’esempio per il dialogo tra credenti e non credenti.    (H. Kung, in ‘la Repubblica’ odierna)                                     

 

(02 ottobre 2013)