l’uomo libero

 

carico di auguri

l’uomo libero nuota controcorrente, per impulso di nostalgia, impresso dal dinamismo di una cometa che volontariamente ha smarrito la rotta.

l’uomo libero agisce per giustizia, non è protetto da autorità alcuna se non quella del giudizio del suo cuore.

colloca la sua tenda al di là di recinti o steccati, oltre la frontiere e i confini dove solo i poeti osano.

l’uomo libero si compiace del fallimento, contempla l’onore della sconfitta.

nella dimora senza pareti spera contro ogni speranza, avendo per giaciglio lo spirito.

G.Chiocci

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una preghiera di D. Bonhoeffer

farfalla su ramo in fiore

Al cominciare del giorno, Dio ti chiamo. Aiutami a pregare e a raccogliere i miei pensieri su di te: da solo no sono capace. C’è buio in me, in te invece c’è luce; non solo, ma tu non m’abbandoni; non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto; sono inquieto, ma in te c’è la pace; c’è amarezza in me, in te pazienza; non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la strada. Padre del cielo, siano lode e grazie a te per la quiete della notte, siano lode e grazie a te per il nuovo giorno. Signore, qualunque cosa rechi questo giorno, il tuo nome sia lodato! Amen

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vangelo e pace

 

buonaPasqua-1

Che fare di fronte alla cronica mancanza di pace nel mondo, di fronte alla permanente idolatria della tecnica militare e della corsa agli armamenti, di fronte al sovvertimento dei valori che spaccia per dovere eroico e patriottico quella che è soltanto mera barbarie? l’inaudito pensiero di Gesù nelle beatitudini del discorso della montagna consiste proprio nel cominciare dall’altro capo del filo. Non una preparazione militare sempre maggiore, ma il suo contrario, la totale inermità, dovrebbe rappresentare il fondamento del pensiero e dell’azione; invece di incutere per paura un’altra paura ancora maggiore, Gesù dichiarò beate le persone che cercano di sfuggire al circolo vizioso della violenza accettando la propria inermità, e rinunciano così ad ogni tipo di arma e che, invece di armarsi, intraprendono l’audace tentativo di vincere la loro paura e la loro angoscia partendo da Dio. Soltanto con una totale rinuncia alle armi e alla violenza, questa almeno era la speranza di Gesù, si arriverebbe finalmente a combattere ciò che rappresenta la radice di ogni male, cioè l’angoscia umana, invece di continuare, come è stato fatto finora, a peggiorare la nostra malattia lottando contro i sintomi dell’angoscia. L’umanità può armarsi fin che vuole, ma non si avvicinerà alla pace, anzi se ne allontanerà sempre più. Guardando in prospettiva allo sviluppo degli ultimi duemila anni questa visione delle cose non può che trovare conferma. Ma chi sarebbe già pronto a seguire questo criterio?

E.Drewermann

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