Quando sento ca…

Quando sento cantare: “Gloria a Dio e pace sulla terra”, mi domando dove oggi si è resa Gloria a Dio e dove sia pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata, e finché non avremmo sradicato dalla nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà nato” Gandhi




raporto dialettico ‘croce-resurrezione’

crocifisso“C’è un rapporto intimo e dialettico tra croce e resurrezione e tra resurrezione e croce, quale si esprime  nell’affermazione che il Crocifisso è il Risorto e il Risorto è il Crocifisso.

Una considerazione non dialettica della croce e della resurrezione può facilmente svolgere una funzione reazionaria. Considerare la croce senza rapportarla dialetticamente alla resurrezione può condurre a una rappresentazione della sofferenza come qualcosa che appartiene essenzialmente all’essere divino, ed è pertanto non superabile. La sofferenza viene sacralizzata, e non si danno possibilità di speranza. L’unico atteggiamento sensato sarebbe di identificarsi con essa, senza pretenderne un impossibile superamento.

E considerare la resurrezione senza la croce può sacralizzare l’ideologia del risultato ultimo – o futuro riconciliato – senza bisogno di passare attraverso il presente di ingiustizia e di oppressione. Si crea in tal modo una concezione entusiasta o astorica che proietta l’uomo oltre le stelle, alienandolo dalla sua realtà e attuale conflittualità.

Senza la resurrezione, la croce può farsi strumento al servizio di una teologia legittimatrice della sofferenza dei poveri di questo mondo.

Senza la croce , la speranza creata dalla resurrezione non è credibile, almeno per coloro che patiscono l’ingiustizia.

Per questo – perché Dio ha risuscitato un crocifisso – i crocifissi della storia possono sperare”

J.Lois, in Mysterium Liberationis, p.225




cosa scriveva il primo Ratzinger

Lo scandalo primario della fede cristiana è quello di un uomo il quale afferma che in lui Dio si fa vicino in una maniera unica e non più superabile (la stoltezza della croce).  Si ha uno scandalo secondario, artificiale e quindi colpevole, quando, col pretesto di difendere i diritti di Dio, si difende solo una certa situazione sociale e le posizioni di potere in essa acquisite.  Lo scandalo è ancora secondario, artificiale e colpevole, quando, col pretesto di custodire l’immutabilità della fede, si difende soltanto il proprio amore per la situazione di ieri e il proprio legame con essa … Ed è poi ancora scandalo secondario, artificiale e colpevole, quando, col pretesto di garantire la totalità della verità e la sua integrità, si vogliono eternare opinioni di scuola, che hanno preso forma naturalmente in un certo tempo, ma richiedono ormai da tempo una revisione e un nuovo controllo sulla base di ciò che è veramente richiesto dalla realtà originaria … L’aspetto pericoloso della cosa è che questo scandalo secondario si identifica sempre di bel nuovo con il primario e lo rende perciò inaccessibile, nascondendo la pretesa realmente cristiana e la sua difficoltà dietro le pretese dei suoi messaggeri”  (J.Ratzinger, Il nuovo popolo di Dio, p.43)